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Autore: piperina    05/11/2016    3 recensioni
Trovarsi alla stessa festa di Halloween con indosso lo stesso costume? Per Harry Potter e Draco Malfoy può essere un problema... o un'occasione.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Iniziativa: Questa storia partecipa al contest Halloween Party La Grande Zucca a cura di Fanwriter.it! 
Numero Parole: 1595
Traccia: 29. A e B si detestano e si ritrovano alla stessa festa… con lo stesso costume!

 

 

 

 

 

 

 

 

*Ti odio anch’io*

 

 

 

 

 

«Merlino, quanto ti odio!»

«Non mi chiamo Merlino.»

«No, ti chiami Sfregiato.»

Erano passati un buon numero di anni da quando si facevano le gare di insulti tra i corridoi di Hogwarts, ma sembrava che il tempo non fosse trascorso per Harry Potter e Draco Malfoy. Nonostante fossero cresciuti e frequentassero entrambi l’accademia Auror – lavorando spesso in coppia – i due ragazzi continuavano a battibeccare come se avessero ancora quattordici anni e non dieci di più.

L’allenamento Auror era molto più duro di quanto avessero immaginato perché prevedeva non solo l’uso di incantesimi complessi e la conoscenza di pozioni pericolose, ma anche la perfetta pratica della lotta corpo a corpo.

E in quello, Harry Potter e Draco Malfoy erano esperti.

Con uno sgambetto ben mirato il Salvatore del Mondo Magico atterrò il suo avversario. Poi gli tese la mano per aiutarlo a rialzarsi.

«Uno a zero per me. Malfoy, devi imparare a prevedere certe mosse. Dove sono finiti i tuoi riflessi da Cercatore?»

Draco si riavviò i capelli e si massaggiò la gamba nel punto dove era stato colpito. «I miei riflessi stanno benissimo.»

«Non direi» ghignò Potter. «Dai, facciamolo di nuovo.»

L’altro gli lanciò uno sguardo malizioso. «Qui in palestra? Sei un pervertito.»

Harry sbuffò per non sorridere. «Cerchi una scusa perché non vuoi che ti sconfigga di nuovo?»

Draco scosse il capo e si mise in posizione. La sua maglia era lacerata in diagonale come risultato degli allenamenti magici di poco prima, mentre quella di Harry era per metà bruciata. Ormai non facevano più caso a certe cose, un po’ perché erano abituati a vedersi negli spogliatoi di Hogwarts dopo il Quidditch, un po’ perché in uno scontro vero non potevano certo preoccuparsi dell’aspetto fisico.

Così Draco Malfoy ed Harry Potter sembravano appena usciti da un vero combattimento sul campo, con i vestiti strappati, i capelli spettinati e qualche graffio sulla pelle.

Harry avanzò e Draco schivò il colpo chinandosi rapidamente. Si girarono intorno un paio di volte, poi Harry attaccò di nuovo e dopo un altro paio di tentativi, il colpo andò a segno. Draco sfuggì a una delle prese che piacevano tanto al suo compagno di allenamenti e lo colpì a una spalla.

Poco dopo, però, non riuscì a spostarsi abbastanza rapidamente e si trovò di nuovo sconfitto, la schiena sul pavimento duro dell’aula e le braccia bloccate dal suo avversario.

«Due a zero» sospirò Harry con il fiato corto.

«Potrei quasi pensare che ti piaccia sbattermi a terra, Potter.»

«Potrei quasi pensare che ti piaccia farti sbattere a terra da me, Malfoy.»

Draco alzò un sopracciglio e ghignò, godendosi in pieno l’espressione quasi imbarazzata di Harry, che aveva le guance rosse la lo sguardo determinato.

«Ehi, voi due, avete finito di accoppiarvi?»

Harry scattò in piedi e Draco si alzò con tutta calma. Dalla porta della palestra, Ronald Weasley scosse la testa.

«Ci stavamo allenando» precisò Harry mentre chiamava a sé una bottiglietta d’acqua con un Accio non verbale.

«Allenando, certo» Ron sorrise come chi la sapeva molto più lunga di quei due. «Ricordatevi la festa di stasera.»

«Alla Tana?» chiese Harry.

«All’accademia?» chiese Draco.

I due si guardarono in cagnesco, avevano parlato nello stesso momento.

«Siete imbarazzanti» commentò Ron con una smorfia. «Scegliete quella che vi pare, ma guai a voi se non festeggiate Halloween. E vi voglio in costume!»

Il ragazzo uscì dalla palestra e incontrò Hermione nel corridoio.

«Allora? Vengono alla festa?» chiese la ragazza.

«Di sicuro verranno.»

Hermione gli tirò un pugno sul braccio. «Non essere volgare, Ron!»

«Non è colpa mia se quei due cretini tubano come colombe ma non concludono mai! È frustrante persino guardarli.»

La ragazza roteò gli occhi al cielo e sospirò. «Magari questa è la volta buona, se partecipano alla stessa festa.»

 

 

 

 

 

«La tua fantasia nel travestirti non è migliorata da quando avevi tredici anni, Malfoy.»

«Ma a quanto pare ne sei rimasto molto colpito, Potter.»

Harry scosse la testa e si sentì più in imbarazzo che mai. Quasi più di quando, durante il Torneo Tre Maghi, fece il bagno con l’uovo delle sirene e Mirtilla Malcontenta che spiava sotto l’acqua.

Hermione fece la sua apparizione in quel momento ed era chiaro che faticava a trattenere le risate. Era vestita da Cleopatra ed era splendida, ma l’attenzione non poteva che ricadere sui due Dissennatori che si erano presentati nello stesso istante alla festa dell’accademia Auror.

«Siete venuti in coppia, allora?» li stuzzicò la ragazza.

Harry cercò di incenerirla con lo sguardo, mentre Draco sembrò quasi arrossire. «No!» le gridò in faccia l’amico. «È solo una coincidenza, una sfortunatissima coincidenza!»

«Ma siete così carini...»

«Per l’amor del cielo, Granger!»

Draco scappò per cercare qualcosa da bere ed Harry lo osservò andar via. Sembrava dispiaciuto di vederlo allontanarsi in quel modo.

Harry rimase di pessimo umore tutta la sera. Un po' per il modo in cui Malfoy l’aveva lasciato senza più rivolgergli uno sguardo, un po' perché tutti i presenti continuavano a fare battute affatto divertenti sul fatto che avessero scelto lo stesso travestimento. Ormai aveva perso il conto di quante volte avessero alluso al Bacio tra due Dissennatori.

«Sembra un’anima in pena» sussurrò Ron, vestito da clown-vampiro, ad Hermione.

Lei osservò Harry da lontano. «Penso che dovremmo intervenire.»

«Dici? Noi due?»

«Chi altri se no? Harry e Draco hanno bisogno di una spinta o noi non smetteremo mai di subire gli effetti di tutta quella tensione sessuale repressa.»

Ronald ci pensò su mentre finiva il suo drink, poi annuì, deciso. «Per la nostra pace, insomma.»

«Esatto.»

 

 

 

 

 

Harry stava lasciando fluttuare via il bicchiere vuoto di succo di zucca che aveva appena bevuto quando si sentì tirare per un braccio.

«Ehi! Oh, Hermione, che c’è?»

«Un’emergenza con il mio vestito» sussurrò la ragazza, che continuava a trascinarlo lontano dalla folla.

Harry si ritrovò in una delle aule dell’accademia senza aver avuto il tempo di ribattere. Hermione gli voltò la schiena e spostò i capelli della parrucca nera.

«Si è allentato e non riesco a sistemarlo da sola, mi sta cadendo tutto!»

«Credo si sia strappato qualcosa...» disse lui mentre ispezionava il retro del vestito per capire dove intervenire. «Ah, ecco, devono essere questi nastri.»

Hermione contò i secondi e sperò che Harry non aggiustasse il vestito troppo in fretta. Un paio di minuti dopo avvertì una piccola vibrazione della bacchetta e capì che era il segnale di Ron.

«Fatto. Come lo senti? Ti cade ancora?»

Fece finta di controllare e si voltò verso l’amico. «Perfetto, ti ringrazio!» Si allungò per dargli un bacio sulla guancia e scappò dalla stanza prima che Harry potesse dire qualcosa o muovere un passo.

Si udì un rumore, poi un’imprecazione e nel campo visivo del ragazzo comparve Draco Malfoy.

«Che ci fai qui?» gli chiese, un po’ incerto, come se avesse il timore di discutere con lui.

«Weasley» rispose l’altro con stizza. «Ha detto di avere bisogno di me ed è sparito. E la porta è chiusa

Harry fece due più due e si diede uno schiaffo sulla fronte. «Lo sapevo che Hermione non poteva essere sincera...»

«Perché, che scusa ti ha rifilato?»

«Che si era rotto il vestito dietro e non riusciva ad aggiustarlo da sola...» Harry si scompigliò i capelli e si sentì davvero stupido per aver creduto a una tale balla.

Draco scosse la testa e rise di lui. «Sei un tale idiota, Potter...»

«Senti chi parla, tu hai seguito Ron

Harry fece qualche passo nella stanza vuota; il mantello grigio e logoro svolazzava alle sue spalle e il cappuccio non voleva saperne di stare fermo sulla sua testa.

«Volevano farci parlare?»

Di nuovo, Draco scosse la testa. Si stupì di quanto ottuso potesse essere quel ragazzo. Cosa mai ci aveva visto in lui, ancora se lo chiedeva...

«Forse siamo due Dissennatori troppo belli e rischiavamo di rubare la scena ai nostri compagni.»

«Pensi mai a qualcosa che non sia il tuo enorme ego, Malfoy?»

Draco alzò un sopracciglio in un’espressione maliziosa. «Oh sì, Potter, eccome se penso ad altro.»

«Sei così pieno di te stesso...»

«Potrei darti una risposta molto volgare, lo sai?»

Harry marciò verso di lui e gli puntò un dito dritto in faccia. «Chi ti ha detto che mi sarei vestito da Dissennatore?»

«Nessuno.»

«Non ci credo! Devi aver avuto una soffiata da qualcuno, altrimenti non mi spiego come sia possibile che siamo vestiti uguali!»

Quella mano davanti al viso iniziava a dargli fastidio. «Tu hai paura dei Dissennatori.»

«Sapevi che ti avrei notato, vestito così.»

«Ah sì?» di nuovo quel tono malizioso.

Harry arrossì appena e gli si impappinò la lingua mentre cercava di tirarsi indietro da quella gaffe.

Draco alzò gli occhi al cielo e capì che doveva essere lui a fare una mossa, o non sarebbe mai successo niente. Spinse via quel fastidioso dito ancora puntato contro di lui, portò le mani ai lati della testa di Harry e lo baciò.

Fu un bacio abbastanza breve, ma di grande impatto. Quando si allontanò appena, Draco aveva le guance in fiamme.

«Non sono uno che prende l’iniziativa» disse a bassa voce ma con tono deciso.

Harry rimase senza parole ancora per qualche istante, poi finalmente si svegliò da quella trance e qualcosa cambiò nel suo sguardo.

«Io sì.»

Si fece avanti e baciò Draco con molto più impeto di quanto avesse fatto il biondo poco prima. Gli afferrò le spalle in una presa salda e portò poi una mano tra i suoi capelli come per trattenerlo vicino.

Avevano entrambi il fiato corto quando Harry cercò i suoi occhi – e vi trovò una luce nuova.

«Ti odio, Potter.»

«Ti odio anch’io.»

 

 

 

 

 

   
 
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