Sorry, really sorry! Vi voglio bene comunque.
Ricordo sempre che potreste trovare qualche spoiler della sesta stagione.
Conoscere
gli amici
Mickey
Milkovich non sa cosa significa avere degli amici.
Ci
sono sempre state persone che hanno avuto paura di lui, quelli con cui
ha
stretto degli affari e poi c’è stato Ian che tutto
è stato meno che un amico.
La sua unica amica, più o meno, è stata Mandy,
che gli ha più volte urlato in
preda alla rabbia quanto stupido fosse stato a lasciarlo andare, che si
è
seduta accanto a lui quando tutto sembrava crollare come un castello di
sabbia
in balia della marea, quando lui è andato via e lei ha
comunque trovato largo
per un pensiero a suo fratello dietro le sbarre.
Perciò
lì, a quel tavolo vagamente pulito, con il sapore della
Chicago bene che adesso
Ian frequenta, si sente fottutamente a disagio, nell’attesa
che arrivino quei
ragazzi che Ian muore dalla voglia di fargli conoscere,
perché: «Sono dei bravi
ragazzi, Mickey, e sono
meravigliosi.»
A
lui tutta quella meraviglia fa
venire
il mal di stomaco, non è abituato a dividere il rosso con
qualcun altro, non si
è ancora abituato a vederlo andare via a qualsiasi orario
del giorno e della
notte perché adesso ha un lavoro vero, rispettabile e
distinto, in cui è stato
accettato senza riserve, perché loro hanno conosciuto Ian,
senza bipolarismo,
Gallagher molesti, fidanzati pregiudicati o migliori amiche che fanno
le
escort. Loro conoscono solo Ian, diligente, rispettoso, divertente e dannatamente brillante.
Ma questo Mickey non gliel’ha mai detto, perché
lui e le
capacità comunicative vivono su due dimensioni diverse e
preferisce
comunicargli le cose a letto, mentre lo guarda andare in pezzi per poi
ricomporsi.
Mickey
ancora non ha capito perché Ian vuole far entrare in
collisione lui e i suoi
colleghi, i suoi
amici, che fanno
parte di due parti distinte della sua vita. Non ne comprende ancora il
senso,
l’importanza, ma lo ha visto supplicare e tenerci davvero e
non ha saputo dire
no.
Non
saprà mai dire
no.
Quando
arrivano li guarda sospettoso e diffidente, una reazione irrazionale
per il
contatto che loro hanno con Ian, come se quei tre potessero
portarglielo via,
un giorno di quelli.
Woody, Jun
e Rita.
Dividono
con lui il turno, le ore, le tensioni e la morte che spesso li
accompagna
sull’ambulanza.
Vede
Jun lasciargli un bacio sulla guancia sorridendo gentile, Rita gli
scompiglia i
capelli con fare materno e Woody gli dà una pacca sulla
spalla con fare
giocoso, in un gesto di complicità e amicizia che per un
attimo Mickey invidia.
Lui
non ha mai
avuto qualcuno che lo guardasse in quel modo.
La
ragazza si volta verso di lui e gli sorride dolce, piega delle labbra
che si
deforma presto in un ghigno potenzialmente malvagio:
«Allora… Mickey,
giusto?» il suo tono
tagliente lo fa sussultare. Quello non è un tono gentile,
è un tono da sadica
torturatrice seriale che prova piacere nell’infierire dolore
agli intrusi.
«Jun,
ti prego, lascialo in pace» la riprende Rita, il capo da quel
che ha capito dai
racconti di Ian, mentre il ragazzo ride di gusto alla vista della falsa
gentilezza condita da crudeltà che straripa dal tono
dell’amica.
«Voglio
solo sapere chi è questo… Mickey»
le
fa eco la ragazza indicandolo con una mano e sogghignando in maniera
perfida.
È
terrificante.
«Jun…»
cerca di riprenderla Ian.
«Shhh,
biscottino, voglio testarlo.»
«Da
quando ti fai chiamare biscottino?» domanda Mickey perplesso.
«Da
quando abbiamo capito che Jun è la reincarnazione di un
gerarca nazista
intrappolato nel ventunesimo secolo, impossibile da contraddire o
dominare»
risponde il ragazzo che ride ancora delle facce di Jun.
«No,
da quando avete compreso il mio essere immensamente
meravigliosa» lo rimbecca
lei.
Mickey
sta per rispondere quando il cameriere arriva a prendere le
ordinazioni, vede
tutti prendere dei cocktail analcolici e delle bibite e sente lo sbuffo
infastidito di Ian, condito però da un retrogusto di
tenerezza e gratitudine.
«Woody,
puoi anche bere della birra, la cosa non mi infastidisce»
dice Ian esasperato.
«Amico,
non mi va una birra.»
«Ma
se vivi di birra.»
«Allora
è giunto il momento di disintossicare il mio organismo e
dare una possibilità
ai cocktail analcolici alla frutta» conclude convincente.
«I
cocktail alla frutta sono buonissimi» dice Rita appoggiandolo.
«I
cocktail alla frutta sanno di sciroppo per la tosse» si
lascia sfuggire Mickey
che allo stesso modo degli altri, in maniera del tutto inconsapevole,
ha optato
per una bibita gassata in lattina.
Ian
libera una risata e Jun lo guarda esterrefatta, inarcando appena le
labbra, «Però
è simpatico» dice decisa, «al contrario dell’altro»
mormora tra i denti.
Rita
soffoca una risata e Woody trattiene un colpo di tosse per coprire
quelle
parole.
Mickey
la guarda esterrefatto bere qualcosa da una lattina e poi scoppia a
ridere
«Potresti essere simpatica anche tu, ragazza» dice
infine porgendole una mano
per stringergliela in maniera civile, e che fosse Mickey a fare il
primo passo
verso la civiltà, questo lascia di stucco Ian.
«Sono
Mickey Milkovich» continua guardandola negli occhi e la vede
prestare
attenzione, come una mamma chioccia preoccupata. «Conosco Ian
da anni e stavamo
insieme, tempo fa, poi…» non sa come continuare
per dire loro che si è fatto
otto anni di galera a causa della sorellastra pazza di Ian, quella
situazione
ha del grottesco.
«Poi
vi siete separati e ora vi siete incontrati di nuovo»
continua per lui Rita.
«Esatto!»
prosegue Mickey cercando di trovare e parole per dire qualcosa che lo
faccia
sembrare una brava persona agli occhi di quelli che sembrano essere
diventati a
tutti gli effetti la nuova quotidianità di Ian. Poi vede Jun
sorridergli
veramente, di quel sorriso dolce e tenero che aveva rivolto a Ian
appena
arrivata.
«Tratta
bene il nostro biscottino, Milkovich» e chiude quella
patetica e imbarazzante
conversazione, in quel modo, dopo uno buffo esasperato di Ian e un
Woody che
cerca di spezzare la tensione parlando di un nuovo film in uscita al
cinema.
Allora
Mickey capisce l’importanza di quell’incontro per
Ian, il far incontrare lui e
quella sua altra realtà fatta da amici, affetto e
complicità. Voleva che
conoscesse, capisse a comprendesse quei ragazzi che sono diventati squadra, amici
e famiglia, così
come lui è amante, compagno e famiglia.
Li
ha visti preoccuparsi per lui, prendersi cura di lui, accoglierlo e
riscaldarlo
in quel loro novo mondo, in maniera tanto diversa a quella a cui lui
è
abituato.
Mickey
capisce e ride, con loro.
Note 2.0: Dunque, è collocata dopo le future!fic di questa raccolta, si sono incontrati, chiariti e ora Ian gli fa conoscere i propri colleghi. Non tiene conto della settima stagione, ma cita la sesta per quanto riguarda la condanna di Mickey. I nomi dei colleghi di Ian sono presi dal dodicesimo episodio di Shameless. E niente, spero vi piaccia.
A presto, Cinzia N. ^^