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Autore: alix katlice    10/10/2016    4 recensioni
( Albus/Scorpius ♥ | next generation | one-shot)
Non contiene spoiler da The Cursed Child!
"Albus chiuse gli occhi, cercando di riprendere sonno. Lui a Scorpius, il suo apparentemente ex migliore amico, non doveva nemmeno pensare. Un singhiozzo particolarmente violento sfuggì dalle labbra serrate del suo compagno, invadendo il silenzio della stanza e la sua mente.
Per Morgana, no. No no no no no."
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Wrapped in the sheets
- capitolo unico -











Albus si strinse nelle coperte, tentando di rendersi impenetrabile.
Scorpius piangeva, nel letto accanto al suo. Nel buio della camera poteva scorgere il suo profilo solamente grazie alla luce pallida della luna: stringeva le coperte con dita tremanti e aveva affondato il viso nel cuscino, per soffocare i singhiozzi.
Albus chiuse gli occhi, cercando di riprendere sonno. Lui a Scorpius, il suo apparentemente ex migliore amico, non doveva nemmeno pensare. Un singhiozzo particolarmente
violento sfuggì dalle labbra serrate del suo compagno, invadendo il silenzio della stanza e la sua mente.

Per Morgana, no. No no no no no.
Non doveva cedere, assolutamente. Per cercare di resistere alla profonda angoscia che pian piano lo stava pervadendo cercò di riportare alla mente la patetica scenetta verificatasi in Sala Grande il precedente pomeriggio.
Sorvolò sulla sua parte di colpa, sulle grida e sulla sua mezza scenata isterica, e si concentrò su Scorpius. Codardo, lo aveva chiamato. Gli aveva dato del senza palle davanti a mezzo corpo studentesco, ma non era questo l'importante. L'importante era che non ne avevano mai parlato, non ne avevano mai neppure accennato (così come si fa quando si getta l'esca e si lascia aleggiare l'argomento nell'aria finché non si decide di affrontarlo in pieno petto), e Albus pensava di essere... al sicuro. Pensava che Scorpius non se ne fosse accorto, che non ci avesse fatto caso, che non sapesse.
E capire quanto invece Scorpius avesse compreso a fondo l'intera faccenda lo faceva stare male. Lo faceva sentire stupido, angosciato, disperato, in balìa di un qualcosa di non ben definito che lo terrorizzava e che lo aveva obbligato a restare sveglio l'intera nottata, troppo preso dal fiume in piena che erano i suoi pensieri.
Era una serpe, per Merlino. I serpeverde non cedevano.
Scorpius singhiozzò ancora, più forte.
« Scorpius... » mormorò Albus, nel silenzio della stanza « va tutto bene? »
Scorpius si mosse a disagio nel letto, mettendosi a sedere e tentando di calmarsi.
« Mi- mi dispiace. »
« Non riesci a dormire? » gli domandò, nervoso.
« Incubi » riuscì a formulare l'altro fra le lacrime « mi dispiace, ora smette. Ora smette. »
Albus tentò di inghiottire il groppo che gli si era formato in gola senza però nessun risultato concreto. Il suo migliore amico stava soffrendo. Scorpius stava soffrendo. Ed era capitato tante altre volte che si fosse svegliato in piena notte colto dal panico, e lui era sempre sceso dal letto, aveva camminato con i piedi nudi sul pavimento gelido, lo aveva raggiunto, gli aveva afferrato il braccio e se l'era portato con sé nel letto, abbracciandolo stretto ed accarezzandogli i capelli finché non si fosse addormentato.
Codardo. Era un codardo. Osservò il profilo di Scorpius illuminato dalla luna, il naso fine, le ciglia lunghe, i capelli cortissimi quasi rasati a zero, e pensò a quanto fosse bello anche in una situazione simile. Era bello, Scorpius. Lo era sempre stato, sin dal loro primo incontro sull'Espresso per Hogwarts, e, purtroppo, per lui lo sarebbe sempre stato.
« Scorp, vieni qui. »
Per qualche momento non successe nulla. Poi sentì un fruscio di coperte, un tonfo sordo, dei passi di piede nudo sul pavimento. Quando Scorpius raggiunse il suo letto, gli fece spazio silenziosamente. Bastò afferrargli un braccio e tirarselo contro, facendo scorrere le dita sulla sua nuca, per accantonare in un angoletto della mente ogni timore, ogni paura provata in precedenza. Lo sentì su di sé ed espirò profondamente, come se fino a quel momento avesse trattenuto il fiato.
« Cos'hai sognato? » gli chiese, accarezzandogli la testa con delicatezza.
Scorpius intrecciò le gambe alle sue e passò un braccio dietro i suoi fianchi, facendo scorrere le dita lungo la sua schiena, sotto la maglietta. Era quasi diventato abitudinale dormire assieme, ma, a discapito del fatto che avessero litigato, Albus non l'aveva mai sentito tanto vicino.
« Astoria » gli disse.
Albus rabbrividì. La morte di Astoria era un argomento talmente delicato che non ne avevano mai parlato apertamente. Era a conoscenza solo del fatto che fosse morta tre anni prima, durante le vacanze estive fra il loro primo e secondo anno, per malattia. Erano seguiti mesi bui, pieni di rabbia e profonda tristezza.
« Scorpius... »
« Sta zitto, Al. »
Stette zitto. Non disse più nulla a riguardo nè degli incubi nè di Astoria. Era ciò che Scorpius voleva, e doveva rispettare la sua decisione. Lo avrebbe assecondato del tutto, in altre circostanze, non avrebbe più detto nulla, soprattutto considerato il fatto che avevano litigato, lo aveva accusato di cose di cui non aveva nessuna colpa, in seguito lo aveva ignorato e, cosa più importante di tutte, gli stava mentendo da mesi. Lo avrebbe assecondato se non avesse cominciato a farsi in lui la convinzione di dover parlare. Di dover parlare e di dover ammettere con se stesso e con Scorpius tutto ciò che si teneva dentro da tempo. Non tanto perché nutrisse la speranza di esser ricambiato (quello mai)... ma forse, e solo forse, sarebbe stato giusto confessare. Era il suo migliore amico, no? Lo doveva a lui e lo doveva a se stesso.
« Non sto per parlare di Astoria, Scorp, sul serio, fammi parlare. E non vorrei nemmeno cambiare argomento così velocemente perché so quanto è importante per te... ma se non vuoi parlare tu di ciò che più ti fa stare male, fa parlare me. Sto per dire qualcosa di cui molto probabilmente domattina mi pentirò, sappilo » cominciò Albus « ed è un qualcosa che sto cercando di negare da... mesi, più o meno. »
Si fermò, per cercare di tastare il terreno, valutare la reazione di Scorpius. Aveva smesso di singhiozzare, (forse calmato dal suo tocco leggero?), lo guardava nell'oscurità della camera senza battere ciglio: Albus si sentì pronto. Al sicuro.
« Io-, beh, in questi giorni senza di te non ho dormito. Non ho dormito perchè non riuscivo a non pensare al fatto che la mia vita senza te fa schifo. Anzi, no, non è semplicemente questo. Io senza di te non ho davvero senso. Sono... ho il bisogno fisico di condividere la mia vita con te, di parlarti, di vederti, di toccarti. Ed è... davvero troppo, mi capisci? » mormorò sotto voce, guardandolo finalmente negli occhi « è troppo. E volevo dirti che mi dispiace, perché te l'ho tenuto nascosto per mesi, forse anni. Sono innamorato di te da sempre, e lo sarò per sempre. »
E, finalmente, respirò. Lo guardò e respirò. Aveva tirato fuori tutto, tutto tutto tutto. Non c'era nient'altro che Scorpius non sapesse. Era stato melodrammatico e patetico, come ogni quindicenne che si rispetti, ma aveva detto tutto. Era libero. Libero. Assaporava questa parola con un sorriso lieve sulle labbra senza rendersi conto di ciò che stava accadendo, di Scorpius che si allontanava leggermente da lui, drizzando di poco il busto e inclinando la testa da un lato, come per osservarlo meglio, e di Scorpius che al buio gli si avvicinava, gli afferrava il viso con le mani e poggiava la fronte sulla sua, respirava piano. Scorpius che lo baciava.

Per un momento fece fatica a crederci, rimase fermo, immobile, gli occhi sgranati, sorpreso e incredulo. Poi ricambiò il bacio, scoordinato e umido anche per colpa delle guance bagnate di Scorpius, un primo bacio indeciso e intenso di due ragazzini che potrebbero provare ad amarsi.
Scorpius non era mai stato un grande amante delle parole: fu per questo che Albus non si sorprese più di tanto quando si separarono ed il suo migliore amico non disse nulla, limitandosi a poggiare la guancia sul suo petto, all'altezza del cuore, e ad addormentarsi nell'arco di qualche minuto. Ne avrebbero parlato, ovviamente. Avrebbero parlato di tutto (anche di Astoria, magari).
Ma non era quello il momento. Gli accarezzò la testa e chiuse gli occhi. Lacrime di gioia.
Non gli era mai capitato.









 

Doverose conclusioni:
Chi non muore si rivede, direi! Non pubblico qualcosa su efp da... un anno? Probabilmente più di un anno. Non ho mai smesso di scrivere, comunque, ho solo trovato un'altra dimensione in cui farlo.
Ed ora, eccoci qui! Questi due piccini mi hanno rubato il cuore, lasciatemelo dire.
Non voglio dilungarmi, ho solo alcune precisazioni da fare: 1) mi dispiace davvero tanto ma non riesco a ricordare di chi sia la fan art che ho utilizzato per la copertina della storia. Penso di averla presa da Tumblr... comunque, se qualcuno di voi sa qualcosa, mi dica pure: penso sia importantissimo citare, quando si utilizza il lavoro altrui.
Poi! 2) le caratterizzazioni di Albus e Scorpius,  come penso abbiate capito, sono originali. Prendo spunto da TCC in minima parte (anche perché non ho ancora avuto modo di finirlo ahaha).
3) sono un po' arruginita, non scrivo questo tipo di fanfiction da molto e spero di non aver fatto troppi strafalcioni.
Presto arriveranno altre one-shot sui piccini, vi avverto! Sono leggermente entrata in fissa.
Grazie per aver letto,
un bacio!

Alix.

 
  
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