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Autore: BonnieBlake    21/10/2016    1 recensioni
Due anni dopo aver sconfitto la strega, Squall ha capito che Rinoa non era l'amore della sua vita. C'è qualcun altro che ha sempre occupato i suoi pensieri, anche se l'uso intensivo dei G.F. gli aveva fatto dimenticare quei sentimenti, che ritornano a galla insieme ad altri terribili ricordi, quando per caso, a una festa, rivede il suo rivale di sempre.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Seifer Almasy, Squall Leonheart, Zell Dincht
Note: Lemon | Avvertimenti: Threesome, Triangolo
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Nel giardino c’era una gran confusione. Studenti che correvano da tutte le parti, SeeD con le armi sguainate che finivano gli ultimi mostriciattoli. Nessun G.F. era stato invocato. Squall e Seifer corsero verso il bar senza finire in battaglia, la situazione, a dire il vero, sembrava sotto controllo. Quistis venne loro incontro.

“Dov’eri, Squall? Ti ho cercato dappertutto.”
“In camera, ma che diavolo sta succedendo?”
“I mostri. Sono usciti dal centro di addestramento e ci hanno attaccati. Qualche idiota deve aver lasciato la porta aperta.”
Squall, sbiancato in faccia, guardò Seifer. Il biondo gli restituì solo un sorrisetto sfacciato e alzando le spalle si fece avanti per lui, dato che il Comandante non riusciva a spiccicare parola.
“Sarà stato qualche studente Quis. Si sa che approfittano di queste feste per andare nell’area segreta a pomiciare.”
“Non l’ho chiesto a te. Per fortuna c’erano molti SeeD che non hanno approfittato della licenza per restare a guardare il concerto. Selfie ha fatto un ottimo lavoro, non c’è che dire. La situazione si è risolta quasi subito.”
“Allora per quale motivo mi hai disturbato? Suonare addirittura l’allarme per una cosa che potevi risolvere da sola!”
Seifer gli mise una mano sul braccio.

“Questa è una scuola, ha ragione lei. Se succede qualcosa agli studenti tu ne sei responsabile.”
“Non volevo dire questo, Seifer.”

Quistis si portò le mani sui fianchi e scosse la testa. Era palese che odiava ancora Seifer perché parlando guardava solo Squall.

“Studenti… tre di loro sono rimasti feriti combattendo contro un Pyros. Sono stati portati in infermeria. Pensa che stavano lanciando magie di elemento fuoco e il mostro…”
“È esploso, ovvio.”
“Dai, Quis, anche tu avrai fatto qualche sciocchezza quando eri una studentessa.”
“No, Seifer, io no. Per questo sono diventata insegnante a diciassette anni.”
“E che insegnante! Ti ricordo che hai fallito con me.”
Quistis si sarebbe messa a sbraitare contro Seifer, se non fosse arrivato correndo Zell. Il biondo aveva i capelli imbrattati dei liquami dei mostri che aveva ucciso, indicò Seifer con la testa.
“Che ci fate insieme?”
Squall aprì la bocca per rispondere, ma Zell lo fermò.
“Non dirmelo.”
“Perché? Cosa immagini, gallinaccio?”
Zell diventò paonazzo. Si scrocchiò le nocche nel tentativo di resistere alla rabbia e non rispondere all’insulto con violenza.

“Dov’è Selfie?” chiese Squall, tentando di pacificare gli animi. In quel momento si sentì un fischio provenire da una delle casse del bar. Due studentesse che passavano di là si coprirono le orecchie. Pian piano, il giardino stava ritornando alla normalità, come se non fosse successo niente. I sorveglianti si stavano dando da fare per rimuovere i resti dei mostri. Almeno quello non era compito dei SeeD, pensò con disgusto Squall. Quistis indicò il palco.

“Sta cercando di fare partire il concerto.”
“Non è che finisce che dobbiamo di nuovo suonare noi?”
Quistis si strinse nelle spalle, ma Zell rispose al posto suo, sbuffando nervosamente.
“La band non sembrava troppo turbata.”
Continuava a lanciare a Seifer occhiate assassine. Squall decise di evitare la questione, almeno per il momento. Quello che faceva nella sua vita privata non erano affari suoi. Almeno non più.
Le prime note di chitarra si diffusero nell’aria, le luci si spensero per lasciare spazio a quelle stroboscopiche e la festa si animò. Gli studenti e i SeeD si erano radunati in gruppetti che chiacchieravano a ballavano. Anche il bar cominciava ad avere di nuovo clienti e quando il gruppetto raggiunse Irvine al bancone, Shu li stava già aspettando seduta su uno sgabello.
“Ho visto i centri che hai fatto col fucile da quaggiù, è stato impressionante.”
Shu, con i gomiti sul bancone era protesa verso di lui e Irvine aveva un sorriso seducente mentre si vantava delle sue prodezze.
Quistis si schiarì la voce e solo in quel momento i due sembrarono notare che era arrivato qualcuno.
“Oh, siete qui. Che baraonda è stata eh? Per fortuna che è andato tutto bene.”
“Sì, Irvine. A parte gli studenti feriti. Hai visto, Shu, che ci servono più letti in infermeria e più personale?”
“Va bene, ho capito. Devi farmi la ramanzina anche oggi? Sei proprio una… professoressa.”
Shu scoppiò a ridere. Zell si fece avanti, prese il suo bicchiere e lo annusò.
“È ubriaca. Non te la prendere Quistis.”
Seifer si strinse nelle spalle. “È normale, è una festa.”
Irvine sembrava sorpreso. Alzò una bottiglietta di birra per indicare Seifer.

“Che ci fa qui quell’idiota?”
“Usciamo insieme.” Squall spiegò, freddo. Percepì più che vedere Zell al suo fianco che si irrigidiva. Irvine muovendo la bottiglia come un aeroplanino versò il liquido in un bicchiere pulito, poi lo fece scivolare davanti a Seifer.
“Allora scusami, idiota. Offre la casa.”
“Anche lui dev’essere ubriaco.”
“Concessione carina da parte tua, Quis.”
“Non chiamarmi così!”
Irvine si sporse oltre il bancone per abbracciare Shu e attirarla a sé. Ridacchiarono insieme. Se Irvine aveva sparato in quelle condizioni, pensò Squall, gli avrebbe fatto lui una ramanzina più tardi.
“Infatti idiota è dire poco.” Ringhiò Zell. Shu ridacchiò più forte e Irvine, lasciandola andare, allargò le braccia.
Squall ne aveva abbastanza; stava per prendere Zell da parte, ma Seifer si mise in mezzo.
“Non preoccuparti, ci sono abituato.”

Irvine invitò tutti a sedersi a un tavolo e prese le loro ordinazioni.

Il concerto, a dispetto di quello che era successo, stava andando bene. Sotto il palco si era radunata una piccola folla che ondeggiava e ballava. I ragazzi e ragazze del comitato disciplinare giravano tra gli studenti per assicurarsi che i minorenni non bevessero alcol. Seifer con le gambe allungate per distanziarsi dal tavolo, guardava schifato Zell, che stava trangugiando un coctkail dopo l’altro e ogni tanto lo ricambiava con occhiate piene di odio. Quistis discuteva con Squall delle migliorie che avrebbero dovuto apportare al Garden. Shu li ascoltava con il mento appoggiato su una mano, in preda a un’inesorabile sonnolenza che ogni tanto le faceva crollare la testa. Allora si riscuoteva, apriva bene gli occhi e annuiva a Quistis, per darle l’impressione di stare ascoltando. Drink dopo drink, a Zell era venuta voglia di parlare e dato che nessun altro gli dava attenzione, si era messo a fare un monologo a Seifer. Dopo un po’, più per educazione che per interesse, l’altro si mise a rispondere. Dapprima a monosillabi, poi sempre più divertito dalla parlantina irriverente del ragazzo, aveva cominciato anche a fargli delle domande.

“Un bastardo, ecco cos’era. Sono come i mostri, sono dappertutto e saltano fuori solo per romperti le palle.”
Seifer abbozzò un sorriso. Irvine, che sembrava un po’ più sobrio di prima, li raggiunse con il vassoio, si caricò i bicchieri vuoti. Si chinò verso Seifer per sussurrargli nell’orecchio:
“Zell è appena stato lasciato dal milionesimo ragazzo.”
Sfortunatamente, le orecchie di Zell captarono il suo commento.
“Non era una buona scopata comunque.”

Dicendo così, guardò Squall direttamente negli occhi.Il bruno distolse lo sguardo, infastidito. Irvine lasciò altri due cocktail sul tavolino prima di tornare al bancone.
Squall ne prese uno alla cieca, sotto lo sguardo insistente di Zell, senza staccare gli occhi da Quistis che gli parlava, come se ne andasse della sua vita, lo sorseggiò, prima di passarlo casualmente a Seifer, sfiorandogli la mano.
Forse cercava di evitare la reazione che aveva appena provocato, ma Zell afferrò Seifer per un braccio per attirarlo più vicino a sé per indicargli Squall con un cenno della testa.
“Tu sei un uomo fortunato. Quella sì che è una scopata degna.”
Squall e Quistis si girarono verso di loro. Il Comandante fulminò Zell con lo sguardo, ma lui non se ne accorse neanche, perché continuò imperterrito: “Peccato per il suo carattere di merda.”
Squall si alzò di scatto rovesciando la sedia.

“Adesso basta! Sei ubriaco e volgare, non ti voglio sentire!”
Zell strinse la manica di Seifer più forte e si rivolse a Squall: “Guarda che io dico solo la verità, puttanella.”
“Parla per te, cocainomane!”
Shu, improvvisamente sveglia, si prese la testa tra le mani: “Eccoli che lo fanno di nuovo.”
Zell si alzò a sua volta, deglutì guardando Squall, poi si girò e corse via.

“Qualcuno dovrebbe andargli dietro?”
Si girarono tutti verso Seifer, come se avesse detto una cosa assurda.
“Ehi, stiamo parlando del gallinaccio. Non pensate che potrebbe fare qualcosa di stupido?”
Diamine, stava per andarci lui. Sembrava l’unico che si preoccupava per il ragazzo visibilmente intossicato dall’alcol. Squall sospirò.
“Ci vado io.”
 
   
 
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