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Autore: Cinzia N Spurce    04/10/2016    0 recensioni
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1- Chi cazzo è, quel Gallagher, per poterlo guardare con quegli occhi?
2- Ian lo guarda ancora negli occhi con la stessa intensità.
3- «Voglio cominciare dall'inizio, Mickey» «Noi abbiamo sempre cominciato dalla fine»
4- L'ultimo bacio della sua vita lo ha dato a sua madre prima che morisse.
5- Gli sta stringendo una mano per dirgli tutte quelle parole che probabilmente Mickey non saprà dire mai.
6- Ian lo stringe come se Mickey lo ancorasse al mondo.
7- Lo senti quanto male mi hai fatto? Sembra volergli urlare.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Note: Facciamo che ormai non mi scusso nemmeno più per i ritardi, mancano sempre le ultime due flash/one-shot, quando le scriverò? Non ne ho la più pallida idea, la nona è iniziata, ma ho avuto tanto di quelle cose da fare, di idee da sviluppare e di esami da dare che pratcamente mi è sfuggito l'aggiornamento di queesta raccolta.
Sorry, really sorry! Vi voglio bene comunque.
Ricordo sempre che potreste trovare qualche spoiler della sesta stagione.

 

Conoscere gli amici

 

Mickey Milkovich non sa cosa significa avere degli amici.
Ci sono sempre state persone che hanno avuto paura di lui, quelli con cui ha stretto degli affari e poi c’è stato Ian che tutto è stato meno che un amico. La sua unica amica, più o meno, è stata Mandy, che gli ha più volte urlato in preda alla rabbia quanto stupido fosse stato a lasciarlo andare, che si è seduta accanto a lui quando tutto sembrava crollare come un castello di sabbia in balia della marea, quando lui è andato via e lei ha comunque trovato largo per un pensiero a suo fratello dietro le sbarre.
Perciò lì, a quel tavolo vagamente pulito, con il sapore della Chicago bene che adesso Ian frequenta, si sente fottutamente a disagio, nell’attesa che arrivino quei ragazzi che Ian muore dalla voglia di fargli conoscere, perché: «Sono dei bravi ragazzi, Mickey, e sono meravigliosi.»
A lui tutta quella meraviglia fa venire il mal di stomaco, non è abituato a dividere il rosso con qualcun altro, non si è ancora abituato a vederlo andare via a qualsiasi orario del giorno e della notte perché adesso ha un lavoro vero, rispettabile e distinto, in cui è stato accettato senza riserve, perché loro hanno conosciuto Ian, senza bipolarismo, Gallagher molesti, fidanzati pregiudicati o migliori amiche che fanno le escort. Loro conoscono solo Ian, diligente, rispettoso, divertente e dannatamente brillante. Ma questo Mickey non gliel’ha mai detto, perché lui e le capacità comunicative vivono su due dimensioni diverse e preferisce comunicargli le cose a letto, mentre lo guarda andare in pezzi per poi ricomporsi.
Mickey ancora non ha capito perché Ian vuole far entrare in collisione lui e i suoi colleghi, i suoi amici, che fanno parte di due parti distinte della sua vita. Non ne comprende ancora il senso, l’importanza, ma lo ha visto supplicare e tenerci davvero e non ha saputo dire no.

Non saprà mai dire no.
Quando arrivano li guarda sospettoso e diffidente, una reazione irrazionale per il contatto che loro hanno con Ian, come se quei tre potessero portarglielo via, un giorno di quelli.
Woody, Jun e Rita.
Dividono con lui il turno, le ore, le tensioni e la morte che spesso li accompagna sull’ambulanza.
Vede Jun lasciargli un bacio sulla guancia sorridendo gentile, Rita gli scompiglia i capelli con fare materno e Woody gli dà una pacca sulla spalla con fare giocoso, in un gesto di complicità e amicizia che per un attimo Mickey invidia.

Lui non ha mai avuto qualcuno che lo guardasse in quel modo.
La ragazza si volta verso di lui e gli sorride dolce, piega delle labbra che si deforma presto in un ghigno potenzialmente malvagio: «Allora… Mickey, giusto?» il suo tono tagliente lo fa sussultare. Quello non è un tono gentile, è un tono da sadica torturatrice seriale che prova piacere nell’infierire dolore agli intrusi.
«Jun, ti prego, lascialo in pace» la riprende Rita, il capo da quel che ha capito dai racconti di Ian, mentre il ragazzo ride di gusto alla vista della falsa gentilezza condita da crudeltà che straripa dal tono dell’amica.
«Voglio solo sapere chi è questo… Mickey» le fa eco la ragazza indicandolo con una mano e sogghignando in maniera perfida.

È terrificante.
«Jun…» cerca di riprenderla Ian.
«Shhh, biscottino, voglio testarlo.»
«Da quando ti fai chiamare biscottino?» domanda Mickey perplesso.
«Da quando abbiamo capito che Jun è la reincarnazione di un gerarca nazista intrappolato nel ventunesimo secolo, impossibile da contraddire o dominare» risponde il ragazzo che ride ancora delle facce di Jun.
«No, da quando avete compreso il mio essere immensamente meravigliosa» lo rimbecca lei.
Mickey sta per rispondere quando il cameriere arriva a prendere le ordinazioni, vede tutti prendere dei cocktail analcolici e delle bibite e sente lo sbuffo infastidito di Ian, condito però da un retrogusto di tenerezza e gratitudine.
«Woody, puoi anche bere della birra, la cosa non mi infastidisce» dice Ian esasperato.
«Amico, non mi va una birra.»
«Ma se vivi di birra.»
«Allora è giunto il momento di disintossicare il mio organismo e dare una possibilità ai cocktail analcolici alla frutta» conclude convincente.
«I cocktail alla frutta sono buonissimi» dice Rita appoggiandolo.
«I cocktail alla frutta sanno di sciroppo per la tosse» si lascia sfuggire Mickey che allo stesso modo degli altri, in maniera del tutto inconsapevole, ha optato per una bibita gassata in lattina.
Ian libera una risata e Jun lo guarda esterrefatta, inarcando appena le labbra, «Però è simpatico» dice decisa, «al contrario dell’altro» mormora tra i denti.
Rita soffoca una risata e Woody trattiene un colpo di tosse per coprire quelle parole.
Mickey la guarda esterrefatto bere qualcosa da una lattina e poi scoppia a ridere «Potresti essere simpatica anche tu, ragazza» dice infine porgendole una mano per stringergliela in maniera civile, e che fosse Mickey a fare il primo passo verso la civiltà, questo lascia di stucco Ian.
«Sono Mickey Milkovich» continua guardandola negli occhi e la vede prestare attenzione, come una mamma chioccia preoccupata. «Conosco Ian da anni e stavamo insieme, tempo fa, poi…» non sa come continuare per dire loro che si è fatto otto anni di galera a causa della sorellastra pazza di Ian, quella situazione ha del grottesco.
«Poi vi siete separati e ora vi siete incontrati di nuovo» continua per lui Rita.
«Esatto!» prosegue Mickey cercando di trovare e parole per dire qualcosa che lo faccia sembrare una brava persona agli occhi di quelli che sembrano essere diventati a tutti gli effetti la nuova quotidianità di Ian. Poi vede Jun sorridergli veramente, di quel sorriso dolce e tenero che aveva rivolto a Ian appena arrivata.
«Tratta bene il nostro biscottino, Milkovich» e chiude quella patetica e imbarazzante conversazione, in quel modo, dopo uno buffo esasperato di Ian e un Woody che cerca di spezzare la tensione parlando di un nuovo film in uscita al cinema.
Allora Mickey capisce l’importanza di quell’incontro per Ian, il far incontrare lui e quella sua altra realtà fatta da amici, affetto e complicità. Voleva che conoscesse, capisse a comprendesse quei ragazzi che sono diventati squadra, amici e famiglia, così come lui è amante, compagno e famiglia.
Li ha visti preoccuparsi per lui, prendersi cura di lui, accoglierlo e riscaldarlo in quel loro novo mondo, in maniera tanto diversa a quella a cui lui è abituato.
Mickey capisce e ride, con loro.




Note 2.0: Dunque, è collocata dopo le future!fic di questa raccolta, si sono incontrati, chiariti e ora Ian gli fa conoscere i propri colleghi. Non tiene conto della settima stagione, ma cita la sesta per quanto riguarda la condanna di Mickey. I nomi dei colleghi di Ian sono presi dal dodicesimo episodio di Shameless. E niente, spero vi piaccia.
A presto, Cinzia N. ^^
   
 
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