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Autore: EmmaStarr    17/10/2016    4 recensioni
Oikawa ci mise un po' a rispondere. «Sì» disse alla fine. «Ma, Iwa-chan...» il labbro gli tremava leggermente, ma riuscì comunque a formulare a bassa voce: «Sarei voluto essere Grifondoro anche io.»
* * *
Kenma si strinse nelle spalle. «Tanto, da settembre non sarai più in circolazione» si limitò a constatare, gli occhi puntati sul suo game-boy. Doveva aver fatto qualche magia inconsapevole anche su quello, ragionò Kuroo, perché non si scaricava
mai.
* * *
Tsukishima sollevò un sopracciglio, disgustato: quella scena gli stava facendo venire il voltastomaco. «Patetico» commentò. [...]
Il Tassorosso sollevò gli occhi gonfi di lacrime verso di lui, l'espressione sorpresa.

* * *
Hogwarts!AU
* * *
IwaOi, KuroKenma, TsukkiYama, KageHina, BokuAka
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6

 

* * *

 

Quando Kenma fece il suo ingresso oltre i portoni di Hogwarts con tutti gli Auror, iniziò a scandagliare la zona alla ricerca di facce note. Per primi vide Sugawara e Sawamura lottare contro un paio di avversari, che vennero subito abbattuti dagli Auror. Poi scorse Tsukishima, Yamaguchi e Kiyoko che stavano ricomparendo da un corridoio poco lontano. Sembravano tutti incolumi, anzi: Yamaguchi aveva l'espressione di un pesce lesso, e persino Tsukishima sembrava nascondere a fatica un sorriso sincero.

Mancavano Iwaizumi e Oikawa: Kenma era leggermente preoccupato per loro, soprattutto perché sapeva che Ushijima puntava principalmente ad Oikawa.

Alla fine, però, li identificò in un angolo della Sala Grande, presi da un'occupazione che Kenma preferì non interrompere. Sorrise, e tornò a cercare lo sguardo di Kuroo. Negli occhi dell'amico leggeva una soddisfazione senza limiti, una felicità che quasi gli sgorgava fuori dagli occhi per quanto era autentica. «Ce l'abbiamo fatta» commentò, sorridendo.

Kenma sorrise di rimando, facendosi un po' più vicino. «Già» si limitò a mormorare.

Gli Auror fecero in fretta a sconfiggere definitivamente gli avversari: grazie al loro contributo, all'interno della scuola ne erano pervenuti circa una settantina; considerato che più o meno venti erano stati messi fuori combattimento dai loro amici, e che il loro leader Ushijima era stato sconfitto, fu un gioco da ragazzi per gli Auror eliminare i residui dell'assedio e liberare tutti gli studenti.

Kenma e Kuroo furono letteralmente inondati da una marea di ragazzini che volevano sapere cos'era successo, ringraziarli, sommergerli di domande; lo stesso accadde anche agli altri di loro -tranne Iwaizumi e Oikawa: stranamente, nessuno riuscì a trovarli.

Kenma sorrise appena nell'accorgersi di una ragazzina di Tassorosso, Yachi, che si gettava tra le braccia di Kiyoko piangendo come una fontana.

«Ehi» gli sussurrò Kuroo all'orecchio dopo un po'. «Ce la svigniamo?»

«Ti prego» rispose Kenma, che non era mai stato un grande fan degli spazi troppo affollati.

Allora Kuroo lo prese per mano e lo trascinò via, ridendo come un matto.

Kenma non riuscì a fare a meno di sorridere: andava tutto bene.

 

* * *

 

Erano passati un paio di giorni, e la situazione nella scuola iniziò a tornare alla normalità.

Gli spazi distrutti erano stati ricostruiti in una sola notte, e gli studenti feriti erano stati rimessi in sesto in men che non si dica.

Il Torneo Tremaghi era stato annullato, anche perché il campione di Durmstrang si trovava in una cella ad Azkaban, così come il novanta percento del resto degli studenti di quella scuola.

«E adesso per colpa loro puoi scommetterci che non ne faranno una nuova edizione prima del prossimo secolo!» aveva sbuffato Hinata, sdraiandosi con fare melodrammatico sul letto. «E io che avrei voluto partecipare...»

«Cretino, non avresti potuto comunque! Non lo fanno mica ogni due anni» aveva ribattuto Kageyama. Ma sotto sotto anche a lui dispiaceva: avrebbe voluto fargliela vedere, a Oikawa.

Sospirò: ci sarebbero state altre occasioni. Ora doveva solo pensare a godersi quel che restava dell'anno scolastico prima dell'inizio dell'estate.

Era una bella giornata di sole, e Hinata aveva convinto Kageyama ad andare a studiare all'aperto, all'ombra di un albero. Quello si era fatto un po' pregare, ma tutto sommato l'idea non gli dispiaceva più di tanto.

Dopo quello che era successo, non avevano parlato molto. O almeno, non di quello che Kageyama avrebbe voluto parlare. Ma dopotutto, con Hinata non c'era mai stato bisogno di molte parole.

«Sei in ritardo!» protestò il ragazzino quando lo vide arrivare.

Kageyama lo liquidò con un'occhiataccia. «Taci» ordinò, sedendosi di fianco a lui.

Aprirono i libri e cominciarono a provare qualche incantesimo, ma ben presto Hinata si stufò come al solito. «Argh! Facciamo una pausa!» pregò, stendendosi all'indietro sul prato.

Kageyama sospirò, chiudendo il libro: anche lui, in effetti, non ne poteva più.

«C'era da aspettarsi che a degli eroi come noi facessero saltare direttamente tutti gli esami» borbottò Hinata, imbronciato. Invece il preside aveva “solo” assegnato cinquecento punti a Grifondoro, trecento a Serpeverde, duecento a Tassorosso e cento a Corvonero, più una targa speciale a ciascuno di loro per i servigi resi alla scuola.

«Ehi, guarda chi c'è!» esclamò ad un certo punto Hinata. Kageyama voltò la testa, e vide che sotto un albero poco lontano da loro stavano Tsukishima e Yamaguchi: il primo stava leggendo un libro con la schiena contro il tronco, mentre l'altro dormiva con la testa appoggiata sulla sua pancia. Tsukishima giocava distrattamente con i suoi capelli, l'ombra di un sorrisetto soddisfatto sul volto.

«Ho sentito che stanno insieme» confidò Hinata, allegro.

Kageyama sollevò un sopracciglio. «Non so cosa ci trovi Yamaguchi in quell'idiota, ma contento lui...»

Hinata ridacchiò, lo sguardo puntato verso il cielo. Era così bello, realizzò Kageyama con una specie di stretta allo stomaco. «Ehi» lo chiamò allora, senza guardarlo. «Credo che non sarebbe male. Voglio dire, stare con qualcuno» buttò fuori prima di potersi fermare.

Alla fine, si decise a sbirciare nella direzione di Hinata: si era messo seduto e lo fissava con un'espressione che Kageyama non gli aveva mai visto.

 

* * *

 

«Tadashi. Ehi, sveglia.»

«Mh, Tsukki... Cosa c'è?»

«Guarda là.»

«...»

«Esatto.»

«Ma sono Hinata e Kageyama?»

«Bah, ho sempre saputo che quel tappo aveva gusti orribili.»

«Oddio, Tsukki, ma è una notizia fantastica! Pensavo che ci avrebbero messo come minimo un altro anno prima di...»

«E smettila di arrossire, mica stanno facendo chissà cosa. È un paese pubblico, possono fare quello che vogliono, no? Anche se sembra che si stiano mangiando la faccia a vicenda...»

«Tsukki!»

«Oh, dai, smettila. Piuttosto, a me sembra che manchino un po' di tecnica. Che dici, gli diamo il buon esempio?»

«T-Tsukki!»

 

* * *

 

«Bokuto-san?»

Bokuto voltò la testa di scatto: Akaashi lo aveva raggiunto sugli spalti del campo da Quidditch. Il sole stava per tramontare, e non c'era più nessuno: a Bokuto ogni tanto piaceva starsene lì da solo, perdendosi per un po' in quel silenzio che seguiva i boati di entusiasmo e il fischiare del vento.

«Non mi sarei mai aspettato di trovarti qui» sorrise Akaashi, sedendosi di fianco a lui.

Bokuto si grattò la testa, ridacchiando. «È che abbiamo studiato tutta la mattina, poi ho continuato da solo tutto il pomeriggio, e avevo bisogno di una pausa» si scusò.

Akaashi annuì. «È un bel posto» concesse. «Anche io giocavo a Quidditch, a Beauxbatons» ricordò. «Cercatore, come Oikawa-san.»

Bokuto sgranò gli occhi. «Davvero? Ma non me l'avevi mai detto, Akaashi!» esclamò. «Che figata! Un giorno possiamo giocare insieme?»

Akaashi sorrise. «Ma certo.»

Rimasero in silenzio per un po', dopodiché Akaashi fece un gran sospiro. «Domani partiamo.»

Bokuto voltò la testa così velocemente che per poco non gli si slogò il collo. «C-che cosa?» balbettò.

«Il Torneo è stato annullato, e il preside ha deciso di tornare in anticipo in modo da poter assistere alla Cerimonia finale di Beauxbatons» spiegò Akaashi senza guardarlo.

Bokuto scosse la testa, incredulo. «Ma... Domani?» pigolò alla fine.

«L'ho saputo ieri. Non sapevo come dirtelo...» si scusò Akaashi, guardandosi le mani. «Però,» riprese subito, la voce molto più risoluta, «Questo non vuol dire che non ci vedremo mai più. Possiamo scriverci. E potresti venire a casa mia, ogni tanto, durante le vacanze estive. Io ho ancora un anno da passare a Beauxbatons, ma poi pensavo di trasferirmi in Inghilterra con la famiglia di mio padre, che è inglese. E non so cosa tu abbia intenzione di fare l'anno prossimo, ma...» iniziò a dire a velocità supersonica.

Bokuto sollevò un braccio. «Aspetta, vuoi dirmi che... Potremo rivederci?» domandò, gli occhi luminosi. In qualche modo aveva sempre dato per scontato che, una volta finito l'anno scolastico, Akaashi sarebbe tornato in Francia e non si sarebbero rivisti mai più. E invece...

Akaashi abbassò lo sguardo, sorridendo. Bokuto notò che era leggermente arrossito, e a quella vista il cuore fu sul punto di esplodergli. «Bokuto-san, non so cosa farei se non sapessi di poterti rivedere ancora molte, molte altre volte» confessò.

«Akaashi!» esclamò Bokuto, lanciandosi addosso a lui e stringendolo in un goffo abbraccio.

Akaashi rise un po', cercando inutilmente di scostarselo di dosso. «Questo mi ricorda,» disse poi, la faccia semi-nascosta dal braccio di Bokuto, «che l'altro giorno siamo stati interrotti, al Ballo.»

Bokuto si mise immediatamente seduto composto, pendendo dalle labbra di Akaashi. «È-È vero» balbettò, arrossendo leggermente.

«È il caso di rimediare, non ti pare?» sussurrò Akaashi, e poi si chinò in avanti per posare le labbra su quelle di Bokuto.

Questa volta, non furono interrotti proprio da nessuno.

 

* * *

 

Poco lontano da lì, Kuroo e Kenma osservavano la scena. All'inizio Kenma si era opposto a quell'operazione di spionaggio avanzato, ma poi si era fatto convincere da Kuroo a seguire Akaashi di soppiatto per assistere in diretta alla loro... riconciliazione, ecco. Quel ragazzo era proprio una comare, Kenma non aveva altre spiegazioni.

«Senti, Kenma.» Kuroo esitò un attimo. «Quello che c'è tra Bokuto e Akaashi...»

L'altro sollevò lo sguardo. «Sì?»

Kuroo deglutì. Doveva dirlo ora, prima di potersi fermare. Prima che l'anno scolastico finisse e che fosse costretto a separarsi da Kenma per un anno intero. «Non sarebbe bello averlo anche noi due?» domandò col tono più casuale del mondo, ma in qualche modo rovinò l'effetto arrossendo come una ragazzina.

Kenma sgranò leggermente gli occhi in segno di sorpresa, poi sorrise: uno di quei rari sorrisi che partivano dagli occhi e che Kuroo aveva visto poche volte, sempre rivolto a lui. «Credevo che non me l'avresti mai chiesto» sussurrò.

Rimasero a fissarsi per un po', poi Kuroo incrociò le braccia. «Ma scusa, questa non è la parte in cui mi baci?» si lamentò.

Kenma sollevò un sopracciglio. «Se ci tenevi tanto a baciarmi perché non l'hai fatto tu?» ribatté.

Kuroo arrossì di nuovo. «Ma io- cioè, io ho già- e poi, di solito in questi casi dovresti essere tu che- cioè, hai detto quella cosa e-» farfugliò sotto lo sguardo divertito di Kenma.

Improvvisamente però quello lo zittì portandogli un dito sulla bocca. «Ricominciamo daccapo» sorrise. «Sarei felice che tra noi due ci fosse la stessa cosa che c'è tra Bokuto e Akaashi» soffiò, dopodiché si sollevò in punta di piedi e lo baciò delicatamente sulle labbra.

Kuroo, dopo un istante di sorpresa, lo prese dolcemente per la testa e lo strinse a sé, approfondendo il bacio e sentendosi felice come mai in vita sua.

 

* * *

 

L'Espresso per Hogwarts sarebbe la mattina seguente, ma nessuno aveva voglia di tornare nei Dormitori per preparare le valigie. «Tanto si fa sempre tutto la mattina stessa, Iwa-chan: sette anni e ancora non l'hai imparato?» domandò Oikawa con un sorrisetto di scherno. «Per adesso restiamo qua ancora un po'» aggiunse a voce bassa.

Iwaizumi non poté fare altro che annuire, stiracchiandosi. Erano tornati al Lago Nero, nello stesso punto in cui si erano messi insieme meno di un mese prima. Buffo, sembravano passati anni.

«Mi mancherà, sai» sussurrò Oikawa dopo un po'.

Ormai era calata la notte, ed erano entrambi seduti sulla loro roccia sulla riva del lago.

«Anche a me» rispose Iwaizumi. Con tutto il disordine che c'era stato negli ultimi giorni, c'era stato poco tempo per rendersi conto che, beh, era il loro settimo anno. I loro giorni ad Hogwarts erano stati splendidi, ma erano volti al termine. Se ripensava a tutto quello che aveva passato, Iwaizumi non poteva che essere grato a quel bambino che aveva conosciuto tanti e tanti anni prima, che gridava per un ginocchio sbucciato, e glielo disse.

«Ah, Iwa-chan è diventato sentimentale! Mi fai arrossire!» ridacchiò Oikawa nascondendosi il volto con le mani.

Iwaizumi sorrise, riportando lo sguardo verso le stelle: dopotutto, poteva andargli peggio.

«Tu cosa farai?» domandò Oikawa di getto dopo un po'.

Iwaizumi si grattò la testa. «Pensavo di provare a diventare professionale. Nel Quidditch, sai» attaccò. «Poi, beh, mi piacerebbe lavorare ad un giornale, magari sportivo. Tu se non sbaglio volevi lavorare al Ministero della Magia, vero?» domandò.

«Esatto! Si parte dal basso, ma poi... “Ministro Oikawa”. Come suona?» gongolò quello, sorridendo.

«Sì, sogna» lo liquidò Iwaizumi con un sorriso appena accennato.

«Cattivo, Iwa-chan!» si lamentò subito Oikawa. Poi però sospirò. «Immagina... Tu che torni a casa dal lavoro con la tua valigetta da inviato speciale della Gazzetta del Profeta e prepari la cena per il Ministro della Magia! Non suona benissimo?»

Iwaizumi ci mise un po' a elaborare quello che l'altro aveva detto con tutta la leggerezza del mondo, dopodiché si voltò, gli occhi stralunati. «C-cosa hai detto?»

Oikawa inclinò il capo. «Ho chiesto se non suonava benissimo» ripeté, dubbioso.

Iwaizumi scosse la testa. «Hai detto... a casa» articolò alla fine. «Mi stai dicendo...»

Oikawa sgranò un po' gli occhi, poi sorrise. «Ah, ma certo, non l'avevo ancora chiesto!» si schiarì la voce. «Iwa-chan, verresti a vivere con me?» domandò col tono più serio che aveva.

Iwaizumi allora scoppiò in una mezza risata. «Come fai a battermi sempre sul tempo?»

«È un sì?» domandò Oikawa, gli occhi luminosi.

Come se potesse essere altrimenti. Iwaizumi allungò il collo e afferrò la testa di Oikwa da dietro, stringendolo a sé in un bacio tanto passionale da togliere il fiato. «Tu che dici?» soffiò sulle labbra calde di Oikawa.

L'altro rise e gli gettò le braccia al collo, facendoli rotolare entrambi giù dalla roccia in mezzo al prato.

Ne erano successe, di cose, in quei sette anni. Alcune belle, alcune un po' meno: ma tutte le scelte che Iwaizumi aveva preso lo avevano portato su quel prato, in quella notte, sotto quelle stelle e al fianco di quel ragazzo. E davvero, Iwaizumi non poteva essere più felice di così.

Andava tutto bene.

 

 









Angolo autrice:
E siamo alla fine! *lacrimucce di commozione*
E niente, ho scritto questa storia quest'estate, e a pubblicarla adesso mi tornano in mente le giornate lunghe e assolate passate ad oziare e scrivere tutto il giorno. Menomale che si avvicina Natale, va'.
In ogni caso... questo è stato il capitolo delle conclusioni! La KageHina ha avuto il suo dolce risvolto, il tutto commentato da un interessatissimo Tsukki (Kenma dice tanto di Kuroo, ma vogliamo mettere lo spirito da comare intrinseco di Kei? Li batte tutti ù.ù)
Anche la BokuAka, alla fine, si è risolta per il meglio: il fatto che appartenessero a scuole diverse (per non dire paesi diversi) poteva essere anche un inconveniente, ma nulla può fermare la fiamma del loro amore, giusto? Ah, la faccenda del padre di Akaashi che è inglese spiega anche il suo "accento francese praticamente inesistente" (come aveva garbatamente fatto notare Kenma qualche capitolo fa).
E quindi anche Kuroo e Kenma hanno smesso di girarsi intorno, un applauso per il Serpeverde più lento e impacciato di sempre! No, seriamente, la loro scena è una di quelle a cui sono più affezionata. Mi sono legata un sacco a questi due mentre scrivevo questa fanfiction, più di quanto avrei creduto possibile.
E poiché niente ha inizio e niente ha fine e il cerchio della vita e tutta quella roba lì, la storia finisce con la stessa coppia con cui è inziata: la IwaOi, primo vero amore di fangirl <3
Anche per loro li aspetta un futuro radioso: se lo meritavano, non credete? Ah, ultimo tocco finale: la frase con cui si conclude questa fanfitcion è la stessa con cui si concludono i libri di Harry Potter (perché noi non contiamo The Cursed Child e la saga è finita al settimo, va bene?)
E dunque, il momento dei ringraziamenti: grazie di cuore a tutti quelli che hanno seguito questa storia, a chi l'ha commentata rendendomi la persona più felice della Terra, ha chi l'ha preferita e a chi l'ha ricordata. Siete fenomenali, non so come avrei fatto senza di voi!
Spero di tornare presto nel fandom, specialmente ora che sta uscendo la terza stagione!
Un abbraccio, vostra
Emma <3

  
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