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Autore: Sinnheim    27/09/2016    3 recensioni
Versione 2.0, modificata ed arricchita.
Secondo volume della serie "A Dance of Light and Shadow".
Tre anni dopo la pubblicazione del suo primo diario, Bloom si vede costretta a scrivere di getto tutto ciò che è accaduto negli ultimi mesi, non per svago, ma per raccontare quella terribile verità che ha colpito tutti ma che nessuno è stato in grado di capire in tempo. Azioni terribili richiedono terribili provvedimenti e Bloom, ancora una volta, è pronta a pagare il prezzo delle conseguenze delle sue azioni e di quelle degli altri. Questa volta, però, senza essere sicura di cosa ciò comporti. Sequel de Il Canto della Guerra.
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Dance of Light and Shadow'
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CAPITOLO 10: L'ULTIMO CANTO DEL DRAGO OSCURO

 

 

Le tue preghiere sono state esaudite, tesoro mio. Questo racconto dell'orrore avrà una fine, ed è solo grazie a te, gioia del mio cuore. Provo un misto di sollievo e immensa tristezza nello scrivere queste ultime pagine, ma te lo devo. Te lo dobbiamo tutti, coraggiosa Custode.

Sono Daphne, principessa di Domino ed Erede del Drago. Oggi sono qui per adempiere al mio dovere, ovvero rimettere tutti i tasselli al loro posto e completare il puzzle. Mia sorella, la mia dolce sorellina... ha fatto la sua scelta.

Spesso mi viene da pensare che la vera maledizione non fu quella del Sirenix che mi rese uno spirito errante, ma quella imposta su di noi, sul nostro legame di sangue. Io e Bloom non siamo mai riuscite a coesistere nello stesso mondo per il tempo che era giusto vivessimo.

Dopo quello che è successo, l'unico modo che avrò di rivederla sarà quando la mia ora arriverà di nuovo, per l'ennesima volta.

Col cuore infranto e l'anima lacerata devo donarvi la sua eredità: il nostro futuro è incerto ma, per il momento, salvo.

Fummo chiamati tutti da Faragonda ad Alfea: io, le Winx, Sky e gli Specialisti. Bloom non era presente e Riven, come previsto, non era ancora tornato a Magix.

La preside ci raccontò per filo e per segno tutto quello che era successo, ci fece leggere il diario... rimanemmo tutti agghiacciati. Vidi Musa che, per la prima volta, ebbe davvero paura di Riven nonostante tutto il trascorso tra loro; vidi Sky piangere saturo di disperazione; vidi le ragazze stringersi tra loro; vidi i ragazzi affranti.

E io, in mezzo a loro, che avevo capito tutto. Il re di Eraklyon iniziò a camminare avanti e indietro come un leone in gabbia coprendosi il viso con le mani, stanco, sull'orlo del precipizio che nessun essere umano dovrebbe mai avvicinare.

«Perché? Perché non ha detto niente? Perché quella dannata testona deve sempre prendere decisioni da sola? Faragonda, lo sai quanto è grave la situazione, perché?»

La preside tenne lo sguardo fisso sul giovane re, dimostrando una fermezza d'animo che non le vedevo da un po' di tempo, ormai.

«Per questo, Sky. Stavolta, voi non c'entrate niente. Stavolta è Bloom che deve affrontare le conseguenze delle sue azioni. Purtroppo, anche quelle delle streghe che avete combattuto per una vita. So benissimo che voi tutti barattereste la sua vita con l'incertezza, so che mettereste a repentaglio la vostra esistenza per lei. Quello che avete letto potrebbe non accadere, ma se accadesse? Bloom rivivrebbe lo stesso inferno e, probabilmente, non sopravvivrebbe comunque. Nessuno di noi ci riuscirebbe».

Tutti i presenti divennero grottesche figure digrignanti, odiarono ammettere che la preside aveva ragione.

«Sto dicendo che, se la decisione fosse spettata a voi, l'avreste condannata a vivere l'agonia più grande della sua vita, tanto da desiderarla, la morte. Voi avreste agito per egoismo, lei ha agito per egoismo, ma l'ironia della sorte vuole che il suo egoismo sia più giustificato del vostro».

Le parole di Faragonda pesavano come macigni. Desiderai terribilmente che anche quello che stavo vivendo io fosse un'illusione.

«Mi... mi vergogno così tanto per quello che le ho detto...» disse con voce rotta Aisha, tanto che fece per alzarsi e andarsene, ma la preside la fermò.

«Non puoi andare da Bloom, ragazza mia. Lei non è qui».

Ci girammo tutti verso l'anziana fata, la quale fece un profondo respiro e cercò di mantenersi il più rigida possibile; stava soffrendo come non l'avevo mai vista, ma le parole che stava per pronunciare avevano bisogno di essere dure e glaciali, o non ce l'avrebbe mai fatta.

«Ascoltatemi attentamente: io mi sono fatta complice di tutto questo perché so che è la decisione giusta da prendere. È il rischio più ponderato che possiamo correre, per quanto crudele sia. Ripetendo le parole di Bloom: siate forti e siate folli, perché ora vi dovrò illustrare la follia che dovrete compiere per salvare l'Universo».

Si girò, prese una scatola dorata dalla sua scrivania e la aprì: all'interno c'erano sette braccialetti e un amuleto con il simbolo di un drago scolpito su una delle sue facce. Tutti quegli oggetti avevano un'aria sinistra: al loro interno sentivo chiaramente la Fiamma del Drago dirompente di mia sorella ma, allo stesso tempo, sentivo oscurità.

«I braccialetti sono per le Winx e per Daphne, l'amuleto per la Spaccacielo di Sky. Prendeteli pure».

Facemmo come richiesto, poi la preside riprese a parlare: «Questi oggetti contengono una parte della Fiamma del Drago di Bloom. Per voi Winx significa riacquistare la forma Bloomix, per Daphne e la spada magica di Sky, significa acquisire un potere di molte volte maggiore a quello che già possiedono».

Stella teneva a distanza il suo braccialetto come se fosse velenoso, tremando come una foglia.

«Cosa dovremmo farci?»

La fata della luce sapeva benissimo la risposta ma, in cuor suo, non voleva accettarla.

«Bloom in questo momento si trova su Eden. Assorbirà la corruzione dal pianeta e diventerà un'Orphan completa: perderà il senno e avrà un potere spaventoso. Distruggerà tutto ciò che le capiterà a tiro. Questi oggetti vi serviranno per rendervi abbastanza potenti da... ucciderla».

Un boato di dissenso scoppiò nella stanza: tra lacrime di disperazione e di rabbia, ognuno ruggiva il proprio disgusto per una tale proposta indecente; io continuai a guardare fuori dalla finestra ignorando il casino, persa tra i miei pensieri.

Mi tornò in mente quando Bloom evadeva di notte dalla sua stanza e veniva nella mia per dormire con me: ogni volta era una sorpresa immensa. È cosa nota che gli Orphan non gradiscano il contatto fisico, ma a lei non importava, si appiccicava a me, e… per gli dei, mi manca l'aria al pensiero che non avrò più questi momenti con lei.

Però, in quel momento, capii quel che dovevo fare. Dovevo fare esattamente quello che stavo facendo: ricordarla con dolcezza. Le sue memorie sarebbero vissute in eterno e ci avrebbero scaldato il cuore quando sarebbe stato troppo gonfio da esplodere. Sì... era quello che dovevamo fare.

«Smettetela. Tutti quanti» urlai con voce glaciale.

Dovevano ascoltarmi. In quel momento avevano bisogno di una guida che fosse in grado di convincerli a commettere un peccato terribile. Quella guida non potevo che essere io, sangue del suo sangue, la Custode della Fiamma più potente da tempo immemore. Sono sicura che Bloom avesse pensato anche a questo.

«Ho salvato mia sorella due volte, e due volte sono morta per lei. E sì, adesso sono quella che vi sta dicendo che dobbiamo fare quel che bisogna fare. Bloom è già morta, come lo saremo tutti se non interveniamo. Vivrà per sempre nei nostri ricordi e nei nostri cuori, ma ora dobbiamo fare quello che la mia dolce sorellina ci ha implorato di fare. Io andrò su Eden e la ucciderò, che il Sacro Drago mi perdoni per questo. Bloom lo sa, noi lo sappiamo, le persone lo sapranno. È necessario. Trovate il coraggio dentro di voi o periremo! Il nostro... nemico non avrà nessuna pietà, non ci riconoscerà e non fermerà la sua mano. Bloom si è sacrificata per noi. Prima ve ne convincerete, meglio è».

Trattenni con tutte le mie forze le lacrime. Il mio volto duro e austero li fissò uno ad uno, senza cedere. Sembravo un comandante che stava preparando le truppe all'assalto suicida, tanto che ottenni l'effetto sperato.

«Ad andare saranno solo Daphne, le Winx e Sky. Specialisti, voi mi servite qui».

Timmy capì subito, come sempre.

«Se loro dovessero fallire, dobbiamo organizzare la resistenza ed evacuare più persone che possiamo, trovare un posto sicuro e trovare un modo per fermare Bloo-, no, il nemico... chiaro».

Faragonda annuì.

«Nel momento in cui partirete, avvertirò Bloom e lei inizierà a purificare Eden. Quando arriverete non sarà subito aggressiva: ha detto che lascerà una piccola porzione di corruzione da parte, e che vi aspetterà prima di assorbirla, per dirvi addio. Si è iniettata una dose spropositata di farmaco, dovrebbe restare lucida quel che basta».

Pesanti e goffi come fantocci indossammo i braccialetti, Sky legò l'amuleto all'elsa della spada.

«Ora, la parte essenziale. La Fiamma di Bloom non è pura, lo sapete. Acquisirete enormi poteri, ma allo stesso tempo verrete a contatto con la corruzione. Ragazze, Sky, avete circa dieci minuti di tempo prima di essere trasformati in Orphan in modo irreversibile. Al massimo potete azzardare qualche minuto in più, ma è estremamente pericoloso. Quando avrete compiuto il vostro dovere, Daphne userà il suo braccialetto per assorbire l'energia oscura che avrete accumulato durante lo scontro, poi tutti voi distruggerete i vostri oggetti magici. Non dobbiamo permettere che il pianeta venga inquinato ancora. Adesso vi inietterò una dose di farmaco per non farvi subire gli effetti negativi della corruzione e farvi combattere al meglio. Buona fortuna, ragazzi... lo fate anche per lei, ricordatevelo».

 

 

Il viaggio sulla navetta sembrò fin troppo breve: una parte di me voleva non finisse mai. Le ragazze avevano dato l'addio ai loro compagni di vita, tra lacrime e singhiozzi, mentre io e Sky ci guardammo con la morte nel cuore e ci abbracciammo, per darci forza a vicenda.

Eden sembrò più rigoglioso che mai, come se fosse rinato; sentivo chiaramente l'enorme mole di energia positiva diffondersi dalla superficie. Per pochi secondi, sembrò che tutto fosse leggero e bello.

Poi atterrammo, e... oh Sacro Drago, dammi la forza. La sua pelle, i suoi capelli e i suoi vestiti erano completamente neri. Le sue ali e il tessuto dei suoi abiti erano come marci; le sue iridi erano rosso fuoco e, su tutto il suo corpo, piccole venature di fuoco blu spaccavano la sua epidermide, come lava su un terreno arido.

Tra le sue mani deformate, con dita troppo lunghe e affusolate per un essere umano, custodiva una piccola sfera nera, probabilmente l'ultima goccia di corruzione del pianeta. Ci guardò con occhi gonfi di tristezza mentre, piegata su sé stessa come se provasse troppo dolore per stare in posizione eretta, si allontanò piano da noi, per poi rivolgerci la parola con voce freddissima, innaturale.

Ringrazierò sempre il cielo per quel tono gelido: le parole non avrebbero avuto lo stesso impatto se fossero state pronunciate con voce calda. Ci aiutò in modo quasi essenziale a non cedere davanti a lei. Udivo il respiro pesante di tutti mentre la guardavano: sentivo il loro terrore e la loro disperazione. Chissà se sentivano la mia.

«Probabilmente mi odiate, non lo so. Avete letto quel che accadrà se non mi uccidete. Non ci sono parole da spendere, ora: vi amo tutti. Dovete vivere anche per me, dovete vigilare, dovete proteggere».

Sky non aveva più lacrime da versare: attivò l'amuleto e la spada prese immediatamente fuoco, lo stesso fuoco azzurro di Bloom. Il ragazzo, tuttavia, fece una smorfia terribile: iniziò a respirare velocemente come se provasse fitte invisibili al ventre.

Il giovane re non ha poteri magici, è vero, ma la sua spada incantata interagisce direttamente con la sua energia per poter funzionare: se la lama veniva intaccata, veniva intaccato anche lui.

«Sky! Cosa succede?» urlò Musa al suo fianco. Lui, di risposta, strinse l'elsa della sua arma come se volesse strangolarla.

«Mi sento... furioso!»

Bloom abbozzò una sottospecie di sorriso, era terrificante.

«Quella è stata un'idea della Griffin. Faragonda vi ha iniettato il farmaco che vi copre dai sintomi della corruzione, è vero... ma in quelle fiale abbiamo eliminato la cura per uno di quelli: la rabbia furiosa, cieca ed immotivata. Usatela contro di me: vi aiuterà ad uccidermi. Nel momento in cui vi trasformerete non desidererete altro, credetemi».

Era necessario. Me lo ripetevo all'infinito, come un mantra, ma come potevo ignorare quello che stavo vedendo? Come? Con quale coraggio?

«Sto per assorbire ciò che segnerà la mia fine...»

Ci trasformammo tutte in preda al terrore, pronte all'inevitabile. La furia, come promesso, ci divorò le viscere. Bloom alzò la testa, aprì la bocca e ingoiò la massa oscura. Inizialmente non successe niente, poi si voltò e ci sorrise un'ultima volta.

«Addio».

Un'onda d'urto si sprigionò da lei e iniziò ad urlare come un drago impazzito. Si portò le mani alla testa, in preda al dolore più intollerabile: ci guardò con orbite vuote e nere... sembrava una bestia.

Sky cedette e urlò ancora più forte di lei: spiccò un balzo a dir poco sovraumano, levò la spada fiammeggiante e cercò di colpirla con potenza inaudita, ma il nemico fu più veloce e lo schivò, schiantando la lama a terra e provocando un solco gigantesco.

Ritrovato l'equilibrio, il demone deformò ancor di più le sue mani trasformandole in artigli, aumentò la potenza del fuoco sulla sua pelle rotta e provò ad affondare l'arto nella carne del giovane re, il quale si protesse con lo scudo anti-magia giusto in tempo.

Sky sfondò la guardia dell'avversario usando proprio lo scudo, come ariete; sfruttando il suo tentennamento, provò un fendente laterale e poi verticale, ma quella li respinse tutti. Il ragazzo fece un passo indietro, prese a due mani la Spaccacielo e accumulò più energia che poteva, scagliando addosso al demone una proiezione di pura energia infuocata, ma l'impatto non ebbe nessun effetto.

Stella si lanciò all'attacco. Evocò le sue leggendarie spade di luce, quella volta gigantesche e ricoperte di fuoco, sei intorno al suo corpo e due nelle mani: veloce come non lo era mai stata in vita sua, iniziò la sua danza di morte, fendente dopo fendente.

Un attimo prima dell'ingaggio, il nemico afferrò lo scudo di Sky e, con un urlo animalesco, scaraventò il ragazzo a molti metri di distanza, per poi evocare a sua volta due spade di luce nera e iniziare il confronto. Nonostante la differenza di numero, il demone si dimostrò essere più abile della principessa di Solaria, alla quale furono distrutte ben due lame fiammeggianti nel giro di pochi attimi.

Stella provò scioccamente un affondo esasperato con le armi che le rimanevano, ma l'avversario torse il busto di lato ed evitò tutte le lame, girò su sé stesso e, con un doppio fendente, squarciò le carni del ventre della povera fata della luce.

Lei si allontanò con uno scatto, reggendosi con entrambe le braccia le membra ustionante dalle quali sgorgava molto sangue. Si piegò letteralmente in due dal dolore, offrendosi su di un piatto d'argento per la bestia che avevamo davanti.

Il mostro si gettò su quella che, una volta, era la sua migliore amica, ma Tecna e Flora furono più veloci: la fata della tecnologia creò una prigione cibernetica che intrappolò il corpo del demone, mentre la fata delle piante usò dei robusti rampicanti che teneva ancorati alle sue braccia per avvolgere il corpo del nemico e bloccarlo come una camicia di forza.

Diedero abbastanza tempo a Stella per fuggire, ma la loro tattica combinata durò poco: la bestia prese letteralmente fuoco, incendiando i rampicanti così velocemente da arrivare agli arti di Flora e far divampare il fuoco sul suo corpo.

Scattando immediatamente, tra le urla assordanti della fata delle piante che stava ardendo viva, Aisha creò una bolla di Morphix che avvolse completamente l'amica, soffocando le fiamme e liberandola dal tormento. Tremante per le ferite gravissime e grondante di sangue, Flora si ritirò a terra per riprendersi, anche se l'odore, devo ammetterlo, era nauseante.

Nonostante la trappola cibernetica causasse ustioni profondissime a chiunque la toccasse, il demone parve non sentire dolore di nessun genere: ricoprì le sue mani bestiali di fuoco nero, afferrò le sbarre e le forzò a piegarsi come niente.

Tecna le si parò davanti e cercò in tutti i modi di tenere salda la prigione, ma a niente servì il suo sforzo disumano; il nemico sfondò la struttura, le afferrò la testa e la scaraventò a terra, sbattendole il cranio ripetutamente contro il suolo. La fata della tecnologia era del tutto inerme.

Musa prese bene la mira, creò una bolla sonica e la lanciò vero il demone, il quale non la sentì nemmeno arrivare; fu investito da onde sonore ad altissima frequenza, così potenti da farlo urlare di dolore e stordirlo per qualche attimo. Salvò Tecna a cui aveva sfondato il cranio: c'era così tanto sangue da non poter distinguere più il suo volto.

La bestia diventò furiosa, si riprese e si vendicò su Musa. Veloce e silenziosa come un'ombra, artigliò la gola della fata della musica e provò a sgozzarla. Aisha modellò le mani di golem e andò all'attacco, sferrando un colpo devastante al mostro e permettendo a Musa di non morire soffocata.

La principessa di Andros continuò a colpire con tutte le sue forze l'avversario, ma ogni colpo andato a segno sembrò non dare nessun risultato. Creò i dischi di Morphix che poi assottigliò fino a farli diventare lame e le lanciò, sperando di mutilare la bestia. Non ci riuscì.

Il nemico creò un muro anch'esso fatto di Morphix, sul quale rimbalzarono le armi. Aisha li evitò tutti ma, mentre era distratta, il demone creò un suo piccolo disco di Morphix e glielo lanciò, centrandole l'occhio sinistro; la principessa di Andros portò la mano al viso sanguinante e urlò, barcollando a mezz'aria privata parzialmente della vista.

Io, fino a quel momento, non attaccai mai: nonostante la furia che mi stava divorando il corpo, sentivo di dover mantenere la calma, di studiare la situazione. C'era qualcosa che non mi quadrava e volevo capire cosa, anche se il tempo a nostra disposizione si stava esaurendo. Gli attacchi delle ragazze e di Sky non avevano nessun effetto: che il segreto fosse proprio la Fiamma del Drago?

«Ha perso il senno... è un demone furioso che ha perso il senno... la potenza senza controllo può essere ribaltata... usare la sua forza...»

La mia mente viaggiava a mille. Ero quasi arrivata alla soluzione quando il demone decise che era ora di farla finita: diede fondo a tutte le sue energie e un vortice di fuoco nero lo ricoprì completamente. Lentamente, il vortice divenne un corpo, delle spire fiammeggianti, e poi lo vidi. Aveva evocato un gigantesco drago oscuro.

I miei pensieri furono bloccati sul nascere: se quella cosa ci sfiorava soltanto, saremmo tutti morti. Fui tentata di gettare la spugna e morire, di lasciarmi tutto alle spalle, quando finalmente ebbi un'illuminazione: potevamo sconfiggerla.

Mio padre mi ha sempre insegnato che, l'unica cosa che può distruggere qualcosa di indistruttibile, è la cosa stessa: dovevamo usare il suo stesso potere per creare una breccia, ma avrei avuto, poi, abbastanza forza per darle il colpo di grazia? Lo avrei scoperto presto.

«Qui... tutti qui! Ora

Le Winx e Sky si avvicinarono a me più in fretta che poterono, feriti e rassegnati.

«Abbiamo ancora qualche momento prima che il drago nero sia pronto ad attaccarci e io ho un piano! Sky, quanto è potente il tuo scudo? Potrebbe respingere un incantesimo di quella portata?»

Il giovane re sgranò gli occhi e alzò il braccio sinistro, esaminando a fondo la sua arma magica.

«I-io credo di sì! Queste sono rune magiche che neutralizzano ogni forma di magia, lo ha costruito il Maestro dell'Acciaio Lucente in persona! Ma quel drago è troppo grande, lo scudo non riuscirà a coprirlo in tutta la sua lunghezza, in qualche modo ci colpirà!»

Era vero, lo scudo era sufficiente appena per coprire il novanta percento del corpo di Sky. Lo studiai meglio: non era un’arma fisica, era generato da un piccolo congegno che...

«È cibernetico! Tecna, lo so che puoi, modifica il generatore, aumenta le dimensioni dello scudo! Ho bisogno che sia grande quanto il drago!»

La fata della tecnologia faceva una grandissima fatica a restare lucida a causa del terribile trauma alla testa, ma eseguì comunque gli ordini. L'aria si faceva sempre più incandescente, il drago prendeva forma e quasi non si respirava più.

«Non funzionerà! Cercherà di togliermi lo scudo di mano!» provò a replicare Sky mentre Tecna lavorava senza sosta, fermandosi di tanto in tanto per ricordare cosa stava facendo.

«No, invece! È un demone senza senno! Avrebbe potuto ucciderci tutti più di una volta, ma non l'ha fatto perché non ragiona! Dobbiamo sfruttarlo, ragazzi, dobbiamo rovesciargli quel maledetto drago addosso!»

Annuirono tutti con ritrovato vigore: avevamo un piano, una speranza a cui aggrapparci.

«Ho... finito. Credo» disse Tecna all'improvviso, «Non aprirlo ora o si incastrerà nel... come si chiama… nel terreno, sì. Mancano tre minuti e poi diventeremo tutti Orphan, dobbiamo sbrigarci!»

Guardai la fata della tecnologia e le sorrisi di cuore. Sky si mise la Spaccacielo sulle spalle e impugnò saldamente il congegno dello scudo nella mano destra, con la sinistra afferrò la mia mano e mi alzai in volo, insieme alle altre.

Il demone e il suo drago ci guardarono minacciosi, pronti a colpirci; Sky attivò lo scudo che diventò talmente grande da coprirci tutti più e più volte. Allarmato dalla vista dell'arma, il nemico ruggì furiosamente e ci lanciò addosso il famiglio oscuro che si schiantò sulla sua superficie, iniziando a spingere per trascinarci via.

Inizialmente, io e Sky arretrammo ma, con l'aiuto delle ragazze, opponemmo una fiera resistenza sufficiente, perlomeno, per non indietreggiare più: Aisha spingeva lo scudo in avanti grazie alle mani di golem; Flora, a sua volta, creò delle robuste braccia di rampicanti e fusti; Musa, a intervalli regolari, emetteva onde d'urto che disturbavano il drago e il padrone che lo controllava, mentre Stella e Tecna spingevano me e le altre come potevano.

Sky urlò di dolore, probabilmente si era slogato la spalla con la quale reggeva lo scudo, ma gridai a tutti di non demordere.

«Forza, forza

Feci uno sforzo enorme e irrorai di fiamme azzurre le mie ali, potenziando la forza di spinta in modo stupefacente; iniziammo a muoverci, lentamente, ma inesorabilmente. Il demone sbraitava e scalpitava, ma non riusciva a reggere la pressione. Alla fine, con un urlo finale liberatorio, spingemmo il drago nero addosso al nemico, che venne lentamente disintegrato dal suo stesso potere.

Quando non sentimmo più opposizione ci fermammo, esausti e doloranti; cademmo a terra stremati, ma non era ancora finita. Il demone era vivo, anche se gravemente ferito: il suo corpo era... vuoto. Dalle sue viscere sgorgava solo fuoco e corruzione, era come un fantoccio consumato.

«Ora tocca a me».

Mancavano due minuti: decisi che era ora di lasciarmi andare alla furia. Mi ricoprii a mia volta di fiamme azzurre, evocai il mio drago e iniziai a colpire la bestia in ogni modo che conoscevo: creai enormi sfere infuocate che il nemico non aveva nemmeno la forza di schivare, ogni colpo andato a segno distruggeva sempre di più il suo corpo.

«Come pensavo, il tuo punto debole è la Fiamma del Drago!»

Colonne di fuoco impedivano ogni tentativo di fuga del demone; ogni proiettile, ogni mina esplosiva, ogni colpo di coda del mio drago distruggeva il corpo marcio di mia sorella.

Le scatenai addosso un vero e proprio inferno, ma l'essere sembrava non poter morire. Mi fermai per qualche istante, ansimante ed esausta: la cosa non stava funzionando, e pochi secondi mancavano alla nostra corruzione irreversibile.

«Non con la magia, ma con ciò che uccide la magia. Sky, non posso farlo io, serve la Spaccacielo! Uccidila!»

Il giovane re buttò da parte lo scudo e afferrò la spada con la mano sinistra, vi riversò all'interno tutta l'energia che gli rimaneva e partì alla carica. Per evitare che il demone potesse reagire in qualche modo, ingaggiai anche io per spianare la strada a Sky.

Evitai i deboli attacchi di fuoco del nemico, preparai una sfera nella mano destra e la affondai nel petto vuoto dell'essere: spinsi con quanta forza avevo, fino ad ustionarmi la mano, tra le urla di dolore della bestia che stava per vedere la sua fine.

Ebbi una terribile sensazione di dejà vu... Bloom mi uccise nello stesso modo. Stavo quasi per mollare la presa, quando fissai le orbite vuote e mi resi conto che quella non era lei.

«Non... non sei lei! Bloom è morta! Sky!»

Il ragazzo quasi piangeva di dolore, ma prese a due mani la spada magica e urlò di spostarmi: ritrassi la mano, mi feci indietro e Sky scattò furibondo, affondando l'arma nel petto già mutilato dell'essere, passandolo da parte a parte.

La ritirò, girò su sé stesso e la decapitò con un fendente secco. Il corpo iniziò a disintegrarsi fino a diventare polvere, cenere ancora bollente. Immediatamente dopo, Sky afferrò l'amuleto e lo distrusse, gridando di farlo anche noi; usai il braccialetto per assorbire l'energia oscura prodotta dal combattimento e lo distrussi, così come distruggemmo tutti gli altri, salvandoci per un soffio dalla corruzione.

Era... era finita.

Ci sdraiammo a terra esausti e sanguinanti, urlando e tremando di terrore, ma ce l'avevamo fatta. Curammo le nostre ferite alla meglio e, prima di ripartire, contemplammo per qualche minuto il campo di battaglia levando preghiere per Bloom.

Piangemmo tanto, arrivammo perfino a bestemmiare gli dei e a vomitare tutto il nostro odio al cielo limpido di Eden... ma era la cosa giusta da fare.

 

 

Questa è la fine della storia. La mia sorellina è morta lasciandoci in eredità il futuro. Da ora in poi, ciò che accadrà, dipende solo da noi.

Tutto quello che era possibile fare è stato fatto. Sta a noi e a voi combattere, ora. Quando la vita vi butterà giù, volgete una preghiera a colei che usò il male che aveva dentro per salvare l'Universo.

Pregate. Pregate sempre per lei.

Ora che hai pagato il tuo debito, mia dolce sorella, ovunque tu sia, ti prometto che avremo cura della tua eredità.

Il futuro, ora, è nostro... grazie. Ti amo, Bloom. Ti amiamo.

 

  
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