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Autore: peluche    12/10/2016    1 recensioni
La seconda parte di Ice on Fire.
Hanna ha lasciato Bristol dopo quella notte, rifugiandosi in un'altra città.
Il destino vorrà Harry di nuovo sulla sua strada, ma lei nasconde un segreto.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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HALF A HEART

(ice on fire) capitolo 45.

POV HANNA.

Natale è passato lasciando la malinconia delle cose non dette, di brutti regali ricevuti, di nevicate romantiche e di serate in famiglia. E' passato così velocemente senza neanche darmi il tempo di metabolizzare l'arrivo improvviso del Capodanno. Non so perchè la gente sia così elettrizzata all'idea di iniziare un nuovo anno. Quella che sei adesso lo sarai anche il giorno dopo. L'unica cosa che cambia è un singolo numero su un calendario o le date da scrivere nel giorno di oggi. So che sembro troppo cinica, ma quest'anno il Capodanno avrei proprio voluto che non arrivasse mai. Sono sul vialetto di casa mia, a fissare il taxi giallo limone fermo in fondo alla strada. Ha la porta del cofano sollevata e mio padre sta aiutando Harry con i bagagli. Io rimango in disparte perchè mi sembra tutto ancora irreale. La sua partenza mi sembrava ancora così lontana e invece.. purtroppo è già arrivata. Chester scodinzola intorno a entrambi, non riuscendo a capire evidentemente che il suo padrone starà via per un po'. Rabbrividisco a causa del venticello e poco dopo sento qualcuno che mi appoggia una coperta di lana sulle spalle.
«Congelerai.» mi dice mia madre, stringendomi le spalle.
Le sorrido e avvicino il viso al suo per sfiorare il suo naso. Non so come sto trattenendo le lacrime e spero che il momento dei saluti arrivi il più tardi possibile.
«Questa era l'ultima?» chiede mio padre.
Louis si guarda attorno, rendendosi conto di aver finito il tempo.
«Direi di si.» risponde Harry, quasi dispiaciuto.
«E' arrivato il momento..» mi sussurra mamma.
Mi passa accanto e va incontro ad Harry, aprendo le braccia per lui, sorprendendo sia me che lui. Lo stringe forte e credo quasi che sia davvero dispiaciuta, forse più per me che per lei.
«In bocca al lupo ragazzo.»
Mio padre gli porge una mano ed Harry la stringe, imbarazzato.
I miei genitori tornano verso di me, lasciando Harry a Louis.
«Non sparire.. d'accordo?» gli chiede mio fratello, grattandosi il collo con fare imbarazzato.
«Tu tienila d'occhio.» sento dire ad Harry, anche se forse non voleva che mi arrivasse.
«Abbracciatevi dannazione!»
Aria, che era rimasta in silenzio per tutto questo tempo, gli urla contro. I due scoppiano a ridere e poi si fiondano in un abbraccio e io ho quasi un sussulto al cuore.
«Mi raccomando superstar, stendili tutti.» gli dice la mia amica, ridendo.
«Quella è l'intenzione.» risponde lui, dandole un pizzicotto in guancia.
Eccoci. Non c'è nessun altro da salutare su quel marciapiede, a parte Chester. Harry si mette le mani in tasca e mi rivolge uno sguardo, sorridendomi. Aria e Louis indietreggiano e insieme ai miei genitori rientrano in casa. Io ed Harry ci veniamo incontro, incontrandoci a metà del vialetto. Nel momento stesso in cui avverto il suo profumo una lacrime mi scivola via sulla guancia e immediatamente le sue mani sono sul mio viso.
«Hanna.. se mi chiedi di restare, resterò.»
Mi si stringe quasi il cuore, so benissimo che lo farebbe.
«Lo so bene, ma non ti farei mai una cosa del genere.» rispondo, con la voce che trema.
Gli stringo le mani tra le mie e lui appoggia la fronte alla mia. Rimaniamo in silenzio per qualche minuto, osservando le nuvole di fumo che escono dalle nostre bocche.
«Ti chiamerò ogni giorno, ci vedremo su skype ogni sera, ti..»
«Ssssh, - lo zittisco – baciami e basta.»
Avvicina le sue labbra alle mie e tutto il mondo che ci circonda svanisce. Le sue labbra sono così calde, morbide, sanno di casa. Gli intreccio le braccia attorno al collo e lui mi tira, quanto più possibile, vicino a lui. Tra i baci si mescolano lacrime salate e non capisco se sono mie o sue, ma è un insieme bellissimo di amore e passione. Abbiamo superato cose peggiori, supereremo anche questa. Si stacca dalle mie labbra con riluttanza e rimane a fissarmi negli occhi. Dopo qualche minuto si abbassa al livello della pancia e ci appoggia le sue mani, calde e sicure.
«Prenditi cura della mamma Jeremy, va bene?»
Detto questo si avvicina, lasciandomi un dolce bacio sul ventre. Mi viene da sorridere e mi asciugo le guance ormai zuppe.
«Ti chiamo appena arrivo, - mi dice – ti amo, lo sai vero?»
«Anche io t amo, sempre.»
Mi bacia ancora, ancora.. poi sentiamo un clacson, segno che il tempo è finito. Sento la sua mano sulla guancia, fin quando deve farla scivolare via e lo vedo accarezzare Chester.
«Ciao cucciolo, prenditi cura della mia famiglia.» lo bacia sulla testolina e poi corre verso l'auto.
Alza un braccio e mi saluta ancora una volta, prima di salire dentro e andar via. Sento dei passi alle mie spalle e poco dopo la voce di Aria mi fa sentire meno sola.
«Presto sarà di nuovo a casa.»
Mi volto a guardarla e le sorrido e insieme torniamo verso casa.

«Allora, - annuncia mia madre mentre siamo tutti in salotto davanti al camino con una tazza di cioccolata calda in mano – vi comunico che stasera andremo a cena in un bel ristorantino in centro, quindi datevi una bella tirata e ci divertiremo!»
Batte la mani, eccitata, e io cerco di condividere il suo entusiasmo, inutilmente.
«E' necessario che io venga?» chiedo, anche se conosco già la risposta.
«Certo che si!» rispondono mia madre e Aria all'unisono.
Louis scoppia a ridere, non so per chi tra le due. Io guardo la mia amica confusa, chiedendo una spiegazione.
«Non vorrai lasciarmi da sola con un branco di ricconi?» mi sussurra.
«Quello che Aria sta cercando di dire, - continua mia madre avendola dunque sentita – è che devi uscire a distrarti, non permetterò che mia figlia se ne stia da sola a casa ad autocommiserarsi la vigilia di Capodanno.»
«Grazie mamma, ma non lo faccio per autocommiserazione, come vedi sono un po'.. ingombrante.» indico la pancia con il mento.
«Questo di certo non ti rende disabile, sei solo incinta!» continua lei.
«Quello che tua madre cerca di dire tesoro è che vorremmo che fossi lì con noi e che.. sei bellissima.» si intromette mio padre, cercando di rendere le parole di mia madre più dolci.
Gli sorrido e lo ringrazio silenziosamente, mentre mamma continua a dirci come si svolgerà la serata. Andremo al Delphic, ristorante di lusso del centro, e mamma promette che saremo solo noi della famiglia, senza amici, almeno non nello stesso tavolo. Mangeremo a base di carne e aspetteremo insieme la mezzanotte. Non le prometto che resisterò fino a quell'ora e Louis si offre di accompagnarmi a casa nel caso. Una volta organizzata la serata ci separiamo nelle diverse stanze, mia madre in cucina, mio padre nel suo studio e i piccioncini nella stanza di mio fratello. Andai dritta nella mia e mi sedetti sul letto come se avessi appena scalato l'Everest. Ero distrutta.
«Mamma è stanca.» sussurro al mio piccolo, accarezzandomi la pancia.
Afferro il telefono sperando che Harry si sia già fatto sentire ma trovo solo un messaggio che avrei preferito non ricevere.

Dott. Robinson: Buonasera Hanna, non ricevendo tue notizie ho iniziato a preoccuparmi. La terapia sta andando bene? Hai avuto altri malori? Quasi dimenticavo, buona vigilia di Capodanno!

Non avevo avuto altri malori, sembrava che la situazione stesse migliorando da quella dannata caduta. Forse avevo fatto bene a non dire niente ad Harry. Decido di non rispondere immediatamente, ma lascio il cellulare sul comodino e mi sdraio. Ritrovarmi in questa casa, nella mia casa di infanzia, mi faceva sentire un po' un intrusa. Ormai ritenevo Londra la mia casa e già non vedevo l'ora di tornarci insieme a Harry ma sapevo benissimo che non sarebbe successo tanto presto. Fisso il soffitto calcolando a mente le ore che ci avrebbe messo Harry a raggiungere Dublino. Domani ci sarebbe stato il loro primo concerto, ma chi diavolo organizza un concerto il giorno di Capodanno? Qualcuno c'è evidentemente. Prima che possa finire di calcolare i giorni che mancavano nel rivedere il mio fidanzato, sento il telefono suonare e per un attimo ho quasi paura sia la Robinson, ma poi il nome di Zayn mi rilassa immediatamente.

 

POV HARRY.

Sono seduto in questa dannata panca da un paio di minuti e le gambe non fanno altro che tremare. Ho le mani sudate e non faccio altro che guardarmi attorno in questo dannato aeroporto. Ho in mente ancora l'immagine della faccia di Hanna in lacrime e ogni volta che mi torna in mente sento un peso enorme sul cuore, come se stessi facendo uno sbaglio madornale.
«Ehy amico.»
Mark si avvicina e prende posto accanto a me, con una porzione di patatine in mano. Questo ragazzo non fa altro che mangiare, è inquietante.
«Ne vuoi un po'?» mi chiede, pulendosi l'angolo della bocca con un pollice.
«No, grazie.» rifiuto le patatine prima che l'odore possa farmi vomitare nel bel mezzo dell'aeroporto di Londra.
«Non sembri entusiasta, stai bene?»
Mark è simpatico, carino e Hanna lo definirebbe “il ragazzo che ogni ragazza vorrebbe”, ma mi fa domande a cui vorrei non dover rispondere.
«Sono solo in ansia per la mia ragazza, quanto manca alla partenza?»
«Credo manchi poco ormai.»
Mark finisce le sue patatine mentre io non faccio altro che fissare lo schermo del cellulare. Sono così preso da quello che non mi accorgo che Mark non c'è più e accanto a me c'è Robert.
«Tutto bene ragazzo mio?» mi chiede, dandomi una pacca sulla schiena.
«Vorrei che tutti la piantaste di chiederlo.» sospiro e mi appoggio allo schienale, rigirando il telefono tra le mani.
«Lo so che ti sembra sbagliato e sono sicuro che hai una fifa assurda, ma è quello che volevi, no?» mi chiede.
Alzo lo sguardo e lo fisso. Certo che è quello che volevo, è sempre stato il mio sogno. Scrivere canzoni, suonare la chitarra, cantare.. allora perchè non riesco a rispondere?
Chiamata per il volo A51 in partenza per Dublino.
«Ci siamo!»
Robert si alza e io lo seguo. I ragazzi si precipitano verso l'imbarco, io seguo Robert, mentre invio finalmente il messaggio che ho lasciato tra le bozze.

Harry ad Hanna: Mi manchi già da morire..
 

  
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