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Autore: 144kagome_alice144    10/10/2016    2 recensioni
Sasuke e Naruto sono dei semplici ragazzi di sedici anni, o almeno così credono. Una crudele verità aleggia sul loro passato e solo il loro fratello maggiore la conosce. Fra la scuola e i vari impegni, riusciranno a sopportare il peso del loro cognome? Riusciranno a vivere e ad amare?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hinata Hyuuga, Itachi, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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                                              Attakai sen



 
Naruto aveva seguito la corvina nel retro del locale in religioso silenzio, mantenendo la testa bassa e la mano destra sul punto in cui aveva battuto. Nuovamente si era cacciato nei guai e, nuovamente, suo fratello si era preoccupato e, quindi, arrabbiato con lui. Non era cambiato nulla. Lui era sempre quello più debole, quello più inferiore.

Era la pecora nera della famiglia: lo era sempre stato, lo era tutt’ora e lo sarebbe stato in futuro e, per quanto si impegnasse a cambiare, a cercare di imitare i suoi due fratelli perfetti, le cose non mutavano. Sospirò stanco, sedendosi sulla sedia di legno, poggiando la testa sul piccolo tavolino al centro della stanza priva di finestre se non per la porta in legno che dava sul retro del locale ma che, solitamente, era chiusa a chiave.

Hinata andò nella stanzetta  accanto che fungeva da ripostiglio e tornò dal biondino con una cassetta del pronto soccorso. < Posso dare un’occhiata? > domandò flebilmente, temendo che il ragazzo, data la posizione, si fosse addormentato. Quest’ultimo, invece, alzò la testa e la guardò annuendo e cercando di sorriderle nonostante quell’aria triste non volesse abbandonare la sua espressione e quel velo di dolore rimanesse costantemente attaccato ai suoi occhi lucidi.

La ragazza si sistemò a sedere sulla sedia vicino e, con grazia e delicatezza, cercò il punto in cui aveva battuto < Ahi! > < S-Scusa! > Hinata ritrasse subito le mani, preoccupata di avergli fatto troppo male. Il biondo la guardò dolorante ma, vedendo il suo volto realmente preoccupato e spaventato le sorrise sinceramente. La corvina si sciolse al calore emanato da quel sorriso così bello, così contagioso, così luminoso ma che nascondeva un’infinita tristezza e paura.

Timidamente ricambiò il sorriso, incurvando di poco le labbra e, cercando di evitare il suo sguardo, frugò nella cassettina bianca e rossa un disinfettante spray e delle bende. Si avvicinò, nuovamente al volto del ragazzo e, dopo aver spruzzato il disinfettante su quello che il giorno dopo sarebbe diventato un bellissimo bernoccolo, iniziò a fasciargli la testa.

Non era mai stata così vicina ad un ragazzo prima di allora, nemmeno a suo cugino e questo la rendeva un po’ nervosa, specialmente se il ragazzo in questione avesse quel bellissimo paio di occhi azzurri che non la smettevano un secondo di fissarla. Cercò di nascondere il rossore che le aveva imporporato le guancie sotto la lunga frangia mentre, con la scusa della fasciatura, cercava di evitare il suo sguardo.

Naruto continuava ad osservare ogni sua singola mossa, lasciandosi cullare da quel tocco così delicato e gentile da sembrargli quasi materno. Lui non sapeva che cosa voleva dire il tocco di una mamma, ma immaginava che dovesse essere così dolce e gentile, così calmo, così lenitivo non solo per le ferite fisiche ma anche per quelle dell’anima.


Quando la Hyuga finì sospirò internamente, sciogliendo il contatto tra e sue lunghe e bianche dita e i fili d’oro del ragazzo. Rimise l’occorrente nella cassetta e, senza guardarlo, disse < Non è niente di grave. Domani mattina avrei solo un piccolo bernoccolo che ti passerà nel giro di qualche giorno. L’importante però è tenere la zona pulita.. >

< Heheh Ho la testa dura, io! - aveva scherzato lui portandosi una mano dietro la chioma bionda. La ragazza sorrise alla sua battuta, continuando a fissare la cassettina aperta sul tavolo, cercando, nel frattempo, di calmare i battiti del suo cuore che sembrava come impazzito < Grazie Hinata > sussurrò poi il ragazzo, con un tono incredibilmente serio che fece voltare la corvina che si perse nell’azzurro infinito di quegl’occhi profondi.

Lui era rimasto in silenzio, perso nei suoi grandi occhi perla mentre lei cercava ogni minima sfumatura di quell’azzurro così intenso e luminoso almeno all’apparenza, potè constatare poi perché, se lo si guardava in profondità, ben nascosto, si notava un alone di tristezza e dolore così forte da far male perfino a lei. Eppure, Hinata, aveva già visto quello sguardo, aveva già provato quel dolore ma, in quel momento, non si ricordava dove poteva aver provato delle emozioni così.

Fu lui a deviare per primo lo sguardo. Si era sentito troppo esposto, troppo vulnerabile e, in quell’istante, non riusciva a nascondere completamente il suo dolore che si portava dietro da.. troppo.

< Sono proprio una frana.. > aveva sospirato, accasciandosi nuovamente sul tavolino, con un sorriso ironico sul volto, nascondendo la testa fra le braccia. La Hyuga sussultò nel sentire quelle parole così rassegnate, così cariche di rimpianto e dolore, così simili alle sue e, come in un film, si rivide lei, tre anni prima, davanti a quel maledetto specchio con il suo stesso dolore negli occhi gonfi dal pianto, con quelle guancie troppo pallide rigate dalle troppe lacrime versate e le parole che lei stessa aveva rivolto alla ragazza che vedeva nello specchio

< Lui ha ragione.. Sono una nullità.. > Lo stesso tono, lo stesso sorriso rassegnato, lo stesso dolore, si era arresa esattamente come lui; però lei non voleva che anche lui cedesse, non voleva che lui si arrendesse così. Le aveva dato, in un modo che ancora lei non riusciva a capire, la forza per affrontare il suo incubo peggiore, suo padre, le aveva fatto credere che lui non era il tipo che cedeva facilmente ma che, anche quando le cose sembravano capitolare, lui riusciva a rialzarsi e a combattere continuando a sorridere.

Le venne in mente il suo sorriso, quello sincero, quello speciale, quello vero, quello che le aveva dato tanta forza. Lei lo voleva ancora vedere sorridere, lo voleva vedere felice. Voleva che gli dimostrasse che, se lo si voleva con tutte le proprie forze, si potevano sconfiggere le proprie paure, i propri fantasmi, il proprio dolore. Una lacrima amara carica di delusione e tristezza le solcò una guancia, frantumandosi sul legno del tavolino.

Alzò una mano che si andò a schiantare con un tonfo sordo esattamente sopra il punto in cui era caduta la goccia salata mentre, con tutto il fiato che aveva nei polmoni gridò < No!

-Naruto, sentendo il rumore forte di qualcosa che sbatteva contro il tavolo accompagnato da quella parola carica di rabbia, alzò la testa, puntando i suoi occhi confusi in quelli decisi, arrabbiati, delusi, tristi e doloranti di lei.

Hinata si avvicinò al ragazzo, prendendogli il volto con le mani e incollando la sua fronte con quella di lui. Le lacrime erano riuscita a sfuggire al suo controllo continuavano a scivolargli lungo la guancia, seguendo i contorni del suo volto per poi cadere, miseramente, a terra. Rimase per un istante a guardarlo negli occhi, cercando di trasmettergli tutto ciò che voleva dire attraverso i suoi occhi.

Naruto era rimasto immobile, rigido, confuso, mentre si perdeva in quel vortice di emozioni che riempivano gli occhi puri della corvina; mentre il respiro accentuato di quest’ultima si mescolava al suo appena accennato. – Tu non sei una nullità – asserì all’improvviso la ragazza, dicendo a lui quello che, molte volte, aveva provato a dirsi a se stessa –

Non lo devi mai pensare. Sei una persona speciale, chi ti conosce lo sa e anche chi non ti conosce. Basta uno sguardo per rimanere incantati dalla tua specialità. Sei vero, sincero, altruista, generoso, caldo. Sei come il sole anzi, sei un raggio di sole che è capace di illuminare le tenebre degli altri. Però, come tutte le cose anche il raggio ha le sue ombre ma tu hai la possibilità di schiarirle se vuoi. Tu hai il coraggio di affrontarle, di illuminarle.

– Aveva iniziato a piangere sempre di più e non sapeva nemmeno più che cosa stava dicendo. Era preda al dolore e alla delusione di vedere quel ragazzo piegato ad un sentimento tanto scuro – Però non sei solo, hai tanti amici che ti vogliono bene e io.. – aveva vacillato, incerta ma poi aveva continuato, incapace di fermarsi . Io penso che anche tuo fratello di voglia un gran bene. Sono convinta che tu sei indispensabile per lui e se lui ti sentisse dire queste cose ne soffrirebbe perché lui non vuole vederti soffrire, come non lo voglio io perché tu sei forte e coraggioso e sorridente e caldo e io.. io.. >

Non sapeva che altro dire, le lacrime le appannavano la vista e la testa le girava convulsamente. Si era ingarbugliata, temeva di aver fatto la parte dell’impicciona piagnucolona, temeva di aver completamente tergiversato il problema, aveva paura di essere stata troppo impulsiva, di aver sbagliato e, ancor di più, temeva di aver peggiorato la situazione.

Naruto aveva ascoltato ogni singola parola dapprima sorpreso e confuso poi sempre più felice. Per la prima volta si era sentito importante per qualcuno e, soprattutto capito. Quella era la prima volta che qualcuno piangeva per lui. Un sorriso sincero, caldo, come lo aveva definito lei, gli si aprì sul volto. Lentamente ma con decisione poggiò le sue mani su quelle della corvina che ancora stava piangendo e singhiozzando appoggiata alla sua fronte.

Interruppe il contatto delle sue mani fredde con le sue guancie, allontanandosi di poco, quel tanto che bastava per alzarsi e farla alzare. Lei, con gli occhi chiusi, cercando di calmare i singhiozzi, seguì distrattamente il suo esempio, alzandosi ma si sorprese quando lui l’attirò a sé, abbracciandola. Le cinse le spalle con le braccia, facendogli poggiare la testa sul suo petto.

La strinse forte a sé bisognoso di sentire il suo calore attraverso la stoffa dei vestiti. Il tempo sembrò fermarsi mentre anche Hinata, dapprima sorpresa e confusa, si lasciò andare a quella piacevolissima sensazione, circondando il suo busto con le sue esili braccia e nascondendo il suo volto nel suo petto.
Rimasero così per alcuni minuti, lei cercò di calmarsi, di darsi un contegno fermando i singhiozzi mentre lui le accarezzava dolcemente i lunghi fili lisci e corvini, facendola rilassare.

Quando Hinata si fu ripresa e realizzò che cosa era successo si separò bruscamente da lui, facendo qualche passo indietro, rischiando di inciampare sulla sedia. Mantenne lo sguardo basso mentre con le mani cercava di cancellare quella scia residua di lacrime che gli era rimasta. < S-Scusa.. io.. > cercò goffamente di scusarsi lei ma lui la precedette.

Scosse violentemente la testa, sorridendole felice < Non devi scusarti di nulla Hinata – La sua voce allegra e solare fece alzare il volto alla ragazza che rimase incantata dalla bellezza e dalla radiosità di quel sorriso che, se poteva, era anche più bello di quelli che aveva visto in precedenza – Anzi, sono io che ti devo ringraziare. Mi hai dato una bella strigliata! > disse ridendo allegramente.

La corvina abbassò di poco il capo, imbarazzata per le sue parole poi, però, incapace di trattenersi, scoppio anche lei a ridere trascinata dalle risa contagiose del biondino.

Naruto continuava a ridere, felice, mentre non riusciva a staccare gli occhi dalla bellissima figura della ragazza anche lei intenta a ridere di cuore. Anche con gli occhi arrossati, le guancie ancora bagnate e quel tenue rossore che le imporporava le guancie lei rimaneva sempre bellissima e, quel giorno, l’Uchiha, aveva constatato che lei non era soltanto bella, era proprio una bellissima persona, gentile, altruista, sincera.

Con lei sentiva che poteva essere se stesso, sentiva che non importava mantenere quel muro di finzione che si era costruito, lei lo capiva, lo aveva capito adesso e lo aveva fatto senza bisogno di inutili parole. Continuava a ridere fino a che l’occhio non gli cascò su un libro di scienze mal riposto nella piccola libreria che c’era in quella stanza. La risata gli morì in gola, mentre il ricordo improvviso della sua professoressa di scienze gi ritornava in mente. Deglutì a vuoto, preparandosi mentalmente all’idea della prima insufficienza grave dell’anno.

Hinata, sentendo che lui aveva smesso di ridere e percependo il suo nervosismo lo studiò attentamente e, seguendo il suo sguardo, si soffermò ad osservare il vecchio libro di scienze della signorina Tsunade. All’improvviso si ricordò della punizione che gli aveva imposto la signorina Terumi e, cercando di nascondere un leggero risolino, chiese < Naruto, come sei messo a scienze? >

Lui la guardò spaventato, facendole intendere che non sapeva nulla. Hinata, che aveva cercato di contenersi fino a quel momento, scoppiò a ridere. Naruto sospirò sconfitto < Non riuscirò mai a capire quella dannata materia, nemmeno se studiassi tutta la notte > Hinata smise di ridere, mantenendo però quel lieve sorriso gentile < Forse non serve che tu studi tutta la notte > disse per poi scomparire dietro la porta.

Naruto rimase a fissare fuori dalla stanza, non capendo che cosa avesse in mente la ragazza. Quest’ultima tornò poco dopo con un libro e un quaderno. Lo guardò e gli sorrise < Se vuoi potrei farti un piccolo riassunto della lezione, magari lo capisci meglio se te lo spiego con calma > Al biondo gli si illuminarono gli occhi. < Davvero!? > esclamò. Hinata sorrise al suo entusiasmi, sedendosi nuovamente sulla sedia, annuendogli.

Naruto sorrise, veramente felice mentre si accomodava al suo fianco. < Allora, che cosa non hai capito? > gli domandò lei, aprendo il libro sul programma che stavano svolgendo e mostrandogli gli appunti che aveva preso quel giorno in classe. Lui, sorridendo imbarazzato, si portò una mano dietro al testa < Nulla > rispose. Lei gli sorrise per poi voltarsi verso il libro e indicare una figura poi iniziò a spiegare < Allora Naruto, l’atomo è.. >

Naruto ascoltava attentamente tutto quello che gli diceva la ragazza, appuntandosi su un foglio che gli aveva prestato lei, le informazioni più importanti. A lui scienze era sempre sembrata una materia impossibile ma, se gli veniva spiegata così si accorgeva che non era niente male, anzi, gli piaceva proprio.

Però, forse, non era la materia diventata improvvisamente bella, forse era semplicemente perché, a spiegargliela con pazienza, con parole semplici, con esempi stupidi e con un bellissimo sorriso c’era proprio Hinata.



Spazio Autrice:

Salve!!!
Allora prima di tutto: TANTI AUGURI NARUTO UZUMAKI!!!!!! ( che, fra l'altro, in questa fanfiction, di cognome fa Uchiha.. XD )
Oggi è veramente un giorno speciale, non solo perchè è nato un grande eroe ( mentre, allo stesso tempo sono morti i suoi genitori ) ma anche perchè è il compleanno della mia mangaka preferita: Rumiko Takahashi ( Ranma 1/2, Lamù, Kyoukay no Rinne e, soprattutto, Inuyasha, per chi non la conoscesse ); perciò mi sembrava carino festeggiare con un bel capitolo concentrato su Naruto e, naturalmente, Hinata. Bhe, l'altro era sul SasuSaku, ci voleva un pò di NaruHina..

Il capitolo significa: Caldo raggio ( ho preso spunto dalla sigla italiana! )

Ringrazio ancora tutti quelli che leggono la mia storia con pazienza e con piacere, e anche chi, alla fine, mi lascia una recensione :)





Alla prossima!!                                                                                144kagome_alice144





 
  
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