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Autore: nettie    04/11/2016    1 recensioni
L’unica cosa che voglio, una volta finita questa notte d’amore sotto le stelle, è che tu non debba essere costretta a rinnegare tutto.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Lettera ai Tuoi Ricordi.

 

[ Remember yesterday, walking hand in hand; love letters in the sand … I remember you. ]

 

[ Ricordati di ieri, il passeggiare mano nella mano; le lettere d’amore nella sabbia … Io ti ricordo. ]

 

-Skid Row

 

L’unica cosa che voglio, una volta finita questa notte d’amore sotto le stelle, è che tu non debba essere costretta a rinnegare tutto.

L’unica cosa che voglio, una volta finita questa adolescenza sotto le stelle, è che tu non debba essere costretta a rinnegare ciò che sei stata.

 

I giorni passano come passano anche gli amori, le amicizie, i secondi, e come passiamo noi passo io. Non posso dirti se tutto questo sarà per sempre, perché nel per sempre ho smesso di credere. L’unica cosa che vorrei fosse per sempre è la Primavera eterea nei tuoi occhi verdi, che in questa notte somigliano a due smeraldi preziosi incastonati nel tuo volto.

 

Non voglio che tu sia costretta a rinnegare tutto ciò che siamo stati, quando giungeremo ad una fine. Non voglio che tu debba rinnegare quei capelli ricci e quelle mani affusolate che hanno sfiorato le mie così tante volte, anche dovessi un giorno venir sepolto da altri ricordi e altri pensieri. Sento ogni giorno di tanta gente che dimentica il proprio trascorso, che cerca di essere ciò che non è per lasciarsi alle spalle il passato: non mi piace.

 

Non voglio dover incontrarti per strada, fra tanti anni, e non riconoscere nel tuo volto ciò che sei stata una volta, ciò che sei stata con me. Desidero poter rileggere di noi sulle tue labbra, quando il tempo passerà e quando ci frantumeremo l’uno lontano dall’altra.

 

Perché ora ti guardo dormire con il capo poggiato sulle mie gambe, le labbra appena schiuse e un’espressione beata sul viso, e so che non potrai mai essere più bella di così: so che sei bella più che mai.

 

Ti prego, non cercare mai di cancellare tutti i fantasmi che porti celati dentro di te, perché determinano l’essere meraviglioso che sei.

 

Le lotte e le conquiste, i litigi e tutte le lacrime infrante al suolo, quelle bellissime cicatrici sul tuo corpo che ora danno un senso alla tua esistenza. Non penso d’amarti, ma penso di volerti troppo bene per lasciare che tu venga ridotta a nulla dopo noi, dopo te. Penso di desiderare quelle labbra rosee come petali, ma non penso d’amarti.

 

E’ strano, proprio come noi e proprio come in nostri gesti ingenui. E’ strano come la nostra paura di fare il primo passo, come la tua paura d’alzare la mano nell’aula e come le parole che ti spirano in gola ancor prima di fuggire via dalle tue labbra. E’ strano come la nostra paura di vivere, come il nostro crederci deboli e incompatibili con quel mondo esterno ed estraneo, ma così vicino al nostro: il mondo delle crude realtà dove tutte le perfette illusioni muoiono soffocate dalla cinicità.

 

Non smettere mai di combatterlo con quel sorriso che metterebbe popoli interi in ginocchio: non farlo mai. L’ultima cosa che desidero è che si spenga quel tuo fuoco interiore che ti scalda la pelle e anima le tue parole, quella forza di volontà che ti ha fatto sempre emergere dalla massa. Mai, mai e poi mai potrei perdonarmi la morte di questa tua parte d’anima.

 

Non scordarti mai degli occhi di tua madre e delle mani di tuo padre, del luogo in cui sei nata, delle strade che ti hanno insegnato a guardare in faccia la gente. Non rinnegare mai le tue origini. Non scordarti mai dei sacrifici e di tutto il dolore: tieni stretti al petto gli insulti che come una spugna hai assorbito, le fulminate e le mani in faccia. Non dovrai mai più coprire il tuo corpo perché non dovrai mai più vergognartene, perché qualcuno ad amarti di certo verrà.

 

C’è quel momento in te che si cela fra respiro e battito, dove i tuoi occhi brillano di vita e dove una scossa scende lungo la mia spina dorsale. C’è quel momento in te che hanno forgiato le giornate dove la pioggia si mischiava alle tue lacrime, dove gli occhi gonfi la mattina ti facevano vedere il mondo in una pietosa scala di grigi.

 

Non dimenticare mai quel rossore tipico del pianto, né le richieste d’aiuto non ascoltate. Ricordati di me, e di tutte quelle volte in cui non ho saputo capirti. Ricordati dei tuoi genitori, e di tutte quelle volte in cui hai giurato di odiarli tanto quanto odiavi te stessa: ricordatene, e ammetterai di amarli e di amarti.

 

Ricordati di quella membrana che ti portavi addosso, che ti sigillava in sé e che non ti faceva vivere l’attimo. Ricordati delle tue paure, delle tue gioie, delle tue disgrazie. Sei bella più che mai grazie a tutto ciò che hai vissuto. Ricordati di quando ti guardavi i polsi come fossero catene che ti costringevano al suolo, che ti costringevano a vivere una realtà che non ti piaceva. Eppure, era la nostra realtà.

 

Ricordati di me quando ti guarderai allo specchio, di tutti quelli che son venuti e di tutti quelli che verranno. Ricordati di te quando ti guarderai allo specchio. Ricordati di quest’estate, di quella primavera che ha scosso in noi i primi battiti, e di quest’Inverno che ci sta aspettando così gelido e severo.

 
Nelle notti d’Autunno, lascia che i ricordi invadano il tuo cuore e ti lascino in bocca quel loro tipico sapore dolceamaro. Quando sarai donna non temere di ricordarti bambina.

[ Angolo Autrice: 

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