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Autore: nettie    03/10/2016    0 recensioni
Avevi avuto la forza di far sciogliere il ghiaccio intorno al mio infreddolito cuore, allora perché non sciogliere il ghiaccio intorno alla terra? Perché non far sciogliere i poli e ghiacciare l’equatore?
Genere: Romantico, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Storie brevi scritte in un lasso di tempo breve. '
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Perché le idee sono come le farfalle, ché non puoi togliergli le ali.

Perché le idee sono come le stelle, ché non le spengono i temporali.

Perché le idee sono voci di madre che credevamo di avere perso.

E sono come il sorriso di Dio in questo sputo di universo.

 

Chiamami ancora amore; chiamami sempre amore!

 

Io e te, davanti a tutto e davanti a tutti: ci credevamo invincibili anche contro la morte. E nonostante gli anni che ora pesano sulla mia schiena, nonostante i ricordi sbiaditi e le avventure passate, io continuo a crederci. Volevi cambiare il mondo, con quella tua voce acuta e quei tuoi occhioni da cerbiatta. Ero certo ne avresti avuto la forza: avevi avuto la forza di far sciogliere il ghiaccio intorno al mio infreddolito cuore, allora perché non sciogliere il ghiaccio intorno alla terra? Perché non far sciogliere i poli e ghiacciare l’equatore?

Eri capace di tutto, tu. E più facevi, più mi sorprendevi. E più amavi, più mi sorprendevo.

Eri una continua trasformazione, una continua novità, una di quelle cose che non stancano mai - più simile ad una dolce dipendenza che ad una donna.

“Amore!”, e mi correvi incontro mentre la tua voce riecheggiava nelle mie orecchie. Eri un’esplosione continua di energia, tu, con i tuoi gesti e i tuoi pensieri all’avanguardia. Il tuo sorriso incontrava il mio sguardo, ed improvvisamente l’interno della mia anima veniva irradiato di luce.

“Amore! Amore! Amore!”, ripetevi con le braccia legate intorno al mio collo ed i piedini che scalpicciavano il suolo. Posavi i tuoi petali di rosa su tutto il mio viso e io ti accoglievo col cuore colmo di gioia.

“Dillo ancora.”, ti sussurravo all’orecchio con voce innamorata.

“Amore.”, ripetevi, poi mi guardavi e io sentivo le gambe venire meno e il cuore tremare.

“Ancora, dillo ancora.”, era una continua supplica e una continua moina per un po’ d’affetto, per sentirti pronunciare quella parola magica che catapultava anima e corpo in una sensazione di sicurezza ed estasi assoluta.

“Amore.”, ed era un nuovo battito che saliva su fino alla gola, minacciando d’uscir via e spiccare il volo.

“Ti amo.”, e mi stampavi un ennesimo e fugace bacio sulle labbra senza neanche darmi il tempo di realizzare.

“Ti amo anche io.”; la risposta poteva essere sempre e solo una. Era come fuggisse via dalle mie labbra in un immediato ed intensissimo attimo, come se io quel sentimento non riuscissi a controllarlo. Dio mio, come ti ho amata, come ci siamo dannatamente amati. Ci bastava solo quello per credere d’essere invincibili, per affrontare il mondo intero mano nella mano e cuore dentro cuore: eravamo giovani.

Ora io sono vecchio, e tu il mondo sei riuscita comunque a cambiarlo: hai cambiato il mio, di mondo, e lo hai fatto in modo drasticamente permanente. Quando è notte ed alzo lo sguardo al cielo, è perché spero che un paio di stelle assumano lo stesso colore dei tuoi occhi. Ricordo ciò che mi dicevi: noi siamo invincibili, anche contro la morte.  

 

[ Angolo Autrice:

 

Salve a tutti i lettori. Questa one shot è nata più come un omaggio alla meravigliosa canzone dell’artista Roberto Vecchioni che come one shot, ma ho voluto pubblicarla comunque qui per avere una qualche opinione esterna.

 

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-nettie.

   
 
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