Storie originali > Soprannaturale
Ricorda la storia  |      
Autore: La Reiko    10/05/2009    1 recensioni
Song-fic ambientata in Ohio nel 1820, ispirata a una breve canzone dei Kamelot, Interlude II - Un assassino molto silenzioso.
I tasti d'avorio surrogato del pianoforte sembrano i denti di una vecchia strega che dall'aldilà ride delle nostre sciagure.
O tempora, o mores!
Non so chi l'abbia detto, ma di certo viveva in tempi pessimi come i nostri.
Genere: Dark, Song-fic, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
C'era una volta un uomo

C'era una volta un uomo
Con gli occhi verso la luna

E si chiedeva,
Verrà presto l'amore?

 

 

La porta di legno marcio scricchiola. Attraverso i tagli da rissa con arma bianca senti un sottofondo di musica, qualcuno che urla, un gruppo di ubriachi che ride. Attraverso i buchi dei tarli senti la puzza di whisky, densa, concentrata e nauseante.

Non che ci siano cose che mi riescano a nauseare; o spaventare, impressionare, turbare.

La verità è che, in fondo, sono secoli che nessuno capisce cosa veramente riesca a smuovermi dal mio stato di perenne calma apparente.

Io per primo.

 

Spingo la maniglia dorata e unta di grasso, l’aria calda mi brucia gli occhi; abbasso il cappello, faccio un passo dentro. Uno sguardo attento e lento intorno mi rivela la presenza del barista, che pulisce un bicchiere, un pianista scadente sul palco quasi fatiscente e altri tre o quattro clienti sparsi per la bettola.

- Victorius.

Mi abbasso la tesa del cappello come saluto, fingo un lieve sorriso.

Al barista cede la mascella, un guizzo nei suoi occhi, il cuore irregolare e impazzito. La mano con lo straccio lurido si ferma. Balbetta.

- Horestes! Bentornato, com’è andato il viaggio? Spero bene, anche se ti vedo affaticato! Prego, siediti, ti porto il solito grog?

Pensando che sia stato relativamente utile sgozzargli tutte le galline, grugnisco e mi vado a sedere al mio tavolino preferito. In fondo a sinistra, nell’ombra, perfetto per controllare la situazione di tutto il locale.

Le assi del pavimento gemono e appiccicano, un ratto corre dalla porta dello scantinato a un buco nel muro sgretolato.

La superficie del tavolo è coperta di qualcosa di vischioso e unto, e quando il mio grog doppio senza ghiaccio arriva il bicchiere incide un solco nello sporco.

Congedo Victorius, faccio un cenno col capo al pescatore che mi guarda terrorizzato, stendo le gambe sul tavolino e abbasso la tesa del cappello. Ciò che aspettavo non è ancora giunto.



E che altro esiste
In un cuore gelato
Tranne il pensiero di un assassinio

Un profumo aggredisce le mie narici.

Lancio uno sguardo da sotto la tesa, mentre il suono di scarpe alte allerta i miei timpani.

Una sirena, un angelo, una rosa nel deserto.

Eccola la mia visione personale, calca il palco cadente spargendo bellezza tutt’intorno; un boccolo ramato le cade sulla spalla nuda: l’unica cosa della Storia che riesca a turbarmi.

Sorride stanca, si schiarisce la voce con eleganza, scopre una gamba scostando lo spacco del vestito e rivela il reggicalze turchese. Il pianista attacca a suonare una canzone insulsa da bar dimenticato da Dio, e la ragazza comincia a cantare.

I tasti di avorio surrogato sembrano i denti di una vecchia strega che dall'aldilà ride delle nostre sciagure.

O tempora, o mores!

Non so chi l'abbia detto, ma di certo viveva in tempi pessimi come i nostri.

Hedera non è un granché a cantare, è appena sufficiente in verità, ma la sua bellezza le fa passare qualsiasi pecca.

Mai in Ohio è esistita prostituta più bella. Aggraziata, delicata. Non ci crederesti, se la incontrassi per le strade polverose di provincia.

Alzo la tesa per guardarla meglio.

Hedera.

Mai un nome in Ohio fu così perfetto. Un fiore rosa in una bettola di pessima reputazione.

Sarà grazie a me che ha questa fama e ha perso tutti i clienti, ma questo è un altro discorso.

Penso che la voglio, la devo avere per me sola.

La canzone finisce, il locale chiude e si spegne, Hedera si ritira.

 

Molto …silenzioso.

 

Zampe, artigli, zanne, Hedera, sangue.

Mia per sempre, nell’ombra con me.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: La Reiko