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Autore: elliedream    17/10/2016    2 recensioni
"Sherlock, sei tu che hai voluto giocare." dissi sbuffando, ma sorridendo lievemente quando il mio amico mi confessò di non sapere chi fosse il personaggio che aveva scelto di scrivere nel bigliettino che avevo incollato in fronte.
“E poi come fai a non conoscere Madonna...tutti conoscono Madonna!” dissi ridendo.
Mi sentivo completamente stordito per colpa dell'alcool e guardando Sherlock anche lui doveva essere abbastanza messo male. Non l'avevo mai visto ubriaco e a vederlo così sembrava quasi "normale". Non che Sherlock non lo fosse. Forse solo particolare a modo suo.
"Che facciamo allora?" gli aveva chiesto Sherlock.
“Direi di lasciare perdere i giochi” dissi con una risata.
Genere: Romantico, Slice of life, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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"Sherlock sei tu che hai voluto giocare" dissi sbuffando ma sorridendo lievemente, quando il mio amico mi confessò di non sapere chi fosse il personaggio che aveva scelto di scrivere nel bigliettino che avevo incollato in fronte.

“E poi come fai a non conoscere Madonna...tutti conoscono Madonna!” dissi ridendo.

Mi sentivo completamente stordito per colpa dell'alcool e guardando Sherlock, anche lui doveva essere abbastanza messo male. Non l'avevo mai visto ubriaco e a vederlo così sembrava quasi, "normale". Non che Sherlock non lo fosse. Forse solo particolare, a modo suo.

"Che facciamo allora?" gli aveva chiesto Sherlock.

“Direi di lasciare perdere i giochi” dissi con una risata.

“Va bene.” Disse Sherlock spazientito.

Provai ad alzarmi, ma ogni cosa in quella stanza girava vorticosamente. Mi misi una mano sulla fronte e chiusi un secondo gli occhi.

“John?”

“Mmh?”

“Stai bene?”

“Sisi benissimo.” gli dissi con un sorriso, al quale Sherlock rispose con un sorriso ampio.

Qualcosa mi si smosse nello stomaco dopo quel sorriso e non compresi il perché. Era un sorriso, luminoso, sicuramente portato dell'alcool, ma aveva un qualcosa di speciale.
Rimasi a fissarlo e lui di rimando. L'aria all'interno della stanza divenne pesante. Sembrava…elettrica. Mi spaventai e allora decisi di distogliere lo sguardo.
Il mio cuore cominciò a battere all'impazzata. Ma che diavolo mi stava prendendo? Pensai.

“John allora? Mi sto annoiando. Facciamo qualcosa. È il tuo Addio al celibato, forza!”

“In realtà sei tu che dovresti ideare per me qualche attività da fare insieme.”

Mi pentii subito e mi corressi: “Attività che non riguardino: omicidi, cadaveri o altre cose del genere.” Sherlock mi guardò con un'aria offesa e incrociò le braccia al petto, mettendo il broncio come un bambino: “Uffa, allora dove sta il divertimento?”

Si alzò anche lui, barcollando vistosamente. Pochi secondi dopo però inciampò nel tappeto, versandosi l'intero bicchiere di whisky sulla camicia.
Io non potei trattenermi dal ridere sguaiatamente.
“Tu l'alcool non lo reggi proprio Sherlock!”

“Molto divertente, John.”

Velocemente, Sherlock tolse la giacca e la camicia ormai bagnata, rimanendo a torso nudo, decidendo poi di sedersi sul divano.
Io rimasi leggermente scioccato da quel gesto e mi misi a fissarlo a bocca aperta.
Era...cosi...sexy? Lo stavo pensando davvero?

Lui lo notò e disse: “John la smetti di fissarmi così? Non sono un alieno!”

“Scusami…è che…tu… cioè, non hai freddo così?”

“In realtà ho davvero terribilmente caldo! Credo che il mio organismo in questo momento abbia qualche problema nel mantenere la giusta temperatura corporea. Dovrei fare altri esperimenti sugli effetti dell’alcool sul corpo umano, si sta rivelando estremamente interessante.”  

“Mmh visto come poco lo reggi io lascerei perdere!” dissi scoccandogli un’occhiata veloce, ancora imbarazzato da poco prima.

“John che fai lì in piedi? Siediti qui sul divano no?!”

Mi sedetti rigido e completamente in imbarazzo il più possibile lontano da lui, ma anche da quella distanza riuscivo a percepire il calore che si irradiava dal suo corpo. Tutto questo mi stava cominciando a dare alla testa, insieme all'alcool, ma cercai di ricompormi: “Quindi? Hai in mente qualcosa?” dissi trovando il coraggio di guardarlo negli occhi.

“Mmmh no...io...ho la mente stranamente...vuota” disse appoggiando la testa sul divano e guardando altrove.
Sherlock sembrava...nervoso? Cosa diamine ci stava succedendo?

“Però dato che è una cosiddetta festa, è giusto che anche io festeggi in qualche modo." detto ciò si alzò teatralmente ed andò verso il teschio sul caminetto. Poco dopo tirò fuori un pacchetto di sigarette. “Ne vuoi una John?” disse sorridendomi ironico.

“Sherlock avevi detto che avresti smesso definitivamente!” dissi sbuffando.

“Dai dottore, non fare il guastafeste!” disse sedendosi sul divano.
Lo guardai con la faccia più arrabbiata che potevo, alcool permettendo.

"Sherlock, dammi quel pacchetto."

"No."

"SHERLOCK!"

"Vieni a prenderlo se lo vuoi tanto." mi disse, sventolandomi il pacchetto davanti agli occhi.

Provai a toglierglielo dalle mani ma si scansò prima, allora gli presi i polsi e lo trascinai supino sul divano mettendomi a cavalcioni su di lui.
Lui però, nel frattempo, riuscì con il braccio con cui teneva il pacchetto a scivolare dalla mia presa e ad allontanarlo. 

"John guarda...è qui, ce la puoi fare. " disse Sherlock ridendo.

"Stronzo!" dissi ridendo e saltandogli ancora addosso per prendere il pacchetto, ma invano.

"Ti sei già arreso?"

"Maledetto." gli dissi con un leggero fiatone, vista la piccola lotta.

Rideva e ridevo anche io, fino a quando, ad un certo punto, entrambi ci ritrovammo con i visi estremamente vicini, a guardarci negli occhi, con ancora le bocche aperte per le risate.
Non mi ero nemmeno reso conto di stare a cavalcioni sopra uno Sherlock seminudo.
Se fosse entrata la signora Hudson in quel momento avrebbe pensato MOLTO male.

Non riuscivo a staccare gli occhi dai suoi e dal suo viso, dalla sua bocca e dalla sua meravigliosa pelle bianca del collo fino ad arrivare ai pettorali. Mille pensieri poco razionali in quel momento iniziarono ad affollarmi la mente.
La mie dita si mossero quasi in autonomia, andando a posarsi su quel petto tonico e iniziando piano piano ad accarezzare quella zona. Non sapevo nemmeno io cosa stavo facendo ma non riuscivo a fermarmi.

Guardai Sherlock che mi osservava con la bocca aperta e lo sguardo perso. Non l'avevo mai visto così. Era...spaventato.
Iniziai ad esplorare con un tocco leggero della mano anche il torace e l'addome, arrivando fino alla chiusura dei pantaloni, strappando in quello stesso momento un ansito a Sherlock.

Cambiai direzione e iniziai ad accarezzargli quei meravigliosi zigomi e quella bocca a forma di cuore che mi faceva impazzire, quando ad un certo punto lui mi prese il polso - pensai per fermarmi- ma invece iniziò a baciare la mia mano con dolcezza, prima il dorso, poi il palmo e infine le dita.
Sentii un calore famigliare risvegliarsi nel basso ventre.
Anche Sherlock prese coraggio e iniziò, piano piano, in punta di dita, ad accarezzarmi le spalle, arrivando poi fino al fondoschiena.

Cominciava seriamente a fare TROPPO caldo in quella stanza. Sherlock doveva avermi letto nel pensiero, perché decise con un gesto veloce di togliermi il maglione e poi, poco dopo, anche la camicia.

Ad ogni bottone che veniva sganciato i suoi occhi saettavano nei miei, come per cercare una conferma per quello che stava facendo.
Gettò la mia camicia sul pavimento e poi tornò di nuovo su di me, ma questa volta era la sua pelle contro la mia. Le sue mani erano meravigliosamente calde e anche il mio petto doveva scottare sotto le sue dita.  
I nostri respiri erano sincronicamente accelerati.

Un barlume di lucidità però venne a bussare nella mia testa. “Sherlock…cosa…cosa stiamo facendo?!” dissi quasi ansimando.
“Sei stato tu a iniziare John, dovresti dirmelo tu.” Mi rispose con una voce roca e quasi irriconoscibile.
“Forse, abbiamo bevuto troppo, dobbiamo…dobbiamo fermarci.” Dissi non convinto e senza muovermi minimamente da sopra di lui.
“Hai ragione, forse dovremmo.” Disse mentre la sua lingua scivolava sul mio collo, strappandomi un gemito che non riuscii a trattenere.  
   
 
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