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Autore: telesette    05/10/2016    1 recensioni
Scaricata per l'ennesima volta dal Joker, salvata in extremis da Batman, Harley Quinn prova seriamente a riflettere su ciò che la vita ha ancora in serbo per lei e ciò che le interessa davvero...
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Batman, Harley Quinn, Joker, Un po' tutti
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chi sei veramente Harley?
immagini tratte da internet


- Sono o non sono grande?
 

Harley Quinn batté le mani con ammirazione, mentre il grande areostato a forma di "testa del Joker" si sollevava nei cieli di Gotham con il nuovo motore a idro-reazione appena rubato dai laboratori delle industrie sperimentali Wayne.

- Con questo bel gingillo, anche una rudimentale mongolfiera come questa potrà concorrere con il BANG supersonico dei più moderni aerei a reazione - gongolò il criminale. - Cosa non darei per vedere la faccia di Batman quando lo saprà...
- Sei fortunato allora, tesoro - esclamò Harley facendo segno con l'indice di guardare giù. - Il pipistrello sta arrivando proprio in questo momento!

Al Joker per poco non saltarono le coronarie, quando si rese conto che la Batmobile stava sfrecciando nelle strade sottostanti per non perdere di vista il mezzo con il quale i due squinternati supercriminali si stavano dando alla fuga. Subito Joker provò ad accendere il motore rubato, in modo da sfruttarne l'energia per seminare lo scocciatore, ma essendo un prototipo ancora in fase sperimentale non poteva generare abbastanza potenza con più di un passeggero a bordo.

- Dannazione, abbiamo troppo peso con noi - imprecò il criminale.
- Ma no, zuccherino, io sto pure facendo la dieta - piagnucolò Harley, tastandosi le proprie curve senza neanche un filo di grasso.

Ignorandola, Joker continuò ad armeggiare col motore, conscio che la Batmobile stava guadagnando terreno e che ben presto il pipistrello si sarebbe lanciato loro addosso con uno dei suoi soliti rampini da aggancio.
Sotto di loro, intanto, Batman stava dando istruzioni a Robin su come gestire il navigatore per puntare la Batmobile dritta sul bersaglio.

- Mantieni la velocità - disse. - Sto per azionare l'espulsore!
- Va bene!

Joker stava digrignando i denti per la rabbia.
Un piano che stava filando liscio come l'olio rischiava adesso di fallire, per una banalissima questione di peso supplementare, a meno che...

- Ehm, Harley cara - sogghignò dolcemente, afferrando la ragazza con violenza per il bavero. - Lo sai cosa fanno le mongolfiere per mantenersi in quota?
- No, zuccherino - rispose lei ingenuamente. - Cosa fanno?
- E' semplice: buttano fuori la ZAVORRA !!!

Ciò detto, Joker scaraventò Harley di sotto da una quota di almeno centoquaranta metri.
La ragazza urlò, agitandosi disperatamente nel vuoto, ma già avvertiva l'inevitabile momento in cui si sarebbe spiaccicata al suolo come una frittella. Joker non batté ciglio nel vederla cadere, accompagnandola con una crudele risata goliardica, mentre lei invocava a squarciagola il suo nome supplicandolo di aiutarla.

- Spiacente, Arlecchina mia - sorrise sventolando un palloncino sgonfio. - Sono finiti i paracadute!
- Nooo... AIUUUTOOO !!!

Dalla sua posizione, attraverso le apparecchiature sofisticate della Batmobile, Batman poté assistere in diretta a tutta la scena e ciò lo riempì di rabbia. Il cinismo del Joker era veramente senza limiti: era addirittura giunto a sbarazzarsi della sua alleata, l'unica donna sufficientemente pazza da amarlo sinceramente fino all'abnegazione, senza alcuno scrupolo e senza neppure un briciolo di rimorso.
Che cosa doveva fare?
Salvarla significava rischiare di perdere il diabolico pagliaccio che, ormai libero da qualsivoglia ostacolo, poteva tranquillamente sfruttare appieno tutte le risorse del motore per sfuggire alla cattura. D'altra parte Bruce Wayne non poteva lasciar morire deliberatamente qualcuno, neppure se questi stava dalla parte opposta della barricata, era questa la regola che si era imposto al momento di indossare la maschera.

- Cambia la sequenza, Dick - ordinò. - Sposta i parametri dalla mongolfiera e imposta il bersaglio di aggancio su Harley Quinn ma presto!
- Ma... Così rischiamo di perdere il Joker! Ormai gli siamo addosso e...
- Fa come ti dico!

Robin ammutolì.
Quando Batman impartiva un ordine categorico non c'era verso di contraddirlo. In men che non si dica la sequenza di aggancio fu invertita sulla velocità di caduta della donna e, fissando gli accessori necessari alla fibbia della cintura, Batman scagliò il rampino su uno dei grattacieli in lontananza e si catapultò fuori dalla Batmobile giusto in tempo per salvare Harley Quinn da una ben misera fine.
Il braccio muscoloso del pipistrello attorno alla vita, togliendole il fiato fin quasi a farla svenire, la riportò alla realtà più in fretta della velocità con la quale era precipitata giù dalla mongolfiera.

- Ehi, dico - esclamò lei contrariata. - Va bene salvarmi la vita, ma non c'è alcun bisogno di "soffocarmi", credo!

Ignorando le sue sciocche proteste, Batman sganciò il rampino e atterrò su uno dei cornicioni onde farle riprendere fiato. Contemporaneamente chiese a Robin la posizione attuale del Joker, pur sapendo che ormai era troppo tardi per riprendere l'inseguimento, e infatti il ragazzo gli spiegò che il segnale della mongolfiera era sparito dal radar e da tutte le altre apparecchiature disponibili.

- Lo immaginavo - mormorò Batman rassegnato. - Telefona al commissario Gordon e digli di mandare qualcuno a prendere Harley Quinn!
- Potresti almeno chiedere cosa ne penso, no? - replicò aspramente l'interessata. - Se non fossi piombato a rovinare tutto, come al solito, io e Mr. J a quest'ora saremmo da Chef Maxime ad assaporare caviale davanti ad una bella coppa di champagne... Invece del menù di Arkham, a base di pane e acqua!

Batman non disse niente.
Semplicemente si limitò a rimettere a posto gli accessori nella cintura, nascondendo il tutto alla vista sotto il mantello, e fissò duramente Harley attraverso le strette fessure triangolari degli occhi.

- Cos'è, ti aspettavi forse che ti ringraziassi o magari che ti buttassi le braccia al collo? Beh, mi dispiace BATS... Decisamente non mi considero una grande sostenitrice del tuo fun-club! 
- Mi accontento di constatare che sei "viva" - rispose Batman atono. - Il resto non mi riguarda!

Harley s'acquietò di colpo, non senza una certa dose di vergogna.
In fin dei conti, Batman le aveva appena salvato la vita mentre Joker, per poco, non gliela faceva perdere.
Chi era il vero "Mostro di Gotham" tra i due, il pagliaccio psicopatico o lo psicopatico uomo-pipistrello?
Harley non sapeva più che pensare, tanto si sentiva triste e vuota, e il pensiero che i suoi sentimenti per Joker non fossero ricambiati era semplicemente troppo difficile da accettare.
Lei lo amava!
Lo amava malgrado tutto, malgrado il fatto stesso che egli avesse appena tentato di ucciderla, e questo non era certo "divertente" come pensava.
Batman era l'unico a nutrire un minimo di interesse per lei, forse pietà o forse solo una qualche forma di compassione, ma di certo non gli era indifferente lasciarla spiaccicare al suolo da centoquaranta metri di altezza.
Forse gli doveva qualcosa, dopotutto.
Anche solo un semplice "grazie", modesto ma sincero, qualcosa doveva pur dirgli.

- Batman - esalò quasi con un singhiozzo. - Ecco, io...

In quella riecheggiarono giù dalla strada le sirene della polizia. Bullock e altri due agenti erano appena giunti a prelevare Harley Quinn per trasferirla al manicomio criminale di Arkham seduta stante.
La ragazza si accasciò rassegnata, aspettando che gli agenti salissero a metterle le manette ai polsi. Tuttavia, prima di andarsene, fu Batman a dirle qualcosa di sincero e confortante allo stesso tempo.

- Ricordo il tuo primo ed unico giorno di libertà vigilata - esclamò lui, un attimo prima di spiccare il volo tra i tetti. - Molti non credevano al tuo ravvedimento, e certo oggi difficilmente ti darebbero un'altra occasione per dimostrarlo, ma se ti può interessare io ci ho creduto per te... e ci credo ancora!
- Eh ?!?

Harley non riusciva a credere alle proprie orecchie. 

( continua )...

   
 
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