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Autore: Thiliol    21/10/2016    1 recensioni
Aeglos a Alatariel, la loro infanzia, i loro ricordi, la loro vita nel passato, presente e futuro. Silevril e il suo bisogno di identità, la sua ricerca di un qualcosa che gli insegni ad amare. Finrod e la maledizione dei suoi amori impossibili. Feanor e ciò che non è mai riuscito a possedere davvero, nonostante tutto. Legolas e l'amicizia che non sempre è stata facile da portare avanti.
Momenti perduti di cui non ho mai parlato, momenti di cui si fa solo cenno. Momenti tra le storie di personaggi che hanno attraversato le Ere del Mondo.
Momenti perduti fra "Gocce di Luce", "Silevril" e "Il Tesoro di Ulmo"
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Finarfin, Finrod Felagund, Legolas, Noldor, Nuovo personaggio
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Narn o Alatariel ar Aeglos'
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Fuoco fra le dita

 

 

 

And we are caught in the fire

At the point of no return

So we will walk through the fire

And let it

Burn

 

 

 

 

Riusciva sempre a riconoscere i suoi passi, molto prima di vederlo comparire nel suo piccolo studio ingombro. Aveva un incedere lento, misurato, con lunghe falcate che producevano un fruscio appena udibile.

Nerdanel sorrise fra sé, modellando con un dito la cera, fino a formare un braccio minuto. Stava scolpendo le forme di una fanciulla, ma stranamente non si era ispirata a nessuna in particolare, come se il suo scopo fosse stato semplicemente catturare la bellezza nella sua forma primaria.

Finalmente Fёanor comparve sulla soglia. Non poteva vederlo, perché gli dava le spalle, ma ne sentiva attivamente la presenza come si poteva percepire il temporale nell’aria.

< Cosa ti porta qui, Curufinwё? >

< Non posso far visita a mia moglie? > rispose lui.

Come al solito la sua voce era sprezzante, una lama che si conficcava nelle ultime crepe di speranza del suo cuore.

Molti anni prima aveva sofferto per quella freddezza che si era creata fra loro, ma ora non più. Il ricordo di ciò che avevano condiviso non era altro che un piacevole racconto del passato, la sua presenza lì qualcosa che presto svaniva come un sogno.

< Vieni a farmi visita così raramente che temo di dimenticare il tuo viso. >

< Allora guardami, Nerdanel, e forse lo rammenterai. >

Con calma misurata tracciò un ultimo solco sulla cera, l’incavo del gomito, poi si girò a guardare suo marito.

Fёanor se ne stava con le braccia conserte appoggiato allo stipite, il suo corpo flessuoso che si piegava appena, le gambe incrociate con noncuranza.

La guardava e sorrideva, come sempre quando erano solo loro due, anche dopo tutto quel tempo. Lei rispose al suo sorriso e si sciolse i capelli che teneva raccolti per evitare che la infastidissero mentre lavorava.

Li scosse e notò che Fёanor li stava guardando con desiderio. Rabbrividì.

Molti anni prima, quando erano entrambi giovani, aveva amato i suoi capelli più di ogni altra cosa. “Fuoco fra le dita” diceva.

< Cosa ti porta qui? > ripeté e vide il suo sorriso svanire.

< Sono turbato >

Per un attimo la sorpresa l’ammutolì. Non ricordava che Fёanor le avesse mai confessato nulla del genere, nemmeno quando la loro intimità era profonda, mentre adesso se ne stava lì, appoggiato allo stipite, e la guardava dritta negli occhi con una sincerità che in lui si vedeva raramente. I suoi occhi neri erano come pozzi profondi alla luce delle stelle oltre le Pelòri, ci si poteva perdere in quella profondità oscura senza ritorno.

< Ma non rispondi alla mia domanda. >

Lui si staccò dalla porta e le si fece incontro, prendendo una ciocca di capelli fra le dita, accarezzandoli piano.

< Sai che un tempo ascoltavo i tuoi consigli. >

< Hai smesso da molto di chiedere il mio parere su argomento alcuno. >

Lasciò andare le ciocche rosse che le ricaddero sulla spalla.

< E tu hai smesso di amarmi, Nerdanel. >

Non era un’accusa, ma c’era rimpianto nella sua voce, anche se bisognava scavare a fondo per accorgersene.

< Se tu mi amassi di nuovo, io tornerei a chiedere il tuo consiglio >

Rimase vagamente sorpresa delle sue parole e qualcosa dentro di lei si strinse in una fitta acuta di sofferenza.

< Sei uno sciocco, se pensi che i miei sentimenti per te siano mutati. Ma sai benissimo che fra noi non ci può essere accordo. >

< Sì, > sospirò con la rassegnazione dell’evidenza, < ma non posso fare a meno di chiedermi se sarebbe potuta andare diversamente e quando sono nel dubbio ricerco le tue parole. >

Nerdanel rise sottovoce. Quella situazione era assurda e la voglia di gettarsi fra le braccia di suo marito e perdersi nel fuoco della passione che suscitava in lei lo era ancora di più.

< Ho conosciuto la figlia maggiore di Meldon, cugino di mio padre. >

< Conoscevo bene sua moglie, prima che andasse a Mandos. Ricordo la loro figlioletta, una bambina vivace dallo sguardo altero. >

< Ora è una giovane appassionata dall’anima di fuoco. >

Con uno scatto involontario Fёanor le prese la mano, stringendogliela.

< Ho rivisto me stesso, in lei, ho guardato nei suoi occhi e ho scorto lo stesso fuoco che mi divora dall’interno, la stessa sete di conoscere, di creare. E lei lo ha percepito come corporeo fra di noi, ma ne sono rimasto ferito e turbato e affascinato. >

< Vuoi possederla, avere il suo spirito. >

< Non capisci. > Scosse la testa, < lei è già mia.>

< E allora cosa vuoi? >

Fёanor parve riflettere per qualche istante. Guardandolo si sarebbe potuto scambiare per una delle sue statue, tanto era immobile, ma gli occhi gli ardevano come carbone in un braciere.

Un brivido di paura la scosse, apprensione per ciò che sarebbe potuto succedere.

< Lasciala stare, > lo supplicò. Sentiva di doverlo dire, di non poter permettere che Fёanor rimanesse saldo in quei propositi. < Hai i tuoi figli, non ti serve un’allieva >

< I miei figli? > il suo sguardo lampeggiò, < per quanto li ami, nessuno di loro mi capisce fino in fondo. >

Alla fine sembrò rilassarsi e le sorrise.

< No, mia amata Nerdanel, non ascolterò ciò che mi consigli. >

< Sapevi già che mi avresti ignorata ben prima di venire, perché allora sei qui? >

Lui non rispose, ma annullò la distanza che li separava. I loro nasi si sfioravano, poteva vedere ogni più piccola sfumatura delle sue iridi, sentiva il suo fiato caldo sulle labbra.

La baciò, spingendo la lingua nella sua bocca in modo famelico, con le mani sulle guance che le facevano quasi male. E lei rispose, infilandogli le dita fra i capelli, tirandogli la casacca, senza fiato.

Era sempre stato così, fra loro, e tutto il ghiaccio non era riuscito ad estinguere completamente la scintilla che li accendeva di passione ogni qualvolta si toccavano.

Si allontanarono bruscamente nello stesso momento, come di comune accordo, ansimando. Fёanor era rosso in viso e con i capelli in disordine, ma era certa di non presentare uno spettacolo poi molto diverso.

< Sai lontano da quella fanciulla, Curufinwё, > gli disse, con voce ferma, < non tutto ciò su cui posi gli occhi ti appartiene. >

< No, anche se lo desidererei. >

Aveva ripreso fiato e la guardava di nuovo con quel misto di malinconia e indifferenza che caratterizzava il loro rapporto.

< Sarà la tua rovina, lo sai? Vorrei che lo capissi, vorrei che fra noi ci potesse essere ben altro che una passione sterile. >

< Non abbiamo avuto altro che questo, sempre, anche quando pensavamo fosse diverso. >

Fece per andarsene ma lei lo richiamò e lui si voltò sulla porta.

< Un tempo ascoltavi i miei consigli, fallo ancora. >

Fёanor la guardò per un istante che le parve infinito, tanto che si concesse di sperare. Ma fu un’illusione presto svanita.

< Non avrò mai pace, se non la rivedrò. Alatariel è il mio riflesso, brucia del mio stesso fuoco ed entrambi abbiamo bisogno di appartenerci. Mi dispiace, mia amata, devo rivederla. >

Uscì senza più aggiungere altro, lasciandola sola in mezzo ai suoi attrezzi e alle sue statue. La consapevolezza che ormai Fёanor, per lei, era perduto per sempre si fece strada nella sua mente, fino a inondarla, finché il presentimento del disastro verso cui suo marito scivolava non fu troppo insostenibile.

Si concesso una sola lacrima, prima di decidere, prima di separare per sempre la sua strada da quella dell’elfo che, nonostante tutto, aveva amato e amava ancora.

 

 

 

 

NOTE i versi subito dopo il titolo sono tratti da “Walk through the fire” dall’episodio Once more with feeling di Buffy

   
 
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