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Autore: laschiumadeigiorni    30/10/2016    3 recensioni
Un ragazzo ed una ragazza.
Due tifosi.
Due squadre opposte.
Un derby.
Una semplice storia d'amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Era cresciuta guardando le partite di calcio.
Era tradizione passare ogni domenica pomeriggio davanti la Tv , seduta sulle ginocchia del padre, con la sciarpa bianco azzurra intorno al collo.
Era cresciuta tra urla di gioia per ogni goal fatto e bestemmie ad ogni goal subito, tra i rimproveri di sua madre che riprendeva il papà quando si lasciava sfuggire certe esclamazioni in sua presenza.
Poi era arrivata la prima partita allo stadio, all’Olimpico, in Curva Nord, con quella sensazione di sentirsi a casa, una seconda casa, con la sua grande famiglia di tifosi
. E le trasferte, a Napoli, a Firenze, per accompagnare i calciatori fuori casa, per sostenerli anche lontano da Roma.
Poi era cresciuta e allo stadio poteva andarci anche da sola, con il suo gruppo di amici.
Crescendo aveva trovato anche nuovi interessi, ma il calcio, la Lazio, sarebbe stata sempre una costante della sua vita.
‘’E’ uscito il calendario di questo campionato.’’
‘’Ho visto’’
‘’E il derby?’’
‘’A dicembre’’
‘’Ci saremo?’’
‘’E me lo chiedi?’’

Erano nei distinti nord-ovest, per un soffio non erano riusciti a prendere i biglietti per la curva. La Curva Nord, accanto a loro, era un trionfo di bianco e di azzurro. ‘
’Ma questo grande amore non finisce davvero, bianco azzurro nel cuore e nei colori del cielo…’’
Lo conosceva a memoria quell’inno, per quante volte lo aveva cantato ed urlato a pieni polmoni.
I giocatori erano entrati accompagnati da un grande boato.
Le formazioni schierate nelle due metà del campo.
Il fischio dell’arbitro.
Era cominciata.


Avevano vinto.
Avevano lottato,sudato e combattuto come gladiatori in un’arena e ce l’avevano fatta.
Avevano battuto la Lazio con un sudato 1-0, De Rossi, sotto l’incrocio dei pali.
Roma era invasa da bandiere giallo rosse, chi tornava a casa dallo stadio, faceva sapere della propria gioia suonando il clacson.
‘’Daje Roma’’
La Magica aveva vinto, ora dovevano festeggiare. ‘
’Fede,vieni?’’
‘’Arrivo’’
Erano andati al Pincio alla fine.
‘’Ce la siamo vista brutta gli ultimi minuti’’
‘’L’importante è che abbiamo vinto.
'' Vuoi una birra?’’
‘’Vai tu, io ti aspetto qua’’
Federico tifava Roma da quando era in fasce. Una passione che suo nonno gli aveva tramesso; fallendo con il padre, aveva tentato con il nipote e ci era riuscito anche fin troppo bene.
Era pieno di gente.
Romani usciti per trascorrere il tardo pomeriggio domenicale,turisti e anche qualche tifoso reduce dalla partita.
C’era anche una ragazza, da sola.
‘’Che guardi?’’ Giorgio era tornato con due birre in mano.
‘’Quella lì’’
‘’E’ carina.''
Ti interessa?’’
‘’Mh’’
‘’Vacci a parlare’’
‘’Posso?’’
La ragazza aveva alzato lo sguardo. Lo aveva fissato a lungo prima di rispondergli.
‘’Solo se ti togli quella felpa’’ Solo adesso aveva fatto caso alla sciarpa intorno al suo collo.
Bianco e azzurro. Era della Lazio.
‘’La mia felpa non va da nessuna parte’’
‘’Allora puoi anche andartene’’
‘’Siamo acide,eh. La sconfitta non va giù?’’
‘’Sei venuto qui per sfottermi?’’
‘’Veramente solo per parlare, poi ho notato la sciarpa e non ho resistito’’
‘’Sentiamo allora,cosa volevi?’’
‘’Nulla,solo farti compagnia’’
‘’E chi ti ha detto che io voglia la tua compagnia?’’
‘’Nessuno,ma tentar non nuoce’’ La ragazza aveva riabbassato lo sguardo, fissava il suo cellulare.
‘’Se ti offro da bere, posso restare?’’ Fece finta di pensarci. Poi accettò.
‘’Io sono Federico’’
‘’Alice’’.


‘’E’ carino?’’
‘’Ma chi?’’
‘’Federico’’
‘’Chi è Federico? Cosa mi sono persa?’’
‘’Nulla, Flà. Alice ha rimorchiato ma non vuole dirci nulla’’
‘’Non ho rimorchiato,Giù. Ho solo conosciuto un ragazzo’’
‘’E’ carino?’’
Ora ci si era messa anche Flavia, non bastava Giulia.
Le sue amiche erano sempre state delle pettegole.
‘’E’ della Roma’’
‘’E questo che c’entra?’’
‘’C’entra perché io non esco con i romanisti’’
‘’E allora perché gli hai dato il tuo numero?’’
Già,perché gli aveva dato il suo numero? Alice non pensava che Federico fosse carino, no, Federico era bellissimo. Ed anche simpatico, nonostante quello stemma che aveva sul petto. Quel pomeriggio avevano chiacchierato a lungo, era riuscito a farle dimenticare l’amarezza di quella sconfitta. Aveva fissato a lungo i suoi occhi marroni e li aveva visti brillare quando avevano parlato di calcio, ci aveva riconosciuto lo stesso amore che provava lei per la Lazio. Giocava a calcio, le aveva detto. L’aveva anche invitata a vedere una sua partita.
‘’Ci verresti a vedere una mia partita?’’
‘’Solo se giochi bene’’
‘’Io gioco benissimo’’
‘’Sei modesto,mi dicono’’
‘’Senti, non sarà una partita di serie A, ma ne vale la pena. Dai, se faccio un goal te lo dedico.’’
‘’Va bene’’
‘’Quindi vieni?’’
‘’Sì,vengo’’
Alla fine l’aveva convinta.
Sì erano scambiati i numeri per mettersi d’accordo, ma lui non le aveva ancora scritto. E a lei questa cosa non piaceva.
‘’Le hai scritto?’’
‘’Ancora no’’
‘’Cosa aspetti?’’ ‘
’Nulla, voglio vedere se mi scrive lei’’
‘’Ma se sei stato tu ad invitarla, non fare il coglione e scrivile’’
‘’Va bene, Giò, ma non ti alterare’’ Giorgio lo stava stressando da giorni con quella ragazza, come se dovesse uscirci lui. Lo aveva colpito, ricorda quell’espressione di amarezza sulla sua faccia quando le aveva appena rivolto la parola poi avevano preso a parlare e si era trasformata.
Aveva sorriso per tutto il tempo. I suoi grandi occhi verdi lo avevano osservato attentamente ogni volta che apriva bocca, come se non volevano perdersi nulla di quello che diceva.
Era laziale, ma su questo poteva benissimo passarci sopra. Bastava vedere quanto cazzo era bella. Sabato avrebbe segnato, avrebbe vinto e avrebbe preso il suo premio.
‘’Ce l’hai fatta ad arrivare’’
Non c’era molta gente venuta a vedere quella partita, ma per lui l’importante era che ci fosse stata lei.
‘’Avevi paura che non venissi? Non mi sarei persa la tua sconfitta per nulla al mondo’’
‘’Sei così sicura della mia sconfitta?’’
‘’Scommettiamo?’’
‘’Bene. Se vinco indosserai la mia felpa della Roma e..’’
‘’Se perdi..’’
‘’Se perdo ti bacio..’’
'’Ma così non vale. E’ tutto a tuo vantaggio’
’ ‘’ Se fossi in te io non mi lamenterei del bacio. Devo andare in campo.’’
‘’Torna qui’’
Quel bastardo l’aveva fregata. Non avrebbe mai indossato la felpa, ma sì, lo avrebbe baciato. Anche subito, anche se avesse vinto. Un premio di vittoria o di consolazione, ma lo avrebbe baciato in ogni caso.
Era bravo. Ci sapeva fare con il pallone. Non era una partita di serie A, ma non poteva lamentarsi, non con Federico in campo.
‘’Non sembri avere la faccia di uno che ha perso’’
‘’Ho perso, ma un premio lo ottengo lo stesso’’
‘’Sbruffone. Hai fatto bene i tuoi calcoli’’
‘’Allora, me lo dai questo bacio?’’
‘’Prenditelo da solo’’
E lo aveva fatto. Federico l’aveva presa tra le braccia e l’aveva baciata. L’aveva stretta forte a sé, per non lasciarla andare. Ma lei non sarebbe andata da nessuna parte. Stava così bene lì, tra le sue braccia. Era la stessa sensazione che provava quando entrava allo stadio, si sentiva a casa. Aveva una terza casa,tra le sue braccia.
‘’Ora tocca a te’’ Le aveva detto,subito dopo.
‘’A fare cosa?’’
‘’Ad invitarmi ad uscire’’
‘’E dove vuoi andare?’’
‘’Sta a te decidere’’
‘’Bene, domenica vieni con me’’
‘’Dove?’’
‘’A vedere la partita’’
‘’Stai scherzando,vero?’’ Non poteva essere seria.
‘’No,allora vieni?’’
Che stronza.'
'’Solo ad una condizione’’
‘’Cosa?’’
‘’Niente curva’’
‘’Va bene, niente curva’’



‘’Come hai potuto accettare?’’
Giorgio gli aveva urlato contro per ore.
‘’Traditore’’
‘’Non potevo dire di no’’
‘’Deve piacerti tanto per aver accettato una cosa del genere’’
‘’Sì, ma questa me la paga’’
‘’Se lo dici tu’’

Sembrava dovesse andare ad un funerale, non ad una partita di calcio.
‘’Cos’è questa faccia?’’
‘’Spero tu stia scherzando’’
‘’Suvvia, sarà divertente’’
La testa gli faceva male. Aveva in testa quegli stupidi cori e quello stupido inno. Non uscivano da lì, si ripetevano in continuazione e lo stavano facendo impazzire. Era stato bello però, vederla così, in veste di tifosa. Non gli aveva prestato attenzione per tutti i 90 minuti, solo all’intervallo, troppo presa a seguire le mosse dei calciatori.
Cosa lo aveva invitato a fare se poi lo aveva considerato per solo un quarto d’ora? Se voleva torturarlo, ci era riuscita benissimo.
‘’Contenta?’’
‘’Tanto’’ Beata lei.



‘’Non puoi avergli fatto una cosa del genere’’ Flavia non riusciva a capacitarsi del fatto che la sua amica avesse trascinato quel povero ragazzo ad una partita.
‘’Devi piacergli tanto per essere venuto’’
‘’Tu credi?’’
‘’Sì, altrimenti è solo un povero masochista che vuole farsi del male da solo’’
‘’E’ stato carino, non ero seria quando gliel’ho proposto. Ma lui ha accettato e volevo vedere se andava fino in fondo’’
‘’Era un test?’’
‘’Involontario, ma sì’’
‘’Il prossimo appuntamento? Ti porta lui a vedere la Roma?’’
‘’No, abbiamo deciso che quando si tratta di noi il calcio è meglio lasciarlo perdere. Andiamo a fare un giro in centro’’ ‘
’Saggia decisione’’


Erano andati a Campo de’ Fiori. A saperlo prima che non reggeva l’alcol si sarebbe fatto gli affari propri. Perché le loro uscite erano sempre traumatiche? L’alcol l’aveva trasformata in una bambina. Lo trascinava ovunque e non smetteva mai di parlare. Fortuna, la pazienza non gli manca. E’ quasi tentato di lasciarla lì, ma poi la guarda nei suoi occhi verdi e non può fare a meno di ridere. E’ così buffa. All’improvviso si siede su una panchina a guardare il cielo. Dice di voler contare tutte le stelle del cielo. Meglio non contraddirla.
‘’Brillano tanto tanto. Sembrano dei fari’’
‘’Ma cosa?’’
‘’Le stelle. Secondo te quante stelle ci sono?’’
‘’Penso tante.’’
‘’Tante quante’’
‘’Molte’’ Meglio portarla a casa, prima che cominci a delirare sul serio.

‘’Ubriacona’’
‘’Non sei divertente’’ 
’Tu solo da ubriaca’’
‘’Simpatico. Ammiro il tuo senso dell’umorismo’’
‘’Non fare l’offesa. A proposito, vieni a vedermi sabato alla partita?’’
‘’Avevamo detto niente calcio quando si tratta di noi’’
‘’Per questa volta facciamo un’eccezione, poi mi piace quando dici noi’’
‘’Perchè dovrebbe piacerti?’’
‘’Non lo so, mi piace l’idea di me e te insieme. Me lo dai un bacio?’’
‘’Lo sai che non devi chiedere’’


Federico viveva il campo da calcio come un campo da battaglia. Lottava per portare la sua squadra alla vittoria, non importava se era stanco,se non ce la faceva più, cercava di dare il massimo per tutti i 90 minuti. Per lui giocare su quel prato verde era come respirare. Era appena iniziato il secondo tempo, zero a zero. Il risultato sembrava non volersi sbloccare. Giorgio, l’amico di Federico, aveva il possesso della palla e avanzava verso la metà campo avversaria. Federico era al limite dell’area di rigore,aspettava il passaggio per poi volare dritto verso la porta. Eccola la palla, Giorgio lo aveva cercato con lo sguardo. Una scivolata dell’avversario, per cercare di togliergli il pallone, lo aveva preso sulla gamba. Un urlo di dolore.
‘’Federico!’’
Non aveva capito più niente.
La gamba gli faceva male. Non era rotta, ma doveva stare a riposo per quasi un mese e mezzo.

‘’Come va?’’
‘’Potrebbe andare meglio’’
‘’Mi hai fatto prendere uno spavento’’
‘’Te lo avrei dedicato quel goal,Alice. Ma quel bastardo mi è venuto sopra’’
‘’Non mi importa del goal, mi importa che tu stia bene’’
‘’Se stai con me, io sto sempre bene’’

Quel mese sembrava non voler passare mai. Alice non sapeva mai quale poteva essere l’umore di Federico. Stare fuori dal campo lo faceva soffrire. Invidiava l’amico Giorgio ogni volta che doveva giocare una partita. Certi giorni la prendeva così a male che non voleva quasi uscire.
‘’Dove andiamo?’’
Quel giorno Alice lo aveva trascinato fuori da casa quasi di peso. La Roma aveva perso ed il suo umore non poteva essere più nero di così.
‘’Al Pincio’’
‘’A fare cosa?’’
‘’Ti offro da bere, per superare la sconfitta’’
‘’Ho un déjà-vu’’


Chi la dura la vince. Federico aveva resistito e quel giorno avrebbe potuto scendere di nuovo in campo. Alice era lì, per sostenerlo.
‘’Vedrai che questa volta lo faccio un goal’’
‘’Sempre sicuro di te,vedo’’
‘’Scommettiamo?’’
‘’No, il bacio te lo do lo stesso, ora vai’’
Correva di nuovo sul campo, pronto a dare il massimo per la sua squadra e per i compagni. Giorgio era dietro di lui, sempre pronto a passargli la palla. E questa volta nulla gli avrebbe impedito di segnare. L’occasione si era presentata quasi alla fine del primo tempo. Un suo compagno era al limite dell’area,stava per crossare. Poi un fischio. Calcio di punizione. Al limite dell’area. La distanza non era molta, avrebbe battuto lui, dritto in porta. Una rincorsa, tutti con gli occhi puntati su di lui, sulle sue azioni, un destro.
Goal. Ce l’aveva fatta. Federico aveva segnato. La stava guardando sorridendo, aveva mimato qualcosa con le labbra.
‘’Ti amo’’

La partita era finita. Gli si era gettata tra le braccia.
‘’Ti amo’’ gli aveva detto.
‘’Più della Lazio?’’

 ‘’Ora non ti allargare’’.   




*AngoloAutrice* 
Solo,come vi sembra? 
Un bacio 
  
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