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Autore: Soul Mancini    09/10/2016    8 recensioni
[STORIA GEMELLA DI "Sono come Leo di «Bianca come il latte, rossa come il sangue», e ho trovato un'anima più luminosa di Beatrice"! LE DUE ONE SHOTS NARRANO LA STESSA VICENDA DA DUE PUNTI DI VISTA DIFFERENTI!]
Tutti almeno una volta nella vita ci siamo chiesti: cosa succederebbe attorno a noi se avessimo gravi problemi di salute? Come reagirebbero le persone che ci conoscono? Chi ci starebbe accanto e chi invece farebbe finta di niente?
Ho provato a immaginarlo e quest'esperienza mi ha fatto capire molto della mia vita attuale.
Buona lettura!
- Questa storia è racchiusa in una serie che comprende due one shots, strettamente collegate tra loro. La serie si è classificata QUINTA al contest "Dall'altra parte" indetto da milla4 sul forum di EFP.
Genere: Generale, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'Dall'altra parte'
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ReggaeFamily

Sono come Beatrice di «Bianca come il latte, rossa come il sangue», ma non ho nessun Leo che mi tenga compagnia




Mi rigiro tra le mani il libro di Alessandro D'Avenia e sbuffo. Ma come ho fatto ad amarlo così tanto?

Ora, che su quel letto d'ospedale ci sono io, odio l'autore, i suoi personaggi e i messaggi positivi che trapelano da queste pagine. Messaggi illusori, sbagliati, a cui solo gli stupidi ingenui possono credere.

Ecco cosa sono stata fino a qualche mese fa: una stupida ingenua che si faceva incantare da una storiella e si convinceva che in fondo la vita è bella. Ma quanto in fondo bisogna scavare per trovare la bellezza in un sangue malato, una stanza dalle pareti candide, una cura che anziché guarire distrugge?

È capitato proprio a me, questo cancro terribile che mi ha tolto ogni speranza di vita. A me, che di difficoltà ne ho già affrontato decine su decine.

Nel momento in cui ho imparato a vivere serenamente, a trovare un equilibrio e a donare tutta me stessa al prossimo, puff, tutto questo mi viene portato via, senza rimedio.

E ora di fronte a me lenzuola immacolate. La chemio mi sta annientando, solo la rabbia mi tiene in piedi e mi dà la forza.

Osservo il volto della ragazza con i capelli rossi in copertina e, con tutta la forza che mi rimane, scaravento il volume dall'altro lato della camera; esso si schianta contro il muro e ricade a terra, il tonfo che produce sembra l'eco dell'odio che provo per la vita e per il mondo intero.

Sono spossata e non lo sopporto. Amare lacrime di frustrazione mi rigano il volto, mentre non posso fare a meno di abbandonarmi sul materasso. I pensieri si impossessano inesorabilmente di me.

Io odio Beatrice, lei era così perfetta!

Lei risplendeva di luce propria, il mondo intero stava ai suoi piedi, mentre io sono riuscita a malapena a farmi volere bene da qualcuno.

Lei era così dolce e ingenua, io invece sono dovuta crescere troppo in fretta e uscire da tanti periodi tristi e difficili.

Lei era bellissima, aveva gli occhi verdi e i capelli rossi. E aveva Leo che l'amava, che le ha tenuto compagnia durante la sua malattia, che ha sacrificato tante cose per lei.

Io me lo sogno, nessuno è disposto a passare i suoi pomeriggi con me. Ma del resto non mi potevo aspettare di meglio: a scuola sono sempre stata un'emarginata, non sono mai riuscita a farmi un amico!

È doloroso sentirsi soli, ma è ancora più dolorosa la consapevolezza di lasciare soli coloro che restano. Non voglio che la mia famiglia soffra per me, non sopporto questo fatto! Ho ancora tanti sorrisi da donare a chi mi sta attorno, non posso andarmene così!

E poi quante cose mi sto perdendo!

Da mesi non assisto a un concerto, sono troppo debole per potermici recare. I concerti sono la mia vita, ora la loro mancanza mi distrugge.

Non posso più suonare la batteria e ho dovuto abbandonare anche le lezioni. Ho una batteria nuova di zecca a casa, color azzurro elettrico, proprio come piace a me. Rimarrà lì, ad accumulare polvere, perché se la suono potrei stancarmi troppo e stronzate varie.

Sognavo di fondare una band e salire sul palco, ma anche a questo devo rinunciare.

Non posso andare a scuola. Strano, proprio il luogo dove non mi sono mai trovata bene ora mi manca immensamente, spesso mi ritrovo a chiedermi come stanno i miei compagni di classe e che cosa stanno studiando. Mi mancano i miei compagni, mi mancano i professori, mi manca il mio banco in fondo alla classe, mi manca la sveglia che mi buttava giù dal letto alle sette del mattino.

E ovviamente devo rinunciare al mio futuro: mi sarebbe piaciuto diventare una psicologa, ma anche questo sogno sfuma giorno dopo giorno.

Ormai non ci credo più, non credo più a niente.

Le uniche cose che posso fare sono scrivere e leggere: scrivo, scrivo come una pazza, annoto tutte le mie emozioni e sensazioni, do libero sfogo ai miei pensieri e metto nero su bianco tutte le mie idee, tutte le storie che avrei voluto sviluppare, tutti i personaggi a cui avrei voluto dar vita.

Basta, non ce la faccio più. Mi sento la testa pesante, il fiato mi manca. Potrei annegare tra le mie lacrime.

Mi addormento, è l'unico modo per non soffrire.

Ero convinta che nulla sarebbe riuscito a togliermi il sorriso, mi sentivo imbattibile. Quanto mi sbagliavo!


È giunto l'orario delle visite, finalmente. Adoro quando i miei cari vengono a trovarmi, mi portano un po' di quell'allegria che ho perso per via della malattia, anche se devo ammettere che in compagnia riesco ancora a essere positiva e perfino felice.

Mi stropiccio gli occhi e mi preparo mentalmente a una bella chiacchierata con chi verrà a trovarmi. Ora sto abbastanza bene, posso affrontarlo e spero di non affaticarmi troppo.

Quando la mia stanza si riempie di persone, quasi scoppio a piangere. Sono profondamente emozionata per tutto quel calore.

Tantissima gente è venuta a trovarmi, questo mi fa capire che tutti loro mi stanno vicino e... sono tanti, non sapevo di avere tanta gente accanto, che mi ama e mi sostiene.

Ci sono i miei cuginetti, due gemelli di nove anni, che prendono subito posto sul mio materasso. Chiedo loro come va la scuola, se hanno qualche novità da raccontarmi e loro finiscono a raccontarmi le disavventure dei loro gatti. I miei cugini amano i gatti, me ne parlano sempre e per me è sempre un piacere ascoltarli, anche se ho sentito mille volte i loro racconti.

Sono cresciuta con questi due bimbi e vorrei tanto poter essere presente nel loro futuro; desidero proteggerli, ascoltare i loro problemi e dare loro i consigli di cui avranno bisogno, condividere con loro le mie esperienze. Voglio vederli crescere e poter essere fiera di loro.

Nella stanza ci sono anche mia zia, sorella di mio padre, e mia nonna, sua madre.

Zia per me c'è sempre stata, ha sempre capito tutto anche se non glielo raccontavo, mi ha sempre dato i consigli giusti e ha sempre avuto tanta fiducia in me. Non si è mai persa un mio traguardo, una mia soddisfazione, e vedermi così la fa star male. Ma so che, nonostante le costerà molta fatica, un giorno verrà da me per fare una bella chiacchierata, vorrà sapere come sto e come affronto la malattia, ma soprattutto saprà trovare le parole giuste per confortarmi.

Mia nonna, povera nonnina, sta piangendo. Lei è così: che siano di gioia o di dolore, non riesce proprio a trattenere le lacrime! Chissà cosa prova lei, sulla soglia degli ottantotto anni, vispa e ancora giovane dentro, a vedere la sua nipotina che cade a pezzi in un ospedale, senza capelli e con troppi chili di meno.

Nonna per me è una certezza, nonna è semplicemente nonna.

Poi ci sono due nostre amiche, mamma e figlia, che io e la mia famiglia abbiamo conosciuto tramite i concerti. Purtroppo con loro non ci vediamo spesso, ma quando ci incontriamo chi ci ferma più? Abbiamo stretto una forte amicizia e passato ore intere a chiacchierare; è grazie a loro che ho capito che le persone speciali esistono, loro lo sono e col tempo mi sono convinta che è impossibile non andarci d'accordo. Hanno un cuore talmente grande che in esso c'è spazio per tutti.

Ed ecco lui, il mio unico amico oltre mia sorella, l'unico che non si è allontanato dopo avermi conosciuta davvero, fino in fondo. È un cantante, ha quasi vent'anni più di me ed è una specie di angelo.

All'inizio, prima di conoscerlo, per me era soltanto uno dei miei cantanti preferiti, poi ho cominciato a scoprirlo in quanto persona e non ho potuto fare a meno di affezionarmi a lui. Lui, a sua volta, si è affezionato a me e mia sorella e da lì è nata una bizzarra e splendida amicizia.

Lui ha tanti impegni e le occasioni per incontrarci scarseggiano, ma per quanto ci riguarda potremmo passare una settimana intera insieme e non ci stancheremmo comunque. E poi quando sono in difficoltà non mi lascia mai da sola, trova sempre il tempo per me, come oggi: ha ritagliato uno spazio per venire a trovarmi. Tornerà e tornerà ancora, non è uno di quelli che si presentano una volta giusto per ripulirsi la coscienza, lui ha sempre dimostrato di tenere a me e questa è l'ennesima conferma.

È unico, non pensavo che nel mondo potessero esistere persone tanto speciali da potersi considerare angeliche. Io gli voglio bene come a un fratello.

Mia madre, con i suoi soliti vestiti scuri e i capelli legati in un'acconciatura che solo lei è in grado di creare. Quante volte, da piccola, mi sono addormentata attorcigliandomi i suoi boccoli intorno alle dita!

Mia madre è troppo dolce e troppo buona, come il suo profumo. Ha un carattere splendido: a volte mi capita di discuterci, ma non mi sognerei mai di mancarle di rispetto, non se lo merita e non ne vedo il motivo. Lei non è mai stata tanto autoritaria, non ha mai fissato delle regole precise, ma io l'ho sempre amata e ho sempre cercato di non deluderla. Lei è una madre, ma è anche simile a me: mi sprona a prendermi la mia libertà, mi accompagna nelle mie avventure e disavventure, mi consiglia cosa fare in certe situazioni e con lei si può parlare di tutto, anche di ragazzi se ce ne fosse bisogno.

In ogni caso, anche se non le dico niente, lei capisce tutto lo stesso; le mamme sono così, capiscono tutto!

Per descrivere mamma non basterebbero tutte le parole del mondo.

Se me ne dovessi andare per sempre, le persone a cui rivolgerò il mio ultimo pensiero – e sicuramente quelle che soffrirebbero di più – sarebbero lei e mia sorella.

Già, mia sorella. Io e lei siamo due persone ben diverse, ma siamo talmente unite che potremmo esserne anche una sola. Mia sorella è tutto per me, senza di lei non sarei niente, darei tutto pur di vederla felice e realizzata. Io e lei condividiamo tutto: le stesse passioni, gli stessi problemi, gli stessi successi e gli stessi insuccessi. Se a una di noi succede qualcosa di bello ed è felice, l'altra lo è il doppio. Se una delle due ha un problema, l'altra si ingegna a cercare tutte le soluzioni possibili. Non riusciamo a tenere il broncio per più di un'ora quando litighiamo.

Lei è estremamente convinta che supererò la leucemia e continuerò a fare ciò che mi piace, dice che sono forte e ce la farò.

Io non la voglio lasciare, non voglio che stia male, voglio continuare a esserci per lei.

Voglio continuare a esserci per tutti, perché ho promesso a me stessa di portare solo gioia e sorrisi nella vita delle persone che mi stanno attorno, ho promesso di dare tutta me stessa ed essere la forza di chi non ha forza. Non posso abbandonare questa promessa così, non posso!

Scoppio in lacrime, lì, in quella stanza piena di gente.

Tutti ovviamente si preoccupano e mi chiedono cosa c'è, cos'è successo.

È che io non voglio abbandonarvi, non me ne voglio andare e lasciare tutto! Io amo la vita, voglio rendere felici le persone che mi amano e portare a tutti voi gioia e sorrisi! Come faccio se questa schifosa malattia mi sta uccidendo? Come faccio? Nessuno deve soffrire per causa mia, invece sta succedendo esattamente il contrario: si spezza il cuore a tutti quelli che mi vedono in queste condizioni!”

Tutti si stringono attorno a me. Ognuno ha da dire la sua, tutti mi rassicurano con qualche frase, poi c'è chi mi stringe la mano, che mi dà una carezza sulla testa.

Il mio amico mi tiene la mano sinistra; sollevo lo sguardo e incrocio i suoi occhi che, nonostante la preoccupazione e la tensioni, hanno sempre un effetto rassicurante su di me.

Ricordati che, qualunque sia l'epilogo di questa storia, tu nel mondo hai compiuto la tua missione e hai raggiunto il tuo obiettivo. Hai lasciato un segno indelebile nel cuore di chi ti ha conosciuto, sei stata forza e positività pura. Ti ricorderemo sempre come un angelo luminoso” mi dice con dolcezza, mentre si inchina per stringermi in un abbraccio.

La leucemia non ha ancora vinto, non è detto! Tu sei forte e non te ne andrai, lotterai e non ti arrenderai. I medici dicono che ci sono dei miglioramenti, è un buon segno! Sei tu a ripetermi sempre che non bisogna perdere la speranza; ecco, non perderla! Sei più forte tu di uno stupido cancro.”

È mia sorella a parlare, infervorata e con le lacrime agli occhi.

Ci sono dei progressi, ci sono delle speranze! Lei ci crede, tutti ci credono e alla fine anche io ci credo.

Con gli occhi appannati dal pianto, lancio uno sguardo al libro posato dall'altra parte della stanza.

Sono come Beatrice di Bianca come il latte, rossa come il sangue, ma non è vero che non ho nessun Leo a tenermi compagnia: ho un Leo, anzi, tanti Leo che credono in me e sono pronti a prendersi cura di me.

Guardo i presenti uno a uno e ora lo so, so di non essere sola, di non lottare invano, di poter risplendere di una luce tutta mia come Beatrice.

E ho la certezza che, nonostante ancora non sappia quale sia la destinazione del mio viaggio, non è stato compiuto invano.



° ° ° ° °


Ciao cari lettori!

Comincio col ringraziarvi per essere arrivati fin qui, nelle NdA di questo triste racconto. Non so proprio cosa mi sia preso ultimamente, sono in una fase molto introspettiva.

State tranquilli: non ho la leucemia, sotto quel punto di vista sono sana come un pesce! ;)

Forse è stato indelicato mettersi nei panni di qualcuno la cui vita è appesa a un filo, forse non ho trattato bene l'argomento, ma questa one shot è nata da una domanda che tutti si sono posti almeno una volta nella vita: chi mi starebbe vicino se stessi male? Mi ritroverei da solo? Come reagirei io e come reagirebbero i miei cari?

Io ho cercato di dare una risposta a queste domande, anche se probabilmente la realtà non sarebbe così. Comunque ho provato a immedesimarmi e questo è il risultato!

A parte la terribile malattia di cui ho parlato, è tutto vero: le mie passioni, le mie aspirazioni, le persone descritte e il rapporto che ho con loro. Io ho solo cercato di trasportare questi elementi della mia vita in una situazione completamente diversa.

Devo anche confessarvi che durante la scrittura mi sono sfuggite un paio di lacrime, non ho potuto fare a meno di piangere. Forse perché provo una dolcezza e una gratitudine enorme quando parlo delle persone a cui voglio bene, quindi raccontare di loro mi emoziona sempre.

Grazie ancora per essere passati di qua, se vi va fatemi sapere che ne pensate! :3

Soul ♥



   
 
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