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Autore: _Cthylla_    04/11/2016    4 recensioni
"[...] aveva concluso che c’era una sola cosa da fare: cercare un coinquilino col quale dividere la spesa. Non era stata una decisione presa a cuor leggero, Pitch teneva molto alla propria libertà di movimento, ma era stata necessaria, e per tale motivo aveva fatto mettere un annuncio sulle riviste più quotate tra spiriti e compagnia bella, o meglio, che lui riteneva tali - “Mannity Fair”, “Oggi KAFFÈÈÈ” e “Feticisti Dei Piedi 2000”.
Per due settimane aveva atteso con ansia una risposta da parte di chiunque, ma non ne erano arrivate, e lui era arrivato a catapultarsi in qualunque luogo frequentato dai suoi simili per farsi pubblicità personalmente - “sono una persona ordinata, ho un sacco di alcolici in casa e so pure cucinare! Giuro!”- ma non c’era stato nulla da fare: nessuno voleva vivere con l’Uomo Nero. "

Nessuno...O QUASI.
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Pitch, Sorpresa
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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= IL COINQUILINO =







«… se trovo un altro insetto nel letto riempio casa di PESTICIDA!!! Hai capito?!»

La gola di Pitch aveva iniziato a bruciare per colpa di tutte quelle urla, ma era giustificabile: sentir camminare una scolopendra sul volto, scolopendra che aveva provato a entrargli in una narice, non era precisamente tra i modi più piacevoli per risvegliarsi.

«non l’ho certo messo io lì, e poi chi ti dice che sia uno dei miei? Potrebbe anche essere entrato da fuori, per quanto ne sai!»

Il suo interlocutore non aveva tutti i torti, avrebbe potuto essere entrato dalle centinaia di ingressi presenti, ma trovare un insetto in casa non era qualcosa che accadesse spesso -non prima che loro due avessero iniziato a convivere. «se ricapita… anche solo una volta!…»

«seeeh, seh. Ho capito. Quanto sei schizzinoso… tu sei quello che dovrebbe fare paura agli altri, e invece strilli come una ragazzina per un insettuccio».

«una scolopendra di quindici centimetri mi è entrata nel naso, Bau! NEL NASO!!!»

«…e ringrazia che fosse il naso! AH-AHAHAHAHAH!»

L’Uomo Nero si mise le mani tra i capelli, trattenendo a sento un’eruzione di improperi che minacciava di verificarsi da un momento all’altro.
Quando aveva iniziato a cercare un coinquilino non era questo che aveva immaginato. Proprio no. «come ho potuto pensare anche solo per un istante che farti vivere in casa mia potesse essere una buona idea?! Come?! Come?!»

«perché non avevi molta scelta, amico mio! Con la crisi gli affitti diventano più cari e qui, sotto Venezia, anche un buco come questo costa un fottio!»

«“buco” un corno, non confonderlo col seminterrato di quella tua brutta catapecchia sull’albero, questo è un posto di classe!... e a tal proposito, grazie mille per avermi avvertito per tempo che avresti portato qui tutto il ciarpame che avevi là sotto!» aggiunse, sarcastico «scheletri e pipistrelli fluorescenti, slot machine modificate che sparano, e quell’affare che tu hai la faccia tosta di chiamare “forno”!»

«ci cuocio da mangiare, come dovrei chiamarlo?»

Ecco, le sue discutibili abitudini alimentari erano un argomento che era meglio non trattare. Pitch aveva qualche sospetto sul genere di cibo che finiva nel suo forno, anche qualcosa più di un sospetto a dire il vero, ma per la sua stessa salute mentale non aveva alcuna intenzione di approfondire.

«ah, comunque non c’è di che, Pitchey».

«ero sarcastico, e non mi chiamare in quel modo!»

«io invece non ero affatto sarcastico, Pitchey».

Pitch sentì tremolare la palpebra dell’occhio sinistro, preda di un tic nervoso. Cominciava seriamente a detestarlo, aveva una voglia pazzesca di strappargli dalle mani -se tali si potevano definire- quei suoi maledetti dadi e ficcarglieli giù in gola, prima di dargli allegramente fuoco.
Se non fosse stato per l’affitto.



[……]



Quando qualche mese prima aveva saputo del pesante rincaro dell’affitto mensile si era disperato: non aveva soldi a sufficienza per affrontare quella spesa, sarebbe stato sfrattato!
Poi si era arrabbiato, ed era andato persino a protestare con un addetto della società proprietaria dell’immobile - la FlyJex S.p.A., che aveva il monopolio su tutti gli immobili per creature strane in genere-, per quella grandissima ingiustizia senza ottenere risultati.

A quel punto aveva concluso che c’era una sola cosa da fare: cercare un coinquilino col quale dividere la spesa. Non era stata una decisione presa a cuor leggero, Pitch teneva molto alla propria libertà di movimento, ma era stata necessaria, e per tale motivo aveva fatto mettere un annuncio sulle riviste più quotate tra spiriti e compagnia bella, o meglio, che lui riteneva tali - “Mannity Fair”, “Oggi KAFFÈÈÈ” e “Feticisti Dei Piedi 2000”.

Per due settimane aveva atteso con ansia una risposta da parte di chiunque, ma non ne erano arrivate, e lui era arrivato a catapultarsi in qualunque luogo frequentato dai suoi simili per farsi pubblicità personalmente - “sono una persona ordinata, ho un sacco di alcolici in casa e so pure cucinare! Giuro!”- ma non c’era stato nulla da fare: nessuno voleva vivere con l’Uomo Nero.

Il tempo era agli sgoccioli e alla fine, volendo tentare il tutto per tutto, aveva tentato di giocare in un casinò alcuni dei soldi che gli restavano. Con un po’di fortuna avrebbe potuto anche decuplicarli, e avrebbe risolto il problema, almeno in via temporanea.


“AH-AHAHAHAHAH! Undici! Di’ ciao ciao ai tuoi soldi, bello!”
“ma no, ma cosa, non è possibile! Hai barato!”
“chi? Io? Mai!”

Nemmeno a dirlo era andata malissimo: quel tale nel sacco verde -o lui era il sacco verde?!- di cui non conosceva il nome lo aveva ripulito completamente giocando a dadi, per poi andarsene al piano di sopra, dov’erano le camere da letto, con la prima strega che gli aveva detto “ok”.

Sconfitto e ancor più disperato di quanto fosse già, Pitch era uscito dal casinò, ed era rimasto a vagolare in giro per un paio d’ore, decidendo infine di tornarsene a casa in uno stato di completa depressione.

Poi il suo cellulare aveva vibrato.
Un messaggio su WhatsApp, incredibile ma vero.


“Salve, sono Mr. Bau Bau. Cerco casa, e avendo letto il suo annuncio su una rivista sarei interessato a incontrarla. Mi faccia sapere!”

L’Uomo Nero aveva gridato di gioia: quella che era sembrata una serata sfortunata si era rivelata, invece, la migliore di tutto il mese!
Aveva dato la propria disponibilità ad un incontro, anche immediato, e quando aveva letto la risposta “tempo mezz’ora e arrivo” si era messo persino a saltellare.

Mezz’ora più tardi però i salti erano finiti, precisamente quando lui e il suo futuro coinquilino si erano incontrati faccia a faccia.

AH-AHAHAHAHAH, non credo ai miei occhi! Sei TU?!... sei proprio tu!”

Mr. Bau Bau.
Il tizio che gli aveva quasi portato via anche le mutande neppure tre ore prima.

La voglia di sbattergli la porta in faccia era stata veramente tanta, ma la spada di Damocle dell’affitto oscillava sulla sua testa, ed era bene far sì che il crine di cavallo non si spezzasse; dunque lo aveva fatto accomodare e, ignorando le sue risate e le sue prese in giro più o meno velate, gli aveva spiegato in poche parole la propria situazione, per poi domandargli della sua.

Sembrava che Bau -gli aveva detto di chiamarlo in quel modo per comodità- fosse stato costretto a lasciare la città nella quale aveva vissuto per anni a causa di problemi con un tal Jack Skeletron, “un mucchio d’ossa che si crede il re pur non essendo minimamente adatto. BAH! E ora, dopo aver perso i miei assistenti, sono pure costretto a sbaraccare!”.

Capendo fin troppo bene i problemi con i vari Jack, Frost o Skeletron che fossero, Pitch gli aveva concesso di restare dopo poche altre domande su introiti ed abitudini.
Troppo poche.



[……]



«arriverà il giorno in cui troverò un coinquilino che non sia un sacco pieno di insetti, non si scoli tutto il mio whisky e non riceva denunce per molestie sessuali dalle bambole di pezza vive, puoi starne sicuro!» borbottò Pitch.

«oooh, ancora con quella vecchia storia?! Non è colpa mia se quella si è scucita una gamba e l’ha messa lì a fare cucù! Lo ha fatto apposta, poi non può lamentarsi se ci sono cascato. Capirai… adesso, se la fidanzatina di Jack Skeletron denuncia qualcuno, il sindaco si muove subito! Ah!» sbottò, versandosi il quarto bicchiere di whisky di fila. «al diavolo Halloween Town, non si possono nemmeno mangiare le persone o cercare di rimorchiare le donne in pace! Fanno tutte le difficili!»

«evita almeno di ricordarmi le tue strane abitudini alimentari, ti prego, è già difficile così» sbuffò Pitch.

«le sole che ci stanno, non sempre, sono le turiste» continuò lui, imperterrito, sbattendo il bicchiere sul tavolo «…e alcune è meglio tenerle a distanza! Ti ho già raccontato di quella volta con la Trinciastoffa?»

«non ho avuto il piacere di ascoltare quella storia, no» disse Pitch, alzando gli occhi al soffitto.

«Sam Hain! Capelli rossi ricci fino alle spalle, lunghe gambe snelle e un fondoschiena sodo, tondo, bello come un ventuno a black jack: quando i miei ex assistenti me l’hanno portata non ci credevo. Sembrava un po’svitata e non era per nulla spaventata, ma visto che ci stava mi sono detto “chi se ne frega!”…Giustamente, no?!»

«ah-ah».

«e invece no! NO!!!» afferrò direttamente la bottiglia «dopo cinque volte - cinque!, quella specie di incrocio tra un vaffanculo e un incantesimo non ne aveva ancora abbastanza!»

Pitch non riuscì a trattenere una risata strozzata: il suo coinquilino aveva un milione di difetti, non ultimo quello di mangiare le persone, ma a volte tirava fuori certe storie e certe definizioni che facevano crepare dal ridere. «sì ma a me in tutto questo sfugge una cosa…»

«alla tua età non sai ancora come si fanno i bambini, boogeyman dei poveri?» gli domandò ironicamente il Bau Bau con la sua voce roca.

«proprio perché so come si fanno mi domando come tu faccia a fare cose con chicchessia, non avendo l’attrezzo giusto!» disse Pitch, acido «sei fatto di stoffa e insetti!»

Il suo interlocutore a quel punto sogghignò, per poi fare una risata gutturale. «pensi spesso al mio attrezzo, eh Pitchey?»

«ma che diavolo vai dicendo?!» sbraitò l’Uomo Nero, mentre l’altro continuava a ridere. «non me ne importa nulla del tuo attrezzo, nulla! NULLA!!!»

Tra un’imprecazione sua e una risata del suo coinquilino, mentre il principio di mal di testa che aveva già da prima iniziava a trasformarsi in una vera emicrania, Pitch giurò a se stesso che un giorno avrebbe trovato il modo di liberarsi di quello scassa balle di tela.

e maledetti gli affitti troppo cari!”








Buonasera!

Questa è la prova del fatto che rivedere "The Nightmare Before Christmas" ad Halloween mi ha fatto male, molto molto male, tra affitti troppo alti, scolopendre in giro e Mr. Bau Bau che ha conosciuto Hallows molto intimamente :'D

E niente, se avete voglia di lasciare un commento a questo concentrato di demenza ne sarò felice :'D
Alla prossima (con un capitolo di qualcosa),

_Dracarys_
   
 
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