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Autore: taccy01    10/10/2016    1 recensioni
Storia di un ragazzo omosessuale che nella sua vita ne passa tante. Il destino sembra voler far soffrire solo lui.
Alexander è così, una persona triste. Sarà il migliore amico lui -involontariamente- a fargli trovare per ben due volte l'anima gemella.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
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Chiunque, in qualche modo, si è abituato alla scuola.
Sebbene per molti non sia una gioia, ormai quasi tutti hanno trovato una routine e riescono a sopportarlo.
Alexander Stainer no. Lui odia stare a scuola, stare a contatto con la gente, che odia e da cui viene odiato.
Ma nessuno osa torcergli un capello per via del suo carattere.
Alexander è tedesco, è nato in Germania. All'età di sei anni si è trasferito in Inghilterra, con i suoi genitori.
Lui li ha sempre odiati.
Li ha sempre odiati per il loro modo di fare, il loro credersi chissà chi solo per la loro quantità di soldi.
Alexander ne è disgustato.
Adesso Alexander ha 17 anni e frequenta un college prestigioso di Londra.
Queste sono grossomodo le cose che scrive nel tema, anche se arricchite di dettagli e lascianti trasparire meno rabbia.
Una cosa che Alexander sa di non poter scrivere e che i suoi genitori non sanno è che lui è gay.
Questa cosa la sa solo il suo migliore amico e compagno di classe, Louis.
Alex sospira, passandosi una mano tra I capelli corvini e puntando i suoi occhi azzurro ghiaccio sul foglio, controllando velocemente che non ci siano errori.
Infine posa il foglio sulla cattedra ed esce dall'aula.
Louis è già fuori che lo aspetta: è sempre stato più veloce di lui.
-Ehi, Alex!- dice l'amico, dai grandi occhi verdi sorridendo.
Alexander ricambia leggermente il sorriso:
-Ciao, Louis.-
-Com'è andato il tema?-chiede l' unico biondo tra i due.
-Come al solito, penso.- risponde il corvino con un'alzata di spalle.
-Quindi avrai preso come minimo nove!- esordisce ridendo Louis.
Alexander scrolla nuovamente le spalle e poi se ne vanno insieme, pronti a tornare a casa.
-Allora ci vediamo domani- dice Alexander giunto davanti a casa sua, salutando il biondo.
-A domani, Alex.-

-Alexander, dobbiamo parlare.- è il tono freddo con cui sua madre lo saluta appena lui varca la soglia.
Alexander la guarda sorpreso, inarcando un sopracciglio, mentre suo padre li raggiunge nell'atrio.
-Alcuni miei collaboratori, qualche mese fa- esordisce il padre con vice severa -Ti hanno visto in atteggiamenti un po' troppo amichevoli con un ragazzo. Loro pensano che tu sia gay, Alexander! Ti immagini? Una persona così contro natura, che cosa ne sarebbe del nome della nostra famiglia se le persone continuassero a pensarlo, eh? È ovvio che tu non puoi essere uno di quegli.....esseri.- conclude il padre senza trattenere un'espressione disgustata, la stessa che compare sul volto della madre.
Alexander li guarda perplesso per qualche secondo, mentre la rabbia entra dentro di lui: come possono i sui genitori essere così ottusi? Lui non starà al loro gioco, lui sarà quello che deciderà di essere!
-E se io invece fossi gay? Mi fareste ricoverare,cercando di farmi cambiare? Sapete quanto me ne frega del nome della nostra famiglia. Per quanto mi riguarda, posso cavarmela benissimo da solo.- ribatte Alex senza nemmeno alzare il tono della voce, ma lanciando ogni singola parola come se fosse un coltello.
Senza nemmeno aspettare la loro risposta sale in camera sua e prende una borsa con lo stretto indispensabile.
Poi esce dalla casa senza nemmeno ascoltare le discussioni dei genitori nella cucina e raggiunge l'appartamento di Louis, dove questi vive da solo.
Suona il citofono e subito sente la voce allegra del migliore amico che gli risponde:
-Sì, chi è?-
-Louis. Sono io, Alex. Potresti....ospitarmi per un po'?- chiede il corvino con il respiro pensate per la corsa.
Un secondo di silenzio segue questa breve conversazione, prima che Louis risponda.
-L'hanno scoperto, vero?- domanda il biondo, preoccupato per l'amico.
-Sì....- mormora Alex lievemente. -Comunque ti prometto che non sarà per molto.- dice il corvino, anche se consapevole di ciò che gli dirà Louis.
-Ma figurati! Puoi rimanere tutto il tempo che vuoi!- risponde Louis in un attimo.
Prevedibile Louis, Alexander pensa che senZa di lui avrebbe ceduto da un pezzo.
Alexander sale in fretta le scale e non appena giunge nell'appartamento di Louis si butta tra le sue braccia, piangendo silenziosamente sulla sua spalla.


-Quindi, è questo quello che è successo?- chiede Louis dopo aver ascoltato pazientemente lo sfogo del suo migliore amico.
-Sì. - è l'unica parola che esce dalla bocca del corvino, mentre sotto shock beve il caffè che l'altro gli ha gentilmente offerto.
-E Angela? Lei lo sa?-
Alex chiude gli occhi, nella sua mente si fa strada il ricordo del volto innocente della sorellina.
-Non le ho mai detto niente. È troppo piccola.- si limita a dire.
-Troppo piccola? Ha 15 anni! Devo ricordarti quanti ragazzi di 15 anni hai avuto?- chiede Louis ridendo.
-Uno solo.- Alexander lo trafigge col suo sguardo di ghiaccio.
-Ok, ok. Ma sai cosa ti dico? Tu hai bisogno di distrarti. Che ne dici se stasera ti porto in discoteca a rimorchiare?- gli propone infine Louis. -Direi che si può fare.-
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