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Autore: I_love_villains    01/11/2016    2 recensioni
Una coppia. Lei lo odia, lui la ama. Chi la spunterà?
Non è per niente una cosa seria ...
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jane the Killer, Jeff the Killer
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ben navigava un sacco in rete, questo lo sapevano tutti, quindi era compito suo informare le altre Creepypasta delle varie notizie che circolavano nel mondo. Quel giorno aveva scoperto l’esistenza di un questionario di trentasei domande che poteva far innamorare la gente in quarantacinque minuti. Le ragazze si erano interessate, nonostante credessero che fosse impossibile creare intimità in un modo così artificiale. I Creepyboy avevano dato poca importanza alla notizia, tranne un certo killer. Infatti Jeff aveva avuto un’idea secondo lui geniale: chiedere a Jane di provare la veridicità del questionario. Se non avesse funzionato, nemici come prima, altrimenti sarebbe finalmente diventata la sua ragazza.
“Jane!”
La ragazza lo ignorò.
“Hai sentito di questo amore artificiale, vero? Nina ha detto che non ci crede. Io non saprei, perciò … vorresti fare un esperimento?”
“Jeffrey, io ti odio, nessun test cambierà mai questo.”
“Già, forse, ma che ti costa provare?”
Jane soppesò la domanda. Era impossibile che si innamorasse di quello psicopatico, ma dimostrarglielo valeva la pena di sopportarlo per quarantacinque lunghi minuti?
“E va bene” accettò con un sospiro.
Jeff le sorrise raggiante.
“Dove lo facciamo?”
“In camera mia, così in caso di necessità so dove prendere qualche arma.”
“Scontrosa” mormorò il killer mentre la seguiva.
Jane chiuse la porta e lo invitò con un gesto irritato a sedersi sul suo letto. Jeff lo fece, esaltato.
“Allora?” fece lei.
“Ah, sì, ho stampato le domande … Chi vorresti avere come ospite a cena, se potessi scegliere tra tutte le persone al mondo?”
“Uhm … Michelle Obama. Tu?”
“Te.”
“Idiota!”
“Ma è vero! Giuro che non mi viene in mente nessun altro!”
“D’accordo, proseguiamo …” disse infastidita Jane. Doveva saperlo che Jeff ci stava semplicemente provando.
“Ti piacerebbe essere famoso? Per che cosa? Beh, io posso dire di essere già famoso e adoro la mia fama.”
“Tsk! Io avrei voluto essere famosa per aver scoperto qualcosa di utile … una cura o qualcosa del genere.”
“Come sei altruista.”
“Tu invece sei il solito omicida egoista.”
“Ok, ok. Ti capita mai di provare quello che devi dire prima di fare una telefonata? Perché?”
“No, mai.”
“Neanche io lo faccio. Visto, abbiamo qualcosa in comune.”
“Limitati a fare domande e rispondere sinteticamente.”
“Potresti anche collaborare un po’, eh! Fallo per la scienza.”
Jeff intuì che lei lo stava guardando male, così proseguì.
“Com’è un giorno perfetto, secondo te?”
“Strano, mi sembra di avere un déja-vu … comunque, un giorno sarebbe perfetto se tornassi a vivere come prima di incontrarti.”
“Uhm, io invece troverei perfetto non avere nessuno intorno che rompe. Quand’è l’ultima volta che hai cantato tra te e te? E davanti a qualcun altro?”
“Oh … a volte lo faccio sotto la doccia … cancella immediatamente quel ghigno marpione! … E non ricordo quanto tempo è passato da quando ho cantato davanti ad altri.”
“Io canticchio fra me quando esco. Davanti ad altri quando sono ubriaco, ma non sempre.”
“Ah, sentivo te e i tuoi compagni di bevuta. Per fortuna ora state spesso al castello.”
“Sì … Se tu avessi la possibilità di vivere fino a novant’anni mantenendo la mente o il corpo di un trentenne per gli ultimi sessant’anni della tua vita, quale sceglieresti tra i due?”
“Strana domanda, ma sceglierei la mente. Qualcuno ci ha già pensato a rendere il mio corpo poco estetico” rispose Jane acida.
“Ti assicuro che sei bellissima. Io sceglierei di mantenere giovane il corpo. La mente non è detto che si perda a quell’età.”
“E poi già adesso è partita per la tangente.”
“Ora sei tu che fai commenti inappropriati. Hai un presentimento segreto sul modo in cui morirai?”
“No. Penso che morirò per cause naturali, ma non si tratta di un presentimento.”
“Io sento che mi ammazzerà qualcuno della magione …”
“Probabile. Magari io o Liu.”
“Mh. Elenca tre cose che tu e il tuo partner sembra abbiate in comune.”
“Pft, partner. Vediamo … siamo nella stessa stanza, seduti sullo stesso letto e respiriamo la stessa aria.”
“Beh, almeno sei spiritosa. Io dico che siamo entrambi quasi bruciati vivi, odiamo almeno una persona al mondo e conosciamo la stessa gente.”
“Sì, è vero.”
“Per quali cose della tua vita ti senti più fortunato/grato? Per essere ciò che sono!”
“Io credo per avere la possibilità di far rinsavire alcuni di voi …”
“Speranza vana … Se tu potessi cambiare qualcosa del modo in cui sei stato cresciuto, quale sarebbe?”
“Non so.”
“In effetti neanche io. Prenditi quattro minuti e racconta al tuo partner la storia della tua vita il più possibile in dettaglio. Sai, sono curioso.”
“Comincia tu.”
Jeff raccontò la sua storia, soffermandosi molto su quella più recente. Jane, viceversa, indugiò sulla sua vita passata. La voce non le tremò, ma si mise a piangere silenziosamente.
“… Se potessi svegliarti domani avendo acquisito una qualità o un’abilità, quale sarebbe?”
“Tornare indietro nel tempo” singhiozzò lei, rannicchiandosi nel suo angolino di letto.
“Jane, non fare così …”
“Mi hai rovinato la vita!”
“Io volevo …”
“Continua, o questo schifo di esperimento si interrompe ora!”
“Va bene” fece lui, esitante. “Se potessi vedere in una sfera di cristallo la verità su te stesso, la tua vita, il futuro o qualsiasi altra cosa, che cosa vorresti sapere?”
“Se tornerò ad essere felice come prima.”
“Io quanto durerà questa parte della mia vita. C’è qual … ”
“Aspetta, che intendi?”
“Beh, magari ci sono dei cicli. Potrei cambiare ancora. C’è qualcosa che sogni di fare da tanto tempo? Perché non l’hai fatto?”
“Visitare alcuni Paesi, ma mi manca il contante.”
“Oh, ma te lo posso fornire io …”
“No, lo voglio pulito.”
“Beh, io sogno di baciarti, ma tu non vuoi.”
Jane scosse la testa, ma non commentò.
“Qual è il traguardo più importante che hai raggiunto nella tua vita, o il tuo più grande risultato?”
“Una volta un giornale locale accettò un mio articolo. Mi sentii appagata.”
“Per quanto mi riguarda è il mio record di uccisioni.”
“Finora abbiamo risposto cose molto diverse …”
“Ma gli opposti si attraggono. Quali sono le cose che per te contano di più in un rapporto di amicizia?”
“La fiducia, l’empatia con quest’altra persona … poi boh.”
“Avere interessi simili, sapersi divertire insieme, esseri sicuri che non ti tradisca. Qual è il tuo ricordo più caro?”
“Uff, un’altra domanda personale.”
“Beh …”
“Zitto. È il campeggio fatto con i miei genitori a sette anni.”
“Io direi … la casa sull’albero costruita con Liu.”
“Non qualche omicidio?”
“Ehi, è vero che mi piace uccidere e tutto il resto, ma … non so …”
“Ok, continua.”
“Qual è il tuo ricordo peggiore?”
“Beh, questo già lo sai.”
“Sì … per me è … uhm … quando mi sono trasferito. Cioè, dopo è stato bello, ma nei primi giorni no. Se tu sapessi che entro un anno improvvisamente morirai, cambieresti qualcosa del modo in cui stai vivendo? Perché? Ma chi ha fatto queste domande?!”
“Te l’avevo detto che è un esperimento stupido. Non saprei che cambiare … magari mi affretterei a ucciderti.”
“Ah … la mia quota di uccisioni notturne salirebbe certamente. E basta, credo, a meno che cambiando qualcosa non morirei nell’anno.”
“Tipo smettere di bere” suggerì Jane.
“Beh, allora tanto vale morire. Che cosa significa l’amicizia per te?”
“Avere fiducia e poter sempre contare su una persona con cui vai d’accordo, l’avevo già detto.”
“Parlare con qualcuno che ti capisce e con cui puoi divertirti senza preoccuparti.”
“Sai, non ci avevo fatto caso, ma è strabiliante che tu hai degli amici.”
“Perché?”
“Perché sei tu.”
Jeff la guardò senza capire: lui era perfetto, era normale che altri stessero con lui per imitarlo. Andò avanti.
“Che ruolo hanno nella tua vita l’amore e l’affetto?”
“Sono sempre presenti.”
“In che senso?”
“Voglio bene ai miei amici.”
“Capito. Per me hanno un ruolo di antagonisti, senza starei meglio.”
“Ne dubito fortemente.”
“Senza Nina starei benissimo.”
“Perché non hai fatto il test con lei?” ridacchiò Jane.
“Già mi ama … fin troppo.”
“Sì, ma così ti saresti innamorato anche tu e sareste una felice coppietta di killer.”
“Bah. Magari invece ti innamori tu e saremo una felice coppietta noi due.”
“Impossibile. Su, completiamo questa cosa.”
“Elencate alternandovi cinque caratteristiche positive dell’altro.”
“Ok, questa è complicata … sai essere spiritoso.”
“Sei bella.”
“Maneggi bene il coltello.”
“Sei intelligente.”
“Sei forte.”
“Sai tenermi testa.”
“Sei coraggioso … che potrebbe essere incoscienza, ma va beh.”
“Sei affettuosa con chi ami.”
“Sei stato capace di collaborare con gli altri per difendere i tuoi amici. Questo mi ha sorpresa positivamente.”
“Hai la mente abbastanza aperta. Un giorno potresti accettarmi.”
“Uff, e torniamo sempre lì.”
“Che ci posso fare … Hai un- Ehm, questa la saltiamo.”
“Perché?”
“Ti farebbe di nuovo stare male.”
“Leggi.”
“Hai un rapporto stretto con la tua famiglia? Pensi che la tua infanzia sia stata più felice della media?”
“Potevi non uccidere i miei genitori se volevi evitare di farmi star male” fece lei dura. “Avevo un rapporto molto buono ed ero abbastanza felice.”
“Io ora ne ho uno pessimo con Liu. Infanzia nella media, direi. Che rapporto hai con tua madre?”
“Andavamo d’accordo.”
“La mia non mi trovava bello …”
“Chissà perché.”
“Ognuno dica tre frasi con il noi. Per esempio: siamo entrambi in questa stanza e ci sentiamo.”
“Siamo entrambi in questa stanza e ci sentiamo.”
“… Siamo entrambi in questa stanza e ci vediamo.”
“Viviamo nella stessa casa.”
“Sopportiamo tanta gente.”
“Non siamo innamorati di chi ci ama.”
“Vorremmo aggiustare certe cose nella nostra vita. Ok. Completa questa frase: vorrei avere qualcuno con cui poter condividere …”
“Ce l’ho già.”
“Eh? Davvero?”
“Sì, Mary.”
“Oh, lei …”
“Dai, tocca a te.”
“Tutto. Vorrei avere qualcuno con cui poter condividere tutto. E non è Nina” aggiunse Jeff, anticipandola.
“Non ho detto niente.”
“Spiega al tuo partner le cose di te che sarebbe importante che sapesse, se diventaste molto amici.”
“Che sono molto ordinata e puntuale, quindi tenderei a trasmettere queste caratteristiche. Non mi piace parlare del mio passato. E odio te.”
“Sei stata molto esauriente. Io ogni notte uscirei per uccidere e bere, ma di giorno sarei a tua completa disposizione.”
“Quindi se ho un problema di notte mi arrangio, nel caso sia tua amica.”
“Se è un problema grave chiami e arrivo, intendo più come presenza …”
“Ma che cavaliere!” esclamò lei ironica.
“È la verità” puntualizzò lui. “Di’ al tuo partner che cosa ti piace di lui/lei; sii molto onesto/a, e di’ anche cose che in genere non diresti a una persona che hai appena conosciuto.”
“Appena conosciuto?”
“Perché, prima di oggi potevi dire di conoscermi davvero?”
“Hai ragione.”
“Ti sorprendo, eh?”
“Beh, anche un orologio guasto segna l’ora giusta … Allora, ti ripeto che ti detesto. Alcune cose che fai o hai fatto non riuscirò mai a comprenderle, e quindi non potrò mai perdonarti. Nonostante ciò, hai caratteristiche positive e se ti metti con qualcuna potresti essere un buon fidanzato, ma quella qualcuna non sono io.”
“Di tutto questo ho sentito solo potresti essere un buon fidanzato.”
“La coglionaggine non è fra le caratteristiche positive.”
“Uff … tu mi piaci, Jane, per questo ti ho resa così. Volevo farti un favore. Ammetto che ho sbagliato, perché ho usato come metro di misura ciò che piace a me. Ma ho imparato la lezione, adesso ti conosco e continuerò a provarci.”
“Jeff, ti rendi conto che vuoi stare con me solo perché ti rifiuto? Se mai cedessi, sparirebbe il tuo amore.”
“Non è vero! Se io non ti avessi indotto ad odiarmi tu saresti ancora normale, onorata di essere corteggiata da me. In quel caso niente resistenza e tanto amore.”
“Lasciamo perdere, sei senza speranze.”
“Racconta un episodio imbarazzante della tua vita.”
Jane rifletté attentamente. Non tanto per il fatto di scegliere il racconto giusto, ma per metabolizzare ciò che stava scoprendo su Jeff. Aveva detto più cose sensate il quella mezz’ora che in tutta la sua vita!
“Vediamo … a dieci anni mi iscrissi ad un corso di teatro. Mi impegnai, però quando venne il momento di recitare davanti al pubblico entrai in agitazione. Scordai le battute e … caddi giù dal palco.”
Jeff tentò di non ridere.
“Ok … una piccola stellina cadente! Ahaha!” tentò, appunto.
“Su, racconta.”
“Otto anni. Pranzo di famiglia, con zii e tutto. Mia madre, verso la fine, mi chiese di portare la torta. Solo che inciampai, finendo con la faccia dentro.”
“E ancora oggi è sporca di panna” sghignazzò Jane.
“Adoro il tuo senso dell’umorismo.”
“Il tuo è buono finchè non diventa nero.”
“Grazie. Quando è stata l’ultima volta che hai pianto di fronte ad un’altra persona? E da solo?”
“Poco fa … davanti a te” rispose la ragazza, un po’ stupita. “Da sola, non so. Forse all’anniversario della morte della mia famiglia.”
“Io da quando ero normale, per entrambi. Se escludiamo le lacrime di dolore. O la polvere.”
“Spenderai molto in collirio …”
“Jane, ti prego. Io non compro più niente da un pezzo: o compra Slendy o non pago, punto.”
“Anche prima eri viziato?”
“Non saprei, chiedi a Liu. Di’ al tuo partner qualcosa che già ti piace di lui/lei. Certe domande sono ripetitive.”
“Ho notato. Visto che abbiamo già risposto vai avanti.”
“Qual è – se esiste – l’argomento su cui non si può scherzare, per te?”
“Sulla morte.”
“Mmh … sul mio nome.”
“E torniamo ad Egocentrilandia.”
“Almeno apprezza la mia sincerità. Se tu stasera morissi senza poter più comunicare con nessuno, qual è la cosa che rimpiangeresti di non aver detto a qualcuno? Perché non gliel’hai ancora detta?”
“Io … credo che non ci sia niente …” esitò Jane.
“Sicura? Non mi sembri molto convinta.”
“Forse, ma proprio forse, se continui ad essere un po’ come ora … di non averti perdonato. Ma non esultare!”
Jeff si contenne, visibilmente compiaciuto.
“E io di non aver chiesto scusa a Liu e Nina. Non che lo farei mai, sarebbe … non da me. Però … ”
“Capisco Liu, ma Nina? Lei è felice di questa nuova vita.”
“Sì, ma non può avere me.”
“Oh … ti rendi conto che lei prova ciò che dici di provare tu per me?”
“Sì …”
“E che io mi comporto come te. Quindi …”
“Quindi lei non smetterà mai di cercare di conquistarmi e io non smetterò con te.”
“Sai, follia è fare la stessa cosa aspettandosi risultati diversi.”
“Credevo fosse accertato che io sia pazzo.”
Calò il silenzio. Poi Jeff riprese a leggere.
“La tua casa prende fuoco, con dentro tutto quello che possiedi. Dopo aver salvato le persone che ami e gli animali, hai il tempo per fare un’ultima corsa dentro e portare via un solo oggetto. Quale sarebbe? Perché? Tutto ‘sto casino per chiedere a cosa tieni di più … Per me è Colty.”
“E perché?”
“È il mio fidato compagno di omicidio. Rappresenta ciò che sono: un killer.”
“Ok … io penso che salverei l’MP3 perché la musica aiuta molto a superare certi momenti.”
“Ma che … fissati con la famiglia! D’accordo … Qual è il membro della tua famiglia la cui morte ti colpirebbe di più? Perché?”
“Mia madre, perché l’adoravo. Il test mi aiuta a ricordarmi perché ti odio.”
“Liu, perché ero legato più a lui che ai miei genitori.”
“Hai lo stesso tentato di ucciderlo …”
“Ed è sopravvissuto. Coincidenze? Io non credo. Ehi, l’ultima domanda!”
“Finalmente.”
“Parla di un tuo problema personale e chiedi al partner un consiglio su come lui o lei affronterebbe questo problema. Chiedigli anche di descriverti come gli sembra che tu ti senta rispetto al problema di cui hai scelto di parlare.”
“Jeff, il mio problema personale sei tu. Come ti elimino?”
“Vuoi dire che non è proprio cambiato niente dopo tutto questo?”
“Un po’ sì” ammise Jane. “Ti odio di meno.”
“Yeee!”
“Tuo problema? Così la finiamo?”
“Aspetta, prima ti dico che per il tuo problema sei incavolata o triste.”
“Sai che scoperta.”
“Il mio problema è non avere te.”
“Ok, se abbamo finito …”
Jane si stava per alzare, ma Jeff la trattenne.
“Ferma. Manca l’ultima cosa: fissarsi negli occhi per quattro minuti.”
“Dobbiamo giocare a chi ride prima?”
“Non credo … Però devi toglierti la maschera.”
La ragazza obbedì. Fissò Jeff con un’immobilità da statua. Lui ricambiò, anche se non riusciva ad eguagliare la compostezza di Jane. Alla fine dei quattro minuti si protese verso di lei con chiare intenzioni. Dieci secondi dopo si contorceva per terra tenendosi lo stomaco e imprecava.
“Beh, Jeff, direi che è ora che tu esca dalla mia camera.”
“No, andiamo!”
“Vuoi uscire con le buone o con le cattive?”
Jeff si rialzò, guardandola male. Sembrò che volesse dire qualcosa, ma poi scosse la testa ed uscì. Jane gli chiuse la porta alle spalle. Non l’avrebbe mai amato, no, l’anima gemella l’aveva già trovata. Quanto a perdonarlo però, chissà …



***Angolo Autrice***
L'idea frullava nel mio malato cervellino già da un po', così ecco questa non ship!
Avete trovato il piccolo riferimento a Creepy's got Mediaset? E quello a One year?
Bye!
   
 
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