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Autore: winterlover97    03/10/2016    1 recensioni
prima fanfiction nel fandom di Sherlock, siate clementi.
Detto sinceramente non tutti appaiono forti come sembrano. Allo stesso modo la stronzaggine non è che una maschera che certe volte si adotta per poter andare avanti. Tutti noi lo facciamo, voglia come meccanismo di difesa o per abitudine.
E' anche quello che fa Edith Willows, pronipote della signora Hudson, oltre ad andare bene a scuola cacciarsi nei guai per la sua lingua troppo lunga. Arrivata a Londra si stabilisce nella stanza libera, costituendo la terza inquilina di Baker Street, insieme a Sherlock Holmes e John Watson. Non farà difficoltà ad adattarsi, sia per il fatto che possiede una spiccata intelligenza, sia per il fatto che vorrebbe ricostruirsi una vita totalmente diversa da quella della vecchia Edith.
Cosa può andare storto, se non omicidi, un consulente investigativo enigmatico, un consulente criminale psicopatico ma tremendamente affascinante e la ricerca di qualcosa di banale e fin troppo scontato come la felicità.
Genere: Romantico, Slice of life, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jim Moriarty, John Watson, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
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a volte è seriamente meglio non essere stronzi, ci si guadagna di più, pure in salute

 

L'atmosfera nel taxi era tutt'altro che tesa, complice il fatto che Sherlock non parlava molto e anche che io me ne stavo seduta comoda con le mani affossate nella tasche della giacca a guardare i passanti indaffarati. Mi chiedevo quale fosse la loro storia, se avessero una famiglia, che lavoro facessero e il tipo di musica ascoltassero. 

"Anche se non lo dai a vedere, so che sei curiosa sul caso per cui gli incapaci, per usar un eufemismo, di Scotland Yard ci hanno chiamato. Comunque  sia, parla solo se vieni interpellata, non dare confidenza all'idiota della scientifica, e comunque, in ogni caso, non divulgare alcuna informazione se non a Lestrade." 

Il suo tono era freddo e distaccato, in completa dissonanza con le parole che aveva pronunciato, che, a parer mio, sarebbero potute venir pronunciate con un tono più caloroso. Spostai un ciuffo di capelli dietro l'orecchio lasciando scoperta la serie di orecchini e piercing che percorreva dal lobo tutto il canale insieme all'interno di grandezza decrescente in metallo chiaro. Arricciai le labbra e lo guardai a mia volta per poi non dir nulla, tanto non stava ascoltando e mi aveva portato con se solo per un qualche motivo a me sconosciuto.

Arrivammo pochi minuti dopo nella zona industriale di Londra, le uniche note di colore erano date dalla camicia di Sherlock e dai lampeggianti delle volanti, oltre che dal classico nastro giallo.  Una donna di colore stava facendo la guardia, in modo tale da non lasciar passare i curiosi. 

"Geniaccio, lasciato a casa Watson? Da quando è che vieni con una compagnia femminile, è da segnare sul calendario."

"Donovan, sai benissimo che Watson è andato a lavoro, inoltre, mi duole particolarmente ma devo andare da Lestrade. A proposito,  lei è con me, non fare domande." pronunciò ironico e fintamente dispiaciuto, per poi passare al di sotto della fascia gialla. 

Una macchia verde era tesa a terra, unico colore in contrasto al nero dell'asfalto, rivelandosi il corpo di una donna, sulla quarantina, in forma fisicamente, perfettamente curata e uccisa dal colpo alla testa, sparato a bruciapelo proprio tra gli occhi, che aveva lasciato uscire un rivolo di sangue. 

"Il proiettile è ancora all'interno del corpo." dissi ad alta voce abbassandomi a livello terra.

"Come?" la voce dell'ispettore si fece per un'attimo acuta, mentre Sherlock osservava semplicemente.

"Ho detto e il proiettile è ancora nel cranio della donna, vista l'assenza di sangue intorno al corpo, inoltre, nonostante te Sherlock tu mi abbia chiesto espressamente di non parlare, forse per non rubarti la scena, potrei altresì dire che è stata uccisa a bruciapelo, come testimoniano le bruciature intorno al foro di entrata. Si potrebbe definire quasi come una punizione o giustiziamento, non ha quasi opposto resistenza a quanto mostrano i polsi della donna." 

Mi rialzai e distesi i jeans che avevo addosso, rovistai nella borsa fino a cercare una gomma da masticare, tirai fuori la striscetta verde e la masticai.

"Sherlock, è una tua parente per caso?" mormorò Lastrade. 

Scoppiai a ridere e Sherlock trattenne una risata e sorrise appena. 

"Fidati, se fosse mia parente non mi avrebbe nemmeno seguito qui. Avrebbe preferito Microft."

"Comunque, a quanto ho potuto vedere, la vittima, Kelly Jones, quarantatré anni, Madre divorziata, Gestrice di una serie di profumerie, risponde alle osservazioni fatte da Edith. Inoltre, potrei assicurare che stava frequentando un altro uomo, inoltre, dato che sono le quattro del pomeriggio, sarà meglio che chiamiate l'ex marito e che andiate a prendere il figlio a scuola. Alla Stafford, a quanto vedo. AH, dimenticavo, disponi l'esame Tossicologico per le droghe che non si notano subito e anche quello balistico. Aggiungici pure l'esame delle fibre del cappotto."

"Questo direi che non sarà possibile, sai decido io, la scientifica, gli esami da fare. non di sicuro te" disse un'uomo che si era avvicinato a noi.

"Senti, non dico nemmeno il nome, perchè equivarrebbe ad abbassarmi al tuo medesimo giochino di supremazia, inoltre, direi che dovresti chiudere la bocca ogni tanto, si sente da qui l'odore di Tacos, medesimo Tacos mangiato da Donovan."

Si alzò dal corpo e si sistemò la sciarpa poi ce ne andammo lasciandoli crogiolare nel loro brodo. 

 

 

E' possibile misurare la stronzaggine delle persone?

Quella era la domanda che mi tormentava, sia in positivo che in negativo, da molto, anzi, troppo tempo. Dato che non sono a conoscenza di una scala di valutazione se sì si può definire, si potrebbe inventare e depositare il brevetto senza troppi problemi, a meno che l'addetto alle tediose cose burocratiche non si indispettisca o sia molto permaloso. Alla base forse forse non saprei che mettere, anche se con grande probabilità ci sarebbe una buona parte della popolazione dato che, almeno una volta nella vita, tutti siamo stati, ance se per un millisecondo, degli emeriti stronzi. Dopotutto, chi sono io per poter definire la stronzaggine? Non è altro che qualcosa di puramente soggettivo. 

Tuttavia, se proprio dovessi essere certa di qualcosa, è che Sherlock Holmes fa pare degli stronzi capitali, alle volte, o meglio, quasi sempre. Ceca sempre di ostentare la propria dote di osservatore e deduttore, e sembra esserne compiaciuto. Io, invece, non lo sono così tanto, bensì, in caso di estrema necessità, con persone che lo meritano: non amo dir tutto di una persona, ridurla mentalmente a sentirsi nuda come mamma sua l'ha fatto. Forse è questo che mi distingue da Holmes, e che ho notato in pochissimo tempo, l'umiltà e l'umanità. 

Ciò che mi ha stupito però è che raramente Sherlock si mostra accondiscendente e gentile nei confronti del prossimo, o meglio, come sta facendo tutt'ora con la migliore amica della vittima, Giselle Lasting, fragile come un fuscello che tra poco scoppierà in una crisi isterica e disperata di pianto. 

A quanto vedo Sherlock sta perdendo la pazienza e sta per, letteralmente distruggere nel peggior modo possibile, ovvero a parole, la poveretta. 

"Sherlock..." lo richiamo. Si volta a fissarmi con gli occhi color ghiaccio in modo interrogativo. Lo tiro letteralmente per un braccio sentendo sia la sua muscolatura, sia il suo irrigidirsi. 

"Senta, Giselle. Sappiamo entrambi che lei è distrutta dalla morte della sua cara amica Kelly, però, dato che, sempre entrambe, vogliamo che l'assassino venga sbattuto in carcere, lei deve rispondere al delle piccole questioni."

La donna annuì frettolosamente e in modo quasi sconnesso. Gli occhi rossi dal pianto, stavano per lasciarne sbordare altro e le pupille saettavano da me a Holmes a Lestrade. 

"Bene, prima domanda: di recente Kelly aveva iniziato a frequentare qualcuno? Era cambiata? Aveva un comportamento insolito per il suo carattere?" dissi nel modo più gentile possibile. Paradossalmente so come prendere le persone in crisi isteriche o di pianto o di panico o d'ansia, so come tranquillizzarle ed essere meno stronza e più compassionevole. In modo vero aggiungerei.

"Da un paio di mesi si vedeva con Larry Kovalski, suo collega a lavoro, esperto profumiere e suo rivenditore. Si trovavano bene insieme, persino con Isaac, suo figlio, riuscivano ad essere una famiglia normale. Progettavano persino di andare di andare a vivere assieme e di trasferirsi in un quartiere più vicino alla scuola di Isaac. AH, dimenticavo, volevano provare ad avere un figlio." 

Annuii e abbassai gli occhi. Sherlock stava osservando sia me che Giselle, sembrava quasi che il criceto interno al suo cervello stesse lavorando all'impazzata. 

Ci congedammo e ordinammo di far controllare Kovalski e ogni singola cosa correlata a lui. 

"Fortuna che non avresti dovuto parlare." 

Emisi una piccola risatina. 

"Non sono in grado di restare zitta, sono logorroica quando mi ci metto. Inoltre, se avessi gentilmente interrogato la Lastings non ci avrebbe detto nulla, soprattutto con i tuoi metodi poco gentili."

Non rispose nemmeno, anzi guardò semplicemente avanti a se, con un semplice sorriso, o smorfia, sulle labbra.

 

 

 

 

 

 

 

angolo autrice

ed eco qui il quarto capitolo, come vedere ho deciso di inserire un po' di pepe nella narrazione, così come ho cambiato la cover, inserendo un personaggio in più nel nostro gioco

a presto!




   
 
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