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Autore: Sameko    05/10/2016    5 recensioni
Una Genocide rimasta incompleta.
Una Pacifist che si prospetta essere quella definitiva, quella che assicurerà il lieto fine a lungo sperato.
Ma gli ingranaggi erano già stati messi in moto da tempo. Fili che dal passato tendono verso il presente aspettano di intrecciarsi con un futuro ancora incerto. Ed è ora che iniziano le sfide più difficili, in cui anche una mano amica in più può fare la differenza.
L’importante è non perdere mai la propria determinazione.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chara, Frisk, Sans, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Sintonia 

 
 
 
Prologo: Ricominciare






*Sans is sparing you.


. . .
 


Sans la stava risparmiando… ancora.
Erano già arrivati a questo punto due tentativi prima… aveva creduto già allora di aver trovato la soluzione per cancellare questa sequenza temporale maledetta… credeva che, finalmente, avrebbe smesso di uccidere i suoi amici… ma si era orribilmente sbagliata. L’attacco a tradimento di Sans davanti alla sua pietà la aveva fatta ritornare al punto di partenza. E Chara si sarebbe stancata presto di prolungare questo scontro, soprattutto dopo tutte le volte che Frisk era già tornata indietro in seguito all’ennesimo tentativo fallito.
Sentiva la presenza dello spirito della ragazzina alle sue spalle, circondato dall’aura assetata di potere che lei stessa aveva alimentato dopo ogni uccisione, al punto che aveva preso la forma fisica di un mantello d’oscurità intorno all’essenza di Chara.
« Che cosa decidi di fare, amica mia? Sai già cosa succederà se ricambi la sua pietà. »
La voce di Chara era una cacofonia di suoni gravi e sgraziati, un insieme di bassi stridi che soltanto Frisk poteva udire.
« Ma noi ora abbiamo imparato che la pietà non aiuta a sopravvivere, vero? »
Frisk fece del suo meglio per nascondere l’espressione tesa sul suo volto. Era il suo momento di decidere, di tentare di nuovo… o sarebbe stata la fine per tutti se lei avesse perso la sua determinazione. Doveva però puntare su qualcosa di differente…
Non combattere, non risparmiare… agire.
« Mi stai davvero risparmiando? So già cosa succederà se… abbasserò la guardia. »
Dalla sua visuale, non riuscì a scorgere la reazione di Sans, il suo volto era adombrato dalle sagome scure delle colonne.
Pochi secondi di silenzio passarono prima che l’occhio sinistro del mostro tornasse a rifulgere di luce azzurra. Non un buon segno, ma immaginava che si sarebbe irritato e non poteva nemmeno biasimarlo. Lui le aveva detto di non far presente agli altri sé del suo rifiuto di resettare questa linea temporale ed era ormai palese che Frisk aveva ignorato persino quella semplice richiesta.
« Eh… suppongo che non siamo mai stati amici, dopotutto. Mi chiedo, allora… perché stai esitando? Cosa ti trattiene dal proseguire lo scontro? » Le rispose Sans, i suoi lineamenti parzialmente illuminati dalle volute di magia sprigionate dall’orbita sinistra.
Frisk soppresse un brivido lungo la schiena.
« È come ti avevo detto, Frisk. Loro non sono mai stati tuoi amici, nessuno di loro. Io sono la tua unica amica. »
Chara le si era avvicinata, i suoi sussurri le solleticavano il collo come brezze irrequiete di vento. Frisk non le rivolse uno sguardo, ma avrebbe visto solo un ghigno sfigurato dal compiacimento sul viso incorporeo dell’altra ragazzina nel caso lo avesse fatto.
Invece, notò che Sans aveva tolto la mano sinistra dalla tasca della felpa, come se si stesse preparando ad attaccare di nuovo. E questo non doveva succedere.
« Mi ascolteresti, se te lo chiedo per piacere? » Chiese frettolosa Frisk, riuscendo tuttavia a mantenere un tono di voce relativamente calmo.
Sans sembrò ponderare la sua proposta per qualche secondo, come se volesse leggerle dentro e scandagliare ogni suo pensiero.
Lo vide smorzare l’alone azzurro intorno alle dita scheletriche, ma il braccio restò comunque in allerta al suo fianco.
« Va bene. » Disse, chiudendo gli occhi, come se stesse trattenendo un sospiro tollerante… o, peggio, iracondo. « Sentiamo cos’hai da dire. »
Sentì l’aura nera di Chara tremolare in segno di incomprensione.
« Che stai facendo? » Le chiese lo spirito, con un ringhio che non era riuscita del tutto a sopprimere.
Frisk chiuse gli occhi e prese un lieve respiro prima di replicare.
“ Aspetta, Chara… tra poco… porrò fine a tutto. Devi solo aspettare. ” Le inviò quel pensiero, sperando di placare il malumore dell’altra ragazzina. Sembrò sufficiente per il momento, ma non sapeva per quanto avrebbe resistito, per quanto ancora avrebbe potuto prendere tempo. Doveva affrettarsi.
 

La rabbia ribolliva freddamente dentro di lui, era un incendio per ora contenuto, ma che attendeva solo il momento più opportuno per scatenare la sua forza distruttrice… e il suo autocontrollo era l’unico freno in grado di domarlo.
Ogni granello di polvere che volteggiava nell’aria poteva essere l’ultimo debole rimasuglio di un mostro innocente, spazzato violentemente via dalla disgrazia che aveva di fronte. Ognuno di quei granelli di polvere poteva essere… poteva essere suo fratello. Eppure, anche con questa dolorosa consapevolezza che pesava sulla sua anima, a Sans non interessava la vendetta, non gli interessava perché sapeva che non avrebbe mai potuto ottenerla, non da un essere tanto crudele e perverso, dotato di un potere con cui non poteva competere. Ma il motivo che aveva portato allo sterminio quasi completo della sua razza, oh, quello pretendeva di saperlo. Non gli importava se la giustificazione che avrebbe ricevuto sarebbe stata infantile e insensata, voleva solo sapere, così da non avere ripensamenti, qualunque cosa fosse successa in seguito… così da non esitare nel demolire psicologicamente quella mocciosa, nel ridurre a pezzi la sua determinazione, l’unica cosa che Sans aveva almeno una possibilità di distruggere.
« Grazie… per avermi permesso di parlare. »
Quando sembrò rendersi conto che Sans non avrebbe risposto al suo ringraziamento, continuò a parlare.
« Mi… m-mi dispiace… mi dispiace di aver causato tutto questo. » Mormorò infine la marmocchia e, nonostante la voce flebile, riuscì comunque ad udire quelle parole.
Sans aveva quasi voglia di riderle in faccia. Credeva davvero che delle semplici scuse potessero essere la soluzione per porre fine alla sofferenza che aveva disseminato? Non sarebbero mai state sufficienti, mai, non per lui, perché i ricordi di questa linea temporale sarebbero prima o poi riemersi dal suo subconscio, avrebbero sicuramente trovato uno sbocco da qualche parte per raggiungerlo… lo facevano sempre, in qualche modo. Gli altri potevano dimenticare, ma Sans non avrebbe mai dimenticato, neanche se lo avesse voluto. E in questa situazione non avrebbe tanto meno offerto il suo perdono con leggerezza.
« Che cosa speri di ottenere dopo avermi chiesto scusa? La mia comprensione? O vuoi semplicemente pulirti la coscienza? » Le rispose duramente Sans, inclinando un poco la testa con finta curiosità.
« Non spero di ottenere il tuo perdono… e nemmeno quello degli altri. » Replicò lei ed era evidente il suo sforzo nel dosare le parole, come se temesse di dire qualcosa di sbagliato… come se temesse di ferire. E Sans non riusciva a comprendere il perché avesse paura di ferire, dopo tutte le innumerevoli volte che lo aveva già fatto, non a parole, ma con la forza del coltello che stringeva in mano. Non aveva senso. « Voglio solo rimediare ai miei errori… ad ogni mio errore. »
Il sorriso di Sans si incrinò un poco. Vedeva una sincerità nascosta in quelle parole, la percepiva, era lì… Ma perché era lì? Perché vedeva la sincerità nel volto dell’assassina che aveva fatto fuori Papyrus? Perché?
La magia reagì in risposta all’intensificarsi delle sue emozioni, ma Sans represse tutta quell’energia per adesso inutile. Non era il momento, non ora.
« Sono un bel po’, te ne rendi conto? Non credo sia possibile contarli tutti, i tuoi errori. »
Ricevette solo un cenno d’assenso in risposta. Niente inganno, neanche questa volta. Cosa c’era che non andava in quella… in quella cosa. Non comprendeva questo cambio di atteggiamento. Stava, per caso, trascurando un dettaglio importante per completare il quadro d’insieme?
« So che non ci saranno mai parole adatte per giustificare quello che ho fatto, ma voglio davvero rimediare e… »
« Ho io ora una richiesta da farti. » La interruppe Sans. « Voglio una risposta. »
La aveva chiaramente presa in contropiede, ma badò poco all’espressione tesa sul volto della ragazzina. Proseguì e persino alle sue stesse orecchie la sua voce suonò mortalmente seria.
« Perché hai intrapreso questo cammino e non un altro? »
“ Perché scegliere di fare del male, quando puoi scegliere di fare del bene? ”
La risposta non arrivò immediatamente, Sans dovette attendere per parecchi secondi… ma aspettò comunque… in fondo, non aveva niente di meglio da fare, giusto?
« Perché… ero curiosa. »
Non era la verità. Sans ebbe il tempo di metabolizzare solo questo, prima che la sua avversaria partisse improvvisamente all’attacco.
Richiamò repentinamente una scarica di ossa e le scagliò contro la ragazzina non appena abbassò il braccio.
Vennero schivate quasi tutte, poche tagliate in due dalla lama del suo coltello, ancora meno riuscirono a colpirla.
Sembrava più decisa di prima… più determinata. Significava, forse, che la marmocchia non aveva ancora dato il meglio di sé?
Fu allora che avvenne l’imprevisto. Il coltello le cadde di mano e rimbalzò con un rumore metallico sul pavimento dorato… no, Sans dovette rapidamente correggersi: non le era caduto, lo aveva gettato via volontariamente.
Quattro metri scarsi erano adesso la distanza che li separava.
Ma perché aveva rinunciato alla sua unica arma?
Tre metri.
Perché? Non aveva senso!
Due.
Dovrebbe fermarla. Dovrebbe attaccarla subito.
Uno.
Il braccio non si muoveva. Non riusciva a muoverlo… o, forse, non voleva muoverlo.
. . .
Nessuna distanza, ora, che poteva separarli.
Gli si era aggrappata addosso con un gesto che Sans non avrebbe potuto definire in altro modo se non… disperato. La paura lo aveva paralizzato non appena quelle braccia si erano avvolte attorno alla sua vita. Aveva temuto che un’arma nascosta lo avrebbe pugnalato alle spalle subito dopo, aveva temuto di vedere un sorriso di derisione formarsi sul volto di quel demone una volta messo a segno l’unico colpo che avrebbe decretato la sua vittoria, aveva temuto di vedere il suo ventre colorarsi di rosso nel tempo di due respiri… nessuno di questi scenari si concretizzò.
E… Sans non riusciva a digerire il fatto che quello scherzo della natura non gli avesse fatto ancora del male, per l’ennesima volta. Perché… perché sarebbe stato giusto se, dopo aver esitato in modo così esponenziale, avesse finito col pagare cara la sua ingenuità… perché sarebbe stato scontato morire a causa di un solo tragico errore…
Ma questo. Questo era un qualcosa che Sans non avrebbe mai potuto prevedere.
 

Ce la aveva fatta… e, questa volta, per davvero.
Sans era lì, vicino a lei, lo aveva raggiunto finalmente. Avrebbe pianto senza mai finire le lacrime, perché l’incubo sarebbe finito alla fine e tutti i suoi amici sarebbero stati riportati indietro, vivi, con un solo semplice reset. Ma non poteva, non adesso, perché se la luce del risveglio poteva essere intravista, non significava necessariamente che sarebbe potuta arrivare a toccarla.
Chara era sempre lì, in silenziosa osservazione, sentiva il suo sgomento e la sua rabbia cominciare a crescere e ad addensarsi nell’aria e Frisk non poté evitare ad un brivido di correrle lungo la schiena. Doveva sbrigarsi, presto il tempo a sua disposizione sarebbe scaduto!
« Sans! Entra in sintonia con la mia anima! » Gridò la ragazzina, mossa dall’urgenza, dalla paura, guardando lo scheletro negli occhi, cercando di comunicargli quanto avesse bisogno del suo aiuto in quel momento, quanto fosse di vitale importanza che lui si fidasse, nonostante solo una manciata di segnali ben criptati potessero confermare che lei era stata sincera quando aveva dovuto esserlo.
Sans non si mosse, non le parlò, non fece assolutamente niente, come se volesse ritrarsi e le braccia di Frisk fossero l’unico ostacolo che gli impediva di allontanarsi.
« Che cosa stai facendo?! »
La voce di Chara rimbombò come un tuono intorno a lei, dentro di lei, e il cuore di Frisk perse un battito. Il panico le serpeggiò dovunque in tutto il corpo, le ginocchia le tremarono e cedettero all’improvviso. No, no, no! Non poteva permettere a Chara di sopraffarla, di prendere il controllo, ora che non avrebbe potuto combattere un tentativo di possessione! Non ce la avrebbe mai fatta da sola a scacciare via Chara!
Non seppe dove trovò la voce per parlare di nuovo e riuscì a malapena a mettere insieme una frase coerente.
« Non c’è più tempo! Ti prego, Sans! Ti prego! »
Strinse due lembi della felpa del mostro tra le mani, cercando di provocare in lui una reazione qualsiasi, una qualunque, tutto sarebbe stato meglio di quella fredda immobilità.
Un ruggito fece sobbalzare Frisk e uno sguardo di terrore le attraversò il volto vedendo Chara scagliarsi contro di lei. Gli occhi della prima umana erano diventati due abissi che lacrimavano nero, la sua aura era ovunque attorno a lei, scura e irrequieta, ribollente di rabbia pura.
« Maledetta traditrice! »
Frisk sbarrò gli occhi, neanche un urlo riuscì ad emettere, troppo terrorizzata e consapevole della fine ormai imminente. Aveva lottato, aveva tentato, ma non era stato sufficiente. E aveva fallito, alla fine. Troppi rimpianti, troppe colpe, troppo tempo sprecato… non era pronta a rinunciare ad ogni cosa che aveva amato!
“ Chara, no! F-fermati! ”
Per quanto sapesse con certezza che sarebbe stato inutile supplicare Chara, quel pensiero si era comunque formato nella sua testa. Rappresentava la sua ultima speranza, la sua ultima scintilla di determinazione. Se anche quell'ultima disperata azione non avesse funzionato… avrebbe potuto dire, con tutta sé stessa, di averci provato fino al suo ultimo respiro.
Qualcosa successe. Ma era un qualcosa in cui aveva cominciato a non sperare più.
Sans la strattonò all’indietro per un braccio, frapponendosi fra lei e Chara.
Frisk avvertì allora un’energia incredibile rinvigorire il suo essere, riempiendolo di forza e… luce. Luce azzurra e dorata, calma, bella, ma travolgente come una cascata. La sua anima rispose al tocco di quella luce, cercando di legarla a sé strettamente, ma dei viticci di oscurità la stavano irrimediabilmente crepando in diversi punti, indebolendola a dispetto dell’aiuto che stava ricevendo.
Frisk sentì per un istante la sua coscienza scivolare via, ma la presa sul suo braccio si intensificò, le diede il sostegno per non accasciarsi a terra e sprofondare nell’abisso del nulla.
Resta determinata!
Non era la solita voce che la aveva sempre rincuorata ogni qualvolta andava incontro al GAME OVER, era diversa, questo sì, ma Frisk non decise di ignorarla.
Restò determinata, così come le era stato detto, e la sua anima riuscì a sfiorare la luce quel poco che bastava per accoglierla e sfruttarne l'energia di cui era colma. Le crepe si risanarono e i viticci si dissolsero come sabbia.
Un grido irato e sofferente la scosse internamente e Frisk riaprì gli occhi per lo spavento.
Chara era scomparsa.
Il corridoio era silenzioso, gli uccellini cinguettavano come prima, le vetrate creavano i loro suggestivi disegni con la luce che filtrava attraverso la barriera.
Aveva… vinto?
No.  Questa non era una vittoria. Non poteva essere considerata una vittoria dopo tutte le persone che aveva fatto soffrire. Che fosse stata obbligata ad agire in quel modo non era di nessuna importanza, la colpa era comunque sua. Se non fosse stata così disperata, così stanca, così arrabbiata, se non avesse avuto quel singolo momento di debolezza…
Frisk crollò a terra, sfinita, singhiozzante, e Sans non la aveva trattenuta questa volta. Non aveva nemmeno il coraggio di guardarlo in faccia, per timore di cosa avrebbe visto ora nei suoi occhi… che lo scheletro restasse all’oscuro delle vere intenzioni che la aveva trasformata in una macchina di morte, o che invece venisse a sapere tutta la verità, non faceva davvero differenza. Se Sans la avesse uccisa qui ed ora, senza rivolgerle una parola, almeno avrebbe potuto costruirsi per sé l’illusione che quegli occhi sarebbero stati ripuliti da un altro reset, anche se sarebbe rimasta l’amara consapevolezza che nessun potere avrebbe mai potuto darle un perdono che non sentiva, in fondo, di meritare.
Un frusciare di vestiti la spinse a schiudere le dita con cui si stava coprendo gli occhi umidi.
Sans si era seduto a gambe incrociate, esattamente di fronte a lei. Non percepì ostilità nella sua postura. Ciononostante, quell’azione la lasciò confusa.
« Io… » Mormorò, ma non aveva idea di cosa dire.
« Frisk… giusto? È questo il tuo nome? » Le chiese Sans, con un tono innaturalmente calmo.
Frisk annuì lentamente, asciugandosi le lacrime con le nocche.
« Beh, Frisk… suppongo di non poterti addossare la colpa di questo casino… o, almeno, non tutta la colpa. D’altronde, nonostante il problema spinoso che ti è capitato tra le mani, sei riuscita comunque a mantenere i nervi saldi e a trovare una soluzione… in pochi sarebbero stati in grado di cavarsela come hai fatto tu. »
La ragazzina abbassò lo sguardo, fissandosi le ginocchia.
« Come… lo sai? »
Sans chiuse gli occhi con un vago sorriso accondiscendente.
« Quando due anime entrano in sintonia, è come se si specchiassero l’una nell’altra, rivelano la loro indole, il loro io più profondo… ho visto così la tua vera natura. Hai un cuore buono e gentile, lotti sempre per fare la cosa giusta, ami e soffri per tutti noi qua sotto... » Sans riaprì l’occhio destro, scrutandola. « Non è così? »
Frisk annuì ancora. Alzò esitante lo sguardo, un po’ incoraggiata dal fatto che quella si stava rivelando una semplice conversazione a tu per tu.
« L’accesso ai tuoi ricordi era bloccato. Se l’hai di fatto di proposito o meno non è importante adesso, sarebbe stato comunque irrispettoso da parte mia rovistare dove non devo. Vorrei, allora, che sia tu stessa a rispondere alla mia domanda di prima. Con la risposta sincera, ovviamente. »
Dare a Sans quello che voleva e che si meritava di sapere fu più difficile del previsto. Frisk restò in silenzio per qualche secondo, riflettendo sul suo comportamento, sui suoi sentimenti, sui suoi pensieri di adesso e quelli che la avevano fatta cadere nella trappola di Chara. Fu un confronto impegnativo, ma Frisk aveva capito che l’obiettivo di Sans era stato proprio questo: spingerla a guardare dentro il suo animo, per non sbagliare in futuro.
Alzò la testa, non evitò lo sguardo placido del mostro mentre replicava.
« Perché pensavo di fare la cosa giusta… per voi… » Si fermò… ma decise di non omettere l’ultima parte della sua risposta. « E… per me. »
Sans socchiuse le palpebre, rivolgendole un’occhiata contemplativa.
« L’importante è che tu sia onesta con te stessa… ma immagino che queste parole non siano nuove per te. »
Detto questo, Sans si rialzò in piedi. Frisk seguì il suo esempio, un po’ esitante, stringendo le maniche del maglione per il silenzio disagioso. In compenso, però, quel dialogo le aveva schiarito la mente. Si sentiva certamente meglio. Ma c’era qualcosa che ancora doveva essere detta, non da Sans, ma da lei.
« Grazie… per aver creduto in me… » Mormorò Frisk. « Grazie. »
Sans si strinse leggermente nelle spalle.
« Eh… non lasciare che questi sforzi vadano sprecati. » Disse. « D’accordo? »
Frisk fece un sorriso mesto.
« D’accordo. »
Il riso dello scheletro assunse una sfumatura più genuinamente ilare.
« Cerca di renderli felici, piccola… cerca di rendere felice Papyrus. »
Lei sorrise meno timidamente. Voleva il lieto fine ora, per tutti loro. Doveva solo ritornare al bivio che la aveva ingannata facendole prendere la strada sbagliata… e, da lì, ricominciare, senza dimenticare gli insegnamenti che il sentiero errato le aveva donato. Non sarebbe stato semplice, ma nulla si ottiene senza un po’ di sacrificio.
« Lo farò. » Affermò, con decisione, con determinazione.
Il lieto fine attendeva di essere conquistato ormai da troppo tempo.
« Ricorda una cosa, Frisk. La Sintonia che abbiamo stabilito ti proteggerà fino a che non cancellerai questa linea temporale. » La avvisò Sans, il suo sguardo si adombrò nuovamente e per l’umana fu quasi istintivo stringere leggermente i denti. « Fa quello che ritieni debba essere fatto. »
Frisk assentì con la testa. Certo… c’era ancora una faccenda in sospeso.
 

Faceva male… dappertutto, dovunque… faceva così male che nemmeno riusciva a piangere.
Si portò le mani contro il petto, rannicchiandosi debolmente, come un cucciolo spaventato e ferito a morte. E non era solo un modo di dire… stava morendo davvero, lentamente, pezzo per pezzo… e aveva paura.
Non voleva morire, non ci sarebbe stata una garanzia di ritorno… non questa volta.
Digrignò i denti con quanta forza aveva ancora in suo possesso, cercando di attingere all'odio e alla disperazione che le aveva impedito di morire per tutti questi anni, ma non li trovò, il dolore le stava offuscando i pensieri. Un lamento sofferente lasciò la sua bocca. Non voleva che finisse così... non voleva… non...
« A-aiu… to… » Bisbigliò, disperata. « As… riel… »
Ma Asriel non sarebbe mai venuto ad aiutarla. Anche se il principe avesse voluto raggiungerla, non avrebbe potuto, non qui. E non lo avrebbe fatto, non dopo tutto ciò di male che tra di loro era successo.
Ciò che restava della sua essenza si stava sgretolando come polvere… come la polvere che aveva tanto gioito nel vedere spargersi dovunque lei e Frisk passassero. Avrebbe presto condiviso lo stesso destino dei mostri del cui dolore si era solamente presa gioco e l’ironia di quella realizzazione la colpì come un macigno pesante tonnellate.
Come poteva il mondo essere così crudele? Non meritava anche lei di essere felice? Non… lo meritava…?
« Q-qualcuno… qual… c-cuno… »
Continuava a supplicare un soccorso, nonostante sapesse che nessuno avrebbe risposto. Nessuno avrebbe mai voluto aiutarla.
« Chara? »
… N-nessuno?
Due braccia la sollevarono delicatamente, con una gentilezza che le era ormai estranea dopo anni di buio e solitudine, ma di cui conservava ancora il ricordo nella sua memoria in frantumi.
« F-Frisk…? » Sussurrò, affaticata. Aveva riconosciuto la sua voce, dai toni dolci e levigati e Chara non poteva credere che la ragazzina fosse davvero lì, che la avesse cercata, che fosse tornata per lei.
« Stai tranquilla, Chara… andrà tutto bene, ti aiuterò io. »
Chara era senza parole.
« P-perché? Dopo tutto quello che ho f-fatto… Tu… v-vuoi aiutarmi? »
La replica di Frisk non si fece attendere.
« Sì… avrai anche tu il tuo lieto fine. Non ti lascerò indietro, se non sarai tu stessa a chiedermelo. »
Chara abbassò la testa, tremando per il dolore e per l’incomprensibilità di quella dichiarazione assurda.
« Non dovresti… comportarti così! » Gridò, scioccata. « Dovresti essere furiosa con m-me! Dovresti… ridere di me! Perché non ridi? P-perché?! »
Sentì Frisk sospirare sopra di lei.
« È vero. Forse, dovrei esserlo. Ma non ci riesco, non adesso che hai bisogno di aiuto… »
Una pausa, poi riprese a parlare.
« Voglio salvarti, Chara. Voglio offrirti il mio perdono… voglio che tu abbia la possibilità di redimerti. »
« M-ma… perché? » Balbettò lei, le lacrime che cominciavano ad affiorare.
« Perché tutti meritano di essere felici, se sono disposti a cambiare, a migliorare per gli altri. »
Chara riuscì finalmente a vedere il volto di Frisk. Le stava sorridendo con una sincerità devastante ed ebbe la sgradevole sensazione di essere indegna di ricevere un sorriso del genere, tanto buono e privo di malizia.
« Vuoi essere felice per me, Chara? Vuoi avere di nuovo degli amici? Vuoi ricominciare a vivere? »
Fissò Frisk con una flebile speranza negli occhi, ma subito ricacciò indietro quel sentimento, quasi con stizza. Non c’era speranza per lei e non voleva perdersi in una fantasia così dolce, che mai avrebbe potuto veder realizzata.
« Io non sono più… viva. Non ho un corpo, quel poco che resta della mia anima sta per essere… ridotto in pezzi… »
« Creerò un nuovo corpo per te, qui ed ora. La mia anima è ancora in sintonia con quella di Sans… posso usare la sua magia e la mia determinazione per farlo e rimettere in sesto la tua anima allo stesso modo. Non sarai più umana, ma potrai comunque tornare a vivere. » Le rispose Frisk, entusiasta. « Accetti, vero? »
Chara chinò il capo, cercando di nascondere a Frisk le lacrime che le stavano rigando le guance. Voleva riavere una vita di cui godersi ogni singolo istante, lo voleva con tutta sé stessa. E, questa volta, non vi avrebbe rinunciato tanto facilmente.
« Sì. »
Le braccia di Frisk la avvolsero più strettamente e Chara si abbandonò nell’abbraccio dell’altra, lasciandosi rassicurare e confortare dal calore dell’anima della sua nuova amica.
« Ricominciamo insieme, amica mia. »
Chara annuì debolmente.
« Non desidero altro. »
 


. . .
 


RESET?
 
YES          NO 



. . .





Sameko's side
Uhm... finalmente ho preso coraggio e mi sono decisa a postare questa storia che ho tenuto nel cantiere della mia testa per un casino di tempo a questa parte. ^^
Lo ammetto, l'inizio non è dei più originali e non ci sono differenze così importanti finché, ovviamente, non avviene la vera e propria divergenza causata dalla "rinascita" di Chara, che porterà un po' di interessanti... cambiamenti al canone di Undertale ( e non solo ). 
Per chi se lo stesse domandando, no, la Sintonia non è una cosa che mi sono inventata di sana pianta, non completamente almeno. In realtà, è un processo già presente nel videogioco in sé ( e, ve lo garantisco, non ci vogliono cheat particolari per assistervi ). Io gli ho solo dato un nome, l'ho reso un po' più complesso di come ce lo hanno presentato e, vabbé, tanti altri dettagli e roba tecnica che vi verranno rivelati a tempo debito. Se avete già identificato il corrispettivo della Sintonia nel videogioco, beh, congratulazioni a voi! Per chi non c'è ancora riuscito, non si preoccupi, lo capirà in seguito. ;)
Come avrete potuto intuire, i protagonisti principali di questa long saranno Frisk, Chara e Sans ( tutti e tre personaggi che rientrano nella schiera dei miei preferiti e che spero di riuscire a rendere al meglio nei prossimi capitoli ), con la presenza più o meno frequente del resto del cast di Undertale. 
Se ci sono o ci saranno perplessitudini di qualsiasi tipo, sarò ben contenta di chiarire i vostri dubbi!
Per coloro che sono arrivati fin qui, grazie per aver letto! Ci vedremo presto con il primo capitolo se la storia vi interessa!
Baci!

Sameko


 
   
 
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