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Autore: Rcbs    28/09/2016    3 recensioni
Al compimento del diciassettesimo anno di età, sul polso sinistro, compare un immagine, un simbolo. Era sempre stato così, da quando l'uomo ne conserva memoria. Un regalo divino si pensa, perché quell'immagine incisa sulla pelle è identica a quella della tua anima gemella.
(Kyman - Soulmate AU)
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash | Personaggi: Eric Cartman, Kyle Broflovski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Red Skies

 

 


Al compimento del diciassettesimo anno di età, sul polso sinistro, compare un immagine, un simbolo. Era sempre stato così, da quando l'uomo ne conserva memoria. Un regalo divino si pensa, perché quell'immagine incisa sulla pelle è identica a quella della tua anima gemella.

Era mezzanotte, mezzanotte e tre minuti per l'esattezza e Eric si osservava il polso incredulo. Non era appena scattato il suo compleanno, era appena finito, finito da tre fottuti minuti e niente... Sulla sua pelle non c'era niente.
Cercava di tirar fuori la propria voce interiore che dichiarava: meglio così, nessuna seccatura, libertà assoluta.

Ma lì non c'era nessuno da prendere in giro, lì non c'era nessuno da raggirare.

Solo un diciassettenne con un polso bianco e un vuoto dentro.


Difficile descrivere la sensazione che si prova. Difficile realizzare cosa davvero può significare la solitudine. Sua madre lo sapeva, lo dimostrava il soffione blu sbiadito sul suo polso.
Succede quando il compagno muore, il simbolo di unione sbiadisce, come uno scherzo di qualche demone malvagio per ricordarti costantemente cosa hai perso.

Ma lui non aveva perso niente. Non aveva niente da perdere.


Ma così è meglio o peggio?

 


Non poté trattenersi dal ricordare quando, circa un mese prima, Kyle aveva mostrato a tutti il disegno sul proprio polso: un palloncino rosso che volava tra le nuvole.
Aveva riso, lo aveva definito infantile e scontato. Avevano litigato i due, come sempre.

 

Avrebbe pagato oro Eric per avere quel fottutissimo, stupidissimo, palloncino rosso sul suo fottuto polso.

 

Non per gelosia, non per solitudine, non per disperazione.

Per Kyle.

 

Era sempre stato così, sempre era stato il suo pallino fisso, la sua ossessione. Non odio, ma amore. Amore sempre mascherato perché Eric non aveva idea come esprimerlo e se ne vergognava.

 

Avere lo stesso disegno sul polso avrebbe aggiustato tutto. Avrebbe avuto senso provare tutte quelle cose.

Così no però.

Così che senso c'era?

Oltre al perverso senso dell'umorismo della Vita, che diavolo ne ricavava da tutto ciò?

Che diavolo aveva imparato oggi?

Niente. Letteralmente Niente, che sarebbe stata la sensazione che lo avrebbe accompagnato d'ora in poi. Niente come sul suo polso.

____

Kyle gli aveva rotto parecchio al suo compleanno, voleva sapere che figura era comparsa.
Lui aveva dissimulato.

Il rosso lo aveva provocato dicendogli che sicuramente non voleva mostrarlo perché era troppo imbarazzante.

Lui non aveva risposto. Non aveva reagito.

Kyle era rimasto davvero deluso.

 

Le provocazioni erano continuate, le domande aumentate.
Prima un po' da tutti, ma poi si erano per lo più arresi. Tranne Kyle ovviamente.

Perché il rosso era così interessato?
Non che a Eric importasse... Forse solo un pochino.

 

Per una settimana intera Cartman riuscì a far finta di nulla, prima che Kyle gli facesse un agguato e lo schiacciasse con forza a terra, forza che chissà da dove veniva considerando che la corporatura e l'altezza del rosso era molto inferiore alla sua, gli aveva poi subito scoperto il polso.

Il volto dell'ebreo, in pochi istanti, passò dal pienamente soddisfatto al... deluso? Non sembrava un'espressione di compatimento, ma di puro dispiacere... Perché?

 

I due si guardarono negli occhi per diversi istanti.

 

"Non hai un palloncino..."
"No"
"Pensavo nascondessi il mio stesso disegno e te ne vergognassi" ammise Kyle distogliendo lo sguardo e abbassando la voce un po' per la vergogna.
"Sbagliavi"
"Ti saresti tagliato la mano se fosse stato così immagino" disse ridendo nervosamente.
"Sbagli"
"Come?" Chiese confuso.
"Meglio niente che un disegno diverso da quel tuo stupido palloncino da froci"

Kyle stava per ribattere, concentrato più su quell'insulto che sul vero significato di quella frase.
Fu bloccato da due labbra che si chiusero sulle sue.


Un pensiero lo colse qualche ora dopo. Aveva ricevuto una bella somma di denaro al compleanno, un tatuaggio avrebbe risolto il problema, anche se il Tattoo sarebbe stato qualcosa di così da checca.

 

____

 


Quattro mesi.
Quattro mesi circa in cui le cose sembravano quasi andare per il verso giusto.

Lui e Kyle che continuavano a litigare per cose futili che poi dimenticavano pochi istanti dopo e si ritrovavano a scambiarsi occhiate languide e baci di nascosto.

Eric non era mai stato così felice.
E ne aveva paura. Come Kyle del resto.

Perché il disegno del Rosso era un punto. Una fine a tutto quello che stavano vivendo in quel momento. Una condanna a morte.

Ma capitava spesso che il possessore del disegno speculare al tuo non venisse mai trovato. Che magari viveva dall'altra parte del mondo.

E allora c'era speranza.


Ma si sa che la vita è bastarda e con uno strano senso dell'umorismo.

Chissà cosa lui aveva mai fatto di male per meritarselo... Ah già.

 

Comunque, il 19 ottobre, segnò la fine di tutto.

Il compleanno di Stan.

Il compleanno di quel fottuto hippie cambiò tutto, quando sul suo polso comparve lo stesso palloncino rosso di Kyle.

Wendy si era morsa talmente tanto le labbra da farle sanguinare, ma non aveva pianto. Aveva sorriso, gli aveva augurato il meglio e si era allontanata da lui.

Eric aveva resistito, una parte di lui si era pure illusa quando Kyle si era avvicinato al corvino per confrontare i disegni e verificare se davvero erano perfettamente identici. Poteva essere che magari il filo era piegato in un modo diverso o una delle nuvole fosse spostata, ma no. Era lo stesso.

E in realtà Cartman lo sapeva. Era il primo a cui quella mattina il disegno era stato mostrato. Lo aveva riconosciuto subito, dettaglio per dettaglio.

Non credeva che il suo odio per quella fottuta immagine potesse crescere ancora di più.


Qualche settimana prima era arrivato a comprarsi una scorta di un centinaio di palloncini rossi e, dopo averli gonfiati, si era divertito a distruggerli sadisticamente tutti.


Ora era lì. Ad osservare due dei suoi amici di infanzia che si scambiavano sguardi incerti su come comportarsi adesso che si erano scoperto anime gemelle, mentre in lui di nuovo il vuoto.

Di nuovo il niente.

 

____

 

 

Camminava lentamente su quella via che aveva percorso un miliardo di volte, si allontanava dalla fermata in cui aveva trascorso tutte quelle mattine fin dalla loro infanzia, là dove molteplici delle avventure che aveva vissuto da bambino erano iniziate.
In silenzio.
Non ricordava una giornata peggiore di quella. Nemmeno quella di quando a 10 anni tutti i suoi "amici" gli avevano distrutto tutti i suoi apparecchi.
Cercava di tirarsi su, domani tanto sicuramente sarà peggio gli urlava la testa.

 

"Eric"
"FOTTUTO EBREO!" Urlò Cartman preso alla sprovvista, una volta trovatosi davanti l'altro.

Kyle lo guardava piuttosto divertito.

"Che c'è di divertente bastardo?"
"Tu"
Il moro sollevò un sopracciglio.
"Non dovresti essere tipo a discutere su come sono in pericolo panda e di come nessuno s'inculi le balene abbastanza con il tuo ragazzo?"
"Non credo che lui apprezzi molti discutere di questi argomenti?"
"Tsz, quell'Hippie del cazzo?"
"Attento, se chiami il mio ragazzo hippie ti potrebbe spezzare le gambe... Sai lui li odia a morte tipo" ridacchiò divertito il rosso guardando in un'altra direzione.

Eric lo guardò completamente stralunato.

"Stan non..."
"È il mio ragazzo" lo interruppe Kyle con leggerezza "quello, purtroppo, sei tu"

Cartman non riusciva a ribattere, trovandosi quasi ad affogare nella sua attuale confusione.

Finalmente poi sputò fuori un "M-ma é... È la tua anima gemella..."

"Che importanza ha?"

"Ma..."

Il rosso lo interruppe con un brusco gesto della mano.

"Se in questa stupida città Gesù può avere un suo talk show, ci invadono alieni che muggiscono, una madre apprensiva può dichiarare guerra al Canada per un film, l'HIV può essere curato iniettandosi del denaro, un ragazzo può morire tutti i giorni senza che nessuno ci faccia caso... Allora io posso ignorare questo fottuto disegno e amare te"

E non stava certo a Eric Cartman, l'incarnazione della superficialità, smentire quelle parole che finalmente zittivano quell'assordante silenzio che aveva dentro.

"Ebreo del cazzo" mugugnò prima di trarlo a sé e baciarlo.

 

 

 

 

 

 

 

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Angolo dell'Autrice

Che ci faccio qui? Perché South Park? Beh con la nuova stagione in onda così piena di hint della mia OTP non ho resistito e un po' per confermare che non sono morta, un po' perché ero particolarmente ispirata ecco questa piccola OneShot.

Presto arriveranno aggiornamenti per tutte le mie altre fic in corso!! A presto :*

   
 
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