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Autore: Small Wolf    13/10/2016    2 recensioni
E se Hinata dovesse andare via un mese e lasciare casa e figli adolescenti alle cure di un papà come Naruto? Riuscirà il nostro eroe a fare il bravo papà e vincere così la battaglia più ardua di tutte?
DAL CAP 1
-Bene vediamo… ogni mese, come dicevo… tu… farai un ovetto! Si farai un ovetto, ecco, farai un ovetto come una gallina!
-Una gallina, papà?-chiese Himawari con un tono perplesso.
-Eh, si, solo quelle fanno le uova-le disse mentre nella sua mente si creava una sorta di collegamento fra quella situazione e il fatto che le donne fossero definite da Shikamaru “galline”.
Genere: Comico, Demenziale, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boruto Uzumaki, Himawari Uzumaki, Naruto Uzumaki, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Era passata già una settimana dalla partenza di Hinata ed il pensiero che dovessero arrivarne altre tre senza di lei lasciava suo marito in una condizione psichica davvero disperata. Non solo le mancava tanto, viste tutte le attenzioni che gli aveva sempre dato, ma anche per il fatto che senza di lei casa loro pareva l’inferno sceso in terra.
Infatti, ogni volta che nasceva qualche screzio, Hinata era sempre la prima a porvi fine con parole calme e sagge, riuscendo a far ragionare persino quella linguaccia di Boruto. Ora che lei era via però, i suoi figli stavano prendendo sempre più il sopravvento e lui era stato costretto ad affidare parte del proprio lavoro ai cloni pur di controllare che non combinassero troppi pasticci.
Il rombo di un tuono lo distrasse dai propri pensieri e gli fece tornare alla mente che in quel momento i suoi figli dovevano trovarsi da qualche parte per Konoha, sotto la pioggia battente. Sospirò: l’ultimo litigio con Boruto aveva fatto il modo che il ragazzino scappasse di casa, seguito a ruota dalla sorellina, la quale, seppur cresciuta, continuava a stargli attaccata come una cozza.
Stava per decidersi ad uscire quando il suono del campanello lo anticipò. Corse ad aprire la porta d’ingresso ma quando lo fece se ne pentì immediatamente vista la cosa informe e bagnata che gli piombò addosso, facendolo cadere all’indietro.
-Ma che…?-borbottò dolorante.
-Bolto, no!-Himawari cercò di fermare la cosa pelosa ed impazzita che doveva avergli provocato un bel livido sul sedere mentre Boruto rideva di gusto nel vedere suo padre a terra guardarlo con occhi disorientati.
-Insomma che succede?!-esclamò isterico come una casalinga frustrata.
Non ebbe il tempo di riceve spiegazioni che sentì Himawari urlare un lungo “no” dalla cucina. Fu così che Naruto conobbe Bolto, un cagnone Huski dal pelo lungo e arruffato, ancora bagnato di pioggia, che col musone rovistava fra il sugo nella padella alla ricerca delle polpette.
-No, no, no, no, no! Cos’è questa cosa?-piagnucolò il povero Hokage mentre guardava il suo lavoro di ore andare in fumo nella bocca sorridente dell’animale.
-Un cane, bacucco che non sei altro-affermò Boruto con tutta tranquillità mentre addentava una mela e Himawari accarezzava la schiena dell’animale.
-Guarda, mi ubbidisce già-aggiunse il ragazzino-Bolto, cattura papà!
Il cane si mise in posizione e con un balzo fu addosso al suo bersaglio. Il tonfo che piantarono entrambi si sentì per tutto il villaggio e fu doloroso sia per le chiappe già offese dell’Uzumaki che per il suo stomaco, schiacciato sotto le pesanti zampe dell’animale ora intento a leccargli la faccia e riempirgli le guance rigate di litri di saliva.
-La…lasciami stare.. lasciami, su!-protestò-Insomma toglietemi questo coso di dosso!
Himawari andò accanto al cane e lo spostò, afferrandolo dal pelo.
-Non è un coso… è Bolto.
Naruto si tirò in piedi, barcollando.
-Bene ed ora… ora Bolto torna subito a casa sua-ansimò pensando che prima o poi la bestia gli avrebbe rotto qualche vertebra. Insomma, non aveva sconfitto Kaguya per poi crepare a causa dei giochi affettuosi di un cane fuori misura! 
Ed effettivamente, constatando che Himawari non fosse bassa e che il cane quasi la superava con la testona, si poteva davvero dichiarare un caso oltre natura.
-Non ha una casa-gli disse Boruto, abbracciando il collo dei Bolto-Non possiamo mandarlo fuori.
Di lì seguì una colorita protesta sul fatto, sostenuto da Naruto, che un cane di quella stazza dovesse per forza avere un padrone e le proteste dei suoi figli, intenti a raccontare di come il cane li avesse seguiti dopo che lo avevano trovato solo sotto lo stesso ponte grazie al quale si erano riparati dalla tempesta. Inutile dire che alla fine vinsero loro due a discapito del padre.
-E va bene!-esclamò- ma quando avrà smesso di piovere, domani, dovrete portarlo al canile, è chiaro?
I due ragazzi fecero finta di non sentirlo e corsero al piano di sopra seguiti dall’animale.
 
Hinata era bellissima e giovane. I lunghi capelli blu le ondeggiavano davanti al viso e il Kimono lillà, svolazzava nella loro stessa direzione. La pelle nivea appariva brillante sotto la luce del sole e i grandi occhi azzurro ghiaccio lo guardavano con immensa dolcezza. Naruto si sentiva in pace col mondo quando lei lo guardava in quel modo e non avrebbe desiderato altro se non un po’ più di frescura: faceva davvero molto caldo sul terrazzo degli Hokage. Nonostante tutto il viso di lei lo attirava troppo, così lo prese fra le mani e lo avvicinò lentamente a sè… le toccò il naso, notando quanto fosse umido, ma quando infine la baciò, in bocca si trovò qualcosa come venti centimetri di lingua.
Si svegliò urlando da quel sogno che era diventato un incubo e trovò Bolto steso accanto a lui, la lingua a penzoloni dalla bocca sorridente mente le sue mani gli trattenevano il faccione come nel sogno avevano tenuto il viso di sua moglie.
Piantò un grido e cadde dal letto, terrorizzato, sputacchiando in giro i peletti che aveva ficcati fino in gola.
-Oddio!-annaspò prima di attaccarsi al lavandino del bagno di camera loro e bere un po’- oddio, sto morendo.
Himawari corse disperata nella camera di suo padre.
-Himawari… questo coso deve andare fuori da casa mia!
-Ma papà…
-Senti figliola, si può dire che io sta sera abbia tradito tua madre con un cane e non voglio che ciò riaccada, va bene?! Quindi portalo in giardino e fa in modo che ci resti!
La ragazzina non aveva mai visto suo padre tanto furioso e spettinato, così non aggiunse altro mentre trascinava il cagnone fuori dalla camera da letto dei suoi e poi fino in giardino.
Il mattino seguente, appena si svegliò da un sonno giustamente agitato, Naruto si affacciò alla finestra per assicurarsi che il cane fosse effettivamente in giardino ma la scena che gli si presentò davanti eliminò ogni traccia di rabbia: Himawari e Boruto erano tutti e due a giocare fra l’erba e i fango, correndo a piedi nudi attorno all’immenso animale che rispondeva giocosamente alle loro piccole provocazioni. Vide i suoi figli sorridere felici e spensierati e per la prima volta dopo sveriato tempo, si ricordò di come fosse la vita quando erano piccoli e innocenti.
Abbozzò ad un sorriso e scese in veranda.
 
Boruto crucciò le sopracciglia appena vide suo padre aprire la porta principale, sicuro che presto li avrebbe sgridati per essersi ridotti a carne e terra bagnata. Lo sguardo del papà effettivamente non preannunciava niente di nuovo.
-Ragazzi-esordì con un tono severo.
Himawari deglutì e si strinse al pelo di Bolto.
-Se volete tenere il cane… potete farlo.
I ragazzi allargarono un grande sorriso.
-A patto però che ve ne occuperete.
-Lo faremo papà, promesso!-esclamò la ragazzina, saltandogli al collo seguita dal cane che con una nota d’affetto li fece cadere entrambi e prese a dare il buongiorno a Naruto a modo suo.
-Si, si, basta bestione-brontolò l’Uzumaki, scostando la testa di Bolto per gustarsi il sorriso di vittoria del figlio.
 
 
 
 
  
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