Le tue
preghiere sono state esaudite, tesoro mio. Questo racconto dell'orrore
avrà una
fine, ed è solo grazie a te, gioia del mio cuore. Provo un
misto di sollievo e immensa
tristezza nello scrivere queste ultime pagine, ma te lo devo. Te lo
dobbiamo
tutti, coraggiosa Custode.
Sono Daphne,
principessa di Domino ed Erede del Drago. Oggi sono qui per adempiere
al mio
dovere, ovvero rimettere tutti i tasselli al loro posto e completare il
puzzle.
Mia sorella, la mia dolce sorellina... ha fatto la sua scelta.
Spesso mi
viene da pensare che la vera maledizione non fu quella del Sirenix che
mi rese
uno spirito errante, ma quella imposta su di noi, sul nostro legame di
sangue.
Io e Bloom non siamo mai riuscite a coesistere nello stesso mondo per
il tempo
che era giusto vivessimo.
Dopo
quello che è successo, l'unico modo che avrò di
rivederla sarà quando la mia
ora arriverà di nuovo, per l'ennesima volta.
Col cuore
infranto e l'anima lacerata devo donarvi la sua eredità: il
nostro futuro è incerto
ma, per il momento, salvo.
Fummo
chiamati tutti da Faragonda ad Alfea: io, le Winx, Sky e gli
Specialisti. Bloom
non era presente e Riven, come previsto, non era ancora tornato a
Magix.
La preside
ci raccontò per filo e per segno tutto quello che era
successo, ci fece leggere
il diario... rimanemmo tutti agghiacciati. Vidi Musa che, per la prima
volta,
ebbe davvero paura di Riven nonostante tutto il trascorso tra loro;
vidi Sky piangere
saturo di disperazione; vidi le ragazze stringersi tra loro; vidi i
ragazzi
affranti.
E io, in
mezzo a loro, che avevo capito tutto. Il re di Eraklyon
iniziò a camminare
avanti e indietro come un leone in gabbia coprendosi il viso con le
mani,
stanco, sull'orlo del precipizio che nessun essere umano dovrebbe mai
avvicinare.
«Perché?
Perché non ha detto niente? Perché quella dannata
testona deve sempre prendere
decisioni da sola? Faragonda, lo sai quanto è grave la
situazione, perché?»
La preside
tenne lo sguardo fisso sul giovane re, dimostrando una fermezza d'animo
che non
le vedevo da un po' di tempo, ormai.
«Per
questo, Sky. Stavolta, voi non c'entrate niente. Stavolta è
Bloom che deve
affrontare le conseguenze delle sue azioni. Purtroppo, anche quelle
delle
streghe che avete combattuto per una vita. So benissimo che voi tutti
barattereste la sua vita con l'incertezza, so che mettereste a
repentaglio la
vostra esistenza per lei. Quello che avete letto potrebbe non accadere,
ma se
accadesse? Bloom rivivrebbe lo stesso inferno e, probabilmente, non
sopravvivrebbe comunque. Nessuno di noi ci riuscirebbe».
Tutti i
presenti divennero grottesche figure digrignanti, odiarono ammettere
che la
preside aveva ragione.
«Sto
dicendo che, se la decisione fosse spettata a voi, l'avreste condannata
a vivere
l'agonia più grande della sua vita, tanto da desiderarla, la
morte. Voi avreste
agito per egoismo, lei ha agito per
egoismo, ma l'ironia della sorte vuole che il suo egoismo sia
più giustificato
del vostro».
Le parole
di Faragonda pesavano come macigni. Desiderai terribilmente che anche
quello
che stavo vivendo io fosse un'illusione.
«Mi...
mi
vergogno così tanto per quello che le ho detto...»
disse con voce rotta Aisha,
tanto che fece per alzarsi e andarsene, ma la preside la
fermò.
«Non
puoi
andare da Bloom, ragazza mia. Lei non è qui».
Ci girammo
tutti verso l'anziana fata, la quale fece un profondo respiro e
cercò di mantenersi
il più rigida possibile; stava soffrendo come non l'avevo
mai vista, ma le
parole che stava per pronunciare avevano bisogno di essere dure e
glaciali, o
non ce l'avrebbe mai fatta.
«Ascoltatemi
attentamente: io mi sono fatta complice di tutto questo
perché so che è la
decisione giusta da prendere. È il rischio più
ponderato che possiamo correre,
per quanto crudele sia. Ripetendo le parole di Bloom: siate forti e
siate
folli, perché ora vi dovrò illustrare la follia
che dovrete compiere per
salvare l'Universo».
Si
girò,
prese una scatola dorata dalla sua scrivania e la aprì:
all'interno c'erano
sette braccialetti e un amuleto con il simbolo di un drago scolpito su
una
delle sue facce. Tutti quegli oggetti avevano un'aria sinistra: al loro
interno
sentivo chiaramente la Fiamma del Drago dirompente di mia sorella ma,
allo
stesso tempo, sentivo oscurità.
«I
braccialetti sono per le Winx e per Daphne, l'amuleto per la
Spaccacielo di
Sky. Prendeteli pure».
Facemmo
come richiesto, poi la preside riprese a parlare: «Questi
oggetti contengono
una parte della Fiamma del Drago di Bloom. Per voi Winx significa
riacquistare
la forma Bloomix, per Daphne e la spada magica di Sky, significa
acquisire un
potere di molte volte maggiore a quello che già
possiedono».
Stella
teneva a distanza il suo braccialetto come se fosse velenoso, tremando
come una
foglia.
«Cosa
dovremmo farci?»
La fata
della luce sapeva benissimo la risposta ma, in cuor suo, non voleva
accettarla.
«Bloom
in
questo momento si trova su Eden. Assorbirà la corruzione dal
pianeta e
diventerà un'Orphan completa: perderà il senno e
avrà un potere spaventoso. Distruggerà
tutto ciò che le capiterà a tiro. Questi oggetti
vi serviranno per rendervi
abbastanza potenti da... ucciderla».
Un boato
di dissenso scoppiò nella stanza: tra lacrime di
disperazione e di rabbia,
ognuno ruggiva il proprio disgusto per una tale proposta indecente; io
continuai a guardare fuori dalla finestra ignorando il casino, persa
tra i miei
pensieri.
Mi
tornò
in mente quando Bloom evadeva di notte dalla sua stanza e veniva nella
mia per
dormire con me: ogni volta era una sorpresa immensa. È cosa
nota che gli Orphan
non gradiscano il contatto fisico, ma a lei non importava, si
appiccicava a me,
e… per gli dei, mi manca l'aria al pensiero che non
avrò più questi momenti con
lei.
Però,
in
quel momento, capii quel che dovevo fare. Dovevo fare esattamente
quello che
stavo facendo: ricordarla con dolcezza. Le sue memorie sarebbero
vissute in
eterno e ci avrebbero scaldato il cuore quando sarebbe stato troppo
gonfio da
esplodere. Sì... era quello che dovevamo fare.
«Smettetela.
Tutti quanti» urlai con voce glaciale.
Dovevano
ascoltarmi. In quel momento avevano bisogno di una guida che fosse in
grado di
convincerli a commettere un peccato terribile. Quella guida non potevo
che
essere io, sangue del suo sangue, la Custode della Fiamma
più potente da tempo
immemore. Sono sicura che Bloom avesse pensato anche a questo.
«Ho
salvato mia sorella due volte, e due volte sono morta per lei. E
sì, adesso
sono quella che vi sta dicendo che dobbiamo fare quel che bisogna fare.
Bloom è
già morta, come lo saremo tutti se non interveniamo.
Vivrà per sempre nei
nostri ricordi e nei nostri cuori, ma ora dobbiamo
fare quello che la mia dolce sorellina ci ha implorato di fare. Io
andrò su
Eden e la ucciderò, che il Sacro Drago mi perdoni per
questo. Bloom lo sa, noi
lo sappiamo, le persone lo sapranno. È necessario. Trovate
il coraggio dentro
di voi o periremo! Il nostro... nemico non avrà nessuna
pietà, non ci
riconoscerà e non fermerà la sua mano. Bloom si
è sacrificata per noi. Prima ve
ne convincerete, meglio è».
Trattenni
con tutte le mie forze le lacrime. Il mio volto duro e austero li
fissò uno ad
uno, senza cedere. Sembravo un comandante che stava preparando le
truppe
all'assalto suicida, tanto che ottenni l'effetto sperato.
«Ad
andare
saranno solo Daphne, le Winx e Sky. Specialisti, voi mi servite
qui».
Timmy
capì
subito, come sempre.
«Se
loro
dovessero fallire, dobbiamo organizzare la resistenza ed evacuare
più persone
che possiamo, trovare un posto sicuro e trovare un modo per fermare
Bloo-, no,
il nemico... chiaro».
Faragonda
annuì.
«Nel
momento in cui partirete, avvertirò Bloom e lei
inizierà a purificare Eden.
Quando arriverete non sarà subito aggressiva: ha detto che
lascerà una piccola
porzione di corruzione da parte, e che vi aspetterà prima di
assorbirla, per dirvi
addio. Si è iniettata una dose spropositata di farmaco,
dovrebbe restare lucida
quel che basta».
Pesanti e
goffi come fantocci indossammo i braccialetti, Sky legò
l'amuleto all'elsa
della spada.
«Ora,
la
parte essenziale. La Fiamma di Bloom non è pura, lo sapete.
Acquisirete enormi
poteri, ma allo stesso tempo verrete a contatto con la corruzione.
Ragazze,
Sky, avete circa dieci minuti di tempo prima di essere trasformati in
Orphan in
modo irreversibile. Al massimo potete azzardare qualche minuto in
più, ma è
estremamente pericoloso. Quando avrete compiuto il vostro dovere,
Daphne userà
il suo braccialetto per assorbire l'energia oscura che avrete
accumulato
durante lo scontro, poi tutti voi distruggerete i vostri oggetti
magici. Non
dobbiamo permettere che il pianeta venga inquinato ancora. Adesso vi
inietterò
una dose di farmaco per non farvi subire gli effetti negativi della
corruzione
e farvi combattere al meglio. Buona fortuna, ragazzi... lo fate anche
per lei,
ricordatevelo».
Il viaggio
sulla navetta sembrò fin troppo breve: una parte di me
voleva non finisse mai.
Le ragazze avevano dato l'addio ai loro compagni di vita, tra lacrime e
singhiozzi, mentre io e Sky ci guardammo con la morte nel cuore e ci
abbracciammo, per darci forza a vicenda.
Eden
sembrò più rigoglioso che mai, come se fosse
rinato; sentivo chiaramente
l'enorme mole di energia positiva diffondersi dalla superficie. Per
pochi
secondi, sembrò che tutto fosse leggero e bello.
Poi
atterrammo, e... oh Sacro Drago, dammi la forza. La sua pelle, i suoi
capelli e
i suoi vestiti erano completamente neri. Le sue ali e il tessuto dei
suoi abiti
erano come marci; le sue iridi erano rosso fuoco e, su tutto il suo
corpo,
piccole venature di fuoco blu spaccavano la sua epidermide, come lava
su un
terreno arido.
Tra le sue
mani deformate, con dita troppo lunghe e affusolate per un essere
umano,
custodiva una piccola sfera nera, probabilmente l'ultima goccia di
corruzione
del pianeta. Ci guardò con occhi gonfi di tristezza mentre,
piegata su sé stessa
come se provasse troppo dolore per stare in posizione eretta, si
allontanò
piano da noi, per poi rivolgerci la parola con voce freddissima,
innaturale.
Ringrazierò
sempre il cielo per quel tono gelido: le parole non avrebbero avuto lo
stesso
impatto se fossero state pronunciate con voce calda. Ci
aiutò in modo quasi
essenziale a non cedere davanti a lei. Udivo il respiro pesante di
tutti mentre
la guardavano: sentivo il loro terrore e la loro disperazione.
Chissà se sentivano
la mia.
«Probabilmente
mi odiate, non lo so. Avete letto quel che accadrà se non mi
uccidete. Non ci
sono parole da spendere, ora: vi amo tutti. Dovete vivere anche per me,
dovete
vigilare, dovete proteggere».
Sky non
aveva più lacrime da versare: attivò l'amuleto e
la spada prese immediatamente
fuoco, lo stesso fuoco azzurro di Bloom. Il ragazzo, tuttavia, fece una
smorfia
terribile: iniziò a respirare velocemente come se provasse
fitte invisibili al
ventre.
Il giovane
re non ha poteri magici, è vero, ma la sua spada incantata
interagisce
direttamente con la sua energia per poter funzionare: se la lama veniva
intaccata, veniva intaccato anche lui.
«Sky!
Cosa
succede?» urlò Musa al suo fianco. Lui, di
risposta, strinse l'elsa della sua
arma come se volesse strangolarla.
«Mi
sento...
furioso!»
Bloom
abbozzò una sottospecie di sorriso, era terrificante.
«Quella
è
stata un'idea della Griffin. Faragonda vi ha iniettato il farmaco che
vi copre
dai sintomi della corruzione, è vero... ma in quelle fiale
abbiamo eliminato la
cura per uno di quelli: la rabbia furiosa, cieca ed immotivata. Usatela
contro
di me: vi aiuterà ad uccidermi. Nel momento in cui vi
trasformerete non
desidererete altro, credetemi».
Era
necessario. Me lo ripetevo all'infinito, come un mantra, ma come potevo
ignorare quello che stavo vedendo? Come? Con quale coraggio?
«Sto
per
assorbire ciò che segnerà la mia
fine...»
Ci
trasformammo tutte in preda al terrore, pronte all'inevitabile. La
furia, come
promesso, ci divorò le viscere. Bloom alzò la
testa, aprì la bocca e ingoiò la
massa oscura. Inizialmente non successe niente, poi si voltò
e ci sorrise
un'ultima volta.
«Addio».
Un'onda
d'urto si sprigionò da lei e iniziò ad urlare
come un drago impazzito. Si portò
le mani alla testa, in preda al dolore più intollerabile: ci
guardò con orbite
vuote e nere... sembrava una bestia.
Sky
cedette e urlò ancora più forte di lei:
spiccò un balzo a dir poco sovraumano,
levò la spada fiammeggiante e cercò di colpirla
con potenza inaudita, ma il
nemico fu più veloce e lo schivò, schiantando la
lama a terra e provocando un
solco gigantesco.
Ritrovato
l'equilibrio, il demone deformò ancor di più le
sue mani trasformandole in artigli,
aumentò la potenza del fuoco sulla sua pelle rotta e
provò ad affondare l'arto
nella carne del giovane re, il quale si protesse con lo scudo
anti-magia giusto
in tempo.
Sky
sfondò
la guardia dell'avversario usando proprio lo scudo, come ariete;
sfruttando il
suo tentennamento, provò un fendente laterale e poi
verticale, ma quella li
respinse tutti. Il ragazzo fece un passo indietro, prese a due mani la
Spaccacielo e accumulò più energia che poteva,
scagliando addosso al demone una
proiezione di pura energia infuocata, ma l'impatto non ebbe nessun
effetto.
Stella si
lanciò all'attacco. Evocò le sue leggendarie
spade di luce, quella volta
gigantesche e ricoperte di fuoco, sei intorno al suo corpo e due nelle
mani:
veloce come non lo era mai stata in vita sua, iniziò la sua
danza di morte,
fendente dopo fendente.
Un attimo
prima dell'ingaggio, il nemico afferrò lo scudo di Sky e,
con un urlo
animalesco, scaraventò il ragazzo a molti metri di distanza,
per poi evocare a
sua volta due spade di luce nera e iniziare il confronto. Nonostante la
differenza di numero, il demone si dimostrò essere
più abile della principessa
di Solaria, alla quale furono distrutte ben due lame fiammeggianti nel
giro di
pochi attimi.
Stella
provò scioccamente un affondo esasperato con le armi che le
rimanevano, ma
l'avversario torse il busto di lato ed evitò tutte le lame,
girò su sé stesso
e, con un doppio fendente, squarciò le carni del ventre
della povera fata della
luce.
Lei si
allontanò con uno scatto, reggendosi con entrambe le braccia
le membra
ustionante dalle quali sgorgava molto sangue. Si piegò
letteralmente in due dal
dolore, offrendosi su di un piatto d'argento per la bestia che avevamo
davanti.
Il mostro
si gettò su quella che, una volta, era la sua migliore
amica, ma Tecna e Flora
furono più veloci: la fata della tecnologia creò
una prigione cibernetica che
intrappolò il corpo del demone, mentre la fata delle piante
usò dei robusti
rampicanti che teneva ancorati alle sue braccia per avvolgere il corpo
del
nemico e bloccarlo come una camicia di forza.
Diedero
abbastanza tempo a Stella per fuggire, ma la loro tattica combinata
durò poco:
la bestia prese letteralmente fuoco, incendiando i rampicanti
così velocemente
da arrivare agli arti di Flora e far divampare il fuoco sul suo corpo.
Scattando
immediatamente, tra le urla assordanti della fata delle piante che
stava
ardendo viva, Aisha creò una bolla di Morphix che avvolse
completamente
l'amica, soffocando le fiamme e liberandola dal tormento. Tremante per
le
ferite gravissime e grondante di sangue, Flora si ritirò a
terra per
riprendersi, anche se l'odore, devo ammetterlo, era nauseante.
Nonostante
la trappola cibernetica causasse ustioni profondissime a chiunque la
toccasse,
il demone parve non sentire dolore di nessun genere: ricoprì
le sue mani
bestiali di fuoco nero, afferrò le sbarre e le
forzò a piegarsi come niente.
Tecna le
si parò davanti e cercò in tutti i modi di tenere
salda la prigione, ma a
niente servì il suo sforzo disumano; il nemico
sfondò la struttura, le afferrò
la testa e la scaraventò a terra, sbattendole il cranio
ripetutamente contro il
suolo. La fata della tecnologia era del tutto inerme.
Musa prese
bene la mira, creò una bolla sonica e la lanciò
vero il demone, il quale non la
sentì nemmeno arrivare; fu investito da onde sonore ad
altissima frequenza,
così potenti da farlo urlare di dolore e stordirlo per
qualche attimo. Salvò
Tecna a cui aveva sfondato il cranio: c'era così tanto
sangue da non poter
distinguere più il suo volto.
La bestia
diventò furiosa, si riprese e si vendicò su Musa.
Veloce e silenziosa come
un'ombra, artigliò la gola della fata della musica e
provò a sgozzarla. Aisha
modellò le mani di golem e andò all'attacco,
sferrando un colpo devastante al
mostro e permettendo a Musa di non morire soffocata.
La
principessa di Andros continuò a colpire con tutte le sue
forze l'avversario,
ma ogni colpo andato a segno sembrò non dare nessun
risultato. Creò i dischi di
Morphix che poi assottigliò fino a farli diventare lame e le
lanciò, sperando
di mutilare la bestia. Non ci riuscì.
Il nemico
creò un muro anch'esso fatto di Morphix, sul quale
rimbalzarono le armi. Aisha
li evitò tutti ma, mentre era distratta, il demone
creò un suo piccolo disco di
Morphix e glielo lanciò, centrandole l'occhio sinistro; la
principessa di
Andros portò la mano al viso sanguinante e urlò,
barcollando a mezz'aria
privata parzialmente della vista.
Io, fino a
quel momento, non attaccai mai: nonostante la furia che mi stava
divorando il
corpo, sentivo di dover mantenere la calma, di studiare la situazione.
C'era
qualcosa che non mi quadrava e volevo capire cosa, anche se il tempo a
nostra disposizione
si stava esaurendo. Gli attacchi delle ragazze e di Sky non avevano
nessun
effetto: che il segreto fosse proprio la Fiamma del Drago?
«Ha
perso
il senno... è un demone furioso che ha perso il senno... la
potenza senza
controllo può essere ribaltata... usare la sua
forza...»
La mia
mente viaggiava a mille. Ero quasi arrivata alla soluzione quando il
demone
decise che era ora di farla finita: diede fondo a tutte le sue energie
e un
vortice di fuoco nero lo ricoprì completamente. Lentamente,
il vortice divenne
un corpo, delle spire fiammeggianti, e poi lo vidi. Aveva evocato un
gigantesco
drago oscuro.
I miei
pensieri furono bloccati sul nascere: se quella cosa ci sfiorava
soltanto,
saremmo tutti morti. Fui tentata di gettare la spugna e morire, di
lasciarmi
tutto alle spalle, quando finalmente ebbi un'illuminazione: potevamo
sconfiggerla.
Mio padre
mi ha sempre insegnato che, l'unica cosa che può distruggere
qualcosa di
indistruttibile, è la cosa stessa: dovevamo usare il suo
stesso potere per
creare una breccia, ma avrei avuto, poi, abbastanza forza per darle il
colpo di
grazia? Lo avrei scoperto presto.
«Qui...
tutti
qui! Ora!»
Le Winx e
Sky si avvicinarono a me più in fretta che poterono, feriti
e rassegnati.
«Abbiamo
ancora qualche momento prima che il drago nero sia pronto ad attaccarci
e io ho
un piano! Sky, quanto è potente il tuo scudo? Potrebbe
respingere un
incantesimo di quella portata?»
Il giovane
re sgranò gli occhi e alzò il braccio sinistro,
esaminando a fondo la sua arma
magica.
«I-io
credo di sì! Queste sono rune magiche che neutralizzano ogni
forma di magia, lo
ha costruito il Maestro dell'Acciaio Lucente in persona! Ma quel drago
è troppo
grande, lo scudo non riuscirà a coprirlo in tutta la sua
lunghezza, in qualche
modo ci colpirà!»
Era vero,
lo scudo era sufficiente appena per coprire il novanta percento del
corpo di
Sky. Lo studiai meglio: non era un’arma fisica, era generato
da un piccolo
congegno che...
«È
cibernetico! Tecna, lo so che puoi, modifica il generatore, aumenta le
dimensioni dello scudo! Ho bisogno che sia grande quanto il
drago!»
La fata
della tecnologia faceva una grandissima fatica a restare lucida a causa
del
terribile trauma alla testa, ma eseguì comunque gli ordini.
L'aria si faceva
sempre più incandescente, il drago prendeva forma e quasi
non si respirava più.
«Non
funzionerà! Cercherà di togliermi lo scudo di
mano!» provò a replicare Sky
mentre Tecna lavorava senza sosta, fermandosi di tanto in tanto per
ricordare
cosa stava facendo.
«No,
invece! È un demone senza senno! Avrebbe potuto ucciderci
tutti più di una
volta, ma non l'ha fatto perché non ragiona! Dobbiamo
sfruttarlo, ragazzi,
dobbiamo rovesciargli quel maledetto drago addosso!»
Annuirono
tutti con ritrovato vigore: avevamo un piano, una speranza a cui
aggrapparci.
«Ho...
finito. Credo» disse Tecna all'improvviso, «Non
aprirlo ora o si incastrerà
nel... come si chiama… nel terreno, sì. Mancano
tre minuti e poi diventeremo tutti
Orphan, dobbiamo sbrigarci!»
Guardai la
fata della tecnologia e le sorrisi di cuore. Sky si mise la Spaccacielo
sulle
spalle e impugnò saldamente il congegno dello scudo nella
mano destra, con la
sinistra afferrò la mia mano e mi alzai in volo, insieme
alle altre.
Il demone
e il suo drago ci guardarono minacciosi, pronti a colpirci; Sky
attivò lo scudo
che diventò talmente grande da coprirci tutti più
e più volte. Allarmato dalla
vista dell'arma, il nemico ruggì furiosamente e ci
lanciò addosso il famiglio
oscuro che si schiantò sulla sua superficie, iniziando a
spingere per trascinarci
via.
Inizialmente,
io e Sky arretrammo ma, con l'aiuto delle ragazze, opponemmo una fiera
resistenza sufficiente, perlomeno, per non indietreggiare
più: Aisha spingeva
lo scudo in avanti grazie alle mani di golem; Flora, a sua volta,
creò delle
robuste braccia di rampicanti e fusti; Musa, a intervalli regolari,
emetteva
onde d'urto che disturbavano il drago e il padrone che lo controllava,
mentre Stella
e Tecna spingevano me e le altre come potevano.
Sky
urlò
di dolore, probabilmente si era slogato la spalla con la quale reggeva
lo
scudo, ma gridai a tutti di non demordere.
«Forza,
forza!»
Feci uno
sforzo enorme e irrorai di fiamme azzurre le mie ali, potenziando la
forza di
spinta in modo stupefacente; iniziammo a muoverci, lentamente, ma
inesorabilmente.
Il demone sbraitava e scalpitava, ma non riusciva a reggere la
pressione. Alla
fine, con un urlo finale liberatorio, spingemmo il drago nero addosso
al
nemico, che venne lentamente disintegrato dal suo stesso potere.
Quando non
sentimmo più opposizione ci fermammo, esausti e doloranti;
cademmo a terra
stremati, ma non era ancora finita. Il demone era vivo, anche se
gravemente
ferito: il suo corpo era... vuoto. Dalle sue viscere sgorgava solo
fuoco e
corruzione, era come un fantoccio consumato.
«Ora
tocca
a me».
Mancavano
due minuti: decisi che era ora di lasciarmi andare alla furia. Mi
ricoprii a
mia volta di fiamme azzurre, evocai il mio drago e iniziai a colpire la
bestia
in ogni modo che conoscevo: creai enormi sfere infuocate che il nemico
non aveva
nemmeno la forza di schivare, ogni colpo andato a segno distruggeva
sempre di
più il suo corpo.
«Come
pensavo, il tuo punto debole è la Fiamma del
Drago!»
Colonne di
fuoco impedivano ogni tentativo di fuga del demone; ogni proiettile,
ogni mina
esplosiva, ogni colpo di coda del mio drago distruggeva il corpo marcio
di mia
sorella.
Le
scatenai addosso un vero e proprio inferno, ma l'essere sembrava non
poter
morire. Mi fermai per qualche istante, ansimante ed esausta: la cosa
non stava
funzionando, e pochi secondi mancavano alla nostra corruzione
irreversibile.
«Non
con
la magia, ma con ciò che uccide la magia. Sky, non posso
farlo io, serve la
Spaccacielo! Uccidila!»
Il giovane
re buttò da parte lo scudo e afferrò la spada con
la mano sinistra, vi riversò
all'interno tutta l'energia che gli rimaneva e partì alla
carica. Per evitare
che il demone potesse reagire in qualche modo, ingaggiai anche io per
spianare
la strada a Sky.
Evitai i
deboli attacchi di fuoco del nemico, preparai una sfera nella mano
destra e la
affondai nel petto vuoto dell'essere: spinsi con quanta forza avevo,
fino ad
ustionarmi la mano, tra le urla di dolore della bestia che stava per
vedere la
sua fine.
Ebbi una
terribile sensazione di dejà vu... Bloom mi uccise nello
stesso modo. Stavo
quasi per mollare la presa, quando fissai le orbite vuote e mi resi
conto che
quella non era lei.
«Non...
non sei lei! Bloom è morta! Sky!»
Il ragazzo
quasi piangeva di dolore, ma prese a due mani la spada magica e
urlò di
spostarmi: ritrassi la mano, mi feci indietro e Sky scattò
furibondo,
affondando l'arma nel petto già mutilato dell'essere,
passandolo da parte a
parte.
La
ritirò,
girò su sé stesso e la decapitò con un
fendente secco. Il corpo iniziò a
disintegrarsi fino a diventare polvere, cenere ancora bollente.
Immediatamente
dopo, Sky afferrò l'amuleto e lo distrusse, gridando di
farlo anche noi; usai
il braccialetto per assorbire l'energia oscura prodotta dal
combattimento e lo
distrussi, così come distruggemmo tutti gli altri,
salvandoci per un soffio
dalla corruzione.
Era... era
finita.
Ci
sdraiammo a terra esausti e sanguinanti, urlando e tremando di terrore,
ma ce
l'avevamo fatta. Curammo le nostre ferite alla meglio e, prima di
ripartire,
contemplammo per qualche minuto il campo di battaglia levando preghiere
per
Bloom.
Piangemmo
tanto, arrivammo perfino a bestemmiare gli dei e a vomitare tutto il
nostro
odio al cielo limpido di Eden... ma era la cosa giusta da fare.
Questa
è
la fine della storia. La mia sorellina è morta lasciandoci
in eredità il
futuro. Da ora in poi, ciò che accadrà, dipende
solo da noi.
Tutto
quello che era possibile fare è stato fatto. Sta a noi e a
voi combattere, ora.
Quando la vita vi butterà giù, volgete una
preghiera a colei che usò il male
che aveva dentro per salvare l'Universo.
Pregate.
Pregate sempre per lei.
Ora che
hai pagato il tuo debito, mia dolce sorella, ovunque tu sia, ti
prometto che
avremo cura della tua eredità.
Il
futuro,
ora, è nostro... grazie. Ti amo, Bloom. Ti amiamo.