Una sera gelida di dicembre, camminando per un vicolo della mia città, la mia attenzione fu attirata da un ombra molto alta, un'ombra appartenente ad una ragazza.
Mi avvicinai piano piano e mi accorsi che mi stava fissando, era una ragazza molto bella, aveva gli occhi di un colore indescrivibile, sembravano neri, ma appena incrociai il suo sguardo, nella penombra mi parvero grigi.
Aveva i capelli verdi, mossi, e per questo mi sembrò subito una ragazza diversa dalle altre;
Indossava un vestito scuro, di cui non riuscivo a vedere bene i dettagli, le spalle erano coperte da un mantello anch'esso di colore scuro, le braccia adornate da alcuni bracciali, e alle orecchie portava due cerchi dorati. 
"Ha l'aspetto di una cartomante..." 
Pensai tra me e me; 
I lineamenti del suo viso erano molto dolci, e in un primo momento la paragonai perfino ad un angelo. Incuriosita cominciai ad attaccare bottone, le chiesi subito come si chiamava e cosa faceva la in quella strada buia a quell'ora. Mi disse di chiamarsi Adelaide, io d'altro canto le dissi che aveva un bellissimo nome. Nonostante mi sentissi invadente e indiscreta, le chiesi il perché del suo abbigliamento, ed essa mi confessò che, effettivamente era una giovane cartomante. Non credevo molto a queste cose, non ero una ragazza superstiziosa né tanto meno credulona, eppure, quella ragazza aveva qualcosa di particolare, qualcosa che riuscivo a percepire in modo molto forte.
Cominciava a far freddo e il silenzio calò su di noi.
Non sapevo cosa dire, ma nella mia attenta osservazione della ragazza notai che aveva in mano un oggetto, una medaglietta, anzi, una collana e un ciondolo;
Esso mi colpì molto, un piccolo serpente con gli occhi di smeraldo, quasi come i capelli di Adelaide.
Presi il mio cellulare dalla tasca, e guardai l'ora. Mezzanotte e cinque minuti. Sembrava passata mezz'ora, invece erano passati solo cinque minuti in compagnia della ragazza. La salutai, e mi girai con l'intento di tornare a casa, dopo dieci passi mi sentì chiamare. Non poteva essere lei, non poteva, il mio nome non lo sapeva, non ero arrivata in tempo a dirglielo, e lei non me l'aveva chiesto. Mi avvicinai e mi sussurrò all'orecchio:
-'' Sei una ragazza dalle mille risorse, molto bella, avrai un futuro promettente.''-
Si girò e scomparve nel buio. Mi venne l'istinto di chiamarla.
-'' Adelaide, Adelaide.''-
Forse non sentiva, forse progettava il mio futuro.
Non seppi neanch'io il perché, ma credetti alle sue parole, quasi come se, fosse riuscita ad abbattere ogni mia sicurezza, con quella frase. Ebbi paura ad incamminarmi verso casa da sola, allora chiamai mia sorella più volte, senza ottenere risposta. Stavo quasi per rinunciare, e in quel momento rispose.
-" Torna a casa. -"
Percepì un tono diverso.
-" Cos'è successo Violet?. -"
Chiesi preoccupata.
-" Tua sorella... -"
Quelle due parole, non avevano alcun senso.
-" Cosa stai dicendo... Sei tu mia sorella..."-
Confusa mi chiesi se avesse bevuto.
-" Sarà Adelaide tua sorella, d'ora in poi, non mi chiamerai più Violet... Mi chiamerai... La chiamerai Adelaide. "-Mi si gelò il sangue nelle vene... Il discorso di mia sorella non aveva senso, le parole che aveva usato lei stessa non avevano senso... Ma come faceva a sapere di Adelaide?
Quando tornai a casa, il triste spettacolo che mi si parò davanti, mi distrusse letteralmente. La mia casa era in fiamme.
-"È incredibile come il destino, ti venga incontro a volte. Puoi trovarti al momento giusto, nel posto giusto, o nel momento sbagliato, nel posto sbagliato."-
Mi girai, trovando alle mie spalle Adelaide.