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Autore: _AsunaRebi_    16/10/2016    0 recensioni
[AION] Questa è la storia di Alathariel, una giovane daeva elisiana che ha perso la memoria, che si avventura nel mondo di Atreia come se fosse la prima volta.
Si troverà ad affrontare situazioni che spesso sono più grandi di lei, come la guerra.
La guerra tra elisiani ed asmodiani che da tempo immemore affligge il mondo ormai straziato e lacerato dall'odio.
Gli asmodiani sono davvero così feroci e bestiali come si tramanda?
È possibile che nascano amore e amicizia tra pregiudizi e imposizioni sociali?
Spero vi piaccia! >\
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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"Generale, dovete svegliarvi, generale! Vi prego... Rispondete! Sono qui, nella caverna del Frammento delle Tenebre... Fate presto, vi supplico..."

Mi sveglio di soprassalto.
Una gocciolina di sudore corre veloce lungo la fronte e il fiato corto non accenna a calmarsi.
"Che diamine è stato?" Mi domando confusa "Si riferiva a me con l'appellativo ?" mi alzo di scatto cercando di essere quanto più lucida possibile e indosso velocemente la mia armatura in stoffa.

Spendo un paio di minuti ad incastonare la sfera sulla mia mano per poi scaraventarmi fuori dal mio appartamento incurante del fracasso che i tacchi fanno sul pavimento di marmo del corridoio.
"Devo andare. Sento che devo andare" ripeto nella mia mente.
"So che è un sogno, ma sento che c'è qualcosa di strano" penso, mentre mi teletrasporto all'osservatorio di Verteron, dove so che c'è l'accesso al Frammento. 
Giunta nel suddetto luogo, senza rifletterci troppo spalanco le ali e mi tuffo nella caverna.
L'aria filtra attraverso i vestiti e le ali tremano per l'eccessiva velocità.
"GENERALE!" Sento gridare "DA QUESTA PARTE!" mi blocco istintivamente e mi dirigo verso l'echeggiare di quella voce che in fin dei conti mi ricorda vagamente qualcosa. 
"Chi siete? Domando con tono fermo, nonostante la mia ansia crescente.
La figura di un uomo si avvicina.
Assottiglio lo sguardo per metterlo meglio a fuoco.
"Generale, da quanto tempo!" esclama a gran voce incredulo "Pensavo foste... Morta" aggiunge poi sottovoce.

C'è qualcosa di strano...

"Voci di corridoio sostenevano che foste ancora viva... Ma stentavo a crederci, dopo quel che successe. Ho provato ogni strada per trovarvi..." l'uomo si blocca, per poi tornare a guardarmi, stavolta con uno sguardo interrogativo.
"Perché tacete, generale? Non riconoscete i vostri sottoposti? Sono io, Icaronix... Il vostro legionario" sussurra affranto.
"Mi dispiace, non ricordo nulla" affermo infine io, un po' turbata dalla situazione.

"Riesco a percepire il disagio che provate a non ricordare... Provvederò a spiegarvi cosa accadde.
Voi eravate il generale di brigata della Legione dell'Illusione. La legione segreta di Lady Ariel." 

Perdo un battito.
"Chi? Cosa? Io generale? Lady Ariel?" penso confusa cercando invano di riordinare l'accozzaglia di nuove informazioni.

Icaronix annuisce tornando a raccontare "eravamo imbattibili con voi al comando, nessuno poteva fermarci e per questo, quando ci fu affidata quella missione, nonostante la paura, eravamo pieni di coraggio e fiducia nei nostri precedenti innumerevoli successi. 
La meta era Karmatis e dovevamo cercare il manufatto del Ricordo" 
Annuisco ancora incredula "e poi cosa è successo?" Domando incalzante con il cuore in gola
"Dopo la partenza non seppi più nulla della legione. La data del ritorno passò senza un vostro cenno di vita. Tentai ogni strada, ogni modo per sapere qualcosa, ma alla fine dovetti arrendermi e dare la legione per dispersa" dice, abbassando la voce nell'ultima parte. Il suo sguardo si fa languido, mentre continua a raccontare l'accaduto.
"Ero disperato, volevo chiedere consiglio direttamente a Lady Ariel, ma da soldato semplice mi era impossibile. 
Infatti nonostante il mio basso rango mi avevate scelto per una missione di vitale importanza per tutti noi. Voi vi fidavate ciecamente di me" sospira, poi continua "nella nostra legione c'era un traditore, qualcuno che sabotava ogni nostra missione, le quali finivano puntualmente con un'imboscata, come se i nemici conoscessero già i nostri passi. Io ero stato incaricato di scovarlo. Quando la legione scomparve a Karmatis, ero sicuro si fosse trattato del traditore. Così ho messo in salvo me stesso in questa caverna, e tutto il materiale che ho raccolto riguardo il traditore. Si trova tutto in quel baule laggiù" dice indicando il fondo buio della caverna, che pare essere profondissima.
"Io... Non posso rimanere a lungo qui. Il traditore mi starà certamente dando la caccia. Devo andare, generale. È stata una gioia vedere che siete sana e salva. Andate a vedere con i vostri occhi le informazioni sul malvagio traditore che ha posto fine alla gloria di una delle legioni più potenti di Elysea." Conclude inchinandosi.

"Vado a vedere. Lealtà e armi." Rispondo secca, chinando la testa.

Spalanco le ali e mi getto nel buio della grotta senza pensarci due volte.
Se c'è qualcosa che odio, sono i traditori.
Ferire la fiducia e l'amore che viene donato dagli altri è l'atto peggiore che possa esistere, a mio avviso. 

Poggio i piedi a terra con delicatezza, cercando di abituare la vista alla scarsa luce del fondo della caverna.

Mi guardo intorno.
"Eccola!" Esclamo tra me e me correndo verso la cassa impolverata a qualche metro da me, posizionata al centro della caverna, proprio sotto ad una sottile colonna di pietra naturale.
Mi chino in ginocchio iniziando ad armeggiare con il lucchetto arrugginito.
"Diamine, non si apre!" Sbuffo passandomi una mano sulla fronte. "Certo che anche la sfera sulla mano non aiuta... Con tutti questi ghirigori si incastra ovunque..." penso, togliendola delicatamente.
Mi guardo attorno, non c'è nessuno.
"Giusto il tempo di aprire il baule" affermo, poggiandola accanto a me. 
Cerco di aprire quel dannato lucchetto in tutti i modi.

Sento una ventata gelida sul collo, che mi fa rabbrividire. 

"Dovrò usare le maniere forti" affermo sicura, tastando il terreno accanto a me, per prendere la sfera degli incantesimi.

"Ma che diavolo...?" scatto sull'attenti, quando mi accorgo che sulla sottile terra accanto a me non c'è proprio nulla. 

"Maledetti... Una trappola!" Ringhio scattando in piedi e iniziando a girare su me stessa cercando di controllare qualsiasi movimento sospetto. 
Di nuovo l'aria gelida. 
Rabbrividisco.
Il mio cuore martella talmente forte che riesco a sentire solo quello.

"È stato così semplice..." Sibila una voce alle mie spalle. 
Mi volto "Icaronix!" esclamo inorridita.
"Davvero non ci siete arrivata? Siete diventata proprio una credulona da quando avete perso la memoria" sibila avvicinandosi al mio orecchio.
D'improvviso la sua forma si tramuta in un orribile spettro munito di una falce arrugginita e affilata.
Il volto di Icaronix lascia spazio ad un cranio pinzuto ormai privo di qualsiasi lembo di pelle. Gli occhi sono scavati e vuoti, lo scheletro è ricoperto da un putrido mantello ridotto a brandelli che ondeggia inquietante ad ogni suo movimento.
Sento le sue mani afferrare violentemente i miei polsi, per poi legarmi alla colonna con un gesto fulmineo.
Sono immobilizzata dalla testa ai piedi, ma per quanto posso devo usare il cervello.

La mia sfera... E legata alla sua cintola.
L'unica via d'uscita è troppo in alto e la schiena attaccata alla colonna mi impedisce di evocare le ali.
Che diavolo faccio ora?

"Oh, siete con le spalle al muro... Generale" sibila. Anche il timbro della sua voce si è tramutato da caldo e profondo a spettrale e inquietante.
Avvicina la sua falce alla mia fronte facendo una leggera pressione. 
Ma questo basta per far uscire un rivolo di sangue che corre veloce fino al mento, per poi staccarsi e finire ai miei piedi, tingendo la terra di un color rosso cremisi.
"Non osate mai più chiamarmi Generale, maledetto traditore" ringhio, con tutto il disprezzo che ho in corpo, sentendo un altro rivolo di sangue scendere.



"ALATHARIEL!"
"Alathariel sei laggiù? Rispondimi!" 
Una voce conosciuta grida incalzante dall'alto della caverna.

Non può essere...

"DALYONN! Non scendere! Resta dove sei e vai a chiamare aiuto!" grido io stringendo i denti, consapevole delle intenzioni di Icaronix.
Non posso permettere che ci vada di mezzo anche lui.

"Smettila di fare l'eroina cocciuta! Sto arrivando" sento un turbinio di ali e poco dopo scorgo la figura snella di Dalyonn posarsi a terra e correre verso di me.

"Ci sono visite... Non me lo aspettavo. Sapete generale, non pensavo che un tipo come voi potesse fare amicizia con qualcuno. Eravate in grado solo di disintegrare orde di nemici senza esitazione" afferma in un sibilo tremendo facendomi gelare il sangue.

"Alathariel, ma cosa sta dicendo?" domanda Dalyonn con un'espressione a metà tra stupore e confusione.

"Te lo spiego io, caro ragazzo ingenuo. Questa giovane ragazza era il generale di una delle più potenti legioni di Elysea. Sterminava nemici come una macchina da guerra esaudendo gli ordini di Lady Ariel. 
Fino quando io, Icaronix, suo fedelissimo sottoposto, non mi sono deciso di cambiar un po' le cose" sogghigna sotto lo sguardo basito di Dalyonn che non riesce a pronunciar parola. "Ho fatto in modo che il generale venisse attaccato da un potente balaur a Karmatis per farla finalmente finita, ma purtroppo Lady Alathariel è rimasta in vita. Ed ha perso la memoria. Avevo sperato di poter diventare io il generale di brigata più forte di Elysea. Io volevo il potere, e non era giusto che fosse affidato ad una ragazzina come lei."
 Conclude passando un dito ossuto sulla lama della falce che riluce affilata alla timida penombra della grotta.

"Alathariel... È la verità?" Domanda Dalyonn tremante guardandomi negli occhi.
"Sembra di sì..." sospiro "l'ho scoperto anche io poco prima di te" ammetto con un mesto sorriso.

Con uno scatto fulmineo del braccio, Icaronix  lancia un silenzioso incantesimo, che dapprima fa accasciare Dalyonn in ginocchio, e dopo lo immobilizza lasciandolo incapace di compiere qualsiasi movimento.
"D-dannazione..." Sussurra sforzandosi di muoversi.

"Maledetto Icaronix! Lascialo andare, lui non ha niente a che fare con questa storia!" Ringhio dimenandomi con tutta la forza che ho. 
"Ormai è qui, ed ha visto tutto... Ma non preoccuparti, prima di lui sistemerò voi, generale" tuona rabbioso, alzando un pugno ossuto sopra la sua testa.

Sento un dolore lancinante al centro dello stomaco. È talmente forte che vedo delle gocce rosse uscire dalla mia bocca e cadere pesanti a terra. È sangue.

"Alathariel!" È la voce di Dalyonn.
Sono preoccupata per quello che potrebbe succedergli.

"Ah... Maledetto..." Sibilo stringendo i denti, prima di sentire una forte presa sul mio mento.
È troppo vicino. Quel volto orribilmente informe pieno di odio. 
Sento un altro graffio profondo sul braccio, brucia da matti.

"Finalmente è giunto il momento del giudizio. Finalmente vendicherò il mio onore ferito uccidendovi e rubandovi la vostra immortalità." Ringhia afferrando la falce con entrambe le mani e allontanandosi di poco dal mio corpo martoriato.
Icaronix alza fiero la falce sopra la sua testa.

Cosa succederà adesso? 
Alathariel, ti sei arresa?
No, io non mi arrendo mai... 
So solo che se è vero che ho massacrato eserciti su eserciti senza batter ciglio dovevo essere una persona orribile. 
A questo punto preferivo non saperlo. 
Non posso vivere con questo senso di colpa.

"BASTA!" Sento gridare Dalyonn che con immane fatica si alza in piedi e colpisce fulmineo Icaronix con un pugnale.

"Come ha potuto liberarsi!" grida Icaronix posando una mano sul fianco ossuto scavato dal pugnale.

La mia sfera degli incantesimi rotola fino ai miei piedi, mentre Dalyonn approfitta del momento di debolezza di Icaronix per raccogliere la sfera e porgermela.

"Alathariel?" domanda Dalyonn incalzante.
"Avanti indossala, cosa aspetti?" 

"Dalyonn..." Sposto lo sguardo ai miei piedi. 
Tossisco, cade ancora un po' sangue a terra con un rumore sordo, aggiungendosi a quello versato in precedenza.
"In passato ho massacrato interi eserciti, come una macchina da guerra... Vuoi ancora combattere fianco a fianco di una persona come me?" sussurro tremante. 

Non riuscirò a trattenere le lacrime ancora per molto.

"Alathariel... Non so che tipo di persona fossi prima di perdere la memoria, ma se eri un generale eseguivi sicuramente gli ordini per il bene del tuo popolo e questo ti fa onore. Non essere sciocca ora e indossa quella sfera, elimina questo traditore che è la causa della tua disfatta e della morte dei tuoi fidati compagni con cui hai passato anni di avventure, sofferenze e vittorie. Ti apprezzo per come sei ora e non ha importanza per me come fossi prima di perdere la memoria... Quindi ora va' e completa il tuo lavoro, solo dopo potrai ricominciare da un nuovo inizio con nuove consapevolezze su di te e sul tuo passato."

Non pensavo che Dalyonn potesse parlare in questo modo. Evidentemente non lo conosco ancora per niente bene.
Ma queste parole sono quel che ci serviva.
Sento come un fuoco dentro di me e devo lasciare uscire tutto quello che sento.

Incastono la sfera sulla mia mano e con l'altra asciugo le lacrime che sono sfuggite al mio fallace autocontrollo.

"Come ho potuto dubitarne... Grazie Dalyonn..." non posso fare a meno di sorridere.

In men che non si dica assumo un'espressione accigliata, decisa a farla finita una volta per tutte. Sono furiosa e fremo dalla voglia di dare una lezione a questo dannato traditore.

Sussurro un incantesimo che fa istantaneamente prender fuoco alla resistente corda che mi teneva legata, facendola sbriciolare lentamente a terra.
La cenere si mischia al sangue e non posso fare a meno di calpestare quel suolo fieramente prima di alzare la mano con la sfera in alto.
"Adesso sono io ad emettere la tua sentenza" esordisco secca.
Icaronix è al suolo, ormai tornato nella sua forma umana.
"Ti ho dato tutta la mia fiducia. Hai tradito me, l'esercito con cui hai condiviso parte della tua vita e hai tradito tutto il popolo Elisiano. Tradendo me, il tuo generale, che aveva riposto ogni fiducia nella tua persona e alla quale avevi giurato eterna fedeltà,
hai tradito anche il dio Aion. Ed è per mano sua che ora io, Alathriel, vendicherò i tuoi misfatti per conto della legione dell'Illusione e di tutta Elysea."

Un solo colpo.
L'aria vibra sonoramente per poi lasciare spazio ad un silenzio tombale.




"È... È finita?" Sussurro incredula

"È finita" afferma Dalyonn passandosi una mano sulla fronte. "Riesci a stare in piedi?" domanda avvicinandosi
"C-credo di si" balbetto spingendo la mano sulla ferita del braccio per fermare il sangue.

Rimaniamo in silenzio per qualche minuto, mentre lui fruga nella bisaccia.
Mi lascio andare a terra e lui fa lo stesso.
Dopo poco tira fuori una lunga benda bianca.
Mi fa cenno di porgergli il braccio ed io lo faccio. 
"Così dovrebbe andare bene" annuisce soddisfatto legando la benda con un piccolo nodo.

Il ragazzo si alza per un attimo in piedi, per poi inginocchiarsi  proprio difronte a me che sono seduta a terra.
La sua mano si avvicina alla mia testa e in un attimo la sento scivolare sulla mia fronte.
Dalyonn alza piano la mia frangia, ancora sporca di sangue. "Tienila dietro la testa" dice mentre srotola ancora un pezzo di stoffa.
Io annuisco e faccio come dice.
Sento la benda fredda avvolgermi la testa dandomi un po' di sollievo.

"Come hai fatto a trovarmi?" domando poi giocherellando con la frangia nelle dita, mentre la tengo sollevata indietro sopra la mia testa.
"Ho sentito un fracasso tremendo in corridoio ad un orario indecente e ho immaginato che non fosse normale" risponde rimanendo concentrato nel suo lavoro "ho fatto fatica a seguirti, quindi sono arrivato in ritardo, ma comunque appena in tempo per salvarti" aggiunge ironico.
Tiene un lembo con i denti e lo strappa.
Dopo avvolge la mia testa con un altro giro di benda, legandola di lato.
Lascio la frangia che torna al suo posto e copre la benda, che si è già lievemente macchiata di sangue.

"Quindi i miei tacchi rumorosi servono a qualcosa..." Ironizzo per sdrammatizzare un po'.
Lui esita un attimo, ma poi sorride.

"Come mai sei venuta qui nel cuore della notte?" stavolta è lui a farmi la domanda 
"Ho sentito la voce di quel traditore in sogno... Mi diceva di raggiungerlo qui" spiego io aprendo la piccola boccetta di pozione rossa e avvicinandola alla bocca.
"Stavo per rimproverarti... Ma non posso certo biasimarti, probabilmente sarei partito anche io di corsa. Comunque la prossima volta avvertimi, in due si corrono meno rischi" conclude, chiudendo la bisaccia dopo aver riposto la benda avanzata al suo interno.

"Certo, proprio come ieri. Vero? Chi è che ha lasciato una povera donzella in un varco da sola?" alzo il sopracciglio alludendo all'accaduto del giorno precedente.
Dato il suo silenzio, ne approfitto per lanciare qualche frecciatina.

"Difatti ieri, ho incontrato le truppe asmodiane sulla mia strada" dico di getto, ma poi mi accorgo di aver parlato troppo.

Speriamo che non chieda come ho fatto ad uscirne viva.

"Ah si? E come avresti fatto a tornare tutta intera?" 

Ecco, mi pare una domanda logica.

"B-beh... Segreto! Eheh..." sorrido forzatamente alzando il tono di voce per cercare di creare un'atmosfera scherzosa.

"Ma davvero?" sussurra lui alzando un sopracciglio e assottigliando lo sguardo in una fessura

"Sono riuscita a non farmi beccare, tutto qui" concludo frettolosamente, nella speranza di non ricevere altre scomode domande.

"Se lo dici tu... Comunque abbiamo già discusso ieri stesso di questa cosa" afferma, aggiustando il ciuffo di capelli ribelle.

Avrei altre mille cose da dire, ma meglio seppellire il discorso di ieri, prima di lasciarmi sfuggire della mia clandestina chiacchierata con il ragazzo asmodiano dal nome complicato.

Torna a regnare il silenzio.

"Un momento!" Esclamo cercando di alzarmi in piedi "il baule! Non l'ho ancora aperto" barcollo per un attimo, cercando di trovare un po' d'equilibrio.
Mi avvicino al baule.

"Vuoi ancora aprirlo? Non ti è bastato essere quasi uccisa? Data la situazione non mi stupirei se fosse un'altra trappola" 
sentenzia il ragazzo.

E in effetti non ha nemmeno tutti i torti.
Ma sono davvero curiosa, perché secondo me lì dentro c'è qualcosa.

"Aiutami" 
"Se è una trappola me ne vado e ti lascio qui, sappilo" mi ammonisce lui
"Ok, ma ora aiutami ad aprirlo"
Dalyonn sbuffa e tira fuori un pugnale dal fodero.
Dopo vari colpi il lucchetto finalmente cede.

Prendo un grosso respiro.
In effetti è piuttosto rischioso, ma ormai ci sono e non posso tirarmi indietro per nessun motivo.

Sollevo agitata il pesante coperchio e veniamo investiti da una fortissima luce azzurra.

Quando riusciamo a riacquistare la vista, ci troviamo difronte a quello che sembra essere lo spirito di un uomo.

"Generale... Siete davvero voi?" lo spirito si inchina incredulo.
Io faccio un grosso passo indietro sospettosa.
"Generale... Cara Alathariel, sono così felice di vedere che state bene" l'uomo sorride sinceramente.
"Sono io, Ecus. È stato Icaronix a condurvi qui, non è vero? Quel maledetto... Non so cosa vi abbia raccontato, ma dimenticatevene subito. È lui il traditore, come avrete ben capito. È stato lui a tenderci la trappola a Karmatis ed è stato lui a porre fine alla mia vita in modo così brutale... Ma ora che avete vendicato i suoi misfatti... Posso finalmente tornare nel flusso dell'etere in pace. Grazie generale, grazie ancora una volta. Avete fatto così tanto per me e per l'esercito intero! 
Ancora una volta mi avete dato una nuova luce di speranza, finalmente la mia anima può trovare la pace che cercava da tempo e ho potuto rivedervi. Era il mio più grande desiderio.
È stata una gioia ed un immenso onore starvi accanto con il mio servizio di soldato. Siete una combattente inarrestabile e una persona magnifica.
Grazie, grazie di tutto." Conclude Ecus, cercando frettolosamente di asciugare una lacrima che però cade e scioglie nell'aria come un cristallo in frantumi.

Mi si stringe il cuore e la mia voce trema
"Ecus. Sono io ad essere onorata di aver avuto affianco un soldato come voi.
Grazie per quanto avete dato a me, alla legione e a tutta Elysea. Il vostro nome rimarrà sempre scolpito nella memoria di tutti, ve lo prometto. 
Potete riposare in pace ora, lealtà ed armi, Ecus." Concludo.

Le lacrime ormai si sono affacciate prepotenti ai miei occhi.
La figura di Ecus inizia a sbiadirsi, mentre si porta un braccio sul cuore e china la testa.
Io faccio lo stesso e quando tiro su il volto, lo spirito di Ecus non c'è più.

Mi lascio cadere sulle ginocchia a terra.
Ormai le lacrime hanno aperto una via di fuga e non posso trattenerle, scoppiando in un pianto liberatorio.
Un pianto che racchiude la paura di aver rischiato la vita, la consapevolezza di aver scoperto una parte del mio passato perduto, la tristezza di esser venuta a conoscenza che tutto il mio esercito ed Ecus hanno dovuto rimetterci la vita, la soddisfazione di aver vendicato finalmente i misfatti di un traditore, il sollievo di essere sana e salva, la gioia e la commozione della consapevolezza di essere circondata anche da persone che mi vogliono bene e apprezzano per come sono.
Perché anche se non sembra, c'è sempre qualcuno che ci sta vicino. Non siamo mai soli.

Sento la mano calda di Dalyonn posarsi sulla mia spalla nuda e fredda.
Il ragazzo aspetta pazientemente che io mi sia sfogata e smetto di piangere.
Asciugo le lacrime con la mano e sospiro profondamente.
"Ora va meglio?" Domanda
"Sì, decisamente." Affermo tirandomi in piedi.

Dalyonn apre le ali e io lo imito.
Si volta e mi tende la mano 
"Dai, andiamo" sussurra, rimanendo girato di spalle.

L'afferro e sento un calore pervadermi.
Il cuore mi batte ancora forte per tutte le cose successe.
Ci solleviamo da terra e sento la sua salda presa trascinarmi dietro di lui, e il mio sguardo si blocca percorrendo il perimetro delle sue larghe spalle.


"È il mio dovere di compagno di squadra" dice poi 
"e di... amico" aggiunge sussurrando quasi impercettibilmente.

"Grazie"
Sorrido stringendogli forte la mano.

Cos'è... questa strana sensazione qui?
Penso, portandomi la mano libera al cuore.
  
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