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Autore: Sameko    25/09/2016    3 recensioni
I vivi non dovrebbero invidiare i morti, poiché essi hanno ormai esaurito i loro preziosi secondi.
Chise non invidia più i morti: ha ancora troppi secondi da apprezzare, condividere e amare con tutta sé stessa.
| Post serie | Adult!Chise |
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Important
 
 


Era persa, prima che arrivasse lui. Non c’era niente, prima di lui, né c’era mai stato. Era esistita senza vivere veramente, un guscio di conchiglia che veniva trascinato qua e là dalle forze del fato che mai riposano.
Soltanto quando la tela del cappuccio non aveva potuto nasconderle quella traccia di rosso a lato della sua percezione, aveva permesso al suo sguardo di privarsi, per un attimo, della disillusione che lo aveva contraddistinto per anni. Riabbassata la testa, quella macchia di rosso aveva continuato a danzarle davanti agli occhi, come se le fosse stata impressa a sua insaputa sulla retina.
Quel rosso era poi diventata una presenza costante nella sua visione durante i mesi a venire, dopo che le sue catene erano state spezzate. Un movimento del collo o delle spalle ed esso fremeva a contatto con il colletto del suo soprabito, un lieve frusciare che le solleticava l’orecchio, un lieve frusciare affatto sconosciuto, poiché i suoi capelli – rossi anch'essi – avevano reso quel suono tanto familiare alle sue orecchie già molto tempo addietro.
Tu sei parte della mia famiglia”, le aveva detto. Quanta sincerità ci fosse stata veramente in quell'affermazione, non le era importato. Ciò a cui aveva dato importanza, era stata proprio la scelta di quelle parole. Aveva detto ‘famiglia’ – e non qualcos’altro.
Elias non aveva labbra da far schioccare o arricciare, guance paffute da gonfiare, sopracciglia da inarcare, ma fu il volto che, fino ad allora, le aveva mostrato più gentilezza e pazienza di qualunque altro; e la sua voce, arricchita da un sottile accento inglese, aveva un tono sempre pacato e composto, ma non mancava mai di trasmetterle orgoglio, fiducia, apprezzamento.
Per lei, aveva speso una fortuna. Per lei, aveva ruggito dal dolore, abbandonando le fattezze dell’uomo incompleto e riprendendo quelle della bestia. Per lei, aveva deciso di imparare di nuovo, di diventare ancora lo studente di qualcun altro, oltre che il maestro di sé stesso. Per lei, si era sforzato di cambiare.
Chise si chiede se sarà mai in grado di esprimere questi pensieri ad alta voce, mentre accarezza con affetto il muso reclinato sul cuscino di Elias, dormiente al suo fianco, dalla lieve infossatura in mezzo agli occhi fino a poco sopra il suo naso, su e giù, delicatamente e lentamente.
Le luci rosse delle pupille si accendono nelle sue orbite dopo minuti di carezze affezionate, un vermiglio sfumato da una serenità che Chise ha imparato a riconoscere. Non fatica a capire che lui è felice di vederla ancora al suo fianco, per un altro giorno.
E Chise decide che, no, quelle parole meritano di essere tenute segrete ancora per un po’. Aveva imparato a far tesoro delle cose dette ma, soprattutto, di quelle ancora non dette.
Scoprirsi l’un l’altro è un processo che richiede tempo – e Chise è decisa a rispettare questo tempo, lasciandolo trascorrere con il ritmo che gli è stato imposto dall’alba dei tempi. Ogni secondo, che sia quello di una risata o di un sorriso o di un passo, ha un valore prezioso che merita di essere riconosciuto.
« Buon giorno, Elias. »
Le pupille di Elias si offuscano per un istante, il tempo di un battito di palpebra. Il suo muso strofina con tenerezza sulla sua fronte, scostandole poche ciocche di capelli col flebile soffiare del suo respiro.
« Buon giorno, Chise. »
Chise sorride al suono leggermente strascicato della sua voce. Sempre pacata e composta, questo sì, ma tranne al mattino, poco dopo la sveglia.
« Che cosa c’è? » Le chiede Elias, inclinando leggermente la testa con curiosità.
« Dormi sempre troppo. » Spiega Chise, con un sorriso.
« Mh mh… » Dice il mago, riadagiandosi con la testa ossuta sopra il cuscino, spalancando le mascelle per un leggero sbadiglio. « Mi stai suggerendo di cambiare i miei ritmi di sonno? »
Chise scuote dolcemente il capo.
« No. Mi piace così. » Replica, senza esitazione alcuna. Per pochi ma significativi anni, era stata Chise colei che doveva essere svegliata con un affettuoso ‘buon giorno’. Ora, è il suo momento di assumere quel ruolo tanto importante nella vita altrui e che spesso, purtroppo, viene ingiustamente trascurato. Ma lei non potrebbe mai sminuire l’importanza di avere una persona disposta ad attendere il tuo risveglio e a riaccoglierti nel sole, soprattutto quando sa perfettamente quanto può far male svegliarsi con la consapevolezza di essere soli. « È… meglio così. »
Non vuole ammettere che, per un istante, aveva sentito il suo animo fremere d’ansia, un residuo delle sue vecchie paure che ogni tanto riemergeva dalle cicatrici rimaste nel suo cuore. È dura sopprimere il timore irrazionale dell’abbandono, soprattutto se è tutto ciò che ha conosciuto nei suoi primi anni di vita, quelli che avrebbero dovuto essere i più spensierati della sua vita. Assicurarsi che i volti e le cose che aveva lasciato la sera prima fossero ancora lì al mattino, ad attenderla, era per lei più importante di qualche minuto od ora aggiuntiva di sonno.
La mano di Elias si posa sulla sua guancia, il peso familiare è sufficiente a confortarla.
« Non cambierà, se non è ciò che tu desideri. »
Il suo pollice le accarezza gentilmente il viso e Chise si lascia cullare dal suo tocco. La sua mano, piccola e bianca, si posa sopra quella grande e gentile di Elias, con cui cerca spesso un contatto che non le viene mai negato.
« Grazie. » Sussurra, grata.
Per l’uno e per l’altra, c’erano sempre stati, nella gioia e nel dolore, nella felicità e nella tristezza, nel rancore e nel perdono. E ci saranno ancora, in futuro.
I vivi non dovrebbero invidiare i morti, poiché essi hanno ormai esaurito i loro preziosi secondi.
Chise non invidia più i morti: ha ancora troppi secondi da apprezzare, condividere e amare con tutta sé stessa.





Sameko's side

 
Ehm, che dire, sono anni che non pubblico qualcosa su questo sito, ma la totale devozione che ho sviluppato in poco tempo verso questo manga mi ha riportata di nuovo su EFP. Amo sia Chise che Elias e il loro essere tanto coccolosi assieme, senza contare che da quando ho notato che sono entrambi due 'teste rosse' non sono più riuscita a levarmi questo dettaglio dalla testa e inserirlo in questa breve fanfiction è stato, per me, quasi un obbligo morale. Kore Yamazaki ha pensato davvero a tutto. 
Non avevo pretese particolari per questa storia, a
vevo semplicemente voglia di fluff accompagnato da qualche piccola introspezione, nulla di troppo ostico insomma, ma ad ispirarmi particolarmente oltre che accompagnarmi durante la scrittura è stato questo video ( in tema 'The Ancient Magus Bride' ovviamente ): 
https://www.youtube.com/watch?v=FYvxHaedoYE
La canzone così come l'editing sono meravigliosi, a mio parere. Consiglio vivamente di guardarlo se avete giusto due minuti a vostra disposizione!
Spero che a voi solitari lettori di questo manga sia piaciuta ( sempre ammesso che non abbia combinato pasticci con l'IC, o di altra natura, che non mi sono saltati all'occhio ). La mia speranza è che, in futuro, qualcun altro si faccia avanti per far compagnia a questa mia breve e semplice storia, sperando nella successiva creazione di una sezione apposita. Attenderò con pazienza quel giorno!!
Baci!

Sameko 



 
   
 
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