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Autore: Eddygiak97    26/09/2016    2 recensioni
Una nuova vita sta per iniziare! Brian si arrende alla cocciutaggine di Justin, disposto a rinunciare al suo avvenire a New York per stare con lui. Finalmente potranno coronare la loro storia d'amore e vivere una vita serena e tranquilla o forse no: grandi eventi scuoteranno le loro esistenze nel profondo. Riusciranno a superare ogni ostacolo grazie al loro amore?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Brandon, Brian Kinney, Justin Taylor, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Mpreg
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Queer As Folk - Una famiglia per Brian 

Autore: Eddygiak97

Ambientato: post 5x13

I personaggi della serie televisiva “Queer As folk” citati nella storia non sono di mia proprietà, ma appartengono ai legittimi ideatori. Sono stati da me utilizzati senza il consenso degli autori, non a fini di lucro ma solo per divertimento personale.


Capitolo 1°

Pov. JUSTIN

È solo tempo ha detto, ma dopo la notte appena trascorsa, la più bella della mia vita, passata a fare l'amore col mio uomo, mi sembra impossibile che tra quattro ore sarò su un aereo per salutare la gloriosa Pittsburgh e andare a New York, per l'inizio della mia carriera da artista.

Sono da poco passate le 6:00, apro con fatica gli occhi, mi volto ad osservare l'uomo che tra quattro ore lascerò senza salutarlo, come mi ha fatto promettere. Mentre dorme, Brian è l'uomo più bello che abbia mai visto, non mi stancherò mai di osservare il suo corpo statuario, quasi scolpito da Dio apposta per essere ammirato.

Al solo pensiero della notte appena vissuta inizio a tremare: dopo aver annullato il matrimonio per preparami alla partenza, ho posato lo sguardo su una custodia rossa in pelle che conteneva i nostri anelli e gli ho chiesto:

— Non li hai restituiti? —avevo un sorriso amaro che sapeva di dolore.

— Non li ho restituiti! — mi ha risposto continuando a sorridere mantenendo lo sguardo basso.

Mi sono perso ad osservarlo tristemente, pensando se stessi facendo la cosa giusta, se fosse davvero quello che volevo, ma tornando alla realtà, ho richiuso con malinconia la scatola e l'ho appoggiata sul costoso tavolino da caffè del loft e mi sono voltato verso Brian, dopo alcuni passi verso di lui gli ho preso la mano e gli ho detto esattamente cosa pensavo: — Non ci servono anelli o giuramenti per sapere che ci amiamo... lo sappiamo già! — sono rimasto ad osservare il volto di Brian mentre stava spostando il suo sguardo a terra per evitare di mostrarmi le sue vere emozioni.

Ma detto questo Brian si è complimentato con me per essere diventato il migliore omosessuale che potesse immaginare e non ho resistito, volevo baciarlo, lo volevo disperatamente per fargli capire che sarei tornato da lui, ma avrebbe dovuto essere lui a fare il primo passo stavolta. Non ho dovuto attendere molto perché lo facesse, infatti mi ha portato le braccia a collo con dolcezza e ha cominciato a baciarmi. Un bacio come solo noi siamo capaci di fare, ma in realtà non era un bacio come gli altri, rifletteva le nostre paure per il futuro ma anche la conferma dell'amore che ci unisce da ben cinque anni.

Dopo una serie di baci ci siamo ritrovati inginocchiati sul divano del salotto completamente nudi, abbracciati come se fossimo una cosa sola, continuando a baciarci come se la nostra vita dipendesse l’uno dall'altro.

Con delicatezza Brian mi ha sdraiato sul morbido divano bianco e abbiamo cominciato a fare l'amore, delicatamente Brian è entrato in me e ha cominciato a spingere in maniera lenta e passionale, ed io emettevo ad ogni sua spinta un gemito di piacere e invocavo il suo nome pregandolo di non fermarsi. Ad ogni suo gemito corrispondeva poi uno dei nostri baci e siamo andati avanti così per ore. Stanchi dall’aver fatto l'amore per quattro volte di seguito, ci siamo stesi sul letto l'uno tra le braccia dell'altro, continuando a fissarci con amore e coccolarci fino a quando non ci siamo addormentati esausti.

Appena mi sono ripreso dal ricordo della notte trascorsa, con tristezza ho finito di preparare la valigia e mi sono recato in bagno per farmi l'ultima doccia nel loft. Mentre mi sfregavo la spugna sulle spalle, cercavo di capire se era la soluzione giusta partire per New York e lasciare Brian da solo.

Una volta tornato in camera, l’ho visto con una espressione serena e mi sono avvicinato per poterlo coccolare mentre dormiva. Una volta asciugatomi, mi sono diretto in salotto aspettando l'ora di avviarmi verso l'aeroporto, ma osservando attentamente intorno a me, ho notato una cosa particolare: sul pavimento vi erano tre preservativi usati, ma ricordavo benissimo di aver scopato per ben quattro volte di fila con Brian e ho capito che nell'ultima scopata non avevano usato il preservativo.

— Cazzo! — ho pensato spaventandomi. — Ecco perché mi è sembrato diverso, di sentirlo davvero dentro di me e di essere stato in grado di percepire il suo cuore battere in me! — di scatto mi sono girato verso l'uomo che amavo, tuttavia non ero preoccupato per la salute di nessuno dei due: avevamo fatto le analisi meno di un mese prima ed eravamo risultati entrambi negativi.

Felice di averlo fatto per davvero, ho guardato l’orologio, che segnava le 7:30 mi sono avvicinato nuovamente a Brian che ancora dormiva tranquillo e gli ho lasciato un tenero bacio sulla fronte sussurrandoli: “A presto, amore” e con la valigia in mano, ho aperto la porta scorrevole del loft chiudendomela alle spalle per iniziare con ansia la mia nuova vita a New York.

 

Pov. Brian

La notte appena trascorsa è stata la più bella della mia vita ed è stata anche la prima volta che ho cercato con tutto me stesso di trasmettere l’amore che provo per una persona ma se la persona è Justin non è mai abbastanza. Alla quarta sessione siamo crollati uno tra le braccia dell’altro, ho potuto sentire il suo cuore che batteva solo per me, è stato proprio in quel momento che la voglia di dirli resta è stata al massimo e con tutte le mie forze mi sono trattenuto per dirlo. In quel momento volevo che il tempo si fermasse per tenerlo sempre con me e proprio in quel momento ci siamo addormentati.

Al mio risveglio non c’era più, erano da poco le otto e già sentivo la sua mancanza nel loft, tutto era incolore e buio come se la linfa vitale che dava energia a quel posto fosse sparita, ebbene sì, il raggio di sole che brillava nella mia vita se n’è andato a New York per inseguire la sua carriera, mentre io rimango nel mio letto sentendo il suo profumo impregnare ancora le nostre coperte.

In un primo istante l’impulso di chiamarlo per dire “Che cazzo stai facendo? Torna da me e sposami!” è stato quasi insopportabile, ma continuo a pormi sempre la stessa domanda: “Ho fatto bene a lasciarlo andare per la sua felicità, senza pensare alla mia?”, ma mi convinco a fatica che è la scelta migliore per lui, per la giovinezza che deve ancora vivere, mentre io l’ho già superata.


Pov. Justin

— Ultima chiamata per il volo 2813 diretto a New York — dice l’altoparlante indicando i voli in partenza.

Sono seduto sulla panchina, indeciso se prendere quel cazzo di aereo e inseguire la mia presunta carriera artistica o restare a Pittsburgh con l’amore della mia vita.

Cosa cazzo faccio, quale decisione devo prendere?” mi chiedo cercando in vano una soluzione al dilemma. “Se resto, Brian mi manda via a calci rendendomi infelice e se parto da solo lo sono lo stesso perché non riesco a vivere senza Brian!” continuo cosi fino alle 9:30, ovvero l’ora di prepararsi per l’imbarco, “Basta ho deciso”.

 

Pov. Brian

— Le 9:30, ormai sarà sull’aereo in attesa che decolli — mi dico fra me e me per fare il conto alla rovescia verso l’inferno.

Dopo un’ora qualcuno bussa alla porta del loft ma non mi voglio alzare, oggi non ci sono per nessuno, tanto meno per Michael o Emmett o Ted oppure, peggio ancora, per Debbie. I rimbombi della porta continuarono sempre più forti fino a quando non mi decido ad alzarmi per aprile quella cazzo di porta.

— Arrivo! — rispondo irritato per il continui martellamenti.

Aprendo la porta rimango di stucco trovandomi davanti una testolina bionda che conosco molto bene. Se ne sta davanti alla porta con le valigie in mano.

— Prova a dire che cazzo ci faccio io qui e ti scaravento la borsa sui i denti — impreca leggendomi nel pensiero la domanda che stavo per fargli. Allora con tono dolce e gentile gli chiedo cosa ci faccia qui e perché non è su quel cazzo di aereo, e lui mi risponde che è qui per rimanere al mio fianco e che non ammette repliche perché ha già deciso.

— Io non me ne vado così facilmente: tu sei la mia vita, io senza te non sono niente, la mia arte non è niente se tu non sei con me. Io rimango con te anche contro la tua volontà; ti avverto se non mi vuoi al loft, va bene, me ne vado da mia madre che mi accoglierà a braccia aperte, ma io resto a Pittsburgh — mi dice con tono dolce e allo stesso tempo determinato. — Io ti amo Brian, tu ti sei sempre sacrificato per me e ora tocca a me farlo per te! — finisce con le lacrime agli occhi e abbracciandomi forte per paura di un rifiuto, continuando a ripetere che mi ama.

Ho una sola scelta: tenermelo. È una gioia, ma allo stesso tempo non posso non rammaricarmi per quello che sta sacrificando per me, così dico: — Okay rimani — con tono dolce e rassegnato e stampando un bacio appassionato sulle labbra del biondo che mi stringe di rimando, sollevato della mia reazione.

   
 
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