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Autore: Marne    03/10/2016    8 recensioni
| Spin Off della long-fic "Lo Specchio delle Anime" |
Draco Malfoy ed Hermione Granger sembrano aver appena ottenuto la tanto agognata pace, dopo aver affrontato delle sfide particolarmente dure e dopo aver finalmente ritrovato un equilibrio con i propri demoni interiori. L'aver risolto la prima missione, sei mesi prima, ha tuttavia evidenziato le loro capacità nel risolvere misteri ed il Ministero, ancora una volta, ha bisogno del loro aiuto.
In un villaggio sperduto vicino Chester, un incantesimo si è abbattuto sulla popolazione e sembra proprio che Re Artù e la sua corte abbiano ripreso a calpestare la terra dei vivi, mettendo a rischio l'equilibrio fra passato, presente e futuro. Una spada - Excalibur - sembra essere responsabile di questo incantesimo e Draco ed Hermione sono gli unici a poterla recuperare prima che sia troppo tardi.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mirror Universe'
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La leggenda di Camelot.

 


 

 “I know it sounds a bit bizarre,

But in Camelot, Camelot

That's how conditions are.

The rain may never fall till after sundown.

By eight, the morning fog must disappear.

In short, there's simply not

A more congenial spot

For happily-ever-aftering than here

In Camelot.”.1

 

[Camelot – Camelot, il Musical]

        

 

  

 

Atto I – L’incantesimo.

 

 

Il rumore della sveglia le arrivò attutito dalla porta del bagno, ancora una volta si era svegliata ben prima ed era riuscita a sistemarsi con tutta la calma possibile. Rise, quando sentì il grugnito di Draco – il suo futuro marito2 – dalla camera da letto. Lui non si era mai abituato a quell’aggeggio infernale, ma, fortunatamente, si era sempre degnato di ricostruirgliela dopo averla distrutta.

Uscì dal bagno perfettamente truccata e vestita, lanciando un’occhiata divertita all’ammasso di lenzuola raggomitolato proprio al centro del letto. Tendeva sempre a spostarsi, non appena lei sfuggiva al suo abbraccio. Secondo Hermione era il suo lato da principino ad insorgere: doveva occupare tutto lo spazio possibile prima che qualcun altro potesse occuparlo.

Mittens3 era raggomitolato sulla vecchia poltrona che Draco aveva portato dal Manor, a parere di entrambi la creatura – ormai diventato un bestione grosso quanto suo padre – l’aveva ritenuto l’unico pezzo d’arredamento degno del suo regale fondoschiena, quindi se n’era impossessato immediatamente.

«Non ho intenzione di portarti la colazione a letto, Malfoy, quindi alza il fondoschiena e vestiti, altrimenti farai tardi in ufficio» gli disse, avvicinandosi alla finestra per aprire le tende e far entrare un raro raggio di luce. Era una bella giornata di fine estate4, Hermione avrebbe potuto uscire senza la giacca pesante.

«Sono io che vorrei portare la colazione a letto a te, ma tu ti alzi sempre con il sole, mentre io sono una creatura prettamente notturna» le fece notare lui, con un grugnito vagamente incomprensibile. «Sono le sette e mezza, dobbiamo essere al Ministero alle nove, Hermione» aggiunse, in tono lamentoso.

«Devo passare in ospedale, il mio figlioccio deve vedermi almeno una volta al giorno, non vorrei mai che si dimenticasse della mia voce5» gli rispose, allegra come non mai e di certo come lui non era mai stato a quell’ora del giorno.

«Se sei tanto entusiasta per il nuovo piccolo Potter, potremmo sempre metterci a lavoro per produrre una nuova schiera di piccoli e piccole Malfoy. Di certo loro saranno più importanti» gli disse lui, tirandosi a sedere e lanciandole un’occhiata seducente, indicando il letto con aria invitante.

«Draco, stai parlando del tuo figlioccio».

«È il tuo figlioccio, Hermione» rettificò lui, con le sopracciglia inarcate. «Io sono padrino per estensione, Potter avrebbe volentieri evitato di mettermi in mezzo se noi due non fossimo stati un pacchetto due per uno» aggiunse, stringendosi nelle spalle.

«Ho visto la tua espressione quando Ginny te l’ha messo in braccio, Draco» Hermione scoppiò a ridere, arrampicandosi sul letto per sedersi al suo fianco. Gli spostò una ciocca di capelli dal viso, per poi pizzicargli il naso. «Lord Malfoy ha un cuore, anche se a dimostrarlo è l’ultimo nato nella stirpe dei Potter».

Lui le rispose con un grugnito, baciandola un attimo prima che lei potesse scappare via.

«Ha chiamato tua madre, questa sera ci vuole a cena» le comunicò, messosi in piedi lentamente, tuttavia senza perdere la grazia da vero principino. «Dovremmo portarle dei dolcetti di quel nuovo negozio a Diagon Alley, immagino che dovrebbero piacerle, sono moltoparticolari».

Hermione si fermò, voltandosi per osservarlo con un cipiglio a metà fra la curiosità e lo sconcerto. «Mia madre ha… chiamato?».

«Non si dice così? Ha chiamato sul tuo cellulare, se vogliamo essere precisi» rettificò Draco, stiracchiandosi e grugnendo. Si voltò verso di lei, sorprendendola a fissarlo. «Ti senti bene, Mon Ange?».

«Come fai a sapere che mia madre ha chiamato sul mio cellulare?» gli domandò, gli occhi ridotti ad una fessura. Era sinceramente sconcertata e lui dovette notarlo.

Draco si accigliò. «Squillava, Hermione. Ha squillato per un’ora, ieri sera».

«Ma come fai a spere che voleva invitarci a cena?» continuò a chiedergli, piegando la testa di lato.

«Perché ho risposto, magari». Draco scoppiò a ridere, notando gli occhi di lei allargarsi per lo stupore. Rise così forte da farsi quasi venire le lacrime e, quando girò intorno al letto per abbracciarla, fu sempre ridendo che si piegò per baciarla. «Sei incredibile! Viviamo insieme da mesi, potrei mai non sapere come rispondere ad un cellulare? È una delle invenzioni babbane più brillanti6».

Hermione si sentì un po’ un’idiota per aver pensato che lui non fosse capace di rispondere al cellulare. Forse era a causa della totale incapacità che Ronald e gli altri maghi con cui era entrata in contatto avevano dimostrato nei confronti di tutto ciò che era babbano.

«Sarà meglio che io vada, Jimmy potrebbe dimenticarsi di me» gli disse infine, sorridendo e dandogli un altro piccolo bacio. «Ricorda che alle nove e mezza il Ministro ci aspetta per una riunione d’urgenza».

«Vorrà chiederci di nuovo scusa» si lagnò lui, lasciandola allontanarsi solo perché perfettamente consapevole di non potersi opporre alla sua volontà. «Andiamo a pranzo insieme?».

«Al nuovo ristorante di Diagon Alley, prenoto io» fu tutto ciò che gli disse, allontanandosi per uscire dalla camera da letto.

 

***

 

Il ministro Shacklebolt li osservava entrambi con aria particolarmente imbarazzata, alternando il tamburellare nervoso delle dita sul tavolo a degli sbuffi spazientiti. Il caos sulla sua scrivania aveva raggiunto livelli catastrofici da quando Daisy era partita per l’Australia e Percy, il suo nuovo assistente, non era ancora riuscito a trovare un sistema capace di contrastare il disordine compulsivo del loro Capo del Governo.

«Dobbiamo aspettare qualcuno? Io ho del lavoro da fare» sbottò Draco, all’improvviso, lasciandosi andare contro lo schienale della poltrona. Ignorò completamente l’occhiata di rimprovero che gli lanciò la sua fidanzata, schivando per un pelo un suo calcio nello stinco. «Lei mi ha chiesto di unirmi alla Squadra di Ricerca, Ministro, mi piacerebbe fare il mio lavoro piuttosto che restare qui a guardarla disperarsi».

«Draco, non mi sembra il caso-».

«Lui ha ragione, signorina Granger» la interruppe il Ministro, con un sorriso gentile. Lei si ritrovò a sorridere, lieta di riavere indietro il vecchio Kingsley, imponente ma gentile com’era sempre stato con lei. «Vi ho fatti convocare a causa di una questione piuttosto delicata, ma mi rendo conto che entrambi vi siate appena ripresi da una missione estremamente difficile e che vi è costata tantissimo».

«Può ben dirlo» ringhiò Malfoy, con una terribile smorfia, mentre la sua mano si stringeva in un pugno sul tavolo di mogano. «Non sono passati più di sei mesi, lei non dovrebbe neppure poter tornare a prestare servizio» sibilò, sinceramente arrabbiato. Non era la prima volta che quella questione veniva sollevata, sia in pubblico sia nella privacy della camera da letto. Lui non era riuscito a rassegnarsi al fatto che lei avesse già avuto la possibilità di tornare a lavorare a pieno regime. Doveva riposare, secondo lui, perché il suo trauma era stato troppo grande.

«Ho scelto io di tornare» gli rispose proprio lei, con uno sguardo di fuoco. «Non avevo e non ho intenzione di restare a casa e fare la maglia! Non ho fatto altro che sistemare documenti, sono sinceramente stufa di stare con le mani in mano» aggiunse, con uno sbuffo, voltandosi verso il Ministro come se avesse voluto rimproverare anche lui. «Allora? Questa missione?».

L’uomo li osservò entrambi, con un cipiglio divertito. Negli ultimi quattro mesi – da quando lei era stata ufficialmente reintegrata – i loro battibecchi erano diventati quasi una leggenda. Una volta, infatti, Hermione gli aveva lanciato contro una Fattura Gambemolli che l’aveva fatto finire nella fontana, cui lui aveva risposto con una serie di epiteti irripetibili ed un incantesimo che le aveva fatto diventare i capelli blu per una settimana.

Quello che i dipendenti ministeriali non sapevano, tuttavia, era la quantità incredibile di riappacificazione che quelle liti portavano, nella riservatezza dell’appartamento che i due avevano iniziato a condividere circa otto mesi prima. Non lo sapevano e non avrebbero dovuto mai saperlo.

Voltandosi verso di lui, Hermione vide Draco sorridere con aria da marpione, probabilmente ricordando le stesse attività che lei aveva appena riportato alla mente. Arrossì senza riuscire a farne a meno: una volta tornati a casa avrebbe dovuto fargli una bella lavata di capo riguardo i comportamenti che era lecito tenere davanti al Ministro della Magia. E poi l’avrebbe baciato.

Merlino, se l’avrebbe baciato.

«È una questione alquanto delicata» mormorò Kingsley, imbarazzato, spostando dei documenti per recuperare un plico di fogli da sotto la sua scrivania. «Così delicata da dover restare strettamente confidenziale per evitare possibili reazioni esagerate nella popolazione» continuò, lanciando occhiate nervose alla porta d’ingresso del suo ufficio, oltre la quale si sentiva chiaramente un esagitato Percy dare indicazioni ai suoi sottoposti. Weasley aveva preso bene il suo nuovo ruolo, quando si trattava di non avere a che fare con l’ordine maniacale del Ministro.

Draco, colpito, si accigliò. «Tutte le mie missioni sono confidenziali, così come quelle della mia fidanzata». Il modo in cui rafforzò l’aggettivo possessivo fece stringere i denti ad Hermione, odiava sentirsi definire in quel modo: lei non era di proprietà di nessuno, neppure di Malfoy. Soprattutto non di Malfoy. «Non è mai successo che qualcuno di noi fosse convocato qui. Perché?».

Il Ministro si mosse sulla sedia, terribilmente a disagio. «Questa volta è importante che nessuno sappia, neppure i vostri colleghi».

«C’è il rischio che si presenti isteria di massa?» si informò Hermione, sinceramente preoccupata. «Ministro, sono certa che il signor Hicklebottom non farebbe alcun problema, potrebbe esserci di grande aiuto».

«Sono certo che il buon Hicklebottom sarebbe molto utile, ma è preferibile che neppure lui sappia i dettagli. Vedete, l’isteria cui faccio riferimento non è… isteria negativa. C’è il rischio di una migrazione di massa verso il problema che noi dobbiamo risolvere» spiegò il Ministro, imbarazzato, aprendo il fascicolo e tirando fuori un paio di fogli e fotografie. «Conoscete il modo di dire “Andiamo a Camelot”? Sapete cosa significa?».

Hermione, confusa, scosse la testa. Aveva sentito qualcuno pronunciare quelle parole, ma non si era mai preoccupata, dopotutto i maghi erano soliti dire cose un po’ assurde e lei aveva rinunciato a capirli praticamente un mese dopo essere arrivata a scuola, quando aveva sentito per la prima volta “per le consunte mutande di Merlino”.

Draco, al contrario, annuì. «Naturalmente» disse, tranquillo, voltandosi un momento verso Hermione. «Significa andare verso luoghi migliori, lasciarsi alle spalle la confusione per trovare la pace. I miei parenti erano soliti dirlo quando passavano troppo tempo in mezzo ai babbani, era un po’ come un torniamo nel mondo della Magia».

«Parlare di Camelot per rappresentare gli ideali di una società corrotta come quella dei purosangue… Artù si starà rivoltando nella tomba» commentò Hermione, lanciandogli un’occhiata di fuoco ma venendo interrotta dal tossicchiare nervoso di Shacklebolt, che sembrava voler guardare ovunque ma non verso di loro. «Kingsley?».

«Diciamo che Re Artù non si stia propriamente rivoltando nella tomba» borbottò, grattandosi la testa pelata prima di voltare verso di loro un paio di foto. Queste, come Hermione notò allungando un momento il collo, mostravano un uomo sulla trentina, biondo e meraviglioso, con una corona d’oro fra i capelli ed un sorriso capace di mandare al tappeto chiunque fosse minimamente sensibile al fascino maschile. «Queste sono state scattate una settimana fa nella periferia di Chester. Sembra… sembra che quell’uomo sia il sovrano perduto di Camelot».

Un silenzio imbarazzato cadde sui presenti, mentre Draco inarcava il suo elegante sopracciglio ed Hermione, accigliata, afferrava le foto per poterle osservare con maggiore attenzione. In effetti quell’uomo aveva l’aspetto che lei avrebbe associato al grandioso Re Eterno d’Inghilterra7, bello e prestante, oltre che incredibilmente forte. La corona sembrava fatta proprio per lui dai folletti e lei, senza comprendere perché, si convinse che fosse davvero così.

«Si rende conto che sia una cosa assurda, vero?» domandò Draco, con un tono diviso fra lo sdegno ed il divertimento. «Cos’è, qualche psicopatico è scappato dal San Mungo e voi avete deciso di farne un problema di Stato?» aggiunse, alzando gli occhi al cielo. «Credevo si fosse ripreso dall’Imperius, Ministro».

«Draco» lo ammonì Hermione, con un sibilo, indicando la foto che aveva in mano. «Guarda la popolazione, guarda i dintorni. A te sembra uno scenario adatto a quest’anno? Guarda le case, guarda gli abiti della popolazione. Sembrano foto dal set di un film storico» gli fece notare, senza guardarlo perché troppo impegnata ad esaminare il resto dei documenti. «La signora Bridget Miller ha segnalato la scomparsa della cognata Tess, andando a trovarla si è improvvisamente ritrovata nel pieno di un festival medievale. A quanto pare, dopo aver trovato la vecchia Tessie lei non l’ha riconosciuta e si è comportata in modo davvero strano. Bridget è una Magonò, ha capito che qualcosa fosse sbagliato quando ha tirato fuori la sua macchina fotografica e per poco non l’hanno messa al rogo per magia nera».

«Cosa stai cercando di dire, Mezzosangue?».

«Bridget è stata salvata da un uomo che affermava d’essere il grande Merlino, anche se in realtà altri non era che suo fratello Bertie. Lui non l’ha riconosciuta, quando ha capito che era una Magonò le ha raccontato del trattamento che quelli come lei avevano ai tempi della sua prima nascita» spiegò, velocemente, rialzando finalmente gli occhi su di lui. «Draco, tu conosci la leggenda su Excalibur?».

Lui si accigliò, lanciando un’occhiata curiosa al Ministro, che non aveva mai smesso di annuire. «Excalibur potrà essere estratta dalla roccia soltanto dal legittimo Re d’Inghilterra? Non mi pare che questo buffone ce l’abbia al fianco» le fece notare, stringendosi nelle spalle.

«Non quella leggenda, idiota» gli rispose lei, con un’occhiata cupa. «Sto parlando della leggenda sul ritorno di Camelot» sbottò, quasi la sua fosse stata una domanda assolutamente inopportuna. Quando lui la guardò spaesato alzò gli occhi al cielo e sollevò la sua borsetta, aprendola con un colpo secco ed evocando un libro, l’Historia Regum Britanniae di Goffredo di Monmouth. Con un gesto secco lo aprì ad una pagina specifica, iniziando a leggere in latino a bassa voce.

«Mezzosangue, io conosco l’Historia, non fa riferimento ad alcun ritorno di Camelot» le fece notare Draco, scuotendo il capo. «Possibile tu debba andare in giro con una biblioteca? Scommetto che è lì dentro che sono finiti tutti i libri spariti dal Manor, per questo mia madre non ha iniziato ad urlare al furto».

«Shh» lo zittì Hermione, con un gesto secco. «Tu conosci la versione modificata dell’Historia, non quella completa, stilata solo per i maghi. L’unica copia disponibile è quella che ho io fra le mani, l’ho presa direttamente dalla biblioteca di Grimmauld Place» spiegò brevemente, scorrendo il dito sulla pagina, completamente inconsapevole dello sguardo di divertita esasperazione che si scambiarono gli altri due uomini presenti. «Eccolo! Il potere di Excalibur, essendo uno dei dieci simboli della magia antica, tornerà un giorno a dare i suoi effetti e con lei Camelot, la città senza tempo, ritornerà ai suoi albori, portando con sé il Re Eterno e la sua Magia» lesse, con soddisfazione. «La leggenda dice che un giorno Excalibur riapparirà e con lei tornerà anche Camelot… ho sempre pensato fosse una leggenda o che comunque dovesse essere preso tutto con le pinze, esattamente come la leggenda sul ritorno di Artù…» indicò le fotografie, dubbiosa. «Forse mi sbagliavo».

Shacklebolt fece una risatina divertita e vagamente imbarazzata. «Se avessi saputo che tu ci avresti messo pochi minuti, Hermione, sarei venuto direttamente da te e non avrei perso settimane per coinvolgere i maggiori esperti. Tu avevi l’originale, noi abbiamo dovuto cercare fonti secondarie!» sbottò, incredulo. «Comunque hai ragione, noi crediamo che Excalibur sia riapparsa e che quel disgraziato paesino sia stato trasformato in una nuova Camelot. Dovete trovarla e recuperarla prima che i suoi effetti inizino ad ampliarsi. Più persone vengono coinvolte e più forte diventa l’incantesimo… non so voi, ma non vorrei tornare al periodo in cui si moriva per un raffreddore ed i servizi igienici erano…» non concluse la sua frase, tuttavia rabbrividì e quella, probabilmente, fu una risposta sufficiente. «La missione è della massima urgenza, se dovesse spargersi la voce…».

«Sarebbe la fine» convenne Draco, annuendo leggermente e voltandosi automaticamente verso Hermione. «Camelot è nota per la sua tolleranza verso la Magia, seppur buona. Nella società purosangue quella città è essenzialmente un’Utopia, se si dovesse spargere la voce dell’esistenza di quest’incantesimo e della possibilità che questo possa espandersi a tutto il mondo… tutti si precipiterebbero lì in massa ed anticiperebbero la fine della società evoluta».

Hermione si accigliò. «Perché mai dovrebbero scambiare l’evoluzione scientifica con… con cosa? La possibilità di usare la magia per la strada? L’assenza di regole?».

Draco sorrise, imbarazzato ma anche divertito dalla sua innocenza. «Per molti di noi, Mezzosangue, la libertà di essere se stessi vale più di qualunque altra cosa. Qualcuno di noi è stato abbastanza fortunato da conquistare la propria libertà» le spiegò, accarezzandole con dolcezza la mano. «Altri, invece, sono rimasti bloccati in una vita di rimpianti e rancore». Si voltò verso il Ministro, il volto serio. «Quando dobbiamo partire?».

 

 

 

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Ahah, l’avevo detto che sarei tornata. Sono come l’herpes, non vi potete liberare di me.

 

Si tratta di un breve spin off della mia long “Lo Specchio delle Anime”, conclusa poco tempo fa, ambientata sei mesi dopo il penultimo capitolo. Sarà una breve fic, al massimo quattro capitoli, giusto una breve avventura per scoprire come si comporteranno Draco ed Hermione dopo la conclusione della loro grande avventura iniziale.

E poi… io adoro il ciclo arturiano.  

 

 

 

Punti importanti:

 

» 1 – "Lo so che suona un po' strano, ma in Camelot, Camelot, è così che sono le condizioni climatiche! La pioggia non cadrà mai dopo il tramonto. Per le otto, la nebbia del mattino dovrà sparire. In breve, semplicemente non c'è un angolo più congeniale di qui per i per-sempre-felici-e-contenti". La canzone è tratta da un musical, come ho detto nella citazione stessa!

 

» 2 – Per chi non lo sapesse: Draco ed Hermione, alla fine della Long, si sono fidanzati. Si sposeranno entro sei mesi, ma per adesso convivono allegramente in un appartamento tutto nuovo.

 

» 3 – Sempre per chi non lo sapesse: si tratta del gatto di Hermione, l’unico figlio vivente del compianto Grattastinchi.

 

» 4 – Siamo ai primi di giugno, ufficialmente l’estate non è ancora cominciata e, trovandoci a Londra, è normale che non possano andare in giro con le camicette!

 

» 5- Il figlio di Harry e Ginny è nato due giorni prima, Hermione, naturalmente, è la madrina del piccolino. Ginny è ancora al San Mungo, sarà dimessa quella sera stessa!

 

» 6 – Draco è un uomo intelligente, non ha paura delle invenzioni babbane. Non mi importa se secondo la Rowling i maghi non possono entrare in contatto con la tecnologia, Hermione è cresciuta in mezzo alla tecnologia babbana! E comunque siamo nel 2005, i cellulari c’erano già!

 

» 7 – Leggenda su Re Artù: definito Re Eterno perché, secondo la leggenda, pur essendo morto un giorno – nel momento di maggior bisogno dell’Inghilterra – tornerà e riporterà alla luce la meravigliosa civiltà di Albione. Ve l’ho detto che io sono innamorata di Re Artù? Ma intendo proprio innamorata.

 

» Per chi non sapesse: Draco ed Hermione hanno sgominato un tentativo di sovversione totale del mondo conosciuto, nel corso della missione hanno affrontato prove incredibili, conoscendo molti personaggi storici (es: Patroclo, Achille, Antigone, Creonte, Ercole, Ulisse) e combattendo i loro peggiori demoni. No, ovviamente niente Ronald fra i piedi. Consiglio la lettura della long, ovviamente, ma credo si possa leggere anche da sola.

 

» Percy lavora come segretario del Ministro, Daisy – la ex segretaria – è andata via dall’Inghilterra dopo aver quasi causato – involontariamente – una strage.

 

» Per quanto il libro citato da Hermione esista davvero, la storia su Excalibur è personale, l’ho tirata in mezzo io. La Spada è nascosta da qualche parte nella città, loro devono trovarla e portarla via prima che il mondo venga riportato ai tempi delle leggende arturiane.

 

 

Dio, non vedo l’ora di mettere in mezzo Re Artù ed Excalibur.

 

Il prossimo capitolo dovrebbe arrivare lunedì prossimo!  

 

Per altre comunicazioni/anticipazioni/esaurimenti nervosi, vi aspetto su facebook!

 

Grazie ancora a chiunque leggerà,

-Marnie

   
 
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