Uscir di casa ad un'ora notturna,
gonfi i polmoni dell'aria penetrante,
leggera e acre di fumo e caldarroste.
Tacciono i grilli, dal gelo zittiti,
corre il cagnetto col suo passo lesto;
la voce del padrone lo richiama, presto.
Bella è la campagna brulla, ora a maggese,
trilla lontano il campanello d'un armento.
Soffia agro e pungente il vento,
sibila tra i rami secchi - ma non morti.
Brividi alle membra infreddolite,
tiepido un capuccio alzato sopra il capo,
rosse e bianche le mani intirizzite...
ma l'anima s'infoca di chiaror vitale:
è il cuore che la scalda, vuole amare.
Nera e congelata questa notte invernale,
ma un libero pensiero di poesia profondo
è meglio del tepore di un giaciglio,
caldo....vuoto.
NoteAutrice
Eccomi qui con un'altra poesia. Non è un gran che, poche rime e abbastanza scadente, ma rispecchia emozioni provate davvero.
Grazie tante per aver letto. :)