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Autore: kohay90    23/10/2016    1 recensioni
Sentì squillare il suo cellulare sul comodino, sbuffò pesantemente prima di prendere il telefono e rispondere senza guardare lo schermo per capire chi fosse ma, appena sentì la sua voce all'altro capo si pentì di non averlo fatto.
"Oi Aomine, che fai di bello?"
"Kagami che cazzo vuoi?" sbraitò innervosito.
"Niente di particolare volevo solo sapere cosa stai facendo."
"Leggo una rivista." rispose accigliato.
"Spero non sia un'altra rivista porno."
"Non lo è." concluse.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Daiki Aomine, Taiga Kagami
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Una confessione inaspettata.



Sentì squillare il suo cellulare sul comodino, sbuffò pesantemente prima di prendere il telefono e rispondere senza guardare lo schermo per capire chi fosse ma, appena sentì la sua voce all'altro capo si pentì di non averlo fatto.

"Oi Aomine, che fai di bello?"

"Kagami che cazzo vuoi?" sbraitò innervosito.

"Niente di particolare volevo solo sapere cosa stai facendo."

"Leggo una rivista." rispose accigliato.

"Spero non sia un'altra rivista porno." ridacchiò.

"Non lo è." concluse.

"Ma dai, da quando in qua il grande Aomine Daiki non legge una rivista porno?" ridacchiò ancora.

Il moro sentendosi preso in giro pensò irritato, "da quando mi sono innamorato di una testa di cazzo come te!" poi rispose. "Ascolta ho di meglio da fare che parlare con te." 
In realtà aveva una gran voglia di sentire la sua voce, di rivedere il suo viso è, quando aveva risposto al cellulare e aveva sentito la sua voce per poco rischiò un infarto.

"Beh... mi dispiace aver disturbato la tua lettura ma, ho bisogno di vederti... devo darti una cosa..."

il suo tono di voce sembrava teso, nervoso e anche un po’ imbarazzato in quell'istante Aomine si avvicinò al suo letto sedendosi sul materasso, pensando che cosa avrebbe mai dovuto dargli il rosso? 
Questo lo portò a chiedergli cauto, "non è che hai intenzione di darmi un pugno o qualcosa del genere non è vero?" il moro non riusciva a ricordare cosa avesse potuto dire o fare per averlo infastidito è magari Kagami voleva incontrarlo per fargliela pagare.

"No assolutamente." rispose l'altro.

"E' allora cosa potrebbe essere?" chiese incuriosito.

Dall'altra parte Kagami restò ancora in silenzio farfugliando qualche frase sconnessa per poi decidersi a parlare. 

"Io... senti è troppo imbarazzante dirlo per telefono, quindi verso le cinque vieni al campo di street basket, ti aspetto li... ti prego di non tardare è davvero importante." 

Concluse prima di attaccare lasciando esterrefatto il moro che restò a fissare la porta della sua camera con ancora il cellulare posto vicino all'orecchio.
Cosa c'era di così importante che doveva dargli?
Perché doveva incontrarlo ora?  
Ci vollero un paio di minuti ma, finalmente la sua mente collegò il perché di tutta questa urgenza.
"Mio Dio." sussurrò incredulo mentre si ritrovò in piedi accanto al letto senza rendersene conto e con il cuore in gola, possibile che avesse finalmente scoperto che provava dei sentimenti più profondi nei suoi confronti? 
Kagami stava davvero per confessarsi?
Cercò di restare calmo mentre sentì il viso andargli in fiamme, si morse il labbro inferiore e si grattò la testa con fare nervoso mentre camminava avanti e indietro per la stanza, cosa avrebbe dovuto fare? Cosa avrebbe dovuto dirgli? 
Ormai tutti sapevano della sua cotta per Kagami, i primi a scoprirlo prima di lui stesso furono Satsuki è Tetsu, si meravigliò del fatto che il rosso non aveva mai capito nulla,  ed era quasi sul punto di mollare tutto. 
Ma ogni volta che lo osservava sentiva rinascere in lui il desiderio di averlo tutto per se, Kagami era divertente e anche se odiava ammetterlo pieno di talento, l'unico che era riuscito a spingerlo oltre i suoi limiti.
Guardò l'orologio mancavano quindici minuti alle cinque doveva sbrigarsi, velocemente aprì l'armadio e prese un jeans chiaro e un maglioncino di cotone bianco con il giubbotto blu, una volta pronto guardò ancora l'orologio, mancavano sette minuti alle cinque.
Senza pensarci si precipitò all'ingresso indossando le scarpe per poi uscire di casa sbattendo la porta iniziando a  correre come un pazzo verso il campo.
"Maledetto Kagami!" pensò mentre schivò per miracolo una bambina andando a sbattere però contro alcune persone senza fermarsi a chiedere scusa, non aveva tempo per farlo mancavano solo tre minuti è finalmente raggiunse il campo notando la figura del rosso che faceva qualche tiro. 
Si fermò a dieci passi dall'entrata per riprendere fiato, sentiva il cuore battere forte non sapendo se per via della corsa appena fatta o per avere la figura di Kagami di fronte a se. Prese un respiro profondo cercando di riprendere la sua solita espressione da duro per poi entrare nel campo, dove appena Kagami avvertì la sua presenza si voltò mostrandogli un sorriso da mozzare il fiato, per un attimo Aomine stava cedendo all'impulso di corrergli incontro, saltargli addosso e baciarlo dicendogli tra un bacio e l'altro quanto l'ho amava. 
Ma trattenne l'impulso, una volta vicino il rosso  lo salutò.
"C... ciao..." mormorò imbarazzato Kagami. 
Aomine restò a fissarlo per qualche secondo, era a dir poco adorabile con quell'espressione imbarazzata e le gote tinte di rosso, ci aveva visto giusto, Kagami stava davvero per confessarsi. Sentiva il suo cuore battere come un tamburo, mentre osservava il rosso che non riusciva a ricambiare il suo sguardo, entrambi restarono in un silenzio imbarazzante per qualche minuto e proprio quando Aomine seccato da quella situazione assurda aprì bocca per parlare, notò Kagami voltare le spalle dirigendosi verso la panchina, prendere una scatola e ritornare davanti a lui porgendogliela.
"Qui." 
Aomine restò immobile a fissare la scatola prima di prenderla tra le mani.
"Cos'è questo?"
"Aprila." rispose imbarazzato il rosso.
Aomine non si aspettava un regalo da parte sua anche perchè l'unico regalo che avrebbe desiderato era quello di averlo tutto per se.
Senza aspettare oltre con il battito cardiaco accelerato aprì la scatola curioso di sapere cosa ci fosse dentro e quello che vide lo lasciò senza parole.
Sbattè le palpebre più volte prima di capire cosa fosse, e purtroppo anche se odiava ammetterlo i suoi occhi non lo stavano ingannando.
"Kagami," sibilò piano, mentre la rabbia stava lentamente prendendo il posto della gioia "che cos' è questo?"
"Le scarpe che mi hai prestato per la Winter Cup. Te lo detto che le avrei considerate un prestito e che quindi te le avrei restituite."
Infatti, all'interno c'erano le Jordan che Satsuki aveva rubato a lui e dato a Kagami.
Oltre alla rabbia sentì la delusione crescere in lui, senti come se il suo cuore e la sua anima si fossero ridotti in pezzi come uno specchio.
Cosa avrebbe dovuto aspettarsi da quella testa bacata?   
Aomine alzò gli occhi. "Allora fammi capire bene. Mi hai chiamato, mi hai fatto venire di corsa qui solo per restituirmi le scarpe? "
"Sì." rispose sincero.
"Le scarpe che ti ho dato." ripetè ora arrabbiato stava per esplodere.
"Si." rispose con un sorriso.
Ignorando la sua risposta prese la scatola e con rabbia la gettò a terra sotto lo sguardo scioccato del rosso che tentò invano di aprire bocca.
"Sta zitto!" gridò furioso Aomine.
"Ao..." non riuscì a finire che si ritrovò a schivare un pugno del moro.
"Aomine che diavolo stai facendo?" tentò di difendersi con ogni mezzo ma risultò tutto inutile, la rabbia e la delusione diedero al moro più forza, e nello schivare i suoi colpi Kagami si ritrovò con le spalle bloccate alla recinzione, non aveva  nessuna via di fuga.
"Idiota!" Ringhiò furioso Aomine. "Pensavo che mi avessi chiamato per qualcos’ altro, pensavo che mi avessi detto che ti piaccio e invece tu mi riporti le scarpe?! Dannazione!" sferrò un altro pugno che venne di nuovo schivato dal rosso il quale colpì con violenza la recinzione, mentre con uno scatto veloce Kagami riuscì a bloccarlo alle spalle. 
"Tutto questo non ha alcun senso." disse il rosso cercando di trattenerlo.
"Che importa ?" Non mi riterrò soddisfatto finché non ti avrò colpito almeno una volta." disse quasi sul punto di piangere dalla rabbia.
"Sei uno stronzo! Non ti ho ti ho fatto venire fin qui solo per le scarpe, ma anche per dirti che mi piaci molto."
"Uh?!" nel sentire le ultime parole Aomine si bloccò di scatto, sentendolo più rilassato Kagami allentò la presa, allontanandosi di qualche passo da lui, mentre il moro si voltò scioccato e prima che potesse aprire bocca il rosso disse imbarazzato. 
"Beh... di qualcosa, dannazione." Kagami lo guardò un po’ offeso. "Cavolo, stavo per dirterlo ma poi ti sei arrabbiato inutilmente. Spero che tu sia contento." sbuffò ora infastidito.
Aomine continuava ad osservarlo senza emettere alcun suono cominciando a collegare ogni cosa, le scarpe erano solo un pretesto per incontrarlo. 
"Ma... tu... perchè non me l'hai detto prima?" disse sentendosi in colpa.
"Perchè era troppo imbarazzante." rispose seccato e anche un po’ imbarazzato.
Dopo alcuni minuti passati in silenzio Aomine disse, "allora... ti piaccio davvero?" voleva essere sicuro di aver sentito bene le ultime parole del rosso, quest'ultimo alzò lo sguardo puntandolo nelle sue iridi blu e deciso rispose.
"Da morire." sorrise per poi avvicinarsi lentamente al moro.
"Preferirei un bacio." mormorò un pò imbarazzato.
Sorrise Kagami ormai ad un passo da lui, una volta vicino alzò le braccia posizionandole intorno al collo del ragazzo intrecciando le dita nei suoi capelli, d'altro canto Aomine passò le braccia intorno hai fianchi abbracciandolo in modo da avvicinarlo ancora di più. Infine Kagami iniziò baciare prima la fronte, poi le guance e per finire le labbra - Aomine capì che quella era una piccola vendetta causata dal suo stupido comportamento che aveva avuto nei confronti dell'altro - con baci dolci mordendo piano di tanto in tanto il labbro inferiore per poi catturarlo in un altro bacio inizialmente più dolce poi più intenso seguito da altri brevi.
Aomine poteva dire che fu sorpreso dalla risposta del rosso, aveva sempre desiderato quelle lebbra e in un modo o nell'altro era riuscito ad averle, chiedendo un contatto  sempre più intenso e passionale. 
Dopo qualche minuto a malincuore dovettero separarsi per mancanza d'aria senza però staccarsi da quel tenero abbraccio e quando Aomine riaprì gli occhi notò le scarpe abbandonate per terra, quelle scarpe erano state la causa e l'inizio di tutto, si ritrovò a ringraziare quelle maledette scarpe se adesso Kagami gli apparteneva e da quel momento non l'avrebbe mai più lasciato andare.




Salve a tutti XDD, eccomi ritornata con una nuova storia su questa coppia, spero vi piaccia e vi divertiate nel leggerla come ha divertito me nello scriverla. Scusatemi per gli errori di ortografia e spero vivamente che sia di vostro gradimento. Buona lettura e alla prossimaXDD. 


  
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