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Autore: Tony Stark    02/11/2016    1 recensioni
L'esercito di Prussia è stato ricordato già una volta nella sua disciplina, ma ora è il momento di ricordare la sua ferocia e la sua violenza inarrestabile.
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ihr ahnt Preußen-reich
Temete l’Impero di Prussia


Il nome dell’esercito di Prussia, il Königlich Preußische Armee, era ancora temuto e questo non poteva che riempire d’orgoglio la personificazione dell’ormai scomparsa nazione.


Non poteva impedirsi di sorridere in una maniera vagamente minacciosa ogni volta che vedeva una nazione irrigidirsi alla sua vista, perché anche se cercavano di “esorcizzare” il loro terrore parlando con lui con una naturalezza e una colloquialità, che di naturale non aveva nulla, non potevano nascondere quei piccoli gesti, un tremore nervoso o il fatto che evitavano magistralmente di incontrare il suo sguardo anche quando sembrava che lo stessero affrontando frontalmente.


Non potevano evitarsi di sembrare come volpi alla vista del segugio.


Certo c’erano momenti in cui si rivolgevano a lui con una sfrontatezza che gli dava i nervi, ma dall’ultimo G20 questi momenti erano diminuiti al punto tale da poterli davvero considerare come un evento più unico che raro.


Tutti erano tornati a trattarlo con la stessa cautela che usavano ai tempi in cui era ancora un fiorente impero, con il suo esercito al suo seguito, persino West, il suo caro kleiner Bruder, aveva preso a comportarsi in maniera più cauta intorno a lui.
E se da un lato questo lo sconvolgeva, come poteva il suo caro fratellino temerlo? Dall’altro lo riempiva anche di una strana euforia perché una nazione grande e forte come la Germania lo temeva… lo temeva anche se lui non era più altro che uno spettro della potenza e dell’imponenza del suo Impero.
Ma ovviamente c’era qualcuno che continuava a dargli sui nervi, a infastidirlo al punto tale che nemmeno la sua maschera di sicurezza sfrontata poteva nulla.


Non poteva fare a meno di lasciare che il suo sorriso sparisse e che venisse sostituito da un’espressione molto più fredda e algida, un’espressione che gli s'addiceva molto di più di quel sorriso.


Il suo fastidioso nemico di vecchia data Roderich, Austria.


<< Forse dovrei dargli una ripetizione del 3 Luglio 18661, non credi Gilbird? >> sibilò al piccolo, e paffuto, pulcino giallo che in quel momento stava accarezzando, scompigliandogli con affetto il ciuffo piumato in cima alla testa.


Il pulcino lo guardò con i suoi occhietti neri, inclinando d’un lato la sua testolina piumata e “Piyo~” fu la sua risposta, come se volesse dirgli di essere d’accordo con la sua idea.


Il prussiano ridacchiò sottovoce, l’uccellino trillò contento.
Evidentemente è il momento di rimettere la divisa” pensò.




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Gilbert non indossava la sua divisa, prussiana non quell’insulto di divisa tedesca tinta di Blu di Prussia solo per irritare i nazisti, dal 1933, dal 21 Marzo 19332, quando quel bastardo di un nano austriaco ebreo aveva preso in consegna il potere sul suo paese, certo l’aveva fatto con l’inganno ma cosa si ci poteva aspettare da un bastardo che pur essendo un nano osannava una razza superiore che era alta quasi il doppio di lui e che non aveva nulla a che spartire con lui?


Un altra cosa certa era che quando aveva proclamato per la sua propaganda nazista il “matrimonio” della vecchia Prussia alla giovane Germania, Gilbert gli avrebbe quasi riso in faccia. Primo perché lui era troppo magnifico per essere considerato vecchio e in secondo perché Germania era il suo fratellino ed era certo com’era certo che il vecchio Fritz3 era stato l’unico umano a cui si fosse legato, che non avrebbe mai sposato suo fratello.


Ma erano tempi andati ormai era il momento di lasciarseli alle spalle, anche se era stato a causa della fine di quella maledetta guerra che la sua nazione era scomparsa.


Prussia sorrise appena mentre indossava nuovamente la sua divisa, la giubba blu di Prussia ancora brillante, nonostante gli anni passati, i pantaloni neri con due linee rosse ai lati che ora che conosceva Italia così bene gli richiamavano alla mente la divisa dei loro Carabinieri, e gli stivali da monta chiodati in cuoio nero.


Un modello che gli austriaci avevano cercato di imitare ma che avevano modificato sostanzialmente limando le punte dei chiodi sotto la suola.


Gilbert scosse la testa ridendo fra sé e sé, quei piccoli vermi schifosi avevano rubato una delle loro attrezzature ed erano persino riusciti a rovinarla. Cosa te ne facevi dei chiodi smussati? Un calcio con i loro stivali chiodati poteva anche essere letale, mentre quello austriaco lasciava solo un brutto livido che se riuscivi a sopravvivere alla battaglia sarebbe passato senza problemi.


Ora mancavano solo gli ultimi dettagli, ma che erano anch’essi di fondamentale importanza, la croce di ferro che fece in modo che fosse perfettamente visibile e le croci al merito che appuntò nel lato destro della giubba. Come ogni ufficiale che si rispetti.


C’era una luce fredda e crudele negli occhi del prussiano, mentre un sorriso appena accennato e perfido, germogliava sul suo viso.


L’impero di Prussia era appena tornato.


---------------




Si era mosso nell’ombra, silenzioso e solenne senza destare alcun sospetto, senza farsi notare.


Aveva atteso che Ungheria non fosse in casa d’Austria prima di “attaccare”.


Entrò nella tenuta di quel tirchio aristocraticuccio austriaco senza problemi.
Austria suonava il pianoforte, il Notturno di Chopin per essere esatti, sicuramente doveva aver avuto una brutta giornata o semplicemente voleva suonare il pianoforte e aveva deciso per l’unico brano che effettivamente conosceva.


O almeno così, Gilbert, sospettava visto che non gli aveva mai sentito suonare altro.


L’ex-nazione raggiunse l’austriaco alle spalle, senza che quello notasse alcun che.


E poi decise di far notare la sua presenza, con un udibilissima quanto riconoscibilissima risata.


Austria stonò le ultime note della melodia, con una cupa quanto disarmonica accozzaglia di note dovute al fatto che per la paura aveva praticamente premuto le mani sui tasti.


Roderich voltò lentamente il viso verso di lui e dopo averlo visto, invece di fare qualunque commento sprezzante, lanciò uno strillo soffocato che lo faceva somigliare ad una cornacchia strozzata.


<< P-Prussia che ci fai in casa mia? >> balbettò dopo qualche istante, cercando di riprendere la sua importanza aristocratica, fallendo miseramente.


<< Non posso fare visita ad un amico, Österreich? >> sibilò sorridente il prussiano. La reazione dell’austriaco a quel tono fu abbastanza comica per l’ex-nazione, in quanto cercando di alzarsi dallo sgabello e allontanarsi contemporaneamente, era inciampato finendo quasi per cadere sul suo prezioso pianoforte.


Prussia si allontanò di qualche passo ridendo, mentre Austria si rimetteva in piedi, tremando come una foglia.


L’ultima volta che aveva visto Prussia in quel modo, era stato ucciso, massacrato da quel mostro prussiano e sebbene continuasse a ripetersi che Prussia non era più una minaccia, al G20 aveva dimostrato loro di avere ancora abbastanza forza, di non essere per nulla l’ex-nazione morente che si erano aspettati.


<< N-Non sei più una nazione… non puoi permetterti… - >> l’austriaco si era interrotto, non poteva permettersi di fare cosa? Ora non era più una nazione, non aveva più alcun limite, avrebbe benissimo potuto ucciderlo e non risentirne per nulla. Perché il suo gesto non avrebbe comportato niente di niente.


E Prussia sembrò sentire il suo pensiero, in quando si avvicinò di nuovo. E per la prima volta Roderich si rese conto dello strano ticchettio chiaro che provocavano i suoi passi sul pavimento in legno, come se i suoi stivali avessero dei tacchetti o… e in quel momento l’austriaco si ricordò delle centinaia di soldati austriaci morti di tetano o per le ferite infette che erano state causate dai chiodi impiantati negli stivali dei prussiani… Ma… Ma Gilbert non era venuto lì per fargli davvero qualcosa giusto? Era venuto lì solo… solo per spaventarlo un po’ perché nonostante la sua dimostrazione di forza, lui aveva continuato a mancargli di rispetto… Era venuto lì solo per questo, giusto?




Era quasi tentato di lasciar perdere la dignità e cadere in ginocchio di fronte alla Prussia e supplicarlo di avere misericordia… sebbene sapesse che per i prussiani era un concetto del tutto sconosciuto.




Un altro rumore attirò l’attenzione dell’austriaco risvegliandolo dai suoi pensieri di resa. Un rumore simile a quello provocato dallo strascinare di una catena.
Sollevò lo sguardo e vide quello che il prussiano teneva in mano, era una frusta fatta di anelli di metallo, con grandi denti di metallo tagliente incastrati in questi. La Silberzunge4.


<< Te la ricordi, Roddy? Hai mandato a morte circa un quinto del mio esercito con la tua lingua d’argento… Mi sono sempre chiesto se questo piccolo tesoro avrebbe fatto male ad un austriaco tanto quanto ne ha fatto a noi prussiani >>




Austria indietreggiò… Gilbert doveva essere impazzito del tutto… perché sennò voleva usare quella maledetta arma su di lui?
Sì, i suoi uomini l’avevano usata sui prussiani era vero, ma… ma era stato indipendentemente dalla sua volontà di nazione.


<< P-Prussia non...non lo fare…. >> disse tremante, aggiungendo un “ti supplico” sottovoce.


Prussia fece schioccare la frusta sferzandola contro il nulla e sorrise
<< Cosa? Non ti ho sentito, Österreich. Cosa hai detto? >>


L’austriaco indietreggiò ancora, allontanandosi anche dal pianoforte e arrivando quasi contro la parete, balbettando qualcosa, in maniera ancor più incomprensibile.


<< Preußen… >> iniziò ma non disse nient’altro, il suo orgoglio troppo grande per piegarsi a tal punto e chiedere pietà.


<< Kesesese~ Qui qualcuno ha bisogno di una lezione… >>


Tutto quello che Austria fece fu sollevare le braccia per proteggersi il viso quando il prussiano sferzò la Silberzunge verso di lui.


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Prussia si allontanò dalla tenuta di Austria, a passo di marcia, la Königgrätzer Marsch, composta da da Johann Gottfried Piefke nel 1866 in onore della vittoria prussiana contro gli austriaci.


La divisa perfetta, tranne che per qualche piccola macchia scura sulla giubba blu.
Austria si sarebbe ripreso fra un paio di giorni e sarebbe stato perfettamente bene, anche se al momento era molto… molto morto.



 
Ihr ahnt Preußen-reich
“Temete l’Impero di Prussia”
















































Note dell’Autore
Sono tornato con qualche altra piccola precisazione storica:

1)=”3 Luglio 1866”, Data della sconfitta totale dell’Imperial Regia Austroungarica nella Battaglia di Königgrätz.(Fonte ricerche)


2)=”21 Marzo 1933”, Data in cui alla presenza del Presidente Paul von Hindenburg, ormai sofferente di demenza senile. In un incontro di propaganda, Hitler annunciò il "matrimonio" della vecchia Prussia con la giovane Germania, per vincere i monarchici, i conservatori e i nazionalisti prussiani e indurli a votare la salita al potere di Hitler. La legge passò il 23 marzo 1933, garantendo a Hitler poteri dittatoriali.
Hitler prese il potere effettivo sulla Prussia nel 1934 dopo aver sostituito tutti i ministri prussiani con ministri tedeschi.(Fonte ricerche)

3)=”vecchio Fritz”, Un nome che era stato affidato a Federico II di Prussia che fu uno dei personaggi più importanti e rappresentativi del suo tempo, incarnando l'archetipo settecentesco del monarca illuminato. La complessa azione di governo del suo Stato si svolse sul piano politico e militare, su quello dell'economia e dell'amministrazione statale ed anche nel campo dello sviluppo delle scienze e delle arti. Il sovrano fu egli stesso un musicista e un intellettuale di stampo illuminista, seppur controverso per alcuni dei suoi atti politici, e ricevette il soprannome di re filosofo.
Con una politica espansionistica e con una serie di guerre aggressive il sovrano seppe far crescere nel corso di pochi decenni il piccolo regno prussiano da potenza di dimensioni regionali ad una delle principali potenze europee. Condottiero del suo esercito, da lui rafforzato e preparato, abile stratega e tattico, Federico fu uno dei maggiori capi militari della storia, molto apprezzato dai suoi soldati, da cui era soprannominato der alte Fritz, "il vecchio Fritz".(Fonte. Wikipedia)


4)=”Silberzunge”, (Lingua d'argento, in tedesco)Frusta metallica austriaca usata durante il primo periodo della Guerra dei Sette Anni. Circa dal 1756 al 1758. Durante il periodo del suo utilizzo, gli austriaci riuscirono ad uccidere circa un quinto dell’esercito prussiano dell’epoca.(Fonte Storie di uomini e di Armi(blog)


Altre precisazioni il fatto che Gilbert consideri Hitler un “nano, austriaco, ebreo” hanno tutte un fondamento storico in quanto Hitler era nato in Austria nel comune di Braunau am Inn da famiglia ebrea ed era alto circa un 1.65 cm.


E le diverse volte in cui Austria dice che per i Prussiani non esisteva il concetto di misericordia è effettivo. In quanto tutto ciò che si trovava di fronte ai prussiani sarebbe stato ucciso.


Inoltre dovete sapere che l’esercito prussiano aveva un corpo di cavalleria leggero che in quanto armato di carabina veniva chiamato il corpo dei Carabinieri ed è a questo corpo che l’esercito italiano s’è ispirato quando è nato il corpo italiano dei Carabinieri la cui divisa è ancora fortemente ispirata da quel loro corrispettivo prussiano.(Fonte ricerche in biblioteca)


Inoltre c’è ancora una disputa su chi abbia effettivamente utilizzato per primo gli stivali chiodati, c’è chi afferma che siano stati gli austriaci con i loro stivali con chiodi smussati o che siano stati i prussiani con loro stivali con chiodi che erano acuminati e affilati. Per questa storia ho deciso di avvalorare la tesi secondo la quale siano stati i prussiani ad utilizzare per primi questi stivali chiodati.


Scusatemi ancora una volta per essere stato prolisso
-Anthony Edward Stark
   
 
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