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Autore: FunnyYoungMe    02/11/2016    1 recensioni
Mi sento perduto e solo, il tuo sorriso lontano da me. Corro il rischio di raggiungerti, o mi rintano nella mia sofferenza?
[KyuSung]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kyuhyun, Yesung
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Jongwoon lesse più volte la lettera che gli era appena arrivata da Seoul, direttamente dalla casa di Kyuhyun, a quanto pareva.

Quella mattina, prima di trovare la busta indirizzata a lui, era rimasto mezz'ora seduto al tavolo della cucina di un suo vecchio amico a pensare a cosa avrebbe dovuto fare. Non poteva continuare a stare da Junho, non poteva neanche stare così tanto lontano dal suo lavoro. Ovviamente si era preso le ferie, ma non voleva sprecare tutti suoi giorni di vacanza rinchiuso in una casa che non era neanche sua. E poi, il suo responsabile lo chiamava tutti i giorni per sapere quando tornava.

Per cui, quando aveva trovato tra le buste portate dal postino quella indirizzata a lui, la prima cosa a cui aveva pensato era “mi hanno licenziato”, e quindi il suo umore non era dei migliori. Quando poi aveva letto l'intera lettera, aveva sorriso come un deficiente, preoccupando a morte il fratello di Junho.

“Belle notizie?”, domandò questi, notando che il moro non aveva alzato lo sguardo dal foglio e aveva il sorriso dello Stregatto stampato in volto.

“Forse. Devo scoprirlo”, mormorò in risposta Jongwoon prima di alzarsi da tavola e correre in camera, la lettera in una mano e il cellulare nell'altra.

Per prima cosa telefonò il suo responsabile e lo informò che sarebbe rientrato a lavoro l'indomani, poi contattò sua madre, e la avvisò che quella sera sarebbe stato a casa, pregandola di non dire a Kyuhyun che sarebbe tornato e di invitarlo solo a cena.

Per il resto della mattinata preparò la valigia e sistemò la stanza degli ospiti, facendo bene attenzione a pulire ogni angolo. Quando poi giunse l'ora del pranzo e Junho tornò a casa, Jongwoon lo ringraziò per la sua gentilezza e per averlo fatto sentire a casa, ma era comunque ora di tornare ad affrontare tutto ciò che lo opprimeva.

Jongwoon aveva ormai deciso che era arrivato il momento di prendere in mano la propria vita e darle un senso, partendo dalle piccole cose che in realtà erano importanti per lui: ristabilire i suoi legami con Kyuhyun e la sua famiglia.

“Non mi farò mettere i piedi in testa da un ragazzino”, pensò Jongwoon guardando fuori dal finestrino del vagone sul quale stava viaggiando.

 

 

“Certo signora Kim, stasera ci sono”, affermò Kyuhyun prima di riattaccare.

Era appena rientrato dall'università e tutto quello che avrebbe voluto fare era rilassarsi con un bagno caldo e poi sotto le coperte, ma la madre di Jongwoon l'aveva chiamato e invitato a cena, scombinando i suoi piani.

Erano cinque giorni che aveva spedito la lettera, erano quattro giorni che aspettava una risposta. Era nervoso e frustrato, perché pensava di non aver fatto e scritto le cose giuste. Ormai era convinto che Jongwoon non gli avrebbe più parlato, né scritto né guardato.

Visto che ormai mancava poco all'orario della cena, Kyuhyun si fece una doccia rapida e si vestì in fretta, non perdendo mai di vista l'orologio, preoccupato di fare tardi. Alle otto meno venti, uscì di casa e camminò verso il quartiere dove abitava la famiglia di Jongwoon.

Giunto davanti alla casa, la famigliare villa a schiera rosa a due piani che ormai conosceva come se fosse la propria, suonò il campanello e gli venne subito aperto.

“Ciao caro!”, squittì la signora Kim prima di inglobarlo in un abbraccio stritola-ossa.

“Salve signora Kim.”

“Ti ho già detto di chiamarmi mamma… Comunque entra, accomodati pure”, ribatté la donna sorridendo, facendosi da parte e lasciandolo passare.

Kyuhyun non sapeva come mai, ma quella casa gli sembrava proprio un luogo… pacifico. L'ingresso si affacciava su una stanza parecchio grande da contenere sala da pranzo e salotto, davanti c'era il corridoio della stanza dei genitori e le scale per il piano dove dormivano Jongwoon e suo fratello minore, Jongjin. Tutti i mobili, tranne quelli della cucina, erano in legno, rendendo l'atmosfera più intima. 

“Mentre finisco di preparare la cena, ti lascio questo lettera che è arrivata stamattina”, lo informò la signora Kim, passandogli una busta prima di andare in cucina.

Kyuhyun prese tra le mani la lettera e sperò con tutto il cuore che ci fossero belle notizie.

 

Bucheon, 10 dicembre 2015

 

Non sei un tipo romantico, eh? Infatti neanche io lo sono. Non mi aspettavo di certo che tu dichiarassi il tuo amore infinito per me, nemmeno dopo che io l'ho quasi fatto nell'ultima lettera. Ti chiederai perché quasi fatto, vero? Ti ricordo che ho scritto che il sentimento poteva essere amore, ma se lo fosse stato, avrei preferito dirtelo di persona. Non ho detto che ero innamorato di te. Sei così pieno di te.

Secondo te, dopo delle lettere così piene di sincerità, dove entrambi ci siamo aperti… dovrei tornare a casa? Posso farlo, ma sai che la paura è tanta e io sono un fifone per queste cose. O almeno avresti dovuto capirlo a questo punto della corrispondenza.

Se ti dicessi che non ho intenzione di tornare? Che qui a Bucheon ho ripreso a vivere, finalmente? Cosa penseresti di me, se non tornassi a casa e non ti dichiarassi niente? Lo so che non verresti a prendermi e mi lasceresti in pace per un po' di tempo, cioè fino a quando non ti stancherai di aspettare e mi chiamerai incessantemente al cellulare.

Ti ringrazio per le belle parole che mi hai scritto nell'ultima lettera, erano sincere e mi avrebbero potuto spronare a tornare a casa. Però hai letto bene. Ho detto 'avrebbero potuto’. Mi spiace, ma non mi sento affatto pronto a confrontarmi con te di persona. Sono sicuro che dopo qualche periodo di apparente normalità, i miei trip mentali tornerebbero e io cadrei di nuovo nel baratro di autocommiserazione.

Tutto ciò non significa che non ci vedremo più. Stai certo che tornerò, solo non ora e neanche nell'immediato futuro. Sei la miglior persona che potessi incontrare nella mia vita. Ci sentiamo Kyuhyun.

 

Con affetto,

 

Jongwoon

 

Kyuhyun lasciò cadere la busta e tenne lo sguardo fisso davanti a sé. Non poteva crederci che dopo tutto quello che si erano detti e quello che si sarebbero voluti dire, alla fine Jongwoon avesse deciso di non tornare. Si sentiva stordito, come se gli mancasse una parte di sé. Non poteva sopportare un altro periodo di lontananza, era deprimente.

Gli occhi gli si riempirono di lacrime e il respiro accelerò, la vista gli si appannò e quando sentì una mano morbida posarsi delicata sulla sua, il suo petto venne scosso da singulti.

“Ehi, ehi. Sono qui, non devi piangere”, gli mormorò dolcemente una voce all'orecchio.

L'attacco di pianto non si interruppe, per cui la persona che cercava di confortarlo gli mise le mani su entrambe le guance e con i pollici gli asciugò le lacrime, sussurrandogli parole di conforto all'orecchio.

Quando Kyuhyun si ebbe calmato, dopo essersi asciugato gli occhi, guardò la persona che lo aveva aiutato. E davanti a sé, con gli occhi che esprimevano affetto e un sorriso dolce che gli adornava le labbra, vide Jongwoon, che mantenne le mani sulle sue guance.

“Non pensavo fossi un piagnucolone.”

“Non è vero. Lo sai che lo sono; mi prendi sempre in giro”, ribatté Kyuhyun tirando su col naso.

“Hai ragione. Sono abbastanza stronzo, vero?”, commentò il moro allontanandosi di poco dall'amico e togliendo le mani da sopra le sue guance.

“Abbastanza? Sei lo Stronzo, con la esse maiuscola”, rispose Kyuhyun, sentendo la mancanza di quelle mani così adorabilmente piccole sulle sue guance.

“Be’, lo fossi veramente, non sarei neanche tornato.”

“Mi hai fatto prendere un infarto con questa lettera!”, esclamò Kyuhyun lanciando uno sguardo d'odio al foglio che giaceva abbandonato ai piedi della poltrona sulla quale era seduto.

“Me ne rendo conto, ma dovevo vedere con i miei occhi come reagivi”, si difese l'altro prima di prendere il più piccolo per mano e tirarlo su. “Mia madre ha finito di preparare la cena.”

“E tu pretendi che io vada a…”

Kyuhyun non terminò la frase perché Jongwoon gli aveva dato un bacio sulla guancia, zittendolo completamente. Mentre il primo cercava di formulare delle parole di senso compiuto, il secondo sorrideva soddisfatto e trascinava in cucina un Kyuhyun ancora stordito.

I genitori di Jongwoon non fecero domande e durante la cena parlarono soprattutto con Jongjin, ogni tanto guardando nella direzione degli altri due ragazzi che sembravano persi nel loro mondo.

“Come facevi a sapere che non… che non ti avrei picchiato?”, riuscì finalmente a dire Kyuhyun, senza però alzare lo sguardo dal suo piatto.

“Perché sei troppo buono per farlo”, rispose Jongwoon con sicurezza.

Kyuhyun avrebbe anche continuato la conversazione, ma sapeva che non sarebbe riuscito a dire niente di sensato e inoltre, gli piaceva vedere lo sguardo pacato e pieno di affezione che gli stava rivolgendo il moro. Sentiva che Jongwoon gli era mancato, anche più di quanto avrebbe voluto ammettere, e che c'era qualcosa che lo aveva portato sull'orlo di una crisi isterica.

Da parte sua, Jongwoon aveva capito che Kyuhyun ci stava pensando, stava davvero valutando la possibilità che fra di loro ci fosse qualcosa. Gli era dispiaciuto moltissimo averlo lasciato da solo senza preavviso e per tre settimane, però sapeva che quel periodo era servito ad entrambi per capire meglio dove li aveva portati la loro amicizia. La scelta sembrava facile, da una parte amore e dall'altra amicizia, ma in realtà era difficile per entrambi, soprattutto per Kyuhyun, che non aveva mai preso in considerazione l'idea di uscire con il suo migliore amico.

 

Dopo una cena passata nel silenzio, a guardarsi di sottecchi, i due amici si trovarono sulla veranda di casa, pronti a darsi la buonanotte.

“Se vado a casa, sono sicuro che domani ci sarai ancora?”, domandò il più alto dei due senza alzare gli occhi da terra.

“Sì, anche se domani lavoro”, rispose Jongwoon sorridendo.

Kyuhyun accennò un sorriso e prima che potesse cambiare idea, si chinò e diede un bacio sulla guancia all’amico.

“Do-domani, dopo il lav-la-lavoro, passo a pre-prenderti”, balbettò Kyuhyun a bassa voce, sentendo le guance imporporarsi prima di correre verso casa sua, senza dare la buonanotte al maggiore.

Jongwoon sorrise ampiamente, sapendo perché gli avesse dato un bacio sulla guancia e perché fosse scappato. Per lui, quel bacio, valeva più di mille 'buonanotte’ ed era sicuro che ce ne sarebbero stati molti altri da quel giorno in poi.

Se anche Kyuhyun non si fosse spinto oltre il confine dell'amicizia, a Jongwoon sarebbe bastato quanto aveva da offrirgli il migliore amico. Si sentiva comunque felice ad avere una persona come il più piccolo al suo fianco. Una persona che lo aveva fatto cambiare caratterialmente, ma che lo avrebbe accettato anche se fosse stato la persona più scostante nell'intero pianeta.

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