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Autore: FunnyYoungMe    09/10/2016    1 recensioni
Heechul sta per andare a fare il servizio civile e, in cuor suo, spera in quel lungo periodo di riuscire a raccogliere tutto il coraggio necessario per dichiararsi alla sua cotta una volta tornato.
Ovviamente, per questa song-fic, consiglio l'ascolto di Angel Heart dei KNK; è semplicemente una canzona favolosa che mi ha ispirato l'intera ff.
"Your heart is so pretty, you're a gift come down from the sky, you're my own dazzling nice angel.
I don't need anything, I'll protect you only. You're my own nice angel." - Angel Heart by KNK
Genere: Fluff, Generale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Altri, Heechul, Leeteuk
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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More thoughtful and warmer than anyone you comfort me gently.

When you warmly hug me endlessly like a young child, I want to lean on you.

 

Nessuno mi aveva mai detto che amare significasse soffrire. Ma non ero neanche a conoscenza del fatto che tra due persone potesse nascere qualcosa di più profondo della semplice amicizia.


“Heenim, come va?”, domandò il leader guardando il moro.

“Tutto bene… Solo un po’ nervoso visto che domani è il grande giorno”, rispose Heechul schiacciando nervosamente i pulsanti del joystick.

Leeteuk non gli credette e si sedette di fianco a lui sul divano; c'erano solo loro due nell'appartamento, visto che gli altri avevano tutti le loro attività. Gli mise un braccio attorno alle spalle e gli rivolse un sorriso radioso, di quelli per i quali le fan avrebbero ucciso chiunque.

“Lo sai che puoi dirmi tutto…”

E Heechul lo sapeva bene ciò. Jungsoo era stato l'unico ad averlo visto crollare il giorno in cui Hangeng se n'era andato. Era stato quello che l'aveva stanato in camera sua, sul letto dell'ex membro, avvolto nelle coperte che piangeva. Era colui che l'aveva abbracciato, senza proferire parola, facendogli sentire che non era solo.

Ma quello che Heechul stava per fare era una prova che avrebbe dovuto affrontare da solo, come aveva già fatto Kangin. Qualcosa che sarebbe toccato pian piano a tutti gli altri ragazzi e che un po’ lo spaventava: il servizio militare.

“Ne sono a conoscenza Jungsoo-ah”, rispose il ragazzo mettendo pausa al videogioco e girandosi verso l'altro.

Ecco, magari avrebbe potuto evitare di farlo, visto che davanti alle fossette del maggiore il suo cuore aveva perso un battito. Come cavolo farò senza questo sorriso davanti a me tutto il giorno?, pensò Heechul.

“Mi mancano già i tuoi capelli, Heenim.”

“Me li farò crescere ancora e quando tornerò, potrai scompigliarmi i capelli come hai fatto…” cominciò a dire il moro prima di ricordarsi quando era stata l'ultima volta che l'altro aveva compiuto quel gesto: dopo il concerto a Beijing, dove aveva pianto davanti alle fan, nella loro stanza d'albergo.

“Come ho fatto…?”

“Niente, ho sbagliato”, rispose imbarazzato il minore. Non poteva di certo dirgli che si ricordava ancora quel gesto!

Leeteuk non cercò di scavare più a fondo e semplicemente abbracciò il ragazzo. Gli era molto difficile ammettere, almeno a se stesso, che Heechul gli sarebbe mancato, e anche tanto.

Non sapeva spiegarsi il perché di quell'affetto che provava per il moro, né capiva come mai, da quando Hangeng se n'era andato, aveva l'impulso di stare sempre vicino a Heechul. L'unica cosa di cui era certo, era che non voleva più vederlo piangere e che averlo tra le braccia era la cosa più meravigliosa che ci fosse al mondo.

“Jungsoo-ah, al mio ritorno dovrò dirti una cosa.”

“Non puoi dirmela ora?”

“No! Devo… Devo prima pensare a come dirlo.”

“... Non vorrai lasciare il gruppo anche tu!”

Heechul alzò gli occhi verso l'amico e gli diede uno scappellotto. “Come puoi anche solo pensare ad una cosa del genere?!”

Leeteuk sorrise e gli diede una pacca sulla spalla. “Scusa, non era mia intenzione, ma le tue parole mi stavano seriamente preoccupando.”

“Tsk, ti fidi poco di me, Leeteuk”, ribatté l'altro, sapendo che non gli piaceva essere chiamato così quando non erano nelle vesti di Hallyu Star.

“Yah! Accetto il fatto che non mi chiami hyung né che usi onorifici con me, ma non mi piace mi chiamiate così quando siamo soli e senza telecamere in giro!”, strillò il leader incrociando le braccia al petto e mettendo il broncio.

“Sei serio, Jungsoo-ah? Il broncio? Alla tua età? Neanche fossi Wookie o Sungmin…”, scherzò il moro.

“Il bue che dice cornuto all'asino!”, fu l'unica risposta del maggiore. Era l'unico a sapere del lato nascosto di Heechul: sapeva essere maledettamente carino quando voleva.

 

Your heart is so pretty, you're a gift come down from the sky, you're my own dazzling nice angel.

I don't need anything, I'll protect you only. You're my own nice angel.

 

La mattina dopo, Heechul si svegliò con qualcosa di caldo che premeva contro la sua schiena e quando si girò per controllare cosa fosse, sorrise vedendo che si trattava di Jungsoo che, a quanto pareva, era sgattaiolato nella sua stanza durante la notte.

Il ragazzo approfittò di quei minuti per contemplare il volto del leader che, anche nel sonno, sorrideva. Tutto in lui esprimeva riposo, gioia, casa e il raggio di sole che entrava dalla finestra rendeva i suoi capelli ancor più biondi e Heechul, nonostante fosse ateo, pensò che davvero Leeteuk fosse un angelo. Il suo angelo, mandato per proteggere il suo cuore da sentimenti che voleva cancellare, dall'odio che provava verso se stesso per essersi mostrato debole davanti ad un uomo che lo aveva abbandonato e alle amate ELF.

Dopo alcuni istanti di pura beatitudine trascorsi ad ammirare l'altro, Heechul passò una mano tra le ciocche morbide di Jungsoo, soddisfacendo l'irrefrenabile voglia che l'aveva colpito poco prima.

“It's not an END but an AND”, biascicò il biondo ancora con gli occhi chiusi ma allargando il sorriso.

“Me lo prometti?”, domandò insicuro l'altro.

“L'ho già promesso, ma lo farò sempre, solo per te.”

E non ci fu bisogno di altre parole quella mattina. Heechul si era convinto che, una volta tornato, avrebbe confessato tutto al leader e che quel periodo gli sarebbe servito per mettere alla prova il suo affetto. Jungsoo, invece, quando aveva sentito su di sé il dolce tocco del compagno, aveva cominciato a provare dentro di sé qualcosa di strano. Il suo cuore era come impazzito e aveva preso a battere all'impazzata, e non sapeva neanche spiegarsi il perché. Ammetteva di sentirsi strano ogni volta che si trovava nelle vicinanze dell’altro, ma aveva sempre ritenuto il tutto puro affetto fraterno, come quello che provava anche per gli altri Super Junior, anche se con loro i palmi delle mani non gli sudavano né gli mancava il fiato.

Mi mancherà davvero tanto, il mio quasi gemello… E se penso che anche io dovrò andare a prestare servizio, mi viene male; come potrò lasciarlo solo di nuovo? E non solo lui, ma anche gli altri ragazzi?, pensò Leeteuk mentre con la coda dell’occhio vide l’amico raccogliere le sue cose per andare a lavarsi. Però un po’ di silenzio non guasterà al dormitorio, continuò, nascondendo un sorrisino che velava la tristezza profonda che provava al pensiero dei prossimi due anni senza la diva del gruppo.

   
 
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