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Autore: Atlantislux    07/05/2009    6 recensioni
[Gundam 00] Una volta, la donna con l'ombrello aveva tutto sotto controllo. Una volta, l'amante della donna con l'ombrello era un pilota di mobile suit. Una volta, c'era una ragazza i cui sorrisi erano pura finzione. Ma niente dura per sempre.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Ommioddio! Finalmente l'ispirazione venne a me per produrre qualcosa su questo fandom. Ringrazio Sundy/LevyRasputin per le interessanti e kinky conversazioni. Siamo un po' un'associazione a delinquere, non ti pare? XD
Piccolo avvertimento, questa storia è un "what if" (per la serie, cominciamo bene...). ;)


Narciso


La donna con l’ombrello è alta ed elegante, e ha un portamento marziale. Ha un marito che la riverisce, e un amante più giovane, dalla pelle diafana come fine porcellana.
Anche se comincia ad avere freddo, ferma in mezzo al vialetto di un cimitero in terra straniera.

Guarda il suo amante posare un fiore sulla tomba di una ragazza caduta durante la guerra, mentre il cielo piange e lei si chiede perché, in quello stupido paese ai confini della Federazione, le nubi non facciano altro che rovesciare inutile pioggia su un terreno che non sembra certo sentirne la mancanza, tanto è greve d’acqua.
Sovrappensiero stringe le nocche attorno al manico dell’ombrello, nocche che si sbiancano dalla tensione e lei, salda nell’ambizione di voler resistere sotto le intemperie il più possibile, tiene gli occhi fissi sulla scena che si sta spiegando qualche metro più avanti.
La donna con l’ombrello non ha mai conosciuto l’occupante della tomba, perché in quei mesi lei già combatteva per l’altra parte; ma il suo amante le ha raccontato che era una ragazza minuta dagli occhi tristi, partita per la battaglia sul suo mobile suit e ritornata in un’urna cineraria. Le ha detto come si chiamava, ma non perché la conosceva, e non gliel’ha mai descritta. Forse nemmeno lui si ricorda il suo aspetto. Dall’ultima battaglia alla quale ha partecipato ha dimenticato tante cose, il suo amante.
La donna con l’ombrello socchiude le palpebre. C’è voluta molta della sua influenza politica per rintracciare i resti della ragazza, ma per il suo amante sembrava importante, e così poco spesso lui chiede qualcosa per sé che lei non è riuscita a dirgli di no.
Labbra sottili, che raramente concedono al mondo un sorriso, si piegano in una smorfia, mentre la donna con l’ombrello invia una veloce preghiera all’indirizzo della defunta. Qualunque cosa ci sia stata tra quella e il suo amante è finita, e lei non si sente sfortunata di essere arrivata seconda. Meglio seconda che prima e sottoterra, considera cinicamente.
Guarda il giovane tornare verso di lei, e lo osserva alzare una mano per sistemarsi il cappuccio del soprabito. Ha dita sottili ed eleganti, ed una voce gentile. Lei non ha mai creduto che fosse nato per essere un guerriero; semmai un’artista. Un musicista, magari. A volte le suona al pianoforte pezzi che non ricorda dove ha imparato.
La donna con l’ombrello sospira indugiando sugli occhi di lui, che in quel momento esibiscono una dolorosa profondità che non gli è propria. Come se si sentisse in colpa per qualche ragione. Mentre lei è sorpresa. Poiché per quanto gradevole alla vista, e piacevole da accarezzare, a volte il suo amante è così silenzioso ed inespressivo che le sembra di avere accanto una preziosa scultura, invece di un essere umano. Non era così prima.
Ogni tanto qualcuno l’accusa di tenerselo accanto solo perché l’avvenenza del giovane è un pregevole complemento alla sua posizione sociale, ma lei si scrolla le accuse di dosso con un’alzata di spalle. Se a suo marito non importa perché a loro dovrebbe interessare?
Gli uomini suoi colleghi si circondano spesso di concubine a vario titolo, mogli o amanti, in ogni caso niente più che femmine di rappresentanza, quindi, perché non lei?
Il suo amante, poi, è molto più attraente di tutte loro, e pertanto la donna ha deciso che sono solo gelosi della sua fortuna. Di certo, lei non l’avrebbe mai lasciato nel letto d’ospedale dove l’ha trovato. Il posto di quell’angelo ferito, senza memoria e nome, non era certo un inferno olezzante di disinfettante.
È talmente persa nei suoi pensieri che non si avvede che qualcun altro è entrato nel cimitero, e che la sta fissando. Finalmente la donna con l’ombrello si gira, e i loro sguardi si incrociano. Solo un attimo, un veloce sbattere di palpebre, poi l’uomo sembra riconoscerla. A lei invece la sua faccia non dice proprio nulla; a differenza del suo amante che, immobile a pochi passi di distanza, sembra ipnotizzato dal nuovo venuto.
Dopo un istante protratto per troppo a lungo è lo sconosciuto a muoversi, mentre la donna non riesce a spiegarsi la scena. Si aspetta qualunque cosa, ma alla fine è solo con lo sguardo impenetrabile che l’uomo sfiora il suo amante. Gli fa addirittura un veloce cenno con la testa, prima di andare ad inginocchiarsi davanti alla tomba.
La donna non si aspetta che parli, eppure lo fa. La sua voce le giunge soffocata, come se lo sconosciuto stesse facendo uno sforzo tremendo per farla uscire. “Anew aveva un sorriso speciale, sai. Io me lo ricordo bene. All’ultimo momento non ho voluto che scomparisse completamente nel nulla. Se tu sorridessi, saresti come lei.”
Le parole criptiche la incuriosiscono, e la donna vorrebbe chiedergli come fa a conoscere Anew Returner. Ma un’occhiata, lanciata da sopra una spalla, la fa desistere.
“Posso stare solo?”
Lo sguardo coglie di sorpresa la donna con l’ombrello. È carico di nostalgia e di qualcosa che lei conosce benissimo. Invidia. Non è tipo da lasciarsi scoraggiare, ma è il suo amante che finalmente la raggiunge e la prende per un braccio.
“Lascia perdere, andiamo” le dice con voce tesa.
È così raro che lui prenda l’iniziativa che lei lo lascia fare, salendo sul taxi che li sta aspettando. Si fa però l’appunto mentale di scoprire qualcosa sul misterioso uomo, mentre osserva la sua figura chinata scomparire nella pioggia.
“Lo conosci?” chiede al suo amante, passandogli la sciarpa per asciugarsi i capelli.
“Era un… caro amico di mia sorella” risponde lui, incespicando sensibilmente sulla parola ‘sorella’.
Lei lo guarda incuriosita, è la prima volta che il giovane le rivela qualcosa sulla sua famiglia.
“E anche lui conosceva la ragazza che giace in quella tomba?”
“Ha ragione” le sussurra senza risponderle. “Peccato che io non fui creato per sorridere come lei.”

Kati Mannequin, che da quel giorno trascorso sotto la pioggia odia gli ombrelli, ha occhi di ghiaccio, e la sua carriera nell’esercito è stata rapida e sfolgorante. Ha un marito che la venera, e un amante più giovane, dai morbidi capelli color del glicine.
Anche se, da quell’incomprensibile incontro, Revive Revival si è fatto ancora più introverso, e passa lunghe ore allo specchio, incantato dalla propria immagine riflessa, cercando qualcuno in un sorriso che tenta disperatamente di imitare. Senza mai riuscirci.



Beh? Sorpresi vero? Spero di sì ;)
Come dicevo sopra, ringrazio Sundy per le chiacchierate che hanno generato questo mostro, e per la sua "benedizione". Revive che suona Chopin è un'idea che arriva da lei, e non riesco a togliermela dalla testa. Non che mi impegni a farlo, è chiaro. Anzi...
Grazie anche alla mia sister Hanako_chan per essersi sorbita per prima sta roba ^^
  
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