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Autore: Ninfea Blu    24/10/2016    2 recensioni
Storia che nasce da una costola di "Carlisle. L'anima di un vampiro", (riferimento cap. 5, se volete saperne di più) ma potete leggerla anche senza aver letto la storia originale.
Volterra inizio '800. Haidi, la pericolosa vampira dei Volturi, incontra qualcuno, un giovane mortale che la riporta indietro nel passato.
"I suoi occhi... sono ancora qui, in questa stanza. Sono ancora qui, posati su di me. Non sono mai andati via."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Aro, Heidi, Volturi
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessun libro/film, Contesto generale/vago
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epilogo1

11 – Dentro i tuoi occhi (Finale alternativo)

 

 

 

Premessa dell’autrice; con questo finale alternativo torniamo un poco più indietro. Questa possibile variante degli eventi si colloca in un preciso momento della storia, che resta così come la conosciamo, fino al momento della loro notte d’amore alla villa. (cap. 8) Haidi non è ancora comparsa davanti ad Aro, ma Jane li ha già scoperti, se ricordate. Ritroviamo i due amanti il mattino dopo nella villa di Carlos. Quello che vi apprestate a leggere qui di seguito, è quello che è avvenuto dopo il loro primo vero incontro d’amore. Buona lettura.

 

 

 

*****

 

 

 

Il cielo di Volterra si tinge dei colori rosati di una nuova alba, a tratti striata di sfumature rossastre, inquietanti come cupi rivoli di sangue. Di recente, non ricordo di aver mai visto un cielo così carico; sembra che un pittore abbia voluto sporcarlo con pennellate violente, colori aggressivi, presagio di qualcosa di funesto.

Mai avrei pensato di poterlo dire, ma quella appena trascorsa tra le braccia del mio angelo, è stata la notte più bella della mia esistenza.

Ho alle spalle una serie infinita d’amanti immortali, vampiri lussuriosi dominati da voglie violente capaci di prendere e dare estasi assoluta, ma con nessuno prima, avevo sentito la vita scorrere sotto le dita; con Carlos ho ritrovato fremiti dimenticati correre sulla pelle fredda e accenderla di brividi sconosciuti capaci di entrarmi dentro, nella carne e nelle ossa, per scendere nelle profondità del buio e scaldarlo al tepore di una fiamma antica.

È un mistero come Carlos, un comune mortale, sia riuscito a farmi sentire così.

Forse è l’amore, questo sentimento così forte e dirompente, che resta per me qualcosa d’oscuro, una forza che mi domina e mi fa risorgere come se un dio ignoto mi infondesse un nuovo respiro.

Eppure, quest’alba bellissima e struggente si tinge dei colori dolorosi e tristi della malinconia, al pensiero di quello che dovrò affrontare tra poche ore, un giudizio sommario sulla natura dei miei sentimenti, che loro, i miei simili non possono capire, e il biasimo per chi oso provarli.

Trascinata dai miei pensieri, abbasso gli occhi sulla strada sottostante che compare oltre i vetri chiusi. Mi stanno già aspettando, ma non ho alcuna fretta di raggiungere le guardie di Aro che sono venute a cercarmi. Che aspettino. Non avranno il mio rammarico né alcun pentimento, e la legge dei Volturi per me si è fatta vuota e sterile.

 

Il mio angelo è ancora addormentato, ma so che a breve si sveglierà. La sagoma del suo corpo si modella sinuosa sotto il lenzuolo bianco, i suoi capelli biondi sono sparsi come onde dorate sul cuscino. Le palpebre nascondono l’azzurro dei suoi occhi in cui mi perdo; dietro le ciglia abbassate, i suoi sogni mi restano segreti, ma forse questa notte io ne sono diventata parte.

 

Continua a sognare, angelo mio.

Continua a vivere con me dentro i tuoi sogni inviolabili, lì nessuno può entrare e dividerci; amami prima che l’orrore venga a strapparti dal sonno.

 

Poi lentamente, Carlos si muove. Non un suono, né un sospiro esce dalle sue labbra.

Semplicemente apre gli occhi. Non posso vederli, ma so che sono aperti. Non mi cercano subito, puntano in alto, alla ricerca non so di cosa. Un appiglio, forse… qualcosa che non trovano.

All’improvviso, un turbamento mi assale.

Sembra un brivido sulla pelle.

Non capisco da dove proviene, ma è forte.

È qualcosa d’acuto e tangibile, come una sensazione di gelo nell’aria, ma dura poco meno di un istante. Io sono distratta.

Sento il suo profumo e torno a guardare il cielo rossastro oltre il vetro. L’alba non dovrebbe essere così; è troppo rosso questo cielo, tinto d’ombre fosche di tragedia, che sembrano sul punto di svelarsi da un momento all’altro.

Colgo un fruscio alle mie spalle, la batista morbida del lenzuolo scivola sulla pelle del mio angelo, e poi il lieve rumore dei piedi posati per terra. È esitazione quella che percepisco in lui?

Non ne sono sicura, ma sono certa del moto di sorpresa, che induce i miei occhi a sgranarsi sul vuoto di questo cielo sanguinante.

Carlos si è alzato dal letto, ma non pare impaziente di raggiungermi. Divento attenta al silenzio, rotto solo dal lieve fruscio del tessuto a contatto con la pelle, la vestaglia che s’infila addosso. C’è qualcosa d’inquietante che attraversa l’aria. Percepisco il suo profumo, è qualcosa di famigliare, ma ho la strana sensazione che debba dissolversi in fretta.

Non ho ancora cercato il suo volto, ma desidero sentire la sua voce.

“Vi siete svegliato, finalmente…”

Segue solo un istante di silenzio.

“Veramente mia cara, non ho mai dormito…”

La risposta suona maliziosa, ma in realtà non allude a quello che è successo stanotte. È un enigma che non riesco immediatamente a decifrare, almeno finché non colgo qualcosa di diverso, una nota argentina vibrante che non dovrebbe esserci nella voce. Non in una voce umana. È solo un attimo, ma è sufficiente a farmi sussultare di paura ignota e mi volto a cercare il mio angelo. Trovo il suo sguardo gentile, e quel sorriso che amo così tanto, ma c’è qualcosa d’estraneo, come un’ombra che passa rapida sul volto e scompare, prima che io possa afferrarla.

Non ho neppure il tempo di chiedermi cosa sia, perché ben altro deve sconvolgermi.

Il suo sangue… io lo conosco; una nota fresca dolce e amara. Non ha segreti, lo riconoscerei tra mille persone, tra diecimila anni; come un marchio, è stampato a fuoco nella mia mente.

Il suo sangue ha un aroma inconfondibile, un profumo intenso capace di accendere la mia sete in momenti drammatici; quel profumo improvvisamente cambia, si mischia ad altro, si trasforma... mai definizione fu più calzante.

La sensazione è così straordinaria che per un istante penso che forse non siamo soli; in questa stanza insieme a noi, c’è una presenza che non dovrebbe esserci, ma l’idea è talmente assurda e inverosimile che scuoto energica la testa.

Non c’è nessuno oltre noi. Sto impazzendo, forse?

Non è follia la mia, eppure lo sento.

Un odore diverso.

All’inizio è lieve, un vago sentore appena accennato, ma presto si fa più deciso, fino a diventare assolutamente inconfondibile. Lo shock è talmente forte che non mi rendo conto subito della sua origine, e nell’istante in cui lo comprendo, la mia mente annichilisce.

Il buio mi scende sugli occhi, forse mi acceca.

Mi chiedo per un momento se io sia vittima di un’illusione, ma è una cosa impossibile.

Sono una non-morta; la menzogna la domino e l’inganno lo creo, ma non lo subisco.

I miei sensi soprannaturali non possono ingannarmi, sono troppo acuti e precisi per sbagliare; l’odore che sto captando è l’inequivocabile traccia seducente lasciata da un altro vampiro.

E questa traccia proviene dal corpo di Carlos.

 

Nessun calore proviene da lui, anzi, quel poco che c’era soccombe lento e inesorabile, come un fuoco che si estingue per sempre.

 

Oltre l’inquietudine, uno sciame di domande, dubbi, perplessità mi affolla la mente. Vorrei capire, ma non capisco nulla di ciò che sta succedendo o che è successo.

Quando? Come è potuto accadere? È accaduto davvero, oppure non è altro che una fantasia della mia mente? Sono talmente costernata che non trovo la forza neppure di reagire per istinto, e il mio pensiero non riesce a mettere a fuoco la realtà che ho davanti.

Qualcosa dentro di me, si rifiuta di concepirlo. Eppure…

“Carlos? Ma voi…?”

L’incertezza mi sconvolge, ma quando Carlos avanza un poco verso di me, io indietreggio verso la finestra; il chiarore del primo mattino ormai entra nella stanza ferendo le ombre, e lui emerge da esse, come un fantasma pallido che rivela la sua essenza. Ma non è uno spirito quello che mi fissa negli occhi, con sguardo acceso; è un estraneo, eppure una creatura che conosco fin troppo bene, fatta di carne morta e sangue corrotto.

Assomiglia in modo spaventoso a Carlisle, tanto da apparire quasi identico, ma i suoi occhi non sono dorati né celesti. All’improvviso, mi chiedo se mai lo siano stati, un terribile dubbio che mi fa vacillare, mentre cerco di mantenere il controllo dei miei nervi.

“Devo spiegarvi alcune cose Haidi; è arrivato il momento della verità, e spero che siate disposta ad ascoltarmi…”

Perfino la voce è diversa; è ancora bassa e profonda, ma il timbro è più morbido e squisitamente sensuale. Farebbe venire brividi di desiderio a qualsiasi specie femminile. Ma gli occhi aperti su di me… sono ciò che mi sconvolge di più.

I suoi occhi non li riconosco. Il cielo azzurro e limpido, specchio della sua innocenza che mi conquistava è scomparso, al suo posto ci sono due rubini che brillano di riflessi sanguigni.

Sono svanite tutte le illusioni.

La realtà è qui davanti a me, ed è fin troppo chiara, immersa in quest’alba rossastra che rivela tutto.

“Ma voi siete…”

“Un vampiro, proprio come voi, sì.”

Un boato terrificante mi trapassa il cuore, mi perfora i timpani. È un esplosione che avviene a livello della mia coscienza, che ritorna vigile, sensibile. E dolente.

“Non è possibile… - Sussurro smarrita. - Questa notte ero con voi… abbiamo fatto l’amore, eravate umano… - cerco di convincermi, e in realtà non so più in cosa credere, mentre un sospetto inverosimile mi assale. - Come hanno osato… Come hanno fatto, nell’ arco di una sola notte…? Non capisco! Tutto questo è assurdo!”

Urlo, pensando ad un ordine segreto di Aro, e sento la rabbia montarmi dentro, come una tempesta che sta per scatenarsi.

“Non ero umano. Sono diventato un vampiro secoli fa… Secoli fa, Haidi… - rimarca sul concetto. – Ma non posso continuare questa farsa inutile e pericolosa, per voi e per me…”

Le parole di Carlos mi paiono incomprensibili, irreali. Sgrano gli occhi troppo incredula per ribattere ad una tale assurdità, finché un risentimento oscuro sale dalle viscere fredde del mio corpo per sfuggire all’esterno in parole dure e taglienti.

“Ma che cosa dite? Volete burlarvi di me? Sentivo il vostro cuore battere, sentivo il vostro sangue che accendeva la mia sete, l’odore, il calore della vostra pelle che mi scottava! Ho desiderato uccidervi da come vi volevo! Non posso essermi sbagliata fino a questo punto, è impossibile! Volete offendere la mia intelligenza e le mie capacità, ma non ve lo permetto! Sono un vampiro da oltre cinquecento anni, Carlos, e non sono una sprovveduta!”

Sfogo addosso a Carlos tutta la mia rabbia, che lo strano vampiro incassa senza battere ciglio. Ha uno strano atteggiamento mesto e rassegnato, ma in seguito al mio sfogo, prosegue con la sua incredibile confessione, senza tralasciare alcun dettaglio. Non c’è alcun compiacimento in lui, anzi mi pare di cogliere un velato rammarico nel tono della sua voce.

“Mi avete frainteso. Non voglio offendere i vostri talenti, Haidi, ma non possono nulla contro il mio potere… Posso irretire chiunque, umano o vampiro; sono una specie di camaleonte, e riesco a sembrare un essere umano in tutto. Ma non è altro che un’illusione della mente che soccombe alla mia volontà; posso scatenare allucinazioni uditive, visive e perfino olfattive, e in questo modo avvicino la mia preda senza spaventarla. Naturalmente, con gli umani è tutto più facile, un gioco da ragazzi. È il mio potere e l’ho usato su di voi…”

E per convincermi, muta il colore dei suoi occhi che diventano celesti come il cielo d’estate. Porto le mani alla bocca e mio malgrado, inorridisco all’improvviso ricordo della sua fidanzata che ho trascinato con me; non era altro che la sua vittima.

“Mi avete ingannata in maniera orribile…” sibilo, amareggiata. Il sentimento del disprezzo mi morde dentro, e sale come un rigurgito che mi dà nausea.

“Avete ragione di essere arrabbiata, ma non pensavo di arrivare a questo punto. In quella chiesa, tutto è iniziato come un gioco, ma col passare delle settimane le cose tra noi sono cambiate; mi sono sentito amato da voi, e questo ha scatenato in me una tenerezza che neppure sapevo di avere. La cosa incredibile era che mi amavate, credendomi un essere umano; così ho continuato a fingere d’essere ciò che non ero, solo per non perdervi. Bramavo dirvi ogni cosa, ma avevo paura. Aspettavo i nostri incontri con una trepidazione che non potete immaginare…”

“Smettetela! Non voglio sapere altro! Non voglio sentire le vostre ridicole scuse!”

Ho ancora addosso il lenzuolo in cui ho avvolto il mio corpo. Mi muovo in fretta per recuperare i miei vestiti che Carlos, con voluttà mi aveva tolto la sera prima. Voglio solo andarmene da qui, ma il vampiro – e lui non è altro che questo, adesso - si frappone tra me e la finestra.

“Vi prego, non sto cercando di giustificarmi; so di aver sbagliato, ma se dovete condannarmi, devo almeno provare a difendermi. La prima notte che siete venuta in camera mia… oh, Haidi, ho creduto d’impazzire. Fingevo di dormire e avrei voluto amarvi con la stessa passione che mi stavate regalando. In quel momento mi avete rubato il cuore per sempre…”

Parla con trasporto, ma mi sento sopraffatta solo dall’ irritazione.

“Voi non l’avete un cuore…” ribatto con freddezza sottraendomi al suo sguardo, e il ricordo di quella notte mi fa morire di vergogna, ma non per quello che ho fatto, ma per come mi sono mostrata fragile di fronte alle emozioni, dominata solo dal mio desiderio.

Un vampiro in balia di se stesso.

“Disprezzatemi se volete, ma non fate finta di non capire…” mi risponde, amareggiato.

“Mi credete tanto ingenua? Vi siete divertito, e mi sono divertita anch’io…”

Allora Carlos mi raggiunge in prossimità del letto che ha accolto i nostri sospiri, e mi prende le spalle, dopo punta i suoi occhi nei miei. Sono tornati rossi, ma velati di struggente tormento. Sembrano sinceri.

“Haidi, ieri notte io vi ho amata con infinita tenerezza; ogni parola d’amore che vi ho sussurrato in queste settimane, per me era vera, non vi ho mai mentito. Se avessi ancora un’anima, ve la donerei. Nei sentimenti che nutro per voi sono stato sincero. Vi prego, credetemi…”

“Credervi? Come posso credervi? Siete un vampiro, e la vostra natura è la menzogna che esercitate con abilità estrema e impressionante.”

“È vero, avete ragione; sono un vampiro, mi nutro di sangue e uccido per sopravvivere, e mi sono innamorato di voi. Mi avete affascinato in un modo che… non lo so, non riesco neppure a spiegarlo. Forse è quella fiamma che avete dentro che brucia e vi tormenta… Vi amo, Haidi. Perché non potete accettarlo? Mi amavate quand’ero umano, e ora che sapete la verità, non mi amate più? In verità, mi sembrate irragionevole e orgogliosa!” Esclama Carlos, vagamente esasperato.

“Chi siete per giudicarmi? Sì, è vero! Oltre che una vampira, sono una donna ingannata e umiliata nell’orgoglio, una cosa che non dovreste mai sottovalutare! Peccato che il vostro giochino sia stato interrotto, vero? Ora vi rivelate perché siete con le spalle al muro!”

Sono furiosa e non riesco a nasconderlo, e Carlos non si aspettava una reazione tanto aggressiva da parte mia; il suo punto di vista maschile è un limite quasi congenito, e non mi sorprende.

Mi turba di più quello che dice in seguito.

“D’accordo, allora guardate voi stessa!” E Carlos mi afferra un braccio e mi costringe a guardare oltre i vetri, sulla strada dove attendono due vampiri della Guardia di Aro.

“Eccoli, i vostri amici, la vostra famiglia, come la chiamate voi! Vi stanno già aspettando… Dovevo lasciare che vi accusassero di cose non vere? Avrei potuto, sapete? E lo avrei fatto, se non mi fosse importato nulla di voi. Potevo far perdere le mie tracce e non mi avreste mai trovato, ve lo garantisco. Neppure il segugio migliore del vostro clan sarebbe riuscito a prendermi.”

“Vi ho già detto una volta, che loro trovano chiunque…”

“Oh no, io non credo. – Ridacchia Carlos, nervoso. - Non sarebbe la prima volta che sfuggo a chi m’insegue. Ma non ho bisogno di scappare. Vi amo, e non me la sento di lasciarvi in balia degli eventi; devo almeno scagionarvi da chi vi accusa.”

“Molto generoso da parte vostra!” ribatto risentita, e sarcastica.

Carlos sospira rassegnato; forse ha compreso che non passerò sopra questa cosa tanto facilmente. E c’è dell’altro che lui non immagina, o forse non comprende; la verità appena scoperta mi fa dubitare fortemente dei miei sentimenti.

Era davvero amore? E chi ho amato, alla fine? Cosa andavo cercando?

In una maniera misteriosa e incomprensibile, ho amato Carlos quando credevo che fosse umano. Per quanto incredibile, sono certa che era vero, ma inizio a pensare che forse lo amavo proprio perché in lui trovavo quello che io ho perso. Era vero tutto quello che lui mi ha fatto provare, ma ora non so più da dove provenisse, né so più cosa fosse. Potrei continuare ad amarlo come vampiro?

Potrei amarlo in una natura così diversa?

Io non lo so, ma questo è un turbamento che è solo mio, evidentemente.

“Haidi, sto rischiando tutto per amor vostro. Capisco che siate turbata, offesa, che vi sentiate ingannata, ma chiedetevi per un momento se voi non avete fatto lo stesso; se io fossi stato davvero umano, anche il vostro sarebbe stato un inganno. Cosa avreste fatto di me, alla fine?”

Non ho la forza di ribattere, perché la logica di Carlos è inoppugnabile; io sono un mostro quanto lui, e se fosse stato davverto umano, probabilmente sarebbe finita molto peggio di così.

“La verità è che abbiamo perso la maschera entrambi. A questo punto, perché non volete darmi un’altra possibilità? Cosa avreste da perdere, ora che potremmo essere davvero noi stessi?” aggiunge, forse un po’ perplesso per il mio silenzio, che non dura molto.

“E pensate che servirebbe? – chiedo con amarezza. Anche la rabbia oramai mi ha abbandonata. - Di voi, ho amato qualcosa che in realtà, non esiste. Se non lo capite, allora siete più illuso di me. Amavo la vostra presunta innocenza, l’umanità, cose incompatibili con la vostra effettiva natura. In voi, cercavo chi ho perso tanto tempo fa; la mia possibilità è sfumata per sempre.”

Il tenero ricordo di Carlisle si allontana in quest’alba che diventa grigia, e io ho l’impressione che la fiamma dentro di me vada spegnendosi di nuovo. Possibile che nessuno sia capace di riaccenderla?

Tra me e Carlos non c’è più nulla da dire. Non c’è nulla che sia possibile salvare. Mi resta solo questa grande amarezza, questa delusione che mi opprime. E mi rendo conto che è sempre Carlos che riesce a farmi provare certe emozioni, anche quelle più negative, che feriscono quasi mortalmente.

Lui ha il potere di farmi sanguinare. 

È rimasto in silenzio ad osservarmi come se volesse penetrare la barriera scesa tra me e lui.

Sollevo i miei occhi nei suoi; vorrei indovinare i suoi pensieri, ma capisco solo che non è rassegnato. Al contrario di me, lui crede ci sia ancora qualcosa da salvare. E contro ogni mia convinzione, riesce di nuovo a sorprendermi.

“Forse avete ragione, e io sono un illuso. Però Haidi, ero felice di potervi amare come un essere umano. Stavo bene, e penso che fosse lo stesso per voi, mi sembrava che potesse bastarci. Baratterei quelle poche settimane vissute nell’illusione di un amore, con tutta la mia vita immortale, se potessi sentirmi di nuovo così, se potessi rendervi un po’ di felicità. Haidi, io credo che in fondo, noi due stiamo cercando le stesse cose, cerchiamo disperatamente di sentirci vivi… Io mi sono sentito vivo insieme a voi.”

“Sì, ma questo non cambia la realtà…” obbietto debolmente, ma Carlos m’interrompe.

“Se è di un barlume d’umanità che avete bisogno, io posso esserlo per voi. Posso amarvi con la forza di un vampiro, e posso farlo con tutta la tenerezza dell’essere umano, se è questo che desiderate. Se mi volete umano, fragile e indifeso io lo sarò per voi: vi darò un corpo caldo e un cuore che batte, se questo potrà farvi felice. E sarò così solo per voi, Haidi.”

Mentre parla, Carlos afferra la mia mano e la guida sul suo petto, lì dove dovrebbe esserci il cuore; lo sento palpitare impazzito. È incredibile come riesca a fare questo, come riesca a farlo sembrare reale.

“Siete un folle! Non potete parlare sul serio!” E ritraggo la mano di scatto, troppo sconcertata dal suo anomalo comportamento.

“Sono molto serio, e sono innamorato, Haidi; se questo significa essere pazzi, beh… allora io lo sono. Non ho mai messo in discussione la mia vita per nessuno; lo faccio ora, e non sarà una reazione momentanea a fermarmi. Aspetterò, vi darò tutto il tempo di cui avete bisogno per accettare quello che vi sto proponendo. Non rinunciate, vi prego; io e voi siamo più simili di quanto crediate. Entrambi aneliamo a qualcosa in più dell’eternità, e non è un caso se la sorte ci ha fatti incontrate.”

Carlos mi sta chiedendo di camminare su una strada ignota che non so dove possa portarci. Mi chiedo se l’amore non sia proprio questo; saltare nel vuoto ad occhi chiusi e lasciarsi andare, senza paura delle conseguenze, per scoprire cosa si trova alla fine del percorso.

Carlos mi guarda con insistenza, e leggo la determinazione in fondo ai suoi occhi rossi. È davvero disposto a tanto? Cosa lo fa muovere? La sua non mi sembra altro che follia.

“Potrebbe non andare come pensate voi… potrebbe non essere amore…”

“E potrebbe esserlo, – obbietta deciso – abbiate il coraggio di scoprirlo, o devo pensare che avete solo paura?”

 

No, non ho paura.

 

Lentamente il risentimento si affievolisce, lasciando il posto ad una sensazione più sottile e indefinita. Mio malgrado, non posso negare che nella parole di Carlos c’è qualcosa di vero, qualcosa che mi affascina e mi attira. Cosa non ho fatto per dare un senso alla mia eternità, a questa condanna di esistenza che perfino per un vampiro può diventare un peso enorme da sopportare, un fardello a cui è impossibile sfuggire. Si sopporta meglio se non si è soli.

“Siete veramente un vampiro singolare… in tutti i sensi…” sospiro, arresa.

“E dunque?” mi domanda Carlos, con tono pieno d’aspettativa.

“Dunque… Aro, il signore oscuro di Volterra, sarà felice di conoscervi; nei suoi millenni di vita, credo non abbia mai incontrato prima un immortale come voi, Carlos…”

Non è la risposta che si aspettava, e resta un attimo interdetto.

Non voglio dargli delle conferme che neppure io possiedo. Non ancora, almeno.

Non cerca di fermarmi, quando mi muovo verso la finestra. Apro i vetri, l’aria frizzante del primo mattino, solleva un po’ le tende insieme alle mie chiome.

Mi volto a guardarlo, e c’è un ultimo scambio di sguardi nella penombra della stanza, prima di lanciarmi veloce sulla strada sottostante, dove Santiago e Alec mi aspettano.

La mia salvezza è una consapevolezza leggera; la legge di Aro non mi colpirà.

 

Nessun dolore né inganno, questa volta.

 

Carlos è come Carlisle; solo un altro vampiro di passaggio.

 

 

 

 

Fine

 

 

 

 

E siamo arrivati alla fine definitiva.

Come vi è sembrato questo capitolo? Vi è piaciuto, o vi ha deluso? Spero proprio di no, ma posso aspettarmi di tutto. I finali alternativi sono una cosa molto insolita per me; quando inizio a scrivere una storia, seguo la direzione originaria che per me è quella che sento più naturale, ma qui mi è successo qualcosa di un po’ differente; ho iniziato a pensare a questa possibilità in un momento successivo, e mentre scrivevo, mi rendevo conto che la variante mi avrebbe portato decisamente altrove, verso scenari diversi, possibilità che resteranno inesplorate, perché non erano nei piani, ma sono lì, come eventi potenziali. Mi rendo conto che tutto potrebbe far pensare ad un racconto diverso, e quello che è venuto prima, assume sfumature diverse e ambigue. Se sono riuscita a non far sembrare tutto troppo forzato, allora posso ritenermi soddisfatta del risultato. Non spero in altro.

Aspetto sempre le vostre eventuali critiche e commenti, se ci saranno.

Sono veramente curiosa di sapere che ne pensate, e quale finale avete preferito.

Grazie a tutte per avermi seguita fino a qui. Un saluto.

Ninfea

 

 

 

   
 
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