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Autore: _Hedwig_    23/10/2016    3 recensioni
L'amore non è cieco, l'amore acceca. Ed Hermione lo scoprirà presto.
Dopo anni di convivenza con Ron scoprirà che lui non è più l'uomo di cui si è innamorata.
Presto, qualcun altro potrebbe rivelarsi ciò che lei aspetta.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 1 -  Love makes you blind.
 
Non l'amore è cieco, ma la gelosia.
Lawrence Durrell, Justine, 1957
 
O astuto Amore, tu mi acciechi con le lacrime /
per tema che i miei occhi scoprano il tuo inganno.
William Shakespeare, Sonetti, 1609
 
L’aria gelida del mattino la fece rabbrividire non appena uscita di casa. Era dicembre, dopo tutto, e il Natale finalmente si avvicinava - e con esso le tanto sospirate ferie.
Hermione Granger si strinse di più nel cappotto grigio, alzandone il bavero per ripararsi dai perfidi spifferi che cercavano di infiltrarsi sotto i vari strati di vestiario che aveva addosso.
- Herm, aspettami ho detto!
La giovane donna alzò gli occhi al cielo e, per tutta risposta, cominciò a camminare più velocemente.
- Hermione!
Una mano le afferrò il braccio costringendola a girarsi.
- Non devi toccarmi, Ronald!
Gli occhi azzurri del suo ragazzo si scurirono per il disappunto.
- Dai, non fare la bambina - replicò, stringendo la presa. - Non prendertela! Era una battuta!
Hermione liberò il braccio con uno strattone.
- Una battuta particolarmente offensiva, temo, ed ora, se permetti, devo andare a lavoro. Lasciami, mi fai male!
Lei fece per girarsi, ma lui la fermò ancora una volta.
- Dai, Mione. Ti chiedo scusa, ok? Non lo faccio più. - disse dolcemente.
- Dici sempre così, Weasley.
Ron sorrise, sapendo che ormai era acqua passata. Le diede un bacio leggero sulle labbra, che lei accettò controvoglia, e la prese sottobraccio.
- E comunque lavoriamo insieme, è da idioti andarci separati, non credi?
Hermione borbottò qualcosa in risposta, nascondendo un sorriso, poi insieme sparirono in un vicolo e si Smaterializzarono davanti all’ingresso del Ministero della Magia.
Una volta arrivati all’Ufficio Auror, trovarono ad attenderli Harry.
- Mione, il Capo ti vuole vedere - disse il ragazzo.
Lei spalancò gli occhi.
- Cosa vuole da me? Ho già consegnato il rapporto sul caso Golbett!
Il moro fece spallucce, mostrando di saperne quanto lei.
- Mi sa che per scoprirlo dovrai andare nel suo ufficio - disse poi, indicando il fondo del corridoio. - In bocca al lupo.
Hermione alzò gli occhi al cielo e, con un ultimo sguardo ai due ragazzi, si avviò verso la porta, sistemandosi la camicia senza farsi notare per non scatenare una spropositata reazione di gelosia in Ron. Come se non avesse già visto la sua faccia violacea e gli occhi fiammanti, e non avesse letto nei suoi pensieri il desiderio di uccidere il Capo. In realtà, sapeva già che ad attenderla, al suo ritorno, ci sarebbe stata una scenata coi fiocchi.
Bussò, e una calda voce maschile le diede il permesso di entrare.
- Buongiorno, Capo - disse lei entrando.
L’uomo dietro la scrivania alzò gli occhi - due splendidi occhi blu - e le sorrise.
- Prego, accomodati, Granger.
Lei si sedette, scrutando il suo interlocutore.
Era un uomo di mezza età, con i capelli brizzolati, la mascella squadrata e un fisico a dir poco avvenente, ma la cosa che conquistava tutti - o meglio, tutte - coloro che lo incontravano erano, appunto, gli occhi.
- Ti chiederai perché ti ho convocata.
Lei annuì, forse troppo velocemente.
- Beh, sì - si sentì di aggiungere, forse troppo tardi. Quell’uomo le metteva soggezione. - Se è per il caso Golbett, ho consegnato il mio rapporto cinque giorni fa.
Lui rise.
- Sì, lo so. Eccellente lavoro, tra l’altro - le disse, facendola arrossire. - Ebbene, direi di andare subito al dunque. - aggiunse poi, tirando fuori un fascicolo sepolto sotto mille altri, riuscendo in qualche strano modo a non far crollare la precaria pila posata sul bordo dell’ampia scrivania. L’ordine non era una delle sue migliori qualità, notò la ragazza prendendo il fascicolo che lui le porgeva con un sorriso. L’ufficio straripava di fogli, oggetti di tutti i tipi, foto, volantini, e nulla sembrava avere un posto assegnato.
Con un sospiro, lei cominciò a sfogliare la cartellina, abbastanza scarna.
- Si tratta di Oswald Kartwright, uno dei nostri informatori per quanto riguarda coloro che hanno collaborato con i Mangiamorte. È stato ritrovato morto in un bagno pubblico, questa mattina. Nessun segno di colluttazione, nessuna ferita visibile. Sappiamo entrambi cosa vuol dire.
- Anatema che Uccide - disse Hermione, assorta nella lettura del fascicolo.
- Esattamente. Kartwright faceva parte del nostro programma Protezione Testimoni, aveva un Auror a disposizione giorno e notte. Si tratta di Alexander Tyger, lo conosci?
- Sì, certo - disse lei, mentre il viso gioviale di un ragazzo appena arruolato le balenava nella mente. - Giovane ma in gamba.
- Già, è per questo che l’ho scelto, sembrava l’incarico perfetto per impratichirlo. Sai, non troppo rischioso, abbastanza delicato, decisamente non complicato. Ma a quanto pare qualcuno è stato più furbo di lui ed ha eluso la sua sorveglianza che, dai rapporti settimanali, sembrava fin troppo scrupolosa. - ribatté l’uomo, massaggiandosi la radice del naso. - Comunque, Kartwright ci ha fornito indicazioni su numerosi soggetti, come puoi vedere, nessuno dei quali può essere il colpevole, essendo tutti in carcere. Ovviamente non possiamo lasciare che chi ha commesso questo delitto rimanga impunito, ne andrebbe della reputazione dell’Ufficio Auror e di tutto il Ministero… ed è qui che entri in gioco tu. Mi aspetto massima riservatezza da parte tua, Granger, anche con Potter e Weasley. La notizia di questo omicidio non deve trapelare finché il colpevole non sarà in galera.
- Ma… lei si aspetta che conduca l’indagine da sola, allora? - chiese lei, sentendo la sua voce stranamente acuta.
- Sebbene io ritenga che ne saresti perfettamente in grado - Hermione arrossì - ti assegnerò un compagno, che penso potrà esserti molto utile per la sua conoscenza… diciamo approfondita dell’ambiente. Lo incontrerai domani mattina alle dieci nel mio ufficio. Tutto chiaro?
Hermione si schiarì la voce.
- Ehm… sì, credo di sì.
- Benissimo, allora. A domani, Granger - disse il Capo, stendendola con un altro dei suoi sorrisi. Lei si alzò e strinse la mano che lui le tendeva, dopo di che uscì dall’ufficio.
 
- Allora? Cosa ti ha detto? - le chiese subito Harry, curioso.
- Mi ha affidato un caso, ma non posso parlartene - disse lei sorridendo. - Massima riservatezza!
- Oh, andiamo, Mione. Sono il tuo fidanzato, almeno a me dovresti dirlo - intervenne Ron, nervoso.
- Nemmeno a te, il Capo è stato chiaro. Conoscerò il mio unico collaboratore domani mattina, a quanto pare.
- Chi sarebbe questo? E perché dovresti collaborare con lui? Noi non ti andiamo più bene? - chiese il rosso a raffica.
- Ovviamente non sceglie lei con chi collaborare, Ron - disse Harry vedendo il colorito dell’amica tendere fin troppo al viola e cercando di scongiurare l’ennesimo litigio tra i due. - Non essere ossessivo.
- Ah, certo, sono io ossessivo. Andate al diavolo! - sbottò Ron, uscendo dalla stanza quasi di corsa.
Hermione guardò Harry.
- Beh, ci hai provato - disse, afflitta. - Non so per quanto ancora sopporterò questo suo atteggiamento - confessò poi.
Harry abbassò lo sguardo, senza dire nulla. Era Ginny quella esperta, non lui.
- Bando alle ciance, al lavoro - disse poi la riccia con un sospiro, togliendolo dall’imbarazzante posizione di doverle dare un consiglio, e lui gliene fu estremamente grato.
 
- Ancora non capisco perché non vuoi dirmi niente di questo famigerato caso.
Erano sulla via del ritorno, ed era circa la centomilionesima volta che Ron le chiedeva la stessa identica cosa.
- Sono colpita, davvero. Hai trovato un milione di modi diversi di dire la stessa cosa, in appena dieci ore. - rispose lei, con voce stanca.
- Non cambiare argomento, per Godric! - urlò lui, zittendola.
Hermione rimase ferma a guardarlo mentre lui, con lo sguardo basso, apriva la porta di casa.
- Scusa, Mione. Però lo sai… impazzisco quando gli altri uomini ti si avvicinano. Sei stata mezz’ora nell’ufficio del Capo a parlare chissà di cosa, se pure avete parlato, e…
- Se pure abbiamo parlato?? Ma ti rendi conto di quello che dici, Ron? Mi hai preso per una… per una sgualdrina, forse? - disse lei, alzando finalmente la voce.
- Scusa se sono geloso, eh! - urlò lui in risposta.
- Ma non hai motivo di esserlo! Merlino, è il Capo! Abbiamo parlato solo e soltanto del caso!
- E allora perché non puoi parlarmene? - ribatté lui, ostinato.
- Perché non posso e basta, Ron- - gridò lei, con tutto il fiato che aveva in corpo, ma l’ultima parola fu stroncata da un colpo secco.
Le lacrime agli occhi, Hermione si toccò la guancia colpita. Era calda, pulsante, e un rivoletto di sangue le scorreva da un taglio sullo zigomo causato probabilmente dall’anello che lei gli aveva regalato due anni prima.
- Non alzare più la voce con me, capito? - ordinò lui, minaccioso come non lo aveva mai sentito, senza una parola di scuse, senza rimorso negli occhi scuri come un mare in tempesta. Dopo di che andò in camera a spogliarsi, lasciandola lì, a tenersi la guancia con le mani, il sale delle lacrime che bruciava sul taglio.
Semplicemente si girò e uscì di casa, piangendo, senza sapere dove fosse diretta.
Corse, e corse, e corse.
Ron l’aveva picchiata.
Cercò di pensare lucidamente.
Ron l’aveva picchiata e lei non aveva reagito.
Dove poteva andare?
Dove era finita la sua famigerata forza? Dov’era il suo orgoglio, la sua dignità?
- Hermione!
La sua voce la fece rabbrividire.
- Torna subito qui, Hermione! Non sto scherzando!
C’era un solo posto dove andare.
 
Ginny le aprì in vestaglia.
- S-scusa, Gin - le disse tra i singhiozzi. - Non volevo disturbare, solo che…
Ginevra Weasley era sempre stata la più sveglia della famiglia. Fred e George erano quelli geniali, Percy quello intelligente, ma quando si trattava di capire le cose al volo era sempre lei la migliore. Alcuni lo chiamavano sesto senso femminile, altri intuito. Qualunque cosa fosse, Ginny ce l’aveva.
Le bastò guardare gli occhi arrossati, la guancia gonfia e rossa, il taglio che ancora sanguinava leggermente e le mani tremanti dell’amica per capire due cose: la prima, suo fratello sarebbe morto; la seconda, non era il caso che Hermione sapesse che lei sapeva.
- Herm! Santo cielo, entra, accomodati. Sai che non disturbi mai! - disse, sforzandosi di mantenere un tono di voce normale. - Che cosa ti è successo alla guancia?
- Sono… caduta. Mentre venivo qui. Ho perso l’equilibrio dopo la Smaterializzazione e mi sono trovata a terra.
- Di faccia.
- Già.
Ginny decise di lasciar perdere.
- E Ron? - chiese allora.
- Ha avuto un incarico di ronda, stanotte, e non mi andava di dormire da sola. So che anche Harry fa la notte, e quindi ho pensato di venire qui per… farci compagnia a vicenda.
- Che splendida idea! Vieni, ti do un pigiama, tiro fuori qualche schifezza e ci guardiamo un film, che ne pensi?
Hermione Granger, dal canto suo, era sempre stata geniale. Aveva imparato, in quei quattro anni da Auror, a capire quando qualcuno mentiva, e aveva realizzato di essere una pessima bugiarda. Ma era per questo che era andata da Ginny: sapeva che lei avrebbe capito, ma avrebbe fatto finta di nulla per non stressarla, aspettando il momento in cui si sarebbe sfogata da sola.
- Penso che sia perfetto.
 
 
 
 
 
 
Angolino Autrice
*riemerge lentamente dall’oltretomba*
TADAAAAANNN! Sono tornata! Dopo anni e anni (non è un eufemismo) di silenzio, ritorno alle luci della ribalta con una nuova ff, questa volta su un’altra coppia che mi affascina alquanto, la Dramione! Sì, esattamente, vedo Hermione bene con chiunque, ma non con Ron. Che volete farci c:
Ok, faccio la seria.
Allora, partiamo dalle due citazioni che vi ho messo dopo il titolo: la prima, ovviamente, è riferita a Ron, mentre invece la seconda ad Hermione, che non riesce a vedere cosa è diventato il suo ragazzo, ed è per questo che non è l’amore che è cieco, ma è l’amore che acceca, per come la vedo io.
Alcune puntualizzazioni:
- sono passati cinque anni dalla battaglia di Hogwarts, e siamo più o meno ai primi di dicembre. Hermione dopo la battaglia è tornata a scuola, si è diplomata e dopo è stata assunta all’Ufficio Auror, dove lavoravano già Harry e Ron.
- Ron non ha un ruolo positivo in questa ff, mi dispiace per quelle che lo amano. È un uomo geloso e ultimamente anche violento, solo che Hermione non se n’è ancora resa conto.
- ma chi sarà mai questo misterioso collaboratore? Scommetto che non ne avete idea… a parte gli scherzi, so che sembra scontato, ma mi pare uno dei pochi modi per costringerli a passare del tempo insieme.
-  questa ff è piena di OC, meglio che lo sappiate. Spero di riuscire a dar loro una personalià delineata insomma ahah
 
By the way, fatemi sapere che ne pensate. Per me è importante :3
Lo so che questo capitolo non è granché, ma già dal prossimo ci sarà un po’ più di movimento, datemi una possibilità u.u
Cercherò di aggiornare sempre di domenica, perché ho meno da studiare di solito. Per ogni comunicazione comunque leggete il mio Angolino!
Alla prossima
Cris
  
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