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Autore: AlfiaH    14/10/2016    4 recensioni
(Ed è strano, davvero, persino assurdo, perché prima l’idea che Castiel potesse piegarlo al proprio volere bastava a riempire la maggior parte delle sue fantasie più nascoste, ma Cas. Cas può annientarlo in così tanti modi che il solo pensiero fa semplicemente male).
[Destiel - Introspettivo - Filosofico??? - Canon!Verse]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Quarta stagione
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Sublime







 






Dean  capisce di avere un problema nel momento esatto in cui Castiel varca la soglia del capanno, luci scoppiettanti e tutto, l’aria fiera e l’andatura solenne mentre ogni fibra del suo essere (perché non è umano, non lo è) irradia potenza pura. Lo nota ancor prima degli occhi blu, ancor prima delle labbra piene, ancor prima del tramite; Dean avverte questa scarica elettrica attraversargli la schiena e non sa dire se si tratti terrore o pura adrenalina perché l’essere che ha davanti potrebbe distruggerlo (annientarlo) soltanto scoccando le dita, quello che sa è che c’è qualcosa di sbagliato nel modo in cui il suo corpo reagisce, in cui trema e formicola, come se bastasse un nulla per farlo scattare nella direzione sbagliata.
 
Davvero, Dean ha sempre saputo di avere questa cosa per il pericolo, per la caccia – c’è qualcosa di primordiale nel sentirsi vulnerabili ed esposti, pronti a difendersi dal nemico che potrebbe attaccare in qualsiasi momento, perché c’è una sola cosa da fare e c’è solo una cosa che Dean fa, ed è irrazionale ed istintiva e le sue gambe scattano come elastici prima che possa anche soltanto concepire il pericolo.
 

Dean combatte.
 

Il sangue gli ribolle nelle vene e tutti i sensi sono in allerta e potrebbe essere qualsiasi cosa in qualsiasi momento ed il cuore gli scoppia nel petto ed è fantastico, sfiorare la pelle della morte con la punta delle dita è una sensazione che a malapena lo lascia dormire la notte; rimane sveglio a lungo dopo delle caccie più intense del solito, fissa il soffitto col cuore che gli batte ancora all’impazzata e l’adrenalina che gli circola ancora in corpo e si porta una mano tra le cosce, ancora tutti i muscoli tesi, prima di scivolare nel sonno sempre troppo leggero.
 

Gli basta parlare con Castiel, anche solo per qualche secondo, per non riuscire più a chiudere occhio ed è tutto terribilmente sbagliato, sul serio, perché gli angeli dovrebbero farti sentire al sicuro, ma c’è qualcosa nella voce di Castiel, qualcosa nel tono di Castiel che lo scuote dall’interno, che serpeggia sottopelle e non lo lascia dormire per tutta la notte – si avvicina sempre troppo, il respiro troppo caldo, l’odore troppo intenso, e Dean non è capace di gestire il pericolo senza schiantarcisi contro.
 


Non è la prima volta che si masturba per Castiel.
È soltanto un modo come un altro per alleviare la tensione, si dice mentre spinge i fianchi verso l’altro, scopandosi la mano – non è nulla di sessuale, davvero, non è che stia gemendo il suo nome o stia pensando alle sue labbra attorno al proprio cazzo.
 

È di più.
 

Perché non si tratta degli occhi blu e delle labbra piene, Castiel non è più bello di quanto Jimmy Novak sia mai stato, ma è così tanto di più che Dean deve stringere i denti per non venire al solo pensiero.
 


(A volte pensa che Castiel potrebbe farlo, potrebbe farlo venire con un solo singolo gesto e Dean non potrebbe fare nulla per impedirglielo, nemmeno se lo volesse).
 


Dean è piuttosto sicuro di avere un problema quando Castiel gli fa davvero del male in un vicolo, una notte. Lo colpisce così forte da fargli franare il terreno sotto i piedi, gli occhi infiammati di Grazia ed Ira divina, e tutti i sensi del cacciatore gli urlano di difendersi e l’adrenalina gli annebbia la mente e l’unica cosa che riesce a pensare è che sta per morire, che potrebbe morire, che Castiel lo ucciderà sul serio (combatti, combatti, combatti); ma le sue gambe non tremano, non lo slanciano in avanti, vacillano e cedono sotto i colpi imperiosi dell’angelo e c’è qualcosa di terribilmente sbagliato in lui perché quando lo sbatte contro il muro, il corpo premuto contro il suo, Dean non l’ha mai avuto più duro in tutta la sua vita.
 


Non è che non abbia provato a ribellarsi – Dean ha detto di no a Cas più volte di quanto gli abbia detto di si e l’angelo non l’ha mai davvero costretto a fare nulla e questo è uno dei motivi principali che hanno portato il cacciatore a fidarsi di lui.
 

Dean sa che Cas non lo annienterà – è consapevole del fatto che potrebbe, ma sa che non lo farà perché la sua fede è cieca come è giusto che sia. Vorrebbe che questo bastasse.
 


Vorrebbe non ringhiare il suo nome sotto la doccia mentre l’acqua si mischia al suo seme prima di sgocciolare via, vorrebbe non dover indietreggiare di un passo quando gli è troppo vicino o dover sostenere il suo sguardo troppo a lungo – Dean vorrebbe soltanto essere capace di difendersi.
 


(Ed è strano, davvero, persino assurdo, perché prima l’idea che Castiel potesse piegarlo al proprio volere bastava a riempire la maggior parte delle sue fantasie più nascoste, ma Cas. Cas può annientarlo in così tanti modi che il solo pensiero fa semplicemente male).
 


E Cas lo fa – una notte, in un capanno, gli fa male sul serio.
 
La verità lo colpisce talmente forte da farlo barcollare all’indietro e Dean non è pronto, non è armato contro Cas che non riesce a guardarlo negli occhi, le fiamme che serpeggiano e si allungano sulla sua pelle, scurendogli gli occhi; non può sollevare le braccia per proteggersi il viso insanguinato né può coprirsi gli occhi di fronte al vuoto che gli si apre davanti, appena sotto ai piedi, minacciando di inghiottirlo; le sue gambe si muovono nella direzione giusta.
 


Alla fine non è sicuro di poter trovare un riparo; Cas è una tempesta ingabbiata, un’antica potenza sepolta, spinta a forza sotto strati e strati di carne ed umanità che finiranno con lo spaccarsi in mille pezzi o con lo spaccarlo in mille pezzi di Grazia ed Anima, senza sapere dove inizi l’una e finisca l’altra, dove cominci il sacro e termini l’umano – o forse no, Dean non può saperlo, si illude di non saperlo, raggomitolato nella propria fede, il primordiale baluardo di irrazionale razionalità che mitiga l’animo umano.
 
Forse Castiel non imperverserà (lo farà, una piccola parte di Dean lo sta soltanto aspettando, ha il terrore e freme perché lo faccia) e Cas non lo deluderà di nuovo (a Dean basterebbe soltanto aprire gli occhi, per una volta, aprire gli occhi e guardare giù e convivere con la vertigine), ma alla fine quello che dovrebbe fare è semplicemente armarsi ed attendere.
 



Anche se ha già rinunciato a combatterlo.
































 




#Angolodellaprocrastinazione


Chi si aspettava del porn???????????? Chi non si aspettava una ceppa????????? CHI ha letto fin quI??????? MADO BVAVI

No vbb, a me l'idea di Castiel = Sablaim (Se avete letto SUBLIME giuro che ve sparo in culo) e Dean = Bello mi ha sempre fatto male al Quore.
Perché si. Castiel è la natura incontrollata ed incontrollabile di fronte al quale l'uomo rimane inerme, oltre che terrorizzato ed ammirato al tempo stesso, e può soltanto avere fede e sperare che non lo distrugga; mentre Dean è per Cas la bellezza da contemplare e veneraRE E BOH MI SENTIVO ROMANTICA STASERA CHE NE SOOOO *va a cries in un angolo*


E niente, questo.


YAH! *frusta i cavalli della biga di Platore e vola nell'Iperuranio*
  
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