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Autore: Kuruccha    02/11/2016    5 recensioni
Quell’anno nelle zucche c’erano le candele. Le lampadine sono un cambiamento tutt’altro che secondario.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Wilhelmina (Will) Vandom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tremate, tremate
 

 
La luce dentro la zucca tremola - proprio come una vera candela sotto un soffio d’aria, pensa Will, e come ogni anno si stupisce di quanto sia realistico l’effetto di quelle lampadine elettriche. Non può fare a meno di chiedersi quanto costino, e quanto durino, e se davvero la scuola di Heatherfield possa permettersi quel genere di spesa quando a malapena tira a campare. Poi si rende conto che è tutta una questione d’affezione, e che poco le importano le beghe economiche e la tecnologia; quel che è davvero rilevante, ciò che davvero conta per lei, è che dentro le zucche ci vanno le candele, ogni volta - ogni anno come allora, al tempo in cui lei non era ancora né la Will Vandom professoressa di scienze, né la Will Vandom custode del Cuore di Kandrakar, ma solo la Will studentessa fresca fresca d’iscrizione. Quell’anno nelle zucche c’erano le candele. Le lampadine sono un cambiamento tutt’altro che secondario.
E quella, a voler essere precisi, non è neppure la variazione più rilevante. Per dirne una, l’accesso alla festa non è più quello diretto dalla porta sud della palestra, ma si snoda lungo un percorso che - almeno nelle intenzioni del creatore - assomiglia a un tunnel dell’orrore. Per dirne un’altra, la quantità di studenti partecipanti è sempre in calo ad ogni anno che passa. Per dirne un’altra ancora, adesso anche a Will tutta questa cosa di Halloween sembra assai meno divertente di quando era ragazza. Cornelia dice che è l’età che avanza, e lei non sa che torto darle. È un’idea triste, triste e basta, e la menopausa è giusto la meno brutta tra le motivazioni.
 
Forse è proprio perché è Heatherfield.
Proprio perché è quella palestra in quel preciso giorno; proprio perché quelli sono il suo posto e il suo attimo, come le ha spiegato Taranee dall’alto della sua saggezza da psico-quel-che-è; è quello il motivo per cui non riesce a andare oltre. Forse è perché il suo problema è che ricorda troppo, ricorda tutto, ricorda ogni singola cosa al suo posto o fuori posto: il grunge sparato sugli amplificatori, l’aranciata allungata con l’acqua, i festoni alle pareti, e poi Taranee, e Irma e Hay Lin e Cornelia e Elyon, i fuochi d’artificio infilati dentro le zucche, e il risveglio, il suo risveglio, il loro risveglio, il loro Halloween. Un Halloween ben diverso da quello che sta vivendo in questo momento, questo suo ennesimo Halloween da vigilante in cui non deve far altro che fermare i ragazzi e ripetere No, l’ingresso è laggiù. Ripensarci le basta per concludere che l’anno successivo si prenderà la serata libera, e poco importa quanto la imploreranno le colleghe.
L’ha detto anche l’anno precedente. Lo dice ogni singolo anno, e ogni anno ne è fermamente convinta fino al giorno prima di Halloween; però poi il palmo della mano ricomincia a prudere e Will conclude che dev’esserci un motivo, che quella volta sarà diverso, lo sarà per forza, perché quel pizzicore non può essere solo un caso.
(Secondo me è dermatite, le ha detto Irma una volta. Quasi le piacerebbe pensare che sia davvero così.)
 
Il problema, si dice, quando la luce dentro la zucca tremola artificialmente per l’ennesima volta, è che le cose non sono come dovrebbero. Il problema, conclude, è che nessuno le aggiusta.
Poi le zucche si spengono. Tutte quante.
Will non ha paura.
Quando si volta, seppur nel buio, le basta un secondo per studiare la zucca e capire come estrarre dal vano intagliato sia la lampadina che il supporto (perché poco importa delle paranoie genitoriali su quanto sia pericoloso il fuoco e quanto sia assolutamente necessario rimpiazzare le fiamme con qualcosa di più sicuro; almeno sul mantenimento delle vere zucche l’ha avuta vinta il consiglio dei docenti). Ha un vago sentore di quel che deve fare. È solo una sensazione, come una linea guida tracciata per terra, quasi invisibile.
Torna dalla sala professori con un candelotto di cera bianca, uno di quelli che gli inservienti tengono vicino alle torce elettriche e che sono autorizzati ad utilizzare solo per le emergenze. Accende il fuoco e c’è qualcosa di diverso nell’aria; un brivido, un’energia che non la attraversava da tanto tempo.
L’unica fiamma tremola al soffio del vento, la luce si affievolisce per un istante e poi si fa più forte.
Will si volta e davanti a lei c’è Hay Lin, e la riconosce dai dettagli più frivoli e stupidi; le calze a righe alte fino al ginocchio, la pancia lasciata scoperta, i lembi della gonna allacciati sul bacino, le ali sottili che fremono appena. Ma Hay Lin non ha più quindici anni, non ha quei capelli corti, non ha quei ricci, né ha mai avuto quei tratti nordeuropei e quell’espressione remissiva stampata in viso. Si guardano per un istante e Will rimane a bocca aperta. Il suo cuore pulsa - nel petto, nel palmo, è caldo e vivo.
«Mi scusi» dice la ragazza che non è Hay Lin, «Devo aver sbagliato strada.»
«No» le risponde Will. No, non hai sbagliato affatto, vorrebbe dirle, Sei la persona giusta, ne sono certa, sei proprio tu. Non saprebbe spiegarle perché. Forse è solo il cuore ad aver scelto.
«No» le dice invece. «L’ingresso è laggiù.»
La ragazza china la testa, si scusa, rilassa la schiena e le volta le spalle e Will sa che quello sarà davvero il suo ultimo Halloween nel cortile della scuola di Heatherfield, perché presto il palmo non pruderà più.
«Ehi» la chiama, osservandola da lontano. La ragazza rimane immobile, intimorita, ma Will non ha bisogno di guardarla negli occhi. «Bel costume!» le grida. «Sembra vero!»
Sorridono entrambe, ora, e mentre la ragazza le risponde con un Grazie l’illusione del vestito si scioglie. La futura guardiana dell’aria torna nei suoi panni, quelli che indossava fin dal principio, un semplice vestito nero da strega.
Il cuore di Kandrakar pulsa ancora. Will stringe le dita.
Presto, gli dice. Presto, si dice.
Dietro di lei, dentro la zucca, la fiamma della candela brucia più vivida.

 

 
02.11.2016
Cosa spinge una persona a tornare dopo tredici anni - TREDICI! - in un fandom dimenticato dai più? Ma un bell’evento di Halloween, ovviamente! <3
Questa storia nasce incrociando un prompt dell’Halloween Party - Edizione “La Grande Zucca”, iniziativa organizzata da fanwriter.it (più precisamente la traccia #14, “Bel costume, sembra vero!”) con due dei prompt altrettanto belli della Notte Stregata - Halloween Special, iniziativa di Torre di Carta (ovvero, in questo secondo caso: Prompt Zucca + Prompt Candela con rating massimo fino all’arancione).
Un gran calderone, non è vero? :D
Puntualizzo solo una cosa: non c'è una precisa collocazione temporale per questa storia - ovvero, non saprei spiegarvi da dove l'universo alla base di questa storia si stacchi dal fumetto e riparta per evolversi fin qui. Probabilmente poco dopo la saga di Nerissa e delle vecchie guardiane.
Will è un personaggio che non ho mai amato particolarmente; trovo quasi paradossale che, su due storie di questo fandom che ho scritto, una abbia come protagonista lei e l’altra la sua goccia astrale. Però è Will il personaggio su cui mi sono interrogata maggiormente nel corso della storia e degli anni, e forse è per questo che la mia mano è caduta di nuovo su di lei.
Grazie mille a te che hai letto fin qui, proprio non ci speravo! <3
Kuruccha
 
   
 
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