Dopo varie incertezze e ripensamenti ho deciso di
cimentarmi anche con il genere
romantico… vediamo cosa viene
fuori considerando che io sono sentimentale quanto
un calcolatore automatico!
Ecco a voi…
23
giugno ore 21:30
Rientro
a casa dal lavoro, mollo a terra borsa e giacca e mi vado a buttare sul divano.
Che
palle, c’ è troppo silenzio! Forse perché ora vivo di nuovo sola.
Eh,
già, Kanon se ne è tornato nel suo mondo parallelo (o quello che è) e io sono
rimasta qua con
la
mia solita vita.
Che
palle!
Prendo
la foto che gli ho scattato a tradimento un pomeriggio di qualche settimana fa,
quella che
mi
ha fatto quasi venire un infarto.
Kanon
è trasparente, come un disegno fatto
su carta velina e incollato sullo sfondo, però io lo so
che
non era un fotomontaggio! Lui era reale,
anche troppo reale a giudicare dal bacio che… No!
Mi
ero ripromessa di dimenticarlo quando l’ho salutato l’ultima volta prima che Mu li teletrasportasse
di
nuovo nel loro mondo, praticamente ho rinunciato a lui per lasciarlo tornare a
casa, la sua vera
casa.
Forse
se glielo avessi chiesto sarebbe rimasto con me, anzi sono ne sicura, però mi è
sembrata una
cosa
molto egoista da fare.
Cioè,
nel suo mondo Kanon è un Saint di Athena, una specie di eroe nonostante il
passato non
proprio
limpido, qui invece sarebbe stato un disadattato come l’Adriano Meis de “Il fu Mattia
Pascal”:
una persona inesistente per la società con un identità fittizia e sempre in
pericolo di
essere
smascherato.
Guardo
ancora la foto. Un fantasma, nel mio mondo Kanon non sarebbe altro che questo.
No,
non potevo chiedergli una cosa del genere!
Sospiro.
Che palle, che palle, che palle!
Mi
alzo dal sofà ancora con la foto in mano e vado nella mia stanza. Apro il
cassetto del comodino.
Meno
male che ho l’abitudine di tenere un diario, così anche se adesso che è tutto
finito mi resta
almeno
il ricordo.
Mi
siedo sul letto e lo apro.
Non
è un diario segreto in stile ragazzina leziosa con foderina rosa e lucchettino
(anche perché
ormai
ho ventidue anni), è un semplice quaderno spiralato a
quadretti, con sulla copertina una
bella
immagine di un faro in mezzo alla tempesta.
Una
volta che Kanon lo ha visto mi ha detto che gli ricordava tanto Capo Sounion, e ovviamente da
allora
sono stata bene attenta a non lasciarglielo più in giro.
Ecco
qua, 27 Maggio, quando è cominciato tutto.
Non
so se faccio bene a rileggere queste pagine ogni sera dopo quasi una settimana
che è andato
via,
tanto continuare a pensare a lui non lo farà tornare da me, quindi quasi quasi stasera lascio
perdere,
al diavolo i bei ricordi e le storie sentimentali: solo io, una lattina di
birra e la TV accesa.
No,
non ci riesco.
Accidenti
a Kanon, ma proprio da ma doveva piombare quella sera? Non poteva sconvolgere
la vita
a
qualcun altro? Anzi a qualcun'altra? No, giusto davanti alla mia macchina
doveva cadere! Non
andrò
più dai miei genitori quando piove, garantito! Anche se quella sera ancora non pioveva…
o
forse sì? Boh, non mi ricordo… ma tanto che importa
ormai?
Però
ora non posso rimanere con il dubbio.
Vado
a leggere, và! Però questa giuro è l’ultima volta!
_____________________
Come va come inizio? Incuriosisce? La protagonista è
completamente diversa
da come avevo intenzione di farla sembrare: volevo creare
una ragazza dolce,
romantica e sensibile sul modello di Usagi
di Sailor Moon, invece questa qui parla
come Death Mask!!!
Non importa, vorrà dire che mi racconterà una storia
diversa: sono i personaggi
che raccontano la loro storia, io la scrivo soltanto.