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Autore: tanjess    11/10/2016    3 recensioni
Non importa quanto ci vorrà, io ti ritroverò, e quando lo farò, saremo una cosa sola.. Avremo il nostro lieto fine. Non dimenticarti mai quanto sei speciale. Sei il più bello e raro dei fiori Regina... Solo io ti poso rendere felice, tu lo sai, devi solo farmi entrare nella tua vita… Ancora una volta..-
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti, è la prima fanfiction che scrivo su di loro e spero possa piacervi. Siccome sono un amante della musica volevo dirvi che cercherò di mettere in ogni capitolo un momento magico da accompagnare, appunto, a una canzone o una melodia particolare. Vi lascio il link di quella di questo capitolo che dovrete attivare, se vi interessa, quando vedrete questo asterisco (*) , fatemi sapere se vi è piaciuto, a presto. https://www.youtube.com/watch?v=ZaBcs0NEc6w


Sabato 24 ottobre, ore 10:30
 
Correva, non sapeva dove, sapeva solo che voleva scappare da qualcosa che era troppo doloroso, così doloroso da non riuscire neanche a ricordare cosa fosse.
All’improvviso un muro le apparse davanti, dovette fermarsi, era in trappola. Un ombra avanzava verso di lei, non sapeva dire se era un uomo o una donna, sapeva solo che per quanto le facesse paura non riusciva a muoversi, voleva vedere chi era, voleva sapere cosa voleva e perché tutte le notti appariva nei suoi sogni da un anno esatto ormai. Man mano che l’ombra avanzava lei abbassava leggermente la testa, a ogni passo sempre un po’ di più, e questo non gli permetteva di vedere il suo viso, per quanto lei lottasse per cercare di scorgerlo sembrava invece che una forza sconosciuta molto più forte di lei e della sua volontà le imponesse di guardare in basso in modo da non riconoscere quella figura sconosciuta. La sua vicinanza gli provocava un misto di attrazione e disagio e tutto questo la confondeva. Gli si bloccò il respiro quando la figura si fermò davanti a lei, quasi si potevano toccare, il suo corpo non si muoveva non rispondeva più alla sua volontà. L’ombra chinò il suo viso fino a sfiorare la sua guancia sinistra, sentire il suo respiro sulla pelle le provocava dei piacevoli brividi, a lei inspiegabili, lungo la schiena. -Non importa quanto ci vorrà, io ti ritroverò, e quando lo farò, saremo una cosa sola.. Avremo il nostro lieto fine. Non dimenticarti mai quanto sei speciale. Sei il più bello e raro dei fiori Regina... Solo io ti poso rendere felice, tu lo sai, devi solo farmi entrare nella tua vita… Ancora una volta..-

I suoi occhi si aprirono lentamente, iniziarono a focalizzare l’ambiante intorno a lei e subito vide il soffitto da cui pendeva uno splendido lampadario di cristallo. Un raggio di sole le sfiorò la pelle dalla finestra alla sua destra, si girò a guardarla e vide che ormai era mattina inoltrata. Si girò cosi dall’ altra parte dove affianco a lei dormiva una donna, la donna che da un anno era diventata la sua vita, Malefica la donna che aveva sposato. Regina si alzò, reduce dal sogno che cercò di ignorare, nonostante i brividi lungo la schiena ancora si facessero sentire. Si mise la vestaglia di seta e scese al piano di sotto a preparare la colazione. Per quanto si sforzasse non riusciva a non pensare al sogno, perché questa figura si mostrava a lei tutte le notti? Perché non riusciva a vedere il suo viso? Perché ogni volta che si svegliava non desiderava altro che poter tornare presto a dormire per sognarlo ancora e provare le emozioni che solo in quel mondo, con quella strana persona, riusciva a provare?
Scrollò la testa imponendosi di non pensarci e di concentrarsi solo sulla colazione e sulla giornata che l’aspettava. Malefica scese le scale con aria stanca, si avvicinò a regina e le posò un bacio sulla guancia -buongiorno-
-Buongiorno cara, hai dormito bene?-
-Si, più o meno- Rispose fredda. Da un po’ di tempo era così, distante, fredda, assente, come se lei non fosse più importante. Regina cercò di non far caso al suo tono -per colazione sto preparando un toast, va bene?-
-si si, nel frattempo corro su a farmi una doccia e a prepararmi che oggi pomeriggio ho una riunione importante-
-ma come anche di sabato?- Disse Regina infastidita, stanca della sua continua assenza
-si purtroppo, uno dei capi viene da fuori e poteva essere presente solo oggi perché lunedì mattina presto riparte, quindi ci dobbiamo incontrare per le 14:00- Anche oggi, un giorno così importante, lei doveva lavorare, ormai c’era sempre e solo il lavoro da un po’ di tempo a questa parte.
–Non è possibile, già lavori a pieno ritmo tutta la settimana e ora dobbiamo rinunciare anche al fine settimana, oggi specialmente-
-E’ il mio lavoro, e non è colpa mia se è uscito questo problema, e poi è solo oggi, per il pomeriggio, domani sarò a casa e lo stesso stasera-
-Certo..-
-Senti tu non sei proprio in grado di dire niente, anche tu sei stata presa dal lavoro ultimamente -
- si ho avuto qualche lavoro che mi ha richiesto più concentrazione e tempo del solito, ma non è questo il punto. Io almeno sono presente quando mi parli tu invece sembra che vivi su un altro pianeta-
-beh mi dispiace- disse in tono sarcastico -sarà solo lo stress, passerà.- Detto questo Malefica si diresse verso il bagno per finire di prepararsi. Scese dopo un quarto d’ora con indosso una camicetta bianca e un pantalone grigio.
Consumarono la colazione abbastanza in fretta parlando del più e del meno, cercando di alleggerire la tensione creatasi poco prima -Sai..- comincio Regina -Ultimamente ti sento molto distante, forse ti stai stancando di me?-
-no assolutamente, è solo che quest’ultimo periodo è molto stressante, l’azienda sta attraversando un periodo di boom assoluto e c’è molto da fare, infatti sto sperando di farmi notare e di ottenere una promozione.- Regina si fermò con il boccone a metà fra la bocca e il piatto -ma questo vorrebbe dire più lavoro ancora, più viaggi, saremo praticamente ancora più separate, non hai proprio voglia di stare con me allora!-
-No semplicemente se ci riesco potrei offrirti qualcosa di più, potrei lavorare solo io in quel caso, provvederei finalmente io a te, tu potresti occuparti della casa e di un possibile figlio.- Regina restò interdetta a quelle parole. –Lasciare il mio lavoro? Io adoro cio che faccio e non voglio che sia tu a mantenermi-
- beh ‘ questo che fanno i bravi “mariti” – Disse Malefica in tono scherzoso – comunque devo andare, ne riparleremo la prossima volta- E il tono con cui lo disse faceva ben capire che volesse chiudere il discorso.
Regina non voleva per l’ennesima volta chiudere così come se niente fosse ma si impose di non dire niente per non rovinare quello che sarebbe potuto succedere la sera, era vero, era un brutto periodo, sempre più spesso aveva mancato a tante promesse fatte, a tanti appuntamenti e avvenimenti importanti, e la prima cosa che le venne da pensare era che si stesse stancando, ma se le aveva detto che non era così allora doveva crederle, non avrebbe avuto motivo di dirle una bugia.
- Io vorrei solo ritrovare la nostra complicità, e la coppia che eravamo un anno fa. Mi basterebbe questo, non desidero altro.-
-Vedrai che ci ritroveremo, ora devo andare, ci vediamo stasera- si sporse per darle un bacio sulle labbra che Regina contraccambio e usci di casa.

13:58

Vrrrr…Vrrrr.. Il telefono di Regina vibrò, nello schermo apparve l’icona di un messaggio da parte di Malefica -sto entrando in riunione, a dopo-
Regina si era fatta le faccende di casa e finito di controllare alcuni documenti per il lavoro. L’idea di mangiare da sola in casa non la allettava molto, così decise di uscire e mangiare fuori.

14:30

Si era seduta a uno dei tavoli all’angolo del bar-ristorante  “Granny’s” , un posto decisamente lontano da casa e dal centro della citta, era andata di proposito così lontano, voleva staccare dalla solita monotonia e provare, per una volta, qualcosa di nuovo, qualcosa che non fosse poi tanto aristocratico. Il posto non era malvagio, era confortevole e la faceva sentire a casa sua. Le pareti erano di un bianco panna con diversi tipi di fiori sparsi qua e la, i tavoli in legno scuro lucido, il bancone di un bel marmo grigio chiaro e l’odore che riempiva quel posto le ricordava i dolci che suo padre le cucinava di nascosto quando sua madre non c’era. Il tutto era accompagnato da una allegra e dolce melodia che non conosceva, ma di cui si era già innamorata, e di persone che al centro della sala ballavano sul suono di quelle meravigliose note. Le persone sembravano tutte gentili e molto socievoli, erano tutti in compagnia e tutti avevano un sorriso sulle labbra e lei si sentì trasportare da quell’ aria leggera che circondava l’atmosfera di quel locale, tanto che le venne da sorridere anche a lei.
-Ti stai divertendo?- Una voce femminile le rivolse parola, si girò di scatto e vide una ragazza dai biondi capelli mossi davanti al suo tavolo con in mano un caffè.  La donna le offriva uno sguardo divertito e allo stesso tempo di sfida. I loro sguardi si  incrociarono. Regina inchiodò i suo occhi nocciola a quelli della bionda, due occhi che avevano il colore del mare illuminato dai raggi del sole caldo dell’estate. Occhi che trasmettevano un calore incredibile, di quello che si prova in una bella giornata d’agosto, esattamente quello stesso calore che stava trasmettendo a lei con quel suo sguardo provocatorio e arrogante, ma dolce allo steso tempo. Era uno sguardo penetrante, davanti il quale Regina si sentì quasi nuda, senza difese, e non riusciva a capacitarsi del‘ effetto che quella sconosciuta e i suoi occhi avessero su di lei. Regina si stupì nel vedere che la guardava come se stesse cercando di spogliarla, come se la conoscesse da sempre, e questo la metteva a disagio, ma cercò di non far notare a quella donna l’effetto che stava avendo su di lei. E decise di rispondere in maniera distaccata e decisa, ignorando ciò che quegli occhi le avevano appena trasmesso.
-Non penso che sia un suo interesse, non crede?-
La donna bionda spostò la sedia davanti a Regina e vi si sedette. Poggiò il gomito sul tavolo e posò il mento sul palmo della sua mano per sorreggersi, e sostenendo il suo sguardo rispose alla sua provocazione.
-Lei non è di queste parti vero? Insomma è la prima volta che viene qui.- Regina non rispose e mantenne lo sguardo fisso su di lei. Vedendo il silenzio della mora la bionda decise di rispondere alla sua domanda .-In effetti non sarebbe un argomento di mia competenza, se non fosse per il fatto che lei se ne sta li bella tranquilla ad occupare il posto che occupo io da oltre un anno.-
-beh nessuno mi ha detto che questo tavolo fosse prenotato, ne vedo particolari divieti, quindi ho semplicemente dedotto che fosse libero.-
-Ha ragione, se fosse stato un posto diverso probabilmente Granny avrebbe dovuto tenerlo riservato, ma essendo che qui vengono sempre le stesse persone ognuno di noi ha il suo posto, e si da il caso che quello sia il mio-
-oh è così che accogliete la nuova clientela? Forse è per questo che vengono sempre le stesse persone- Disse Regina incrociando le braccia al petto e accavallando le gambe con aria sarcastica e tono di sfida.
La bionda non rispose subito, si prese qualche minuto. Si soffermò a guardare la posizione che aveva assunto la sua rivale. Doveva ammettere che la mora aveva ragione ma non voleva dargliela vinta e, dall’altra parte, Regina non era una che si tirava indietro difronte a una persona che cercava di tenerle testa. -Sidro di mele- disse la bionda guardando la sua ordinazione e cercando di cambiare argomento
-difficile trovare qualcuno che lo ordini qui nei dintorni, ha un gusto troppo delicato
per gente rozza come noi. Questo fa di lei una persona diversa da quelle del suo ceto.-
-il mio ceto? -
-si esatto, il suo ceto sociale-
- e cosa ne vuole sapere lei del mio ceto sociale?-
-Beh dubito che qualcuno come noi possa permettersi una camicia di seta, pantaloni e giacchetta neri lucidi firmati..-
Regina assottigliò il suo sguardo, quasi a volerle dire di non provocarla, ma la bionda continuò fingendo indifferenza all’ avvertimento della mora.
- Dato il precedente scontro dubito che sia una persona indecisa, anzi direi proprio che sa ciò che vuole, il che mi induce a pensare che faccia parte della categoria delle persone ricche, snob e impossibili da trattare.. d’altro canto però, è riuscita a fare un sorriso e lasciarsi contagiare dall’atmosfera che regna in questo posto grazie alle persone che lo riempiono, cosa che le persone a cui ho appena fatto riferimento non riescono a fare, quindi lei non è poi tanto di ghiaccio, perciò forse è una di quelle, rare persone ricche, umili, che hanno anche un cuore oltre ai soldi, quindi, si può dire che lei è speciale..-
incrociò le braccia e si appoggio al tavolo
-allora ho indovinato?- Regina bevve un sorso del suo sidro senza staccare gli occhi da quelli della bionda, quegli occhi che inspiegabilmente per lei, non avrebbe voluto smettere di ammirare. Si avvicinò e si mise nella stessa posizione della donna che le era davanti e a tono basso le disse -Non credo di voler rispondere a una persona così invadente e..-
(*) Regina non ebbe il tempo di finire la frase che la bionda le prese una mano, la fece alzare e la portò al centro della sala per poter ballare quella che, Regina lo avrebbe scoperto inseguito, era la melodia preferita della bionda. La donna le mise una mano sul fianco, stringendola al suo corpo. -Ma che fa? Come si permette?- Regina, arrossì per l’imbarazzo e non riuscì a impedire alla donna di continuare. Non ebbe risposta a quelle domande , anzi, la bionda le prese l’altra mano che tenne saldamente alla sua, puntò i suo occhi azzurri dritti in quelli color nocciola della mora, senza staccarli mai, guardandola intensamente e cominciò a farla danzare con lei al ritmo di musica. Prima a passo normale.. girando delicatamente …e poi aumentarono l'andatura... Regina non poté far altro che seguirla e lasciarsi trasportare dal momento. Il suo cuore cominciò a battere all’impazzata per la vicinanza della donna, sentì nascere una strana felicità dentro, e per un momento si dimenticò di tutto ciò che le circondava, di tutta la sua vita. Esistevano solo i suoi occhi e quelli della misteriosa donna che aveva di fronte. Vorrei non finisse mai.. vorrei rimanere fra le sue braccia.. Quella frase le sfiorò la mente, e gli unici pensieri che da quel momento riuscì a formulare riguardavano la donna bionda che la stava trascinando in un mondo troppo bello per essere vero . Regina stava bene fra le sue braccia, e il contatto con lei le riscaldò l’anima, così come nessuno aveva mai fatto fino a quel momento, nemmeno sua moglie. Si era lasciata andare con una perfetta sconosciuta che in qualche modo aveva penetrato la sua difesa, che l’aveva fatta vacillare solo guardandola e che ora la stava facendo volteggiare fra le sue braccia. Tutti si erano fermati ad ammirarle. Sembravano due angeli. Regina si sentiva come se stessero fluttuando nell’aria, perse del tutto il contatto con il mondo esterno e si ritrovò in un posto al di fuori del tempo e dello spazio, dove il suo cuore, aveva ripreso finalmente a battere per davvero.
La musica finì di colpo, e non diede nemmeno il tempo a Regina di capire cosa fosse successo, era rimasta imbambolata fra le braccia di quella sconosciuta, provando emozioni e sentimenti intensi, sentimenti che una donna sposata non avrebbe mai dovuto avvertire. Prima che riuscisse a tornare alla realtà e potesse scatenare la sua ira su quella povera donna, il suo telefono vibrò ancora. Vrrr…Vrrr.. lo prese dalla tasca senza staccare gli occhi da quelli della bionda, si allontano dal centro della sala per poter rispondere in tranquillità senza che la sua nuova, irritante e sorprendente, conoscenza potesse sentirla.
-Pronto..- Disse in un sussurro, le mancava la voce.
-Regina sono Kathryn-
-Oh Kat, ciao, dimmi tutto-
-Regina, hai dato un occhiata hai fogli che ti ho fatto avere ? che ne pensi? Si può fare ?-
-Ah, si li ho visti questa mattina. Così a occhio ti posso dire di si, anche se il progetto devo dire che è molto ambizioso. Chiunque lo voglia commissionare deve essere pazzo, oltre che con i soldi che gli cadono letteralmente dalle tasche.-
-Beh questo a noi non interessa, alla fine noi ci ricaviamo, devi solo dirmi se è fattibile.-
-Al 90% si può fare, ma devo vedere il posto per darti una conferma sicura, devo vedere se gli spazzi sono sufficienti e se può reggere la struttura.-
-Si non c’è problema, se per te va bene possiamo vederci alle 17, così ti faccio vedere il posto. Dopo averlo visto però mi dovrai dire se ti interessa realizzarlo o meno. Ho pensato subito a te per questo progetto perché sei la persona più in gamba con cui abbia mai avuto il piacere di lavorare, e appena me lo hanno proposto ho visto il tuo nome scritto sopra-
-lo so, è allettante, ma non ne sono sicura, insomma mi porterebbe via molto tempo e ultimamente io e Mal stiamo così poco insieme, vorrei riuscire ad avere un po’ di tempo per noi.-
-Regina pensaci bene, un offerta del genere potrebbe non ricapitare, comunque non ti sto chiedendo di rispondermi subito, intanto vieni a vedere il posto così vediamo se è possibile realizzarlo come prima cosa, e poi allora mi darai una risposta, anche se credo di immaginarla-  le disse con un tono scherzoso che lasciò capire che stava sorridendo.
-Vedremo, ti vengo a prendere sotto casa tua alle 17 allora, a dopo-
Chiuse la chiamata. Grazie alla telefonata di Kat aveva ripreso il controllo di se, tornando dove aveva lasciato la donna si stava preparando a concludere il discorso lasciato a metà con la bellissima sconosciuta, ma quando alzò lo sguardo si sorprese nel vedere che lei non c’era più, guardò il tavolo dove erano sedute poco prima di quel ballo non cercato, imposto, e maledettamente bello, sperando di vederla li, ma la sedia su cui si era seduta una splendida, arrogante donna, dagli occhi penetranti, era vuota. Se ne era andata, lasciandola sola.
   
 
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