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Autore: frafru88    21/10/2016    0 recensioni
Hastong Ville è sicuramente il quartiere perfetto dove vivere, vicini cordiali, belle case e strade sicure piene di alberi e fiori dove far giocare i propri figli. Tutto è perfetto ad Haston Ville, se non fosse che questo grazioso quartiere della media borghesia di Cincinnati ha catturato l'interesse di oscuri figuri. E mentre le begonie dei giardini stanno per fiorire, una serie di omicidi mette al muro il quartiere, rivelando segreti e scomode verità per troppo tempo nascoste ad occhi indiscreti.
Genere: Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Homicidial Liu, Jeff the Killer
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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                                                                                     CAPITOLO 4


Elisabeth sedeva, silenziosa, con la testa poggiata su una mano, rivolta verso la finestra che dava sul cortile secondario della struttura.
Il grande prato verde, perfettamente falciato e curato, si estendeva per quelli che, agli occhi della ragazza, sarebbero potuti essere all'incirca 25 metri.
Tutto il perimetro era contornato da grandi alberi di specie diverse, di cui Elisabeth aveva riconosciuto solo qualche abete e pino,  aiuole di diverse dimensioni e forme e numerosi tavolini in legno da picnic erano sparsi qua e là, adornando quell'immenso pavimento di colore  verde acceso.
All'inizio del cortile, dietro la porta tagliafuoco che fungeva d'entrata, sei grandi panche di marmo bianco erano dispose a formare un grande semicerchio, le quali erano perennemente occupate da branchi di studenti urlanti e rumorosi, decisamente poco disposti a muovere il sedere leggermente di lato, per far posto a persone che fossero esterne al loro solito gruppetto di amici.
La ragazza sbuffò, quella scuola non le era mai piaciuta, proprio come non le era mai piaciuta la decisione della madre di trasferirsi lì, a Cincinnati.
Era vero che,da quando si erano trasferiti là, avevano avuto uno stile di vita nettamente migliore rispetto a quello che avevano a Wooster, ma lei non sopportava tutto questo lusso e finto perbenismo.
Nella sua vecchia scuola, era già tanto se riusciva ad avere una sedia dove sedersi, ma lì era riuscita  ad avere delle amicizie vere e forti, in più, non ostante sia lei che la madre e il fratello fossero spesso fuori, la prima in uno squallido ufficio di un' agenzia di assicurazioni, fin troppo piccolo e l'altro dietro al bancone di un bar a ricevere quei pochi spiccioli guadagnati durante ore di lavoro part time, si sentiva ben  più vicina a loro di quanto non lo fosse adesso.
Si erano trasferiti a Cincinnati da quasi tre anni, Betty era stata costretta a salutare per sempre i suoi vecchi amici delle scuole medie, per frequentare l'ultimo anno ed i successivi quattro di un altro istituto, di una altra città a più di 200 miglia dall' altra, dove circa il novanta per cento degli studenti erano figli di papà, senza cervello e con un pozzo di soldi da sprecare in abiti firmati e, anche se cercavano di non darlo a vedere, in droghe ed amichette fin troppo intime.
In quegli anni Betty era riuscita, con non poca difficoltà, ad instaurare qualche rapporto con un gruppo di ragazzi che seguivano alcune lezioni con lei, come matematica analitica e letteratura inglese, ma con cui non riusciva ad aprirsi più tanto.
La ragazza arricciò fastidiosamente il naso, parlando di studenti di quella scuola, non poteva certo dimenticarsi di quello stronzo di Stanley Bloom e della sua combriccola di amichetti, persone del genere era sempre meglio perderle fin dall' inizio che ritrovarsele appresso fino alla fine. Quei tipi erano pericolosi, la ragazza ancora non riusciva a capire come più della metà degli studenti e praticamente tutto il consiglio docenti lo descrivesse come  " l' eroe che ha combattuto contro le false testimonianze e accuse infondate" o "la povera vittima che ha rischiato il carcere a causa di una poco di buono".
Betty non sapeva se la storia di Diana Robinson fosse vera oppure no, fatto sta che era sicura che quel Bloom non potesse essere esattamente definito come uno stinco di santo.
E poi c' era lei, Valery Cox, una delle ragazze più popolari della scuola, bella, intelligente, ricca e potente. Lei poteva fare tutto, avere qualunque e chiunque volesse, la ragazza ancora non capiva come un tipo come quella potesse stare con quell' energumeno, tutto muscoli, abbronzatura finta e capelli a carciofo.
Betty non se l'era mai bevuta la storia della "coppietta amorosa", tuttavia si era sempre premurata di tenersi per sé tutti quei pensieri, sapeva che se avesse detto anche solo una parola contro il re e la regina della Cincinnati Owl High School, allora si sarebbe di sicuro ritrovata circondata da una folla inferocita che le dava della sfigata gelosa, nel migliore dei casi.
In più, Betty, sapeva che le persone come Valey Cox erano in cima, a causa della loro arroganza e finto perbenismo, alla sua lista nera, tuttavia, in qualche modo c'era qualcosa di... diverso in lei.
Infatti, ogni volta che lei si incrociavano, anche solo con lo sguardo, Elisabeth aveva sempre la sensazione che l'altra le volesse dire qualcosa, ma poi, inspiegabilmente, cambiava idea, rompendo il contatto visivo e girandosi dall'altra parte.
Betty non aveva mai capito quale fosse il suo problema, aveva forse qualche tipo di conto in sospeso con lei, di cui Betty ignorava l'esistenza? Voleva qualcosa in particolare che solo lei poteva darle?
La ragazza scosse la testa, aveva già tanti problemi per conto suo... ci mancava solo che si intromettesse in cose che no la riguardavano. Se la reginetta della scuola aveva qualche problema, poteva benissimo scendere dal suo favoloso piedistallo di onnipotenza e venirle a parlare.
Era sicura che anche suo fratello avrebbe pensato la stessa cosa, David non sopportava la gente che si credeva migliore di altri solo perché più ricca o influente.
Gli occhi della ragazza si abbassarono in un'espressione di tristezza mista a fastidio.
David... Sicuramente anche lui avrebbe odiato, come lei, quella scuola.
Betty si chiedeva sempre come fossero arrivati a quel punto, com'era possibile che il padre avesse deciso di mandare il suo primogenito in un centro di recupero, ma,  sopratutto,  perché la madre avesse permesso ciò senza neanche fiatare.
Forse, tra tutte le cose, era questa che Elisabeth faticava di più a perdonarle, il fatto che si fosse girata dall'altra parte, di non aver cercato di capire suo figlio, di capire il motivo di quel gesto, ma, sopratutto, di accettarlo per come era. La ragazza, infondo, sapeva che era stato proprio questo il motivo per cui David aveva cercato di togliersi la vita, tagliandosi i polsi nella loro vasca da bagno.
Betty sapeva perché il fratello avesse fatto quel gesto tanto sconsiderato quanto disperato. In quel periodo, si erano appena trasferiti nella nuova casa e, non ostante l'entusiasmo della madre di iniziare una nuova vita in una delle città più ricche e grandi della contea di Hamilton, né David né Betty sembravano condividere la sua felicità, specialmente il primogenito, il quale, all'insaputa di tutti, oltre alla scuola e agli amici, aveva dovuto abbandonare altro a Wooster, qualcosa di molto più importante, qualcosa di cui solo Betty, in seguito, avrebbe saputo.
In quel momento i suoi pensieri furono frenati dal rumore della porta della classe che si apriva. La ragazza, così come gli altri studenti, si aspettavano di ritrovarsi davanti la professoressa Liddle, per iniziare la loro lezione di letteratura inglese.
Con loro sorpresa, invece, si ritrovarono davanti tre uomini.
In fila, davanti alla grande cattedra, che si trovava poco distante dalla larga lavagna a muro bianca, c'erano il professor Roospert, docente di matematica analitica, il professor Vanguver, di grammatica inglese e il preside Morrison.
Il primo, un piccolo uomo di mezz'età, tendente alla calvizia, si aggiustò con un movimento esasperato i piccoli occhiali rotondi su naso leggermente a patata, contornato da leggere lentiggini e riducendo i piccoli occhi scuri a due fessure, si schiarì la voce prima di fare un passo in avanti ed annunciare
"Buon giorno ragazzi. Oggi la vostra lezione di letteratura inglese non si terrà, così come tutte le altre lezioni della giornata"
L'uomo tacque un attimo, rivolgendo lo sguardo verso gli altri due, come a chieder loro di intervenire a loro volta.
Il professor Vanguer fece a sua volta un passo avanti, affiancandosi al suo collega, cosa che sorprese non poco gli studenti, dato che era ben noto in tutta la scuola che tra i due non girasse buon aria, anzi, più di una volta era stati sorpresi a besticciare tra di loro, in mezzo ai corridoi, sotto lo sguardo divertito degli studenti e quello sbigottito del preside e dei restanti docenti.
Betty non sapeva bene cosa stesse succedendo, ma le parole pronunciate prima dal professore e l'aria preoccupata e solenne dei tre, le diedero l'impressione che fosse successo qualcosa, qualcosa di tremendamente spiacevole.
Il professor Vanguver, prima di parlare, si accarezzò con fare pensieroso la leggera barba bruna, mentre i grandi occhi color cioccolato osservavano la cattedra, come se lì ci fossero scritte le parole che tanto cercava nella sua testa.
Mentre che aspettava il professore aprisse bocca, per dir loro cosa diamine fosse successo di così urgente, Betty non poté non notare le occhiate languide che molte delle compagnie della sua classe riservavano al professore. Era vero che il signor Vanguver fosse un uomo alquanto affascinate e nettamente giovane rispetto agli altri professori della scuola, tuttavia la ragazza non capitava come potessero pensare a una cosa simile in quel momento, non riuscivano a capire che stava per succedere qualcosa di grave?!
In quel momento il professore parlò
"Quello che il professore Roospert sta cercando di dirvi è che la vostra professoressa, la signora Liddle, non seguirà più la vostra classe, né nessun altra. So che questo può sembrarvi strano o troppo improvviso, ma finché la cattedra non verrà riassegnata, sarò il vostro supplente di letteratura inglese.
Ora, so che avete molte domande sull'argomento, ma vi prego prima di ascoltare le parole del preside"
Detto questo, i due fecero un passo indietro, per far spazio al preside.
Betty, in realtà era la prima volta che lo vedeva così da vicino, dato che, le uniche volte in cui aveva potuto vederlo, erano state durante le cerimonie di apertura e di chiusura degli anni scolastici e, ora che riusciva a guardarlo bene, la ragazza doveva ammettere che sembrava più vecchio di quanto fosse in realtà. Non ostante il portamento fiero ed elegante, degno di chi ha studiato, lavorato e lottato tutta una vita per stare dove si trovava ora, le estese rughe vicino agli occhi e gli zigomi e i corti capelli grigio scuri, gli davano un'aria da vecchio saggio accademico, accentuata anche dal sobrio competo marrone chiaro e dai piccoli occhiali rettangolari che portava sulla punta del naso.
"Ragazzi, come hanno già detto i vostri professori, le lezioni di oggi verranno sospese"
in quel momento una serie di mormorii di contentezza e incredulità, iniziarono a farsi spazio nella classe, mentre sguardi sorpresi erano rivolti verso la figura del preside.
Quest'ultimo tossì un paio di volte, riuscendo a riacquistare l'attenzione dei ragazzi
"Esse ricominceranno lunedì prossimo. Come accennato prima, sarà il professore Vanguver ad occuparsi sia della sua materia che di quella della professoressa Liddle, almeno fino a quando tale cattedra non sarà riassegnata."
Il preside interruppe di nuovo il suo discorso, abbassando leggermente lo sguardo e corrucciando leggermente gli occhi, mettendo così ancor più in evidenza le sue rughe. Dopo qualche momento, inspirò profondamente, come se si stesse preparando ad affrontare un argomento di cui avrebbe preferito non discutere.
"Sono certo che tutti voi abbiate sentito dei continui casi di omicidio che stanno devastano lo stato dell'Ohaio da alcuni mesi.
A quanto pare tali omicidi sarebbero arrivati anche qui, a Cincinnati. La polizia non sa ancora chi si celi dietro questi reati.
La scorsa notte... La signora Liddle è stata trovata morta nella sua abitazione."
In quel momento le facce degli studenti, si riempirono di sgomento, alcuni impallidirono a tal punto da sembrare sull' orlo di svenire, altri sembravano aver preso la faccenda come un brutto scherzo. Altri, come Betty, semplicemente guardavano assenti la figura del preside, ripetendo dentro la loro testa le frasi sentite, più e più volte, cercando di dar loro un senso logico.
"Lo so che questa notizia è alquanto inaspettata ed orribile, tuttavia, vi prego di mantenere la calma, sia all'interno della struttura scolastica, sia al di fuori. In più, nei prossimi giorni, alcuni agenti di polizia, potrebbero  interpellarvi e farvi alcune domande. Sono certo che ognuno di voi sarà ben lieto di collaborare con loro, con la massima onestà e discrezione.
Un' ultima cosa prima di..."
"Quindi la signora Liddle è stata assassinata ?"
Quella frase, detta da uno studente degli ultimi banchi, sembrò trapanare nel cervello di Betty.
La signora Liddle è stata assassinata, una persona che tutti conoscevano, che lei conosceva è morta, è stata uccisa.
Betty sentì la colazione, consumata appena una mezz'ora prima, ritornargli su, con uno spiacevole sapore di bile e, non ostante non avesse uno specchio, sospettava che fosse sbiancata, finendo per sembrare quasi un cencio.
Come era potuto accadere? Di solito queste cose si sentono solo nei telegiornali o nei telefilm, non a persone a te vicine...
In quel momento un' improvvisa consapevolezza colpì, con la pesantezza di un macigno, la ragazza.
Se la signora Liddle, che abitava a pochi isolati da casa sua, era stata uccisa da un non ben noto assassino, questo voleva dire che...
"Purtroppo si, la vostra insegnante è stata uccisa. Per questo, come stavo per dirvi, vi prego con tutto il cuore di prestare la massima cautela d'ora in poi, sia quando siate in giro che, specialmente, quando siate in casa, sopratutto da soli. Ho avuto notizia dalla polizia che probabilmente alla città verrà applicato un coprifuoco e diversi agenti verranno piazzati, specialmente nei quartieri delle vicinanze del centro città, comuqnue avrete notizie più dettagliate nei prossimi giorni."
Il preside guardò dritto davanti a sé, scrutando con attenzione quasi maniacale tutti i volti dei suoi studenti, come se volesse che le sue parole si imprimessero nelle loro menti
"Ricordatevi sempre che l'assassino potrebbe ancora essere da queste parti, in libera circolazione".
 
 
 
 
 
 
 
ANGOLO AUTRICE
Salve!!! Lo so, sono di nuovo in ritardo e mi scuso infinite volte per questo!! Ma il fatto è che in questo periodo ho molto da fare e non ho trovato praticamente uno spazietto di tempo per scrivere questo capitolo! Spero che presto avrò meno impegni ed imprevisti per riuscire ad aggiornare prima. =(
Comunque, passando al capitolo, lo so che a prima vista può sembrare alquanto banale o inutile, ma, vi assicuro, che in realtà è un capitolo alquanto importante, poiché introduce l'entrata in scena (finalmente) dei due killer. Eh già, dalla prossima volta vedremo uno dei due attaccare un posto vicino, o all'interno, chi lo sa, del nostro bel quartiere di Cincinnati e, probabilmente, ci scapperà anche più di un morto.
Come sempre vi ringrazio di aver letto questo capitolo !! (anche se in ritardo ^__^')  
   
 
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