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Autore: Silkye96    07/10/2016    0 recensioni
Una fanfiction su come vorrei che andasse l'episodio 32.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Love CAPITOLO 3: La cena.

Finite le lezioni io e Lys decidiamo che è il caso di fare una passeggiata per allentare la tensione della cena, entrambi abbiamo un nodo allo stomaco pazzesco, in fondo Lysandro ha da poco recuperato la memoria e non sono più sicura che sottoporlo a uno stress così grande sia una buona idea, ma ormai è deciso, non posso cambiare idea.
-Come ti senti?- chiedo.
Lysandro mi guarda con un'aria spaventata, trattiene il respiro visibilmente.
-S...Sto bene- mormora.
Gli sorrido e gli prendo la mano con dolcezza, quando lo fa lui con me di solito mi aiuta molto a calmarmi.
-Non essere nervoso, vedrai che andrà tutto bene...- dico.
Non ne sono molto convinta ma è meglio non agitarlo ulteriormente, a conti fatti penso davvero che potrebbe andare tutto bene.
-Vorrei solo passare da casa a cambiarmi per...Sai per fare bella figura...-
-Ok, anche se non ritengo che tu ne abbia bisogno- affermo.
Lui mi sorride, controlla rapidamente l'orologio e mi osserva con uno sguardo deciso.
-Ti va di venire con me?- chiede.
Non posso fare a meno di arrossire, l'idea di andare a casa sua per la prima volta mi emoziona e mi fa vergognare un po', poi mi torna alla mente un qualcosa che avevo totalmente rimosso.
-Lysandro, hai notizie di tuo padre?- chiedo.
La sua espressione felice cede all'improvviso, non so perché ma mi sento tremendamente in colpa per averglielo ricordato.
-Non sta affatto bene, ma non vogliono dirmi praticamente nulla- risponde.
Ha un tono di voce così triste che mi viene voglia di abbracciarlo, cerco di trattenermi.
-Abbi pazienza, vedrai che presto ne saprai di più...- lo rassicuro.
-Allora vieni o no?- insiste.
-Vengo volentieri- rispondo sorridendo.
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L'appartamento di Lysandro e Leigh è molto accogliente, non è grande ma è decisamente spazioso e luminoso, arredato completamente in stile vittoriano, sembra quasi un castello dei sogni, ad ogni corridoio mi aspetto che spunti una principessa con dei rocchetti.
-Ti piace?- chiede.
-E' davvero bello, si vede che ci abitate tu e Leigh- rispondo ridendo.
Lys solleva un sopracciglio, mi rivolge un sorriso onesto e mi trascina lungo un corridoio lugubre.
Arriviamo alla sua stanza, la faccenda mi rende parecchio nervosa, ha un letto a baldacchino con lenzuola e coperte verdi, dietro il letto si erge una grande finestra coperta appena dalle tende blu semitrasparenti, il resto della stanza è arredato in modo piuttosto normale, l'unica cosa che stona è il computer in mezzo a tutto quel trambusto di mobili vittoriani.
-Che bella la tua camera- esclamo.
-Non pensavo che ci avrei mai portato una ragazza, è un po' in disordine...- mormora imbarazzato.
-Se questo per te è disordine-
-Mh, se non ricordo male effettivamente la tua stanza è un disastro- risponde divertito.
Sgrano gli occhi e gli do un colpetto sulla spalla.
-Hey!-
Scoppiamo a ridere entrambi.
-Siediti pure- mi dice indicandomi il letto con eleganza.
Di nuovo, divento rossa come un peperone, non so contenermi...Ma chi ci riuscirebbe in una situazione simile?
Bè, forse solo Rosa...
Anche Lysandro è molto in imbarazzo, i suoi occhi trasmettono una luce diversa dal solito, le sue guance sono così rosse che sembrano andare a fuoco, sembra ridicola tutta questa agitazione ma è strano per me trovarmi nella stanza di un ragazzo, del mio ragazzo...
Mi siedo sul letto cercando di non sembrare troppo timida o strana.
-Senti, stai tranquilla, non sono un pericoloso stupratore- mi dice ridendo.
Scoppio a ridere anche io, è vero che dovrei rilassarmi ma è la situazione che mi pare bizzarra.
-Hai ragione, scusa...- mormoro :-E' che non sono mai stata nella stanza di un ragazzo prima d'ora...O meglio, ci sono stata ma...-
Lysandro solleva un sopracciglio.
-Sei stata nella stanza di chi esattamente?- chiede.
-Ehm...Ma...Ma no, non è importante...- mormoro.
-Silkye- incalza con tono serio.
-Ok, ho...Sono stata nella stanza di Nath, quando ho dormito da Ambra per scoprire se fosse vittima di violenza domestica e...Mi...Mi sono sdraiata vicino a lui nel suo letto- confesso di getto.
Lysandro mi osserva con un'espressione di pura gelosia.
-Ah ecco- dice secco.
-Ma...Ma non devi essere geloso perché...-
-Perché?- mi chiede.
-Perché io...Perché tu mi piaci- mormoro con un filo di voce.
L'espressione di Lys si addolcisce, mi rivolge un mezzo sorriso e si avvicina a me lentamente.
-Allora- mormora inginocchiandosi di fronte a me :-Dimmi subito come è andata e forse ti perdonerò-
Gli sorrido e gli racconto la storia, non mi è riuscito nemmeno di omettere il dettaglio del "pigiama" di Nath.
-Fammi capire bene, tu hai visto Nathaniel mezzo nudo per ben due volte?- chiede.
-Già...- mormoro.
Poi gli sorrido e gli poso le mani sulle spalle.
-Ma, ho visto anche te mezzo nudo, quindi siete quasi pari- commento.
Lysandro arrossisce chiaramente, mi sorride in modo strano e inizia a togliersi la camicia e la giacca.
-Ecco, ora siamo pari- risponde.
Non posso fare a meno di guardarlo, ha ancora qualche livido ma questo lo rende ancora più ipnotizzante, il suo fisico, anche se non sembra, è possente e ben definito, ha le braccia muscolose e un addome piatto e scolpito, mi sento strana.
Non riesco a staccargli gli occhi di dosso anche se vorrei, la situazione sta diventando imbarazzante, o meglio, strana.
-Bè...S...Smettila di guardarmi così...Mi vergogno- mormora chiudendo gli occhi.
-Scusami...N...Non volevo- affermo.
Lui si volta e io riesco finalmente a distogliere lo sguardo, mi ha fatto piacere però rivedere il suo tatuaggio.
Lo vedo frugare nell'armadio con foga, poi estrae una camicia bianca con i volant, una giacca blu notte, un paio di jeans bianchi con annessa cintura blu e degli stivali neri.
-Però, che classe- commento.
-Dici? Ho paura di sembrare un pagliaccio- dice ridendo.
-Figurati, ti vesti sempre così, è il tuo stile...Non devi vergognartene-
-Non me ne vergogno, vorrei solo che tuo padre non mi prendesse per un pazzo- risponde.
-Non lo farà-
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Arriviamo a casa mia in largo anticipo, mio padre ancora lavora e mia madre è barricata in cucina, non appena sente la porta chiudersi piomba nella hall con una velocità disumana.
-Ciao caro, benvenuto a casa nostra- dice sorridendo.
Lysandro sorride e mi guarda con fare inquisitorio.
-Lei sa tutto- rispondo divertita.
-Oh, bene, salve signora, ho pensato di portarle un pensierino-
Lysandro tira fuori un'orchidea da una busta rossa, la pianta è avvolta nella carta trasparente ornata da un grazioso ed elegante fiocco verde smeraldo.
-Oh caro, ti ringrazio, sei così dolce- esclama mia madre dandogli un bacio sulla guancia.
Lys si irrigidisce, segno che è a disagio, decido di salvarlo.
-Mamma, noi andiamo di sopra- affermo.
-Tieni la porta aperta-
-Mamma!-
Lei scoppia a ridere e ritorna baldanzosa in cucina.
-Vieni- mormoro trascinando Lysandro per un polso.
Arriviamo in camera mia, stranamente in ordine, il suo sguardo si concentra sulla foto che è ancora sul mio comodino.
-Ce l'hai ancora...- mormora.
-Certo, sei così bello in quella foto- rispondo.
-Bello eh?- chiede divertito.
Non posso non arrossire in questo momento, riesco sempre a rendermi ridicola, il che è piuttosto divertente.
Decido di ignorarlo e mi avvicino al mio armadio cercando dei vestiti.
-Ti cambi anche tu?- mi chiede.
-Sì, vorrei mettere qualcosa di pulito- rispondo.
Cerco a lungo finché non trovo un paio di jeans a sigaretta bianchi, un maglioncino nero e delle converse dello stesso colore.
-Faccio la doccia, mi vesto e arrivo, siediti pure- gli dico correndo via.


Ci metto una ventina di minuti fra tutto, finalmente riesco a raggiungerlo, proprio in quel momento sentiamo la porta chiudersi al piano di sotto.
-Dev' essere tornato papà- dico nervosa.
-Ok...A...Allora andiamo a salutarlo...- mormora.
Non so dove sbattere la testa, stasera mio padre si renderà conto del fatto che sono fidanzata...Non so come reagirà ma ho intenzione di scoprirlo presto.
Io e Lys ci catapultiamo di sotto, mio padre è all'ingresso che parla con la mamma, le sorride sereno.
Addocchia Lys che scende le scale, gli rivolge un grande sorriso e gli dà una lieve pacca sulla spalla.
-Benvenuto giovanotto-
-Grazie signore- risponde Lys.
E' molto rigido, spero si sciolga in fretta.
-Papà...- non so come introdurre il discorso :-Io vorrei...Vorrei che sapessi che dovrai abituarti a vedere Lysandro in casa- mormoro.
Mio padre solleva un sopracciglio, è curioso di sapere che ho da dire ma, stranamente, questo non mi mette agitazione.
-Come mai?- chiede.
-Ecco, io e Lysandro stiamo insieme...Lui è il mio ragazzo papà...- affermo con convinzione.
Mio padre lo squadra da capo a piedi, i suoi occhi lo fulminano e la sua espressione si è indurita di colpo.
-Capisco- commenta secco.
Lysandro si avvicina a lui e china il capo in segno di rispetto, quando lo rialza si mette a parlare guardandolo dritto negli occhi :-Signore, capisco che la cosa potrebbe darle fastidio, in fondo lei non mi conosce affatto...Però, ci tengo a farle sapere che io non tratterei mai male sua figlia, lei mi piace molto- confessa.
Mio padre sospira e osserva mia madre con aria insicura, lei gli sorride caldamente.
-Sai giovanotto, per un padre è sempre difficile accettare il fatto che la sua bambina stia crescendo...Ma mi rendo conto che non posso impedirlo, e non voglio nemmeno-
Sorrido ampiamente, quando mio padre ragiona così è impossibile non adorarlo, mi avvicino di corsa e lo abbraccio forte :-Papà, io sono la tua bambina, solo che sono un po' cresciuta- sussurro.
Mio padre mi bacia la fronte e mi sento così bene e felice :-Ricordati solo chi è il primo uomo sulla tua lista- mormora.
-Ovvio, Johnny Depp- scherzo.
Sia Lysandro che mio padre mi guardano stizziti, mia madre mi prende per mano e mi trascina in cucina ridendo insieme a me.
Si preannuncia una serata deliziosa!
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La cena termina bene, mio padre e Lys sono stati tutto il tempo a parlare di arte, musica, letteratura e teatro, si sono confrontati sulle loro idee politiche ed hanno persino parlato di moto e di vestiti.
Mia madre ha voluto sapere tutto della sua famiglia, tristemente Lysandro ha raccontato anche di suo padre, così mio padre ha condiviso con lui l'aneddoto della storia della morte di suo padre, mio nonno, che io non ho mai conosciuto.
Mentre parlavamo tutti insieme non potevo fare a meno di sentirmi felice, è come se mi fossi tolta un gran peso dallo stomaco, finalmente non devo più agitarmi per nascondere la mia relazione, vorrei solo aver capito prima che non dovevo stressarmi così per una cosa tanto naturale.
Non so dire di che cosa avessi timore esattamente, so solo che questa paura ormai è svanita, o forse non c'è mai stata realmente.
Mi sento libera di poter vivere la mia storia alla luce del sole, la cosa mi rende felicissima anche se al liceo un po' mi imbarazzo.
Eppure, averlo qui in casa sembra così naturale che ho smesso anche di innervosirmi, devo ammettere che ho reagito in modo infantile ma sono pronta a riscattarmi con lui, a fargli capire quanto mi piace e quanto sono contenta di averlo nella mia vita.
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Il liceo non mi è mai parso bello come oggi, finalmente tutti sanno tutto e non devo più nascondere la verità nemmeno ai miei amici.
-Buongiorno, come è andata la cena?- chiede Rosa.
Le sorrido caldamente :-Che tu ci creda o no è stata un successone- commento.
-Racconta- esclama lei.
-Aspettiamo Alex e vi racconto tutto- rispondo divertita.
Nel frattempo entriamo in classe, riponiamo i libri negli armadietti e ci rechiamo a lezione di arte, non vedo l'ora di prendere il pennello in mano e iniziare a dipingere.
Ho un sacco di emozioni da riversare in un foglio bianco, spero che sia una lezione interessante, anche se, dato il professore, sono certa che lo sarà.
-Emozionata per la lezione di arte?- chiede Lysandro comparendo alle mie spalle.
Mi volto e gli sorrido.
-Sì, non vedo l'ora di iniziare- rispondo con entusiasmo.
-Sinceramente anche io- commenta lui.
Rimaniamo a guardarci per un attimo, un attimo che vorrei fosse eterno, ma per nostra sfortuna esiste Rosalya.
-Che carini che siete! Così dolciiiii!- esclama con enfasi.
-Rosalya ti prego- borbotta lui, è così rosso, è davvero adorabile!
-Oh andiamo! Siete una coppia così tenera!- esclama lei.
-Rosa, davvero basta adesso, per favore...- mormora lui.
Ora il suo viso è di un vivido color cremisi, mi viene da ridere ma decido di trattenermi, in fondo questo tipo di commenti imbarazzano molto anche me.
Improvvisamente, entra l'insegnante, ci ordina di sederci con tono di voce pacato, ognuno corre al suo posto, vorrei sedermi accanto a Lysandro ma per ora mi accontento di Rosa.
Pierrick si siede sulla scrivania a gambe incrociate, è davvero un insegnante informale!
-Oggi vorrei che rappresentaste l'amore in un disegno- dice sorridendo.
Io e Lysandro non possiamo evitare di scambiarci uno sguardo complice, tutta la classe ci fissa.
Pierrick ci sorride in modo enigmatico :-Mi pare di capire che per alcuni di voi non sarà affatto difficile- commenta.
Scoppiamo tutti a ridere.
So bene cosa disegnare, senza riflettere inizio a tracciare i contorni del taccuino di Lys.
Noto che Rosa sta disegnando Leigh, non riesco a trattenere un sorriso divertito.
-Quando avrete finito spiegherete il vostro disegno alla classe- comunica il prof.
Sarà imbarazzante, e io che speravo di potermela cavare facilmente!


Rosa finisce per prima, ovviamente non c'è molto da spiegare del suo disegno.
Il secondo ad alzarsi e spiegare è Lysandro, lui ha disegnato degli occhi verdi, i miei occhi verdi, in circostanze normali gli sarei saltata al collo senza pensarci, ora rimango inchiodata alla sedia.
-Interessante- commenta il professore :-Dicci, come mai questi occhi sono il simbolo dell'amore per te?- chiede.
Lysandro diventa rosso come sempre quando deve parlare dei fatti suoi :-E...Ecco, perché quando li guardo non vedo altro che questo, amore...- risponde.
Un "awwwwww" si innalza nella classe.
-Signorina, vorrebbe alzarsi anche lei e mostrarci il suo operato?- chiede Pierrick prendendomi per mano e facendomi alzare.
Mi posiziono accanto a Lys, il quale si erge rigido vicino a me.
Mostro il disegno del taccuino.
-Prego?- chiede il prof confuso.
Sorrido.
-Per me l'amore è saper accogliere le stranezze dell'altro senza giudicarlo, se non fosse stato per questo taccuino forse io non avrei mai capito che cosa significhi amare qualcuno al punto di pensare a lui prima che a se stessi...- rispondo decisa.
Ricevo un piccolo applauso da parte di alcuni alunni, Lys mi guarda estasiato e Pierrick mi sorride comprensivo.
-Bene, avanti il prossimo- dice spedendoci a posto.
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E chi l'avrebbe mai detto? Ho finalmente capito che cos'è l'amore...Bè, almeno che cos'è per me.
Non vedo l'ora di scoprire come andrà avanti per me da qui in poi.
  
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