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Autore: Lago    07/05/2009    5 recensioni
Prompt: 04:00 - Sangue dalla Challenge '24 Ore'.
Con cautela, Morgan raggiunge la stanza da bagno, e bussa prima di entrare.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Derek Morgan, Spencer Reid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: '04:00 - Sangue' dalla mia table, nell'ambito della challenge '24 Ore'.



Puoi toccarmi.




Morgan si sveglia sempre, quando Reid si alza.

Ogni volta, come ora, non dà cenno di essersi accorto del freddo che va ad impregnare le lenzuola vuote al suo fianco - nè di sentire i passi sommessi di Reid, a piedi nudi sul pavimento. Rimane sdraiato sul fianco e non apre gli occhi, trattenendosi ancora sul ciglio del sonno, sospeso fra il torbidume notturno e quella lucida, acuminata attenzione che è ormai sua compagna da anni.

Non gli serve tendere l'orecchio mentre ascolta lo scorrere dell'acqua nel bagno, attutito dalla porta accostata, per tutto il tempo che dura - non gli serve contare i minuti, confidando che il suo istinto sarà lesto a riscuoterlo se qualcosa non va.

Come ora, ad esempio - l'acqua ha cessato di scorrere, non saprebbe dire da quanto, e Reid ancora non torna. E Morgan si ritrova sveglio e ben lucido in un morbido, impercettibile istante, quando qualcosa gli scatta nel petto e gli dice - da troppo. Con cautela, raggiunge la stanza da bagno, e bussa prima di entrare.

Reid è seduto sul bordo della vasca, il suo viso un concerto di aspri contrasti nella fredda luce della lampadina sopra lo specchio. Si tiene le mani in grembo, guardandole con un'espressione a cavallo fra un broncio e qualcosa di più scuro e profondo, che Morgan non vuole vedere.

"Non riesco a farlo andar via," dice poi Reid, alzando lo sguardo a incontrare quello di Morgan. Solleva appena le mani, immacolate, mostrandogliele. "Non riesco a pulirlo."

Morgan esita, poggiato contro lo stipite della porta nella sua t-shirt grigia, un accenno di barba che gli impolvera il volto - quindi avanza di un passo, fermandosi di fronte a Reid, e si mette in ginocchio.

"Va bene," gli dice soltanto, prendendo con attenzione le mani di Reid fra le proprie. Si bagna le dita con acqua tiepida ed inizia a strofinare con calma, cercando di portare sollievo alla pelle arrossata, alle nocche che sono state sfregate tanto da spellare.

E, quando ha finito - quando percepisce la postura di Reid ammorbidirsi, sente il suo respiro che pare più libero, ora - Morgan si porta quelle mani al volto, baciandone i palmi, il dorso, le dita ripiegate.

Reid tenta di ritrarsi, le braccia che danno uno strappo, d'istinto - ma Morgan si preme le sue mani contro le guance, e non lo lascia andare. "Puoi toccarmi," gli dice, con voce bassa, pacata. Inclina la testa, cercando gli occhi di Reid, che lo guardano esitanti da sotto le ciglia. "Non c'è più sangue, ora."

E' solo più tardi, quando il respiro di Reid si è fatto lento e regolare - che Morgan gli nasconde il viso contro la nuca, aderendo alla sua schiena, sentendone il corpo caldo e sicuro fra le braccia. Sospira, mentre chiude gli occhi. "Non smettere mai di toccarmi," sussurra.

E negli ultimi, confusi pensieri, mentre lascia che il sonno torni a raggiungerlo, dilagando piano nella sua testa, si domanda - se Reid sappia - che soltanto così Morgan ha imparato lavare via il sangue anche dalle proprie mani. Solo così.



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