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Autore: frafru88    31/10/2016    0 recensioni
Piccola one shot su Homicidal Liu, per festeggiare insieme Halloween!!
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Homicidial Liu
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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                                                                               L'ULTIMA FESTA DI HALLOWEEN
 
Era arrivato da poco ad Oclahoma City, accolto dallo smog e dal frastuono della grande metropoli, un tempo terra venerata dai nativi americani ed ora famosa per lo sport e la microcriminalità.
Non sapeva se le informazioni ricavate precedentemente, fossero realmente attendibili, anzi il tizio che aveva dovuto torturare a New York sembrava l'ultima persona a cui rivolgersi per avere delle notizie affidabili. Era stato un osso duro perfino sul punto di morte, non ostante le continue richieste "amichevoli" da parte del ragazzo, era riuscito solo ad estrargli, da quella bocca lurida e puzzolente d'alcol, un'unica frase
"Oclahoma City... Ma fossi in te me ne starei buono buono e mi farei i cazzi miei. Il tuo fidanzatino ha ben altro da preoccuparsi della polizia"
Per poi morire dissanguato, a causa dei numerosi tagli su tutto il corpo. Quello stronzo era morto come un cane, con gli occhi aperti e un sorrisetto da bastardo sul volto, e come un cane il ragazzo se ne era sbarazzato, buttandolo in una fossa e ricoprendolo di terra, guardando, il giorno seguente, tre operai coprire il tutto con due strati di cemento armato, pronto a diventare una nuova strada, dove macchine, cani, passanti e buttane ci avrebbero camminato, sputato e pisciato sopra, senza neppure immaginare di star calpestando il cadavere di un mafioso da quattro soldi.
Il ragazzo cercò di coprirsi al meglio, con la sciarpa a righe e il cappuccio del pesante cappotto verde scuro, non soltanto per proteggersi dal freddo, ma anche da sguardi indagatori  che conoscevano fin troppo bene il quartiere, per farsi scappare un nuovo arrivato come lui. Era per questo che non gli erano mai piaciuti i quartierini piccoli e malfamati, troppa gente e troppi informatori disposti a spifferare tutto, in cambio di un po' di soldi o di una dose.
Il ragazzo accelerò il passo, doveva trovare un posto dove passare la notte, preferibilmente al chiuso e lontano da occhi indiscreti, avrebbe ricominciato le sue ricerche l'indomani.
Passò davanti a un piccolo bed and breakfast in pessime condizioni. La struttura comprendeva due piani, entrambi in vecchio mattone marrone, decrepito e piene di scritte dai mille colori, di cui non si capiva il significato, a causa della scrittura disordinata e fin troppo stretta e qui pochi che erano quasi comprensibili, esplicitavano insulti al lettore o alla madre. Le finestre erano poche, piccole e sporche, senza neppure una tenda o una persiana che le coprisse.
Non ostante avrebbe preferito riposare in un posto decisamente più pulito ed accogliente, il ragazzo si incamminò verso l'entrata di quella catapecchia di mattoni, le camere costavano poco e quel genere di posti assicuravano la massima discrezione, niente domande, solo soldi in cambio della chiave della camera, semplice e sicuro.
I suoi passi, però vennero interrotti da una parte di una conversazione tra due ragazze che gli erano passate davanti in quel momento
"Si, te lo assicuro! Me l'ha detto Robert, suo cugino di terzo grado è stato attaccato qualche sera fa a casa sua, mentre la moglie ed i figli erano fuori a trovare i genitori di lei. "
"Ma dai, e lui ha visto l'assassino? "
"A quanto pare si, anche se non riesce a ricordare bene, sembra che lo shock gli abbia provocato un problema psicologico o roba del genere. Comunque l'unica cosa che ricorda perfettamente, a detta di Robert, sono gli occhi e la bocca del killer"
"La bocca e gli occhi?"
"Si a quanto pare gli occhi erano talmente grandi, che sembrava non avere le palpebre e la bocca era tagliata a formare un sorriso alla Joker... C'è ci pensi, la gente sta' male per fare queste cose!"
Il ragazzo si girò velocemente verso le due ragazze, senza fare però movimenti bruschi per farle insospettire. Sospirò sommessamente, mentre si apprestava, con cautela, a pedinare le due, a quanto pare avrebbe dovuto posticipare il suo riposo.
Mentre seguiva le due a poca distanza, il ragazzo si premurò di osservarle bene, giusto per assicurarsi di non perderle di vista.
La ragazza a destra era la più alta delle due, aveva dei capelli corti e tinti di viola fluo, coperti appena da un cerchietto con sopra un paio di corna da diavolo nere e rosse. La sua corporatura era robusta ma non grassa, le lunghe gambe, di carnagione olivastra, erano coperte appena da delle calze a rete nere, e finivano in un paio di stivaletti neri di pelle. Addosso aveva un body rosso che metteva in mostra, anche fin troppo per i suoi gusti, le sue forme e l'ombelico e ed il sedere erano coperti da un paio di shorts neri. L'unico indumento che riusciva a coprirla un po' di più era la grande pelliccia, sicuramente finta, nera con leggere striatura tendente al blu scuro.
L'altra era leggermente più bassa e dalla corporatura magra e fragile. Rispetto all'altra, lei era coperta un po' di più, da un corto vestitino nero, coperto da un leggero strato di tulle nero. Le gambe erano scoperte, tuttavia, all'incirca dal ginocchio, un lungo stivale nero aderente, avvolgeva il resto degli arti. Addosso aveva un giacchetto di pelle, anch'esso nero, abbinato ad una borsetta, dello stesso colore e materiale. L'unica nota di colore del suo abbigliamento era dato dal grande cappelli da strega viola, che copriva parte dei lunghi capelli castani lisci.
Il ragazzo le seguiva in silenzio, a distanza di qualche metro, cercando di mimetizzarsi nel buio o cercando di spacciarsi per uno dei pochi passanti che giravano da quelle parti, ma, per sua fortuna, le due sembravano troppo prese dai loro discorsi per accorgersi della sua presenza.
Nella sua mente il ragazzo cercava di elaborare un piano discreto e pulito per allontanare le due e farsi dare le informazioni che cercava. I suoi pensieri, tuttavia, si interruppero quando si accorse che le due ragazze si dirigevano verso un cavalcavia buio e, probabilmente, totalmente isolato. Sorrise compiaciuto da quel colpo di fortuna, ecco il piano.
Il ragazzo seguì le due verso quel pezzo di strada oscuro e silenzioso, cercando il fare il meno rumore possibile. Una volta che gli sembrò di essere arrivati all'incirca a metà del cavalcavia, il ragazzo, silenzioso e discreto come un gatto, sgattaiolo dietro la schiena di quella più piccola.
Appurando che le due ancora non si erano accorte di nulla, con un movimento veloce le tappò la bocca con una mano, mentre, con l'altra, colpì l'altra ragazza, con un teaser, gentile omaggio del mafioso, al collo, facendole perdere i sensi, per poi, subito dopo, colpire allo stesso modo anche l'altra ragazza, che intanto aveva già cominciato a dimenarsi.
Una volta che entrambe le ragazze avevano perso i sensi, il ragazzo sospirò frustrato. Doveva subito trovare un posto dove allestire il suo piccolo interrogatorio.


 
 
 
Gli occhi marroni si aprirono lentamente, ancora assonnati. Un forte odore di sporco ostruiva le sue narici, come se si fosse trovata proprio accanto ad un tombino delle fognature, la testa le pulsava dolorosamente, mentre una forte fitta la colpì nell'incavo del collo sinistro. La ragazza cercò, a fatica, di rimettersi in piedi, ma si accorse, con orrore, di non riuscirci. Inizialmente pensò di avere un problema alle gambe e alle braccia, ma poi si rese conto di essere legata a qualcosa, o meglio a qualcuno. Cercando di girare il più possibile la testa per riuscire a scorgere la persona contro cui poggiava la schiena. Con orrore, si accorse di alcune ciocche piccole ciocche viola che cadevano in modo sgraziato e disordinato su un collo dalla tonalità scura.
"Amanda... Amanda sei tu? Ti prego svegliati! Dì qualcosa"
Alla sua domanda, ricevette solo un leggero mugolio e uno strattone da parte dell'altra.
"Non preoccuparti, la tua amichetta sta' bene. Per ora"
La ragazza alzò gli occhi verso la figura che aveva pronunciato quelle parole. Non riuscì a verderlo bene in faccia, a causa del cappuccio che la copriva, tuttavia, dal timbro della voce e dalla corporatura, sembrava essere un ragazzo, di circa cinque o sei anni più grande di lei. La si focalizzò sul ragazzo, cercando di memorizzare il suo abbigliamento, un paio di vecchi jeans scoloriti, che gli stavano leggermente larghi, una camicia bianca, il cui colletto usciva fuori da una cappotto invernale verde scuro. L'unico particolare, relativo alla testa del ragazzo, che riuscì ad identificare, furono qualche ciocco di capelli, di colore castano scuro. I suoi occhi dilatarono di terrore, quando incrociarono l'oggetto che il ragazzo teneva in una mano, un coltello affilato, molto affilato, ma soprattutto coperto da fin troppo sangue che, a causa del suo continuo gocciolare, la ragazza capì essere ancora fresco.
"Allora, Stefany, spero che tu voglia collaborare, non come la tua amichetta là"
indicò con un movimento del coltello la sua destra, allora la ragazza sbiancò ed iniziò a tremare di paura
"Cos- cos'hai fatto ad Amanda?"
Gli occhi della ragazza seguivano ogni movimento dell'altro, o meglio del coltello che teneva in mano, mentre questo le si avvicinava sempre più
"Oh, sei preoccupata per la tua amichetta del cuore? Che tenera e dolce ragazzina. Comunque sta' calma, non è morta o meglio non ancora. Le sue ferite non sono profonde, tuttavia tra... diciamo una mezz'oretta, potrebbe dirci ciao ciao e morire per un'emorragia"
Mentre pronunciava queste parole, calò lievemente la lama del coltello sulla guancia della ragazza, procurandole un leggero taglio, da cui uscì una goccia di sangue. Il freddo e l'affilatezza della lama le procurarono un brivido di puro terrore mista ad adrenalina, avrebbe voluto dimenarsi, chiamare aiuto, ma si premurò di star ferma e non fare il ben che minimo rumore.
"Almeno tu sei abbastanza intelligente da non metterti ad urlare come ad una gallina a cui stanno per spezzare il collo, diversamente dalla tua amichetta. Ho dovuto metterla subito in riga, sai non ostante sembrasse la più forte, si è arresa quasi subito, non mi ha dato nemmeno il tempo di divertirmi un po'. Però mi ha detto una cosa molto interessante, sai? Riguarda un certo cugino di un tuo amichetto, un certo Robert... Ora, che ne dici di fare la brava bambina e di collaborare un po'?"
Il ragazzo si accovacciò davanti a lei, il suo viso a pochi centimetri di distanza da quello lei. La ragazza sentiva l'alito caldi del respiro del ragazza solleticarle il naso. In quel momento, riuscì a guardarlo bene in viso e ciò che vide la lasciò senza parole, nel peggiore dei sensi.
La sua carnagione era chiara e aveva un aspetto malsano, come se uscisse poco o cercasse di avere nessun contatto con la luce del sole. I suoi occhi erano grandi e di un verde scuro, talmente profondi, da risultare quasi ipnotici ed angoscianti allo stesso tempo. Ma la parte che davvero colpì la ragazza era la sua bocca. Ai lati delle labbra, infatti due lunghe cicatrici, a formare un inquietante sorriso allungato, che arrivavano quasi agli zigomi.
La ragazza annuì quasi inconsciamente alla richiesta dell'altro, cercando di evitare, fallendo miseramente, di guardare i lunghi segni sulle guance del ragazzo. Lui sembrò notarlo, ma non ci diede molto peso, o almeno questo era quello che la ragazza pensò.
La bocca del ragazzo si contrasse in un sorriso compiaciuto, mentre si rialzava.
"Bene Stefany, è così che si comporta una brava ragazza, ora dimmi, cosa sai su questo caro cugino di Richard?"
"I-i-i io, io non lo conosco di persona, s-so solo quello che mi ha detto Richard... Lo, lo giuro!"
"E dimmi, cosa ti avrebbe detto Richard?"
"C-che suo cugino è stato attaccato da una persona n-nel cuore della notte e-e che ha provato ad ucciderlo, ma la polizia è arrivata prima c-che finisse il lavoro"
"Mmmh.. Molto interessante.. E che aspetto aveva questa persona?"
"R-richard ha detto che suo cugino non lo ricorda..."
In quel momento Stefany sentì un dolore fulminante alla gamba, talmente forte ed improvviso che non riuscì a trattenere un urlo che, però, venne prontamente tappato dalla mano del ragazzo. Con orrore si accorse che nel punto in cui il dolore era più forte e lancinante, sgorgava un copioso rivolo di sangue, proveniente da una grande e profonda ferita, provocata dal coltello.
"Oh... Avanti Stefany, sono sicura che qualche cosina la saprai..."
"H-h-h ha detto c-che... i suoi occhi e-erano molto grandi e.. e di color ghiaccio, m-mentre l-la sua bocca aveva d-dei tagli larghi e... e grandi c-che gli arrivavano agli zigomi"
Calde lacrime di dolore e paura le scendevano dagli occhi, mentre le labbra sembravano essere diventate improvvisamente secche e pastose.
"Oh, ma che brava, hai visto che quando vuoi le cose le sai fare? Ora dimmi, dove si trova il cugino di Robert?"
La ragazza continuava a tremare in modo frenetico, mentre il respiro le era diventato pesante ed irregolare. Aveva paura, voleva tornare a casa, dai suoi genitori, lontano da quel vicolo buio e puzzolente, lontano da quel dolore insopportabile, ma soprattutto lontano da lui.
Il tremolio della ragazza venne fermato, momentaneamente, da una nuova scossa di dolore, questa volta alla spalla, ma questa volta la ragazza riuscì, in qualche modo a trattenersi dall'urlare. L'ultima cosa che voleva era far arrabbiare ancora di più quel pericoloso pazzoide omicida.
"Avanti Stefany, ti ho fatto una domanda. La mamma non ti ha mai detto che è maleducazione, non rispondere alle domande ricevute?"
Dopo qualche secondo di confusione e terrore ed aver ricacciato indietro un coniato di vomito, la ragazza rispose con voce flebile
"O-o-o Ohaio... l-lui vive in Ohaio..."
Il ragazzo avvicinò, con un movimento infastidito, la lama del coltello vicino al viso della ragazza
"La città Stefany, dimmi il nome della città"
"I-i-i-i io non me lo ricordo..."
La lama tagliò, in un modo netto e veloce, il voltò della ragazza, procurando una profonda e dolorosissima ferità che le squarciava in diagonale quasi tutto il volto. La ragazza urlò disperata, mentre ancora più lacrime le scendevano dagli occhi feriti, bruciando sulla carne viva e procurandole ancora più dolore
"Avanti Stefany, sono sicuro che ti ricordi il nome"
"M-m-m Maumee..."
Il ragazzo sorrise appena, mentre si accovacciava nuovamente davanti alla ragazza. Avvicinò la sua bocca all'orecchio di lei, mentre con un filo di voce le disse
"Ah, comunque ti ho mentito, la tua amica stava sanguinando da un bel po' di tempo... Probabilmente è già morta da qualche minuto..."
Gli occhi marroni della ragazza si dilatarono ancora di più, mentre le parole di lui risuonavano a vuoto nella sua testa, come l'eco lontano di una voce in un'enorme stanza vuota.
"Addio mia cara Stefany e... Grazie per il tuo aiuto."
Con un movimento secco ma deciso, pianto tutta la lama del coltello nell'addome, in un unico colpo mortale.
La vista della ragazza si fece improvvisamente sfoca, mentre il terribile dolore che sentiva appena sotto al polmone sinistro, si espandeva velocemente in tutto il corpo. Prima di chiudere pesantemente gli occhi stanchi e feriti, la ragazza vide per un ultima volta il volto del suo assassino, in particolare i suoi occhi, tanto ipnotici.
 Quella notte Stefany Petterson morì con gli occhi immersi in un bellissimo, crudele e profondo verde.
Il ragazzo si rialzò e, guardandosi attorno, appurò che nessuno lo aveva visto. Doveva sbrigarsi, prima che qualcuno potesse trovare i corpi.
Si riavvolse la pesante sciarpa, che per tutto il tempo aveva tenuto nella tasca del giubbotto, e ripose con cautela, il coltello, zuppo di caldo liquido rosso viscoso, nella tasca dei jeans. Si diresse con passo svelto verso sinistra, per uscire da quel vicolo buoi e disabitato, tornando in una delle vie che portavano verso il centro città.
Prima di allontanarsi del tutto, però, rivolse un'ultima volta lo sguardo verso i due corpi senza vita, legati tra loro, nella semioscurità di un lampione mal funzionante e, con un sorrisetto compiaciuto, sussurrò
"Spero che vi siate godute la vostra ultima festicciola di Halloween, puttanelle".
 
 
 
 
 
 
 
 
ANGOLO  AUTRICE DI HALLOWEEN
Salve a tutti e felice Halloween!!!! Spero che siate da qualche parte a divertirvi, non come la sottoscritta che ha ricevuto una buca dagli amici all'ultimo momento =(
Comunque, come avete letto nel titolo, questa piccola one shot è correlata alla storia principale, "Begonie", tuttavia non in modo diretto, diciamo che ho voluto mettere un capitolino a parte, con un po' di torture e gore, per quanto poco impressionante sia ^__^'
Questo è un piccolo esperimento che ho voluto provare, in occasione di Halloween. Fatemi sapere cosa ne pensate e, se l'idea vi piace, potrei farne altri, con protagonista Jeff the Killer o altri personaggi presi dalla storia principale.
Auguro a tutti un felice e spaventoso Halloween, non mangiate troppi dolcetti e divertitevi!!
Un saluto e al prossimo capitolo!!!!
   
 
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