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Autore: Horse_    06/10/2016    3 recensioni
«Damon è interessato a una cosa che ti appartiene.» continua Giuseppe, godendosi le reazioni di Grayson.
«Non capisco. Vi ho dato qualsiasi cosa, ogni tipo di codice possibile.»
«Qualcosa ancora ti appartiene.» mormora il maggiore dei Salvatore.
Damon si alza in piedi, in un movimento così repentino che fa sussultare Grayson. Si mette una mano in tasca e poi ne tira fuori un pezzo di carta. Il capo famiglia dei Gilbert assottiglia gli occhi per capire meglio di cosa si tratta.
Una foto.
«Io non ne sono d’accordo.» inizia Giuseppe. «Ma se questo può far sotterrare l’ascia di guerra tra me e mio figlio mi trovo costretto ad accettare. Tu ti troverai costretto ad accettare.»
Quando Damon apre interamente la foto e la mostra a Grayson il cuore di quest’ultimo si ferma. L’uomo diventa pallido e comincia a sudare freddo e il suo corpo inizia a tremare.
Quella è la foto di sua figlia.
«Graziosa ragazza, devo dire. Come si chiama, Elena?»
[...]
«Perché proprio lei? Puoi avere tutte le ragazze che vuoi, perché proprio lei?» sussurra Grayson con gli occhi leggermente lucidi.
Era sua figlia, la sua bambina.
«Mi piacciono le sfide e questa è veramente allettante.» gli risponde.
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                                             IllegaLove. 

                                                                                            | Fifth Chapter |


 

Stefan oltrepassa la soglia non degnandosi nemmeno di salutare la governante.

E’ troppo arrabbiato e deluso. Arrabbiato e deluso con suo padre e con suo fratello. 

Non riesce ancora a credere a quello che hanno fatto e stanno facendo ad una povera ragazza. 

La governante, dopo qualche secondo, si allontana dalla soglia e va a chiamare il suo padrone, il quale è dentro allo studio da quella mattina. Damon, non appena sente la porta aprirsi e rivelare la faccia scura della donna, capisce immediatamente che c’è qualcosa che non va a di come ci sia lo zampino di suo fratello. Sbuffando lascia scivolare la sedia all’indietro e si alza, per poi uscire dallo studio e andare verso il fratello, il quale, a sua volta, si stava dirigendo dal maggiore.

 

“Ma che problemi hai?”- domanda adirato il più piccolo al più grande. -“Dio, Damon, ero convinto fossi meglio di così.”

“Deduco che il paparino ti abbia spifferato qualcosa.”- gli risponde a tono Damon roteando gli occhi al cielo.

“Ti ho offerto così tante volte il mio aiuto e tu te ne esci così?”- gli chiede ancora Stefan. -“Che fine ha fatto mio fratello?”

“Sai bene che cosa sia successo.”- ribatte Damon incrociando le braccia al petto, mentre Stefan trema per la rabbia. 

Hai rapito una ragazza innocente!”- urla Stefan.

“Non l’ho rapita, la sto solo tenendo buona qui. Giuseppe l’ha fatto, ma quelli sono affari suoi, non miei.”- chiarisce il corvino.

“Per tenere buono te!”- ringhia Stefan. 

“E’ stato un accordo che andava bene ad entrambi. Io ho una donna e Giuseppe ha avuto quello che desiderava.”- conclude Damon.

“Ho visto una sua foto, Damon. E’ identica a lei.”- urla il minore portandosi entrambe le mani tra i capelli. -“Stessi capelli, stessi occhi, stessa altezza… Vuoi farti del male così?”

 

Damon serra le labbra facendole diventare una linea sottile. E’ vero, Elena gliela ricorda così tanto, ma non è solo per questo che ha acconsentito a farla rimanere a casa sua. 

Giuseppe ha preso Elena dal padre come pagamento dei suoi debiti e perché, sotto costante minaccia di fare del male alla figlia, l’uomo continuerà a fare il suo lavoro, e l’ha consegnata a Damon convinto di sanare gli antichi dissapori, ma il corvino ha accettato perché vuole che loro ritornino. 

 

“E l’hai pure sposata.”- conclude schifato il ragazzo dagli occhi verdi.

“Mi serve tener buono Giuseppe per alcune cose, che ora non ti dirò perché potresti spifferare tutto.”- ribatte Damon muovendo qualche passo verso il fratello. -“E lasciami in pace, non puoi mica salvare tutti.”

“Ti rendi conto di star rovinando la vita ad una povera ragazza?”- gli chiede Stefan muovendo qualche passo indietro.

“Oh, andiamo, Stef, quella ragazza può considerarsi fortunata. Hai idea di quello che capiterà alla sua famiglia?”- gli chiede Damon retorico, sapendo perfettamente che il fratello ha afferrato il concetto. -“Ha sempre fatto così. Usa le persone e poi, quando non gli servono più… Puf, sparite.”

 

E Stefan sa quanto il fratello abbia ragione, di come suo padre faccia scomparire dalla faccia della Terra quelle persone. Morti che sembrano casuali, incidenti, ma che in realtà non lo sono. Ed Elena può considerarsi fortunata sotto quel punto di vista, ma comunque non lo merita. Damon non lo vuole ammettere -non lo vuole ammettere a se stesso, figuriamoci ad alta voce o al fratello- ma è colpito da Elena e prova una profonda pena per lei, anche se si ostina a non considerarla. 

 

“Non lo merita comunque.”- conclude Stefan abbassando lo sguardo.

 

Damon fruga nella sua tasca e, una volta trovato quello che cerca, da al fratello la chiave della stanza di Elena.

 

“Da buon samaritano, quale sei, va’ da lei.”

 

Il maggiore si volta, dando le spalle al fratello, e si rintana nuovamente nel suo ufficio. Prima di sedersi e tornare a lavorare da un ultimo sguardo alla foto attaccata alla parete, che ritrai loro tre felici come non mai. Sospira pesantemente, poi continua con il suo lavoro.

 

Stefan, intanto, è già arrivato alla porta della camera della ragazza. Appoggia l’orecchio alla porta, per captare qualche rumore, poi, non sentendo niente, decide di infilare la chiave nella toppa e ad aprirla finalmente. Quello che si trova davanti lo spiazza leggermente. Elena è seduta sul letto, con la testa rivolta verso la finestra, con i capelli sciolti lungo la schiena, e con ancora i vestiti del suo rapimento. Non appena sente la porta aprirsi si alza di scatto in piedi e spalanca leggermente la bocca notando che l’intruso non è Damon, ma un ragazzo più giovane di lui. Muove qualche passo all’indietro, cercando di mettere ancora più distanza, mentre Stefan rimane immobile sulla soglia, ben capendo come la ragazza possa essere spaventata. 

 

“Non voglio farti del male.”- l’avvisa Stefan, con tono estremamente calmo e dolce, tanto che Elena, con solo quelle parole, si rilassa leggermente. -“Sono venuto qui per… Non so bene perché io sia qui, ma… Stai bene?”

 

E Stefan si maledici subito per la domanda estremamente stupida, perché come può stare bene quella ragazza?

E’ stata rapita da degli sconosciuti, è lontana dalla sua famiglia, e sembra non mangiare da giorni, o che comunque suo fratello non si sia preso affatto cura di lei. 

 

“Okay, domanda stupida.”- si scusa Stefan passandosi una mano tra i capelli. -“Credo che tu abbia bisogno di alcuni vestiti puliti e magari di qualcosa da mangiare, si, assolutamente.”

 

Elena abbassa lo sguardo, sentendosi in imbarazzo e anche profondamente umiliata. Non dal nuovo ragazzo comparso alla sua porta, ma del suo aguzzino. L’aveva rapita, l’aveva lasciata per due giorni chiusa in una stanza senza degnarsi nemmeno di portarle un cambio e qualcosa da mangiare. Un bicchiere d’acqua, aveva ricevuto un misero bicchiere d’acqua. L’unica cosa che era stata in grado di fare era una doccia, ma poi comunque era stata obbligata a mettersi gli stessi vestiti addosso, quindi non valeva più di tanto.

 

“Ti vado a prendere qualcosa, okay? Sono sicuro di riuscire a trovare qualcosa, magari una maglietta, dei pantaloni e anche della biancheria, poi qualcosa da mangiare.”- la rassicura il ragazzo.

 

Elena non gli risponde, gli sorride soltanto, mentre Stefan si chiude la porta alle spalle. La ragazza si rilassa completamente una volta rimasta sola e alterna lo sguardo dalla finestra alla porta. Porta che non è stata chiusa a chiave. 

Un pensiero le passa per la testa, quello di poter scappare e tentare di tornare a casa, anche se non sa bene dove si trova, ma non fa in tempo a muovere il primo passo che Stefan, di cui Elena non sa ancora il nome, è già di ritorno con una bottiglietta d’acqua nella mano destra e nell’altra dei pantaloni, una maglietta e della biancheria ripiegate. Damon gliene canterà di santa ragione, non appena si accorgerà a chi effettivamente appartiene quel vestiario, ma Stefan non avrebbe saputo cosa cercare altrimenti.

 

“Dovrebbero essere della tua taglia, in teoria.”- le dice Stefan appoggiando i vestiti sopra al letto. -“Li lascio qui, così puoi cambiarti con calma, e ti ho portato anche dell’acqua. Poi puoi pure venire giù a mangiare.”

 

Il respiro di Elena gli si mozza in gola. E’ rimasta chiusa lì dentro per più di due giorni perché Damon voleva che rimanesse lì, non può semplicemente scendere giù come se niente fosse.

Damon non l’ha mai nemmeno sfiorata, ma Elena ha paura perché le ha dato l’impressione di poter fare qualsiasi cosa per tenerla buona. 

 

“Lui… Lui non mi ha ma… Mai fatto scendere…”- balbetta Elena irrequieta.

 

Stefan rimane sorpreso dal tono della ragazza e il suo cuore si stringe in una morsa dolorosa nel vedere quanto sia terrorizzata.

Aveva cercato di essere forte, Elena, aveva cercato eccome, ma ora è semplicemente terrorizzata e vuole tornare dalla sua famiglia. 

 

“Ti ha per caso fatto del male?”- le domanda Stefan preoccupato avvicinandosi alla ragazza. 

 

Elena scatta subito all’indietro. Stefan non ha cattive intenzioni, ma Elena ha comunque paura, sebbene sente di potersi fidare. 

Il ragazzo alza le mani in segno di resa.

 

“Okay, scusa, mi allontano.”- le dice allontanandosi. -“Non ti ha fatto del male, vero?”

 

Damon è tante cose, ma Stefan sa che non farebbe mai del male ad una ragazza. Elena, infatti, scuote la testa.

 

“Non preoccuparti, puoi venire con me.”- la rassicura Stefan. -“Vado fuori, ti aspetto, tu puoi cambiarti con calma.”

 

Stefan guarda per l’ultima volta Elena, che gli sorride timida e riconoscente, poi esce dalla camera chiudendosi la porta alle spalle. La ragazza, nel frattempo, dopo aver guardato con bramosia i vestiti puliti, decide di farsi una doccia veloce, almeno per lavare il corpo, per poi indossare i vestiti. 

Damon, intanto, dopo aver finito di sistemare le ultime carte, non trovando Stefan da nessuna parte, si dirige al piano superiore, dove trova il fratello appoggiato con la schiena al muro fuori dalla camera di Elena.

 

“Sei ancora qui?”- gli domanda Damon scocciato.

“Quella ragazza è terrorizzata, Damon.”- sottolinea Stefan. -“Se vuoi usarla per i tuoi scopi almeno cerca di trattarla civilmente. Da quanto tempo è che non mangia?”

 

Damon, tra tutte le cose che ha avuto da fare e nella testa, si è dimenticato delle cose primarie. Si da mentalmente dello stupido e si ripromette di non farla morire di fame, visto che il suo intento non è ucciderla. 

Elena, nel frattempo, dopo essersi data una sistemata, appoggia la mano sulla maniglia e la spinge lentamente verso giù. La porta si apre ed entrambi i fratelli sussultano. La ragazza esce, intimorita e spaventata, ma quello che le fa saltare il cuore in gola è la vista di Damon, che, alla sua vista, cambia completamente espressione.

Il cuore del corvino rallenta di qualche battito, per poi iniziare a battere in modo frenetico alla vista della ragazza, pulita e con vestiti nuovi, che appartenevano a qualcun’altra. 

 

“Le hai dato i suoi vestiti?”- urla Damon al fratello, alternando lo sguardo dalla ragazza a lui. 

“Aveva bisogno di alcuni vestiti puliti, Damon. Non può rimanere a vita così.”- lo ammonisce Stefan, per nulla intimorito dello scatto del fratello. -“E lo sai meglio di me.”

“Sparite dalla mia vista, entrambi!”- tuona il corvino scagliando un pugno contro il muro.

 

Che fossero simili Damon lo sapeva, ma vedere Elena con i capelli sciolti e mossi, con gli stessi vestiti della donna che un tempo aveva amato, l’ha completamente destabilizzato. 

Stefan fa cenno ad Elena di seguirlo e deve sussurrarglielo anche affinché la ragazza si decida a seguirlo. Damon, invece, rimane solo con i suoi pensieri nel corridoio, aspettando invano qualcosa di cui nemmeno lui è a conoscenza.
































 

 

                                                                         * * *

 































 

“Non ti piacciono i pancake?”

 

La domanda di Stefan arriva ad Elena ovattata. Stefan, da gentiluomo, le ha preparato dei pancake, con del succo d’acero, e una spremuta per farla mangiare un po’. La ragazza, invece, dopo averlo ringraziato e mangiato qualche boccone a stento, si è semplicemente fermata. La situazione le sembra così surreale. E’ stata rapita, è rinchiusa in casa di uno sconosciuto, e un altro sconosciuto le ha dato dei vestiti puliti e le ha preparato anche da mangiare.

 

“Avresti voluto della cioccolata?”- le chiede Stefan, sperando che la ragazza gli risponda. -“Potrei rimediare.”

 

Il cibo non è il problema, per Elena, ma la situazione in cui è.

 

“Tu sembri… Diverso.”- esala Elena con gli occhi bassi, mentre gioca con il bordo della maglietta. -“Non sei come Damon.

“Siamo fratelli, ma siamo completamente opposti.”- le rivela Stefan sedendosi di fronte a lei, comunque a debita distanza perché non vuole forzare troppo la mano. Elena alza la testa di scatto e sgrana gli occhi perché non avrebbe mai immaginato che l’uomo di fronte a lei fosse il fratello dell’altro. Stefan si accorge di questo e lo ripete. -“Si, sono il fratello di Damon. Che stupido, non mi sono nemmeno presentato. Sono Stefan.

 

La ragazza annuisce leggermente, poi ritorna ad osservare il piatto.

 

“Tu sei Elena, no?”- continua Stefan e la ragazza annuisce. -“E’ un piacere conoscerti, anche se la situazione è parecchio difficile.

 

E tutti sanno di come sia complicata la vicenda. Stefan vorrebbe fare qualcosa per la ragazza, ma, purtroppo, sa di non poter fare nulla.

 

“Mi… Mi lascerai andare?”- gli chiede Elena con voce incrinata, mentre continua a torturare il bordo della maglietta. Gli occhi le si inumidiscono ed inizia a tremare leggermente. -“Io non… Non so perché sono qui e… Ti prego.

 

Alza la testa e i suoi occhi si incatenano a quelli verdi del ragazzo. Il cuore di Stefan si stringe in una morsa dolorosa, ma tutto quello che può fare è scuotere la testa, infrangendo così quello della ragazza.

 

“Per quanto vorrei farlo, non posso.”- le rivela il castano passandosi una mano tra i capelli, esausto. -“Non mi è permesso di farlo ed è forse un bene che tu sia qui.”

 

Stefan sospira pesantemente, ricordando la precedente conversazione fatta con il fratello e quello che Giuseppe fa a chi trasgredisce i suoi ordini. 

E Stefan ha capito che Elena è solo un metodo di ricatto, ma alla fine la famiglia Gilbert verrà comunque schiacciata come una mosca. Non possono più fare nulla.

 

“Tuo padre ha trasgredito agli ordini del mio e beh… Giuseppe è un uomo parecchio difficile.”- conclude Stefan.

 

Elena, ancora con gli occhi lucidi, si irrigidisce sul posto, ben consapevole di come il datore di lavoro di suo padre non si chiamasse Giuseppe, perché, appunto, non lo ha. Suo padre è un rispettabile lavoratore, ha una biblioteca di sua proprietà che gestisce con tutto l’amore possibile, l’amore di chi ama i libri e le storie legate ad essi. 

Chi è Giuseppe?

 

“Non capisco, mio padre… Lui… Giuseppe… Chi è?”- balbetta Elena spaventata, ma comunque tentando di capire che cosa stia succedendo.

 

Damon le ha affibbiato una sola colpa, ovvero quella di essere figlia di suo padre, ma non le ha detto o spiegato nient’altro. L’aveva semplicemente rinchiusa in camera, andandosene come se nulla fosse successo.

 

“Tuo padre non è un uomo pulito, Elena. Si è immischiato in affari che non lo riguardavano e tutto è diventato più grande di lui.”- le spiega Stefan lanciandole uno sguardo compassionevole. -“Si è riempito di debiti fino al collo e, come al solito, non è riuscito a restituire la somma di denaro. Quando si è trovato perso, letteralmente, ha tentato di far scoprire l’organizzazione di Giuseppe, ma lui se n’è accorto. Giuseppe è un uomo accecato dal denaro ed odia anche il minimo tradimento, peccato che quello di tuo padre sia stato enorme.”

“E io? E io… Cosa c’entro in tutto questo?”- gli chiede lieve, Elena. 

 

Suo padre non le ha mai parlato di questo. Non le ha mai parlato di debiti o altro. Lui ha sempre avuto il sorriso sulle labbra e nessuna preoccupazione e ha sempre amato immensamente la sua famiglia. 

E’ la verità quella che Stefan le sta dicendo? L’unica risposta che viene in mente ad Elena è , perché altrimenti avrebbero dovuto rapirla? E’ chiaramente una vendetta.

Ma cosa c’entra lei? E’ veramente diventata un oggetto di ricatto?

 

“Sono diventata un oggetto di ricatto?”- chiede ancora, portandosi entrambe le mani davanti alla bocca.

 

Stefan non le risponde, non perché non vuole, ma perché viene interrotto da Damon che irrompe nella cucina come una furia.

 

“Devi andare in camera, ora.”- ordina Damon ad Elena, puntandole contro i suoi occhi cerulei. La ragazza sente un brivido lungo la schiena che la fa sobbalzare leggermente. La mette in soggezione ed Elena non lo sopporta. -“Stefan, portala in camera.”

 

Stefan aggrotta le sopracciglia, non comprendendo l’urgenza del fratello. Il più piccolo ci arriva quando sente una voce particolarmente familiare giungergli alle orecchie e rabbrividisce.

 

“Eccola qui, Elena Gilbert. E’ un piacere rivederti dopo tutto questo tempo.”

 

Elena sente l’ennesimo brivido correrle lungo la schiena, anche se è differente da quello provato poco prima. Il primo è stato intenso, questo è stato di puro terrore. Non si volta nemmeno, perché ha già capito chi ha pronunciato quella frase, sebbene non abbia mai sentito quella voce.

Quello dietro di lei è Giuseppe Salvatore.

 

 

___________________________________________

 

Mi scuso per l’immenso ritardo, ma ho avuto un sacco di cose da fare e mi sono concentrata più su altre storie, ma ora sto buttando giù alcuni capitoli di questa, in modo da tirarmi avanti.

Capitolo poco movimentato, se non per la scena iniziale (l’arrivo di Stefan) e la parte finale (l’arrivo di Giuseppe).

Sono capitoli di passaggio, che mi servono per introdurre un po’ la storia e scavare nel passato dei personaggi, in maniera particolare di Damon, che ha un passato veramente molto travagliato.

Stefan, come già accennato, sarà veramente particolare e fungerà da appiglio per Elena più di qualche volta. Niente paura, niente Stelena o triangolo in mezzo, almeno per quanto riguarda Elena. I due costruiranno una bella e sana amicizia, niente di più.

Stefan è un personaggio particolare, ama il fratello e vuole aiutarlo, ma al tempo stesso si è tirato indietro dalla sua famiglia, almeno per quanto riguarda il padre, nei suoi affari. Damon ha una storia più particolare. Stiamo cominciando a capire di come Damon effettivamente abbia accettato di prendere con se Elena (anche se comunque ne è attratto, non lo nego) per qualcosa o qualcuno a cui aspira, ma pian piano emergerà anche qualche altro lato del suo carattere, non solo quello impassibile. Per esempio abbiamo visto di come convenga che Elena stia lì e di come sia più al sicuro rispetto a tutta la sua famiglia.

Elena, intanto, sta cominciando a ricollegare, grazie all’aiuto di Stefan (perchè Damon, come scritto, non le ha detto niente) e sta capendo del perché sia lì, anche se comunque il suo ruolo verrà delineato più avanti. 

L’ultima parte è il preludio di quello che accadrà nel capitolo successivo. Ringrazio le tre ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo e mi scuso in particolar modo con loro per l’attesa.

Alla prossima ;)

 
  
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