Anime & Manga > The Seven Deadly Sins / Nanatsu No Taizai
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Autore: ___Page    18/10/2016    2 recensioni
Oh, perché?! Perché si era fidata di Guila?!
Perché si era messa quello stupido vestito elegante e femminile e quella stupida fascia argentata tra i capelli?!
Perché mai il castello doveva avere degli specchi nei corridoi e uno subito prima della grande sala del trono dove si sarebbe tenuto il ballo?!
Ma soprattutto, perché era andata al ballo?!
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Casting: Jericho, Howzer. Guest Star: Hawk.
Genere: Comico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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SOLO AMICI





Si squadrò per l’ennesima volta allo specchio, smuovendo il bordo della gonna al ginocchio, forse nella speranza di cambiare magicamente il proprio abbigliamento.
Oh, perché?! Perché si era fidata di Guila?!
Perché si era messa quello stupido vestito elegante e femminile e quella stupida fascia argentata tra i capelli?!
Perché mai il castello doveva avere degli specchi nei corridoi e uno subito prima della grande sala del trono dove si sarebbe tenuto il ballo?!
Ma soprattutto, perché era andata al ballo?!
Certo, qualche ora prima mentre si preparava, restare a casa e declinare un invito diretto  di sua maestà non sembrava un’opzione nemmeno lontanamente contemplabile. Ma ora, mentre osservava impotente il proprio riflesso, si pentiva di non averlo fatto.
Non importava se Guila le aveva garantito che vestita così non era affatto ridicola. Non riusciva a muoversi da lì, a raggiungere la porta della sala del trono ed entrare, come se avesse i piedi incollati al pavimento.
Alla sola idea che i suoi compagni la vedessero conciata a quel modo… E Ban l’avrebbe presa in giro all’infinito…
-AAAAAAH! Dannazione!- pestò un piede a terra, rossa in viso per la frustrazione.
-Qualcosa non va?-
Jericho sobbalzò spaventata e si girò di scatto. A pochi passi da lei, vestito elegante e di tutto punto, lo sguardo perplesso e le mani in tasca, Howzer la fissava con il capo appena piegato di lato. Non fosse stato per le sopracciglia lievemente sollevate, dalla sua posa rilassata sembrava quasi che fosse perfettamente normale incrociare qualcuno che urlava contro il proprio riflesso nei corridoi del castello. Jericho arrossì ancora di più, imbarazzata per essere stata colta in flagrante nel bel mezzo della sua crisi isterica e da un suo superiore in grado per giunta. Un suo pomposo, arrogante superiore, così assurdamente sicuro di sé da andarsene in giro con il ciuffo a banana e, sul serio, com’era possibile che lui conciato a quel modo e risultasse meno ridicolo di lei e della sua stupida fascia di strass?!
Era solo una fascia per capelli!
Lanciò una furtiva occhiata allo specchio nella speranza di vedersi un po’ meglio ma subito si pentì di averlo fatto e strinse i pugni con fastidio. C’era qualcosa di assolutamente sbagliato nel suo look, qualcosa di fuori luogo. E con ogni probabilità era la sua persona infilata in quel vestito.
-Ehi Jerico?-
-Che c’è?!- abbaiò quasi ma la sola reazione di Howzer di fronte a quella che era senza dubbio alcuno una totale mancanza di rispetto verso un proprio superiore fu sgranare appena gli occhi. Era abituato all’insolenza di Jericho ed era un tratto del suo carattere che non lo infastidiva, che anzi gli piaceva, fintanto che non era diretta a lui.
E, beh, sì, in quel momento era diretta a lui ma non a lui come Cavaliere Sacro di classe Platino Howzer, bensì a lui come essere umano che si era trovato in quel posto, in quel momento e che la stava infastidendo con le sue domande. O anche solo con la sua presenza.
-Qualcosa non va?- ripeté il biondo.
-Oh no va tutto benissimo, alla grande.- ribatté sarcastica la ragazza, lanciando un’altra nervosa occhiata al proprio riflesso.
Howzer aggrottò le sopracciglia e si concentrò per un attimo sull’atteggiamento di Jericho. Il modo in cui molleggiava le gambe come se volesse scappare via, il modo in cui batteva il pugno contro la coscia, chiaramente a disagio. Il modo in cui continuava a guardarsi in tralice nello specchio. Un ghigno storto e bastardo si disegnò sul suo volto.
-Che succede? Senza l’armatura non ti ricordi più come si cammina?- domandò spostando le mani sui fianchi.
Fu il turno di Jericho di sgranare gli occhi, indignata, ma a differenza del solito la ragazza non riuscì a trovare una risposta pronta con cui ribattere. Aprì e richiuse la bocca un paio di volte, boccheggiando come un pesce rosso e sentì la rabbia montarle dentro, triplicata. Perché anche se lo aveva detto solo per prenderla in giro Howzer aveva c’entrato il punto della questione. Perché con quel vestito si sentiva così indifesa che le sembrava di essere in giro nuda. Perché odiava con tutta se stessa non riuscire a ribattere.
La faceva sentire debole, fragile. Non autosufficiente.
-Io me ne vado!- riuscì a sputare fuori alla fine, avviandosi a passi rigidi verso la direzione da cui Howzer, e anche lei poco prima, era arrivato.
Il cavaliere biondo non mosse un muscolo quando Jericho gli passò accanto ma la ragazza non fece in tempo a coprire pochi metri che la sua voce la raggiunse di nuovo.
-Ti sta bene quel vestito.-
Jericho si immobilizzò, rigida come una statua, Lanciò un’occhiata oltre la propria spalla e una vena prese a pulsare sulla sua fronte. Perché Howzer era di spalle a lei, non la stava nemmeno guardando, aveva rimesso le mani in tasca con fare noncurante ed era chiaro, come il sole di Escanor, che non gli fregasse un accidente di Jericho e del suo vestito. Non aveva neppure visto com’era vestita. Ne stava solo approfittando per continuare a prenderla in giro, facendo leva sul suo imbarazzo, e vendicarsi di tutte le volte che gli aveva mancato di rispetto mentre era sotto l’influenza del sangue di demone e faceva parte della squadra di Hendrickson.
-Oh ma fammi il piacere Howzer! So benissimo cosa pensi di come sono vestita! Lo so da me di essere ridicola!- sbraitò, senza riuscire a trattenersi.
Doveva darsi una regolata o rischiava un richiamo formale. Anche se non erano in servizio, la gerarchia era sempre gerarchia. Gustaf glielo diceva sempre che la sua indole le sarebbe costata una punizione con i controfiocchi un giorno ma non ci poteva fare niente. Era più forte di lei, quando si sentiva così vulnerabile, era il suo modo di difendersi.
-Penso che il fiocco in vita sia troppo grande. E che la fascia di strass abbia… troppi strass. Per essere una fascia.- rispose a sorpresa Howzer, girando lentamente di centottanta gradi. -Ma il colore ti sta bene, non è volgare ma è femminile. Sei diversa dal solito, questo sì, ma non direi proprio ridicola.- si strinse nelle spalle.
Jericho lo continuò a fissare da sopra la spalla, ora incredula. Non riusciva a credere alle proprie orecchie e richiamò alla mente il proprio riflesso, che aveva fissato fino a qualche minuto prima, soppesando le parole di Howzer.
Forse, dopotutto…
Scosse energicamente la testa. Ma che stava facendo? Voleva sul serio fidarsi dei consigli di un tizio che andava in giro con il ciuffo a banana e indossava pantaloni viola a righe?!
Eppure, tutto considerato, anche se i suoi pantaloni preferiti erano atroci e la maggior parte del tempo portava l’armatura, non si poteva dire che Howzer non sapesse vestirsi. Era sempre impeccabile nelle occasioni ufficiali, come quella sera, con la camicia che metteva in risalto il suo fisico, la cravatta allentata a regola d’arte e il gilet.
Jericho scosse di nuovo il capo. Questo non avrebbe fatto alcuna differenza! Non lo sarebbe stato a sentire! In fondo vestire una donna e vestire un uomo erano due cose compl…
-Che cosa stai facendo?!?!- domandò scioccata quando si accorse che Howzer si era avvicinato e le stava disfando il fiocco legato sulla schiena, poco sopra i fianchi.
-Voglio vedere una cosa…- rispose il cavaliere, le sopracciglia aggrottate per la concentrazione.
-H-Howzer piantala!- protestò Jericho, ormai bordeaux, incapace di muoversi tanto era imbarazzata ma niente. Howzer sembrava avere inserito il pilota automatico e l’apprendista deglutì pesante quando il biondo le tolse la fascia argentea e le afferrò il polso per avvolgergliela intorno. -Ma che fai?!- si riscosse e girò la testa di scatto, omicida, quando Howzer le sciolse i capelli e poi, sordo alle sue proteste, rilasciò una lieve brezza per spettinarle appena le corte ciocche lilla che le ricaddero intorno al viso solleticandole appena il collo, un attimo prima che il cavaliere le legasse il nastro che le aveva tolto dai capelli sulla gola, annodandolo sul retro del suo collo. L’afferrò per il polso e la trascinò di nuovo davanti allo specchio. -Si può saper cos…- Jericho si interruppe e sgranò gli occhi quando vide il proprio riflesso.
Era così… strano! Il vestito era identico a prima, taglio e colore gli stessi ma era tutto così diverso. Senza il gigantesco fiocco sulla schiena, la fascia trasformata in un bracciale, il nastro che le fasciava la gola sottile e i capelli lasciati liberi e sbarazzini per smorzare l’eleganza dell’abito era ancora tanto femminile per i suoi gusti ma era molto più… lei! Come… come aveva fatto?! 
-Allora? Che ne dici?- domandò Howzer, ghignando e solo allora entrambi si resero conto che il cavaliere era dietro di lei, le grandi mani posate sui suoi fianchi e il mento che le sfiorava lo zigomo e Jericho arrossì sulle guance, irrigidendosi .
Howzer, dal canto suo, prese fuoco e si staccò bruscamente da lei, distolse lo sguardo e cominciò a balbettare sconnesso mentre si portava una mano alla nuca. -Ah… I-io, io…-
-Non è male.-
Howzer sollevò la testa di scatto, sorpreso. Aveva sentito bene?
Guardo nello specchio il riflesso di Jericho, rossa sulle guance e lo sguardo puntato al suolo.
-Insomma continua a essere un vestito da festa ma così… mi piace di più.- ammise stringendosi nelle spalle e lanciandogli un’occhiata.
Howzer sbatté le palpebre un paio di volte  e poi sorrise. Sapeva che non lo avrebbe ringraziato ma andava bene così. Incrociò le braccia al petto e chinò un po’ il capo di lato quando un pensiero lo colpì. -Comunque dovresti imparare a rilassarti e divertirti di più.- sentenziò e Jericho sobbalzò come scottata.
-Che vorresti dire?-
-Che sei sempre troppo seria, troppo fissata sul tuo bisogno di migliorare, e i Cavalieri Sacri di qui e i Cavalieri Sacri di là! Okay è giusto dedicarsi al proprio allenamento ma non diventerai Rubino o Zaffiro da un giorno all’altro, quindi perché non ti rilassi un po’?-
Jericho tremò, rigida come un pezzo di legno. Sollevò appena il mento, infastidita. Sembrava di sentir parlare Gustaf e, francamente, le bastava e avanzava suo fratello. Non aveva bisogno anche del giudizio non richiesto di un imbecille bravo a maneggiare la lancia!
-Scusa cosa ne sai tu?- domandò girandosi a fronteggiarlo.
Howzer sollevò un sopracciglio. -Stiamo andando a una festa e tu hai l’aria di una che sta andando a un funerale. Devi imparare a divertirti.- insistette e Jericho aprì la bocca per ribattere ma non fece in tempo. -Così magari Ban ti darebbe un minimo retta.- aggiunse Howzer, senza rendersi conto di averlo detto ad alta voce, troppo intento a riflettere e cercare di capire perché mai Jericho si comportasse così.
Non lo capiva perché sapeva che Jericho non era davvero così rigida come si mostrava sempre. Aveva visto il suo lato più passionale al secondo Festival di Vaizel, quando aveva affrontato Gowther e difeso Escanor. Un lato che, doveva ammetterlo, non fosse stato per l’imminente battaglia che ne era seguita e che aveva dato il via alla guerra tra uomini e demoni, avrebbe volentieri approfondito all’epoca. Un lato che, in conclusione, gli piaceva e davvero Howzer non capiva perché Jericho fosse così severa con se stessa.
Ma, certo, quella non era la prima e sicuramente nemmeno l’ultima cosa che non sarebbe riuscito a capire, non era noto per il suo acume e non pretendeva di svelare i misteri di una psiche femminile, così si strinse nelle spalle e tornò a guardarla per proporle di entrare. Salvo ritrovarsela davanti furente e fumante e decisamente pronta a commettere un omicidio.
-Jericho che cos…-
-Perché non ti preoccupi della tua gigantessa anziché mettere il naso negli affari degli altri? Pensi che il problema di Ban sia che non so divertirmi? Allora ti ricordo che tu sei stato battuto da una fatina dei boschi che ha l’aspetto di un dodicenne!- vomitò fuori, un po’ troppo arrabbiata e senza sapere se stesse davvero parlando di Howzer o di sé.
Il punto era che la frase si applicava alla perfezione a entrambi e l’espressione ferita di Howzer non lasciava dubbi su come il ragazzo l’avesse interpretata. Fu solo una frazione di secondo, il cavaliere tornò subito a sorridere, un sorriso molto più malinconico e cupo di quelli che era abituata a vedere sul suo viso e Jericho si sentì morire.
-Hai ragione- mormorò dopo una lunga pausa Howzer. -Ma ho deciso che questo non mi impedirà di godermi la festa.- aggiunse, con tono fintamente gioviale, per poi avviarsi verso il portone e superarla senza un’altra parola.
Jericho lo osservò, trattenendo il fiato. 
Era stata orrenda.
Aveva reagito d’istinto, senza pensare, ferita dall’affermazione di Howzer che però non l’aveva detto con l’intento di farle male. Ferita dalla consapevolezza che Ban non l’avrebbe mai guardata come lei avrebbe voluto, non importava cosa facesse. Non l’avrebbe mai guardata come guardava Elaine neppure se Jericho fosse vissuta un milione di anni. E anche se aveva conosciuto Elaine e imparato a volerle bene, bruciava ancora. Meno di prima ma abbastanza da farla sragionare e prendersela con l’unica persona che quella sera si era soffermata per davvero sul suo problema, senza liquidarla con un sbrigativo “stai bene, non lamentarti”, e si era pure sforzata di trovare una soluzione.
-Diane tiene a te.- parlò prima di potersi fermare. Howzer si bloccò ma nessuno dei due si voltò verso l’altro. Jericho strinse i pugni, cercando di dominare la rabbia. Voleva confortare un amico, non approfittarne per sfogare il suo dolore represso anche se le loro situazioni erano così simili che c’era il rischio di superare la linea senza neanche accorgersene. -Ti rispetta, si preoccupa per te, con te riesce a sentirsi normale. Ma non importa quanto ti sforzi e non è perché a te manca qualcosa. Certi legami non li puoi spezzare. Certi legami sono più forti della lontananza e persino della morte. Non dipende da te, non è che non sei abbastanza. Semplicemente è che tu sei tu e non puoi essere qualcun altro.- sollevò il capo e ricacciò fieramente indietro le lacrime prima di voltarsi di un quarto verso Howzer che a sua volta si era voltato verso di lei, sorpreso dalle sue parole. -E poi…- sorrise la ragazza piegando un po’ il collo all’indietro. -… Ho sentito dire che balli come combatti. Se è vero, non ti mancheranno le ragazze stasera e chissà che la fortuna non ti sorrida.- 
Howzer la fissò incredulo per una manciata di secondi, facendo appello a tutto il proprio autocontrollo per non arrossire di fronte a quel velato complimento. Una mano in tasca, tornò sui propri passi e si fermò a pochi centimetri da lei, la squadrò con calma ma senza malizia e piegò le labbra in un ghigno prima di tornare a guardarla in viso.
-Ma forse…- cominciò e il suo sguardo si fece così intenso che Jericho deglutì a vuoto per inumidire la gola improvvisamente secca. -… La fortuna mi ha già sorriso.-
La ragazza aggrottò le sopracciglia e ci mise più di qualche istante a rendersi conto che l’altra mano di Howzer era tesa verso di lei, il palmo rivolto all’insù in un invito ad afferrarla. Sobbalzò e una doccia di agitazione la innaffiò.
Un po’ in panico, spostò gli occhi dalla sua mano al suo viso, alla sua mano, al suo viso. Lei che cercava di farsi trattare come un uomo e spesso otteneva solo di essere trattata come una ragazzina non era mai stata guardata come Howzer la stava guardando e trattando. Come una donna.
-Sei uno dei Cavalieri Sacri di Liones. Non puoi mancare ai festeggiamenti per il compleanno di Sua Maestà.- aggiunse, casomai le fosse tornata voglia di scappare e tornare a casa sua senza farsi vedere al ballo.
Titubando, Jericho sollevò una mano tremante e l’appoggiò sul palmo di Howzer, fissando i loro arti accostati prima di sollevare lo sguardo sul viso del ragazzo, prendere un profondo respiro e annuire.
Il ghigno di Howzer si trasformò in un sorriso più rilassato e il cavaliere la lasciò andare solo per porgerle il braccio dopo essersi sistemato i baveri del gilet. Cauta, Jericho lo agganciò all’altezza del gomito e poi si avviò insieme a lui per entrare nella grande sala dei festeggiamenti. Due servitori aprirono la porta e subito un brusio accompagnato da una melodia di sottofondo e da irregolari scrosci di risa li raggiunsero sulla cime delle scale. Attenta a non cadere dai tacchi, Jericho scese i gradini che portavano al mezzanino di destra dove il gran cerimoniere attendeva per annunciare gli ospiti man mano che arrivavano.
-Chi devo annunciare?-
-Il Caval… Hawk?!- domandò Howzer incredulo, riconoscendo il maiale, agghindato a festa e con una ridicola parrucca tra le orecchie.
Hawk li osservò socchiudendo gli occhi, facendo vibrare le orecchie e arricciando il naso, come se cercasse di capire chi aveva davanti. I due giovani si guardarono perplessi  mentre il maiale piegava il capo di lato, chiaramente perplesso.
-Jericho e Howzer!- esclamò Jericho, indicando prima se stessa, poi il cavaliere.
Hawk li osservò ancora qualche istante e poi spalancò gli occhi. -Oh! Giusto!- si illuminò e poi si girò leggermente verso il salone, schiarendosi la gola, la coda arricciata che vibrava nell’aria. -Pugoh!!! Lo scemo con il ciuffo a ban… OUCH!- protestò Hawk quando Howzer lo bloccò nel bel mezzo dell’annuncio con un calcio. -Ehi! Come ti permetti di colpire il Capitano dell’Ordine dei Cavalieri degli Avanzi?!-
-Si può sapere chi ti ha fatto gran cerimoniere di corte?!- domandò il biondo, respirando grosso per il nervoso.
Hawk sollevò il mento, pomposamente. -Il re, ovviamente, chi se no?-
Howzer lo fissò a bocca aperta. Non era possibile. No sul serio non era possibile.
-Okay, d’accordo.- mormorò prendendosi il ponte del naso tra le dita. -Potresti gentilmente cercare di annunciarci in modo normale?- domandò e Hawk lo fissò scettico, per poi sospirare e girarsi di nuovo verso il salone.
-Il Cavaliere Sacro di Platino Howzere e il Cavaliere Sacro di Cristallo Jericho! Pugoh!!- annunciò tonante mentre i due ragazzi si spostavano sulla cima della scalinata.
-Grazie tante.- sibilò Howzer a mezza voce e Jericho si lasciò sfuggire una risatina, aderendo di più al suo fianco.
Fu solo a metà delle scale che Jericho si accorse degli sguardi, sorrisetti e commenti di chi era già presente in sala, nel vederli arrivare insieme. Un pensiero la colpì e arrossì mentre si girava agitata verso Howzer.
-Hey! Mettiamo subito in chiaro che siamo venuti qui insieme da amici, okay?!-
Howzer le lanciò un’occhiata di striscio e si strinse nelle spalle, in segno di assenso.
-Nessun problema.- le sorrise. 
Amici per lui andava bene.
Almeno per il momento. 
  
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