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Autore: Book boy    11/10/2016    1 recensioni
Due soldati. Un secchio di vernice rossa e un muro da dipingere per poter gridare tutto il proprio odio per la guerra e la propria voglia di vivere in pace.
Ispirato all'opera "Soldiers Painting Peace" di Banksy. ☮
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Il soldato correva con la schiena piegata, le mani a stringere il fucile. Passava a fianco al muro crivellato dai colpi sparati a casaccio da soldati di entrambi i fronti di battaglia. Il caldo era opprimente ma indossava comunque tutta la divisa da combattimento comprendente mimetica, elmetto, giubbetto tattico e, inoltre, portava in spalla una radio da marconista. Raggiunse correndo un commilitone inginocchio a fianco di un secchiello di metallo. Teneva il fucile puntato davanti a sè, pronto a fare fuoco in caso di pericolo. Vedendolo arrivare alzò gli occhi al cielo sospirando, sollevato dal vedere lui e non qualcuno di ostile "Cazzo, ce ne hai messo di tempo!"
"Non potevo di certo tornare qua senza controllare bene, ho preso questo." Tirò fuori da una delle tasche del giubbetto un pennello. Un grosso pennello da parete "L'ho trovato nel vecchio negozio bombardato"
"Quello dove ci sono ancora tutte le latte scoppiate?"
"Esatto, è diventato un arcobaleno." Le bombe erano cadute su un negozio di vernici spargendo ovunque i liquidi colorati, oltre a vario materiale da pittura come pennelli, treppiedi per quadri, cornici e altro ciarpame. "Muoviamoci, su." I due si diressero spediti verso una via laterale, portando con loro sia il pennello che il secchiello di latta vicino al quale era inginocchiato uno.
Correndo passarono accanto a edifici completamente rasi al suolo dalle bombe, ove i pochi brandelli di muro rimasti in piedi erano colmi di buchi di pallottole. Passarono accanto alla carcassa incenerita di un autobus devastato dalle fiamme. In lontananza, sempre sulla strada, si potevano osservare alcuni cadaveri riversi in grandi pozze di sangue rappreso, abbandonati lì da chissà quanto.
"Ehi."
"Dimmi." Fece quello con la latta in mano "Sai qualcosa di Williams?"
"Da quel che ho sentito non se la passa bene nelle retrovie, una scheggia gli è passata per un soffio dallo stomaco."
"Cazzo, roba da rimanerci secchi come ridere."
Williams era rimasto colpito, insieme ad altri sette ragazzi del suo plotone, da FF, "Friendly Fire".
Fuoco amico.
Due bombe americane lanciate su una casa dove si pensava, secondo l'intelligence, che fossero presenti alcuni talebani insorti, colpirono invece alcuni uomini di un plotone statunitense lì accampato per riposare dopo una lunga marcia di pattuglia della cittadina araba. All'interno dell'edificio si trovavano in otto, tre di loro morirono subito dopo il primo impatto, altri due morirono in seguito nell'ospedale da campo per le ferite inferte e gli altri tre feriti, compreso Williams, erano ricoverati in condizioni gravi.
"Ehi, fermo." Il soldato con la latta si bloccò di colpo e mise un ginocchio a terra, sollevando il fucile di scatto. Il commilitone lo imitò subito dopo temendo l'attacco di qualche pattuglia nemica.
"Che c'è?"
"Ho sentito un rumore." Rimasero in ascolto per poi essere attirati da un gatto che fuoriuscì da alcune macerie di un edificio. Il micio rimase ad osservarli per alcuni secondi, poi corse via diretto ad altre macerie poco lontano "Era quello stupido gatto, proseguiamo." I due ripresero la corsa.

Ad un tratto rallentarono ed arrivarono a destinazione. Si fermarono di fronte ad un grande muro ancora in piedi, non particolarmente danneggiato da esplosioni o pallottole vaganti.
"Muoviti a fare tutto che fra poco dobbiamo tornare, dai."
"D'accordo. Tu tieni d'occhio la zona." Il soldato con la latta la appoggiò a terra e l'aprì rivelandone il contenuto: vernice rosso vivo. Prese in mano il pennello da muro portatogli dal compagno e, dopo essersi messo il fucile a tracolla, lo intinse per bene nel secchio, iniziando a tracciare delle linee tondeggianti sul muro. Le linee erano molto spesse e ben marcate, lui continuava il suo lavoro mentre l'altro, con un ginocchio a terra, controllava la situazione alle loro spalle, per assicurarsi di non essere né attaccati né scoperti.
La radio gracchiò leggermente e una voce provenne dalla scatola di metallo "Compagnia Charlie, Compagnia Charlie, scontri sul settore di Al-Bazir. Si diriga sulla zona il ventunesimo plotone per dare supporto al dodicesimo."
"Muoviti dai, fra poco dobbiamo essere indietro, su. Il nostro pattugliamento sarebbe dovuto finire dieci minuti fa!"
"Stai calmo, lasciami lavorare" Il soldato con il pennello continuava a tracciare linee rosse, in fretta ma con criterio e precisione. La vernice iniziava a colare in piccole goccioline vermiglie ma non gli importava. Gli piaceva così.
Stava per concludere quando i due sentirono un'esplosione alle loro spalle in lontananza "Sono i mortai, tirano su Al-Bazir"
"Cazzo." Si voltò di scatto, diede un paio di altre pennellate di getto e rinfilò il pennello nel secchiello. Si allontanò lentamente camminando all'indietro per osservare il suo lavoro completato. Era davvero bello.
Imbracciò nuovamente il suo fucile e si incamminò insieme al commilitone per la strada da cui era venuto.

 

Aveva disegnato un grande simbolo della pace, rosso vivo. Le goccioline vermiglie scendevano da vari punti, sbavandolo e inziando a seccarsi sul muro color sabbia. Un simbolo di pace contro le tante tragedie che aleggiavano nell'aria.
In lontanaza si sentì un'altra detonazione seguita da alcune raffiche di mitra.

La guerra continuava.

☮ ☮ ☮

                                                                                                     

  
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