Catch my breath again
{ Mimi/Taichi | Digimon Adventure Tri | Semi-spoiler }
I
capelli di Mimi gli sfiorano la spalla nuda, costringendolo a stringere le
palpebre infastidito, ancora appesantite dal sonno. Taichi
muove appena i piedi, attorcigliando le proprie gambe e quelle della ragazza
nelle coperte leggere, nonostante i raggi caldi del sole oltrepassano le
fessure lasciate aperte delle tende, creando giochi d’ombra sulla pelle diafana
di Mimi. Ne percorre alcuni con movimenti assenti delle dita, gli occhi ancora
semi-chiusi, il sospiro irregolare ed una goccia di sudore che cola lentamente
lungo la colonna vertebrale – come a percepire il suo sguardo, Mimi si muove
appena, trascinandosi sul materasso ed andando abbracciare il busto del
giovane, affondandovi il proprio viso.
«Stai
sbavando,» Taichi incurva appena la bocca in un
sorriso, udendola lamentarsi. Scherzare con lei è semplice, nei momenti in cui
la stringe a sé riesce a dimenticare tutte le ombre che prima del ritorno di
Mimi si sono create attorno a lui, incurvandogli le spalle e lasciando che speranza
e coraggio scemassero dal suo spirito indomito. «Non sei affatto carina, Mimi.»
Il
calcio che lo colpisce in pieno stinco è doloroso, lo costringe a mugugnare
contro il cuscino, mentre le dita affondano maggiormente nella cascata di
capelli rosa di Mimi. Il respiro caldo della sua bocca contro la spalla lo
intontisce un po’, prima di ricercarne lo sguardo: le iridi della ragazza lo
scrutano, vispe nonostante il brusco risveglio, e Taichi
espira rumorosamente, fingendosi seccato.
«Sei tu a sbavare, Taichi,»
cinguetta Mimi sollevandosi, appoggiando il mento sulla mano e guardandolo
finalmente alla stessa altezza. Le loro bocche si trovano ad un soffio di
distanza. Ritrovarsi a chiedere se sia sbagliato baciarsi, alle prime luci dell’alba,
è il pensiero principale che alberga le loro menti per la maggior parte del
tempo.
In
qualche parte della casa, qualcuno si è appena svegliato. Odono il mugugno
disturbato di Yamato, la risata roca di Takeru – alcune ante della cucina sbattono, il frullatore
inizia a creare un rumore continuo per i corridoi, raggiungendo persino loro.
Nessuna eleva commenti quando Mimi, dopo una riunione particolarmente attiva,
si alza per dormire nello stesso letto di Taichi. Forse,
non sono interessati – forse, sperano soltanto di vedere il Digiprescelto
un tempo loro leader sorridere ancora.
«Perché
ti metti queste canottiere trasparenti, sono un pur sempre un adolescente,
Mimi!»
La
risata della ragazza è come una ventata d’aria fresca. Taichi
percepisce immediatamente il cuore accelerare, lo stomaco stringersi, tuttavia
per motivi differenti dalla paura che lo attanaglia ogni giorno dalla comparsa
di Agumon, dopo un anno di silenzio. Si piega appena,
il busto che sfiora il gomito di Mimi, le loro bocche che cozzano con un rumore
umido e lo sbattere dei denti per un gesto goffo, al quale entrambi non sono
poi così abituati. La bacia a lungo, passando le dita sul collo, lungo le
spalle, artigliandole i fianchi e sollevando appena la canottiera della quale
non potrebbe mai realmente lamentarsi, attirandola rudemente a sé.
Il
gemito di Mimi appena pronunciato lo percuote, riempiendolo di un calore che
temeva avere perduto irrimediabilmente. Si sente pieno quando lei gli è
accanto, o quando la osserva a pochi passi da sé – raggiungibile soltanto
allungando una mano, per afferrarle una ciocca di capelli, o tirarle un
orecchio, scherzare con lei ed ammirare il broncio vistoso che si apre sul viso
grazioso di Mimi ogni qualvolta Taichi riesce a
colpire un punto scoperto, facendola innervosire.
«’ichi?»
Riapre
le palpebre che non ricorda d’avere chiuso, guardando l’espressione divertita
di Mimi poco lontana da sé, e sfiora il suo naso a punta con il proprio. La risatina
che fa vibrare il suo cuore è femminile, anche se leggermente acuta, ed è
consapevole che non sarebbe più riuscito a sostituire quel suono per il resto
della vita.
Ne
inspira il profumo di shampoo, affondando il naso nei capelli rosa, facendola
ridere ancora. Quando le dita di Mimi gli abbracciano il collo, cullandolo
contro di sé, Taichi chiude nuovamente gli occhi,
rilassato.
«Oggi
verrò a fare il tifo per te,» la divisa da cheerleader è piegata sulla sedia,
vicino ad un paio di ponpon colorati e i calzoncini
di Taichi. È una scena terribilmente quotidiana, il
groppo che si stringe nella gola del ragazzo non è per niente doloroso. «Mi
sono allenata, sai?»
«Lo
so, i ragazzi della squadra non fanno altro che parlare di te, sono cotti.»
Se
Mimi nota il fastidio nella voce, non lo da’ a vedere, e di questo Taichi è grato.
«E
tu?»
Le
iridi che lo osservano sono del medesimo colore della speranza che Takeru stringe tra le dita. Gli ricordano anche i prati dei
campi da calcio, delle colline di Digiworld – degli occhi
di Agumon. Sono cose piacevoli, Mimi è piacevole.
Mimi lo rende calmo,
quando solo fino a poche settimane prima non ha conosciuto nient’altro che
tempesta. Rappresenta un punto fisso nel caos al quale aggrapparsi non fa
paura, non a colui che cerca nuovamente dentro di sé il coraggio per combattere
e salvare un mondo che non lo accetta.
«Io cosa, Mimi?»
Le
labbra che lo sfiorano ancora sono dischiuse, la lingua di Mimi lambisce la
sua, mentre la mano piccola tocca gli addominali pronunciati in una carezza non
casuale. Nessuno dei gesti di Mimi è compiuto per caso, ogni sua parola o
movimento rappresentano il reale desiderio che quella ragazza nasconde dietro
ai propri occhi.
Sincerità, ecco cosa gli sta
chiedendo, senza dirlo ad alta voce.
«Se
ci sarai tu, oggi, credo giocherò bene,» pronuncia rocamente e Mimi ride, più
forte del solito, ma non meno realmente. Lo abbraccia di slancio,
attorcigliandogli la vita con le gambe sottili, e qualcuno urla dalla cucina
che è ora di alzarsi. A Taichi non importa, non
quando la pelle di Mimi scalda la sua, non quando il respiro non è bloccato
nella gola, non quando il mondo è finalmente più luminoso.
«Allora
stavi proprio sbavando, eh, Taichi?»
E
la risata roca che gli sfugge, questa volta, viene dal cuore.
Mimi
è come una ventata d’aria fresca e mai – mai – Taichi
chiuderebbe la finestra, impedendole di entrare.
N/a: Sto finalmente
vedendo Digimon Adventure Tri
e nel sapere che Mimi torna in Giappone appositamente per la partita di Tai mi
ha ucciso. Sono una #michitrash dal più profondo del
cuore, davvero. Non capisco perché nessuno veda la potenzialità di questi due.
È
una cosina da nulla, un possibile missing-moments. Io
li amo, amateli con me.