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Autore: Gayzelle    05/11/2016    10 recensioni
[Storia ad OC] [Iscrizioni aperte] [AU]
Una volta compiuti 15 anni, gli adolescenti vengono obbligati a farsi un tatuaggio dagli adulti che ne fanno le veci. Questo riporta una parola, “l’etichetta”, che, agli occhi della gente, li caratterizza.
È una decisione presa dal governo per dare ai ragazzi la possibilità di redimersi attraverso il percorso verso l’età adulta, in modo che l’etichetta possa divenire positiva e far sì che la società sia composta da adulti responsabili e privi di quei caratteri adolescenziali.
~Ripensandoci attentamente, il giorno in cui smise definitivamente di lasciare le braccia scoperte risaliva a quello del suo primo tatuaggio, fatto compiuti i 15 anni, una scritta che i suoi stessi genitori le avevano imposto di marcare sulla pelle con quell’inchiostro nero e indelebile.
Il perforare incessante dell’ago non fu che il processo meno doloroso: l’incisione recava infatti due soli kanji.
Ad essere amara era la consapevolezza di quest’ultimi, l’impossibilità di poterli togliere e il tormento di avere quel marchio in un punto così scoperto e vulnerabile.
“売女”~
Genere: Angst, Science-fiction, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Prologo: metamorfosi

 
Andrea non si ricordava dell’esatto istante in cui aveva smesso indossare vestiti che le lasciassero le braccia scoperte; forse risaliva a quella volta in cui una professoressa aveva definito una canotta “volgare e decisamente poco appropriata per l’ambiente scolastico”, dal momento che, come era ben risaputo, la vista di un paio di spalle avrebbe potuto distrarre eccessivamente chiunque provasse attrazione per le ragazze, compresi uomini di mezza età sessualmente frustrati, abbastanza sfacciati da esigere rispetto unicamente in quanto “professori”.
Oppure a quell’episodio in cui, camminando tra i corridoi dell’istituto che frequentava da ormai un paio d’anni, il suo passaggio venne accompagnato da risatine e vociferi sibilanti: è arrivata la puttana italiana, dicevano.
Scacciò il ricordo alzando gli occhi al cielo in un moto di stizza, senza rendersi conto del movimento involontario compiuto dalle dita che, strette sul lembo delle maniche, cercavano di coprire la porzione di pelle rimasta scoperta.
Ridacchiò piano e lasciò ricadere la mano lungo il suo fianco.
Non ho alcun motivo di preoccuparmene, pensò.
Non più ormai.
Rigirò delicatamente tra i polpastrelli uno degli orecchini, mentre le iridi vagavano curiose tra i volti delle persone con la sua stessa uniforme. La luce soffusa del mattino accarezzava i capelli delle ragazze, donando loro striature dorate che si intrecciavano ai colori delle chiome.
Per Andrea, rimanere impassibile davanti alla bellezza eterea di quelle figure era tutto fuorché possibile, e, non senza imbarazzo, affondò il viso nella sciarpa setosa che portava al collo per nascondere il vivace color cremisi che le sue guance avevano assunto.
Il nuovo istituto prometteva bene.
Aveva trovato necessario dover fare richiesta per un nuovo indirizzo in seguito agli spiacevoli eventi riguardanti il suo primo anno ad una diversa scuola media superiore, e ancora non era pienamente sicura di aver fatto le giuste scelte riguardo al suo nuovo modo di vestirsi pur di adattarsi al nuovo ambiente.
Non che le importasse particolarmente di quello che gli altri studenti potessero pensare di lei - d’altronde, mica è colpa mia se il Giappone è pieno di fighe di legno e di ragazzi che non hanno mai visto un paio di clavicole se non in due dimensioni - ma, se già era difficile accedere ad una scuola privata in quanto normale studente, farlo da ragazza straniera con una fama dalla dubbia moralità era anche peggio.
Si ravvivò i capelli corti con un gesto fluido della mano, ancora poco abituata al nuovo taglio, cercando così di sistemarsi dietro all’orecchio delle ciocche inesistenti ormai rimpiazzate dalla rasatura.
Il vento frizzante di aprile non faceva altro che scompigliarli, non badando alla cura che Andrea aveva riposto nel cercare di sistemarli con il gel di suo padre, impregnandoli così di un profumo fresco e muschiato, simile ad una colonia da uomo.
Ad ogni folata, una ciocca oscillava solleticandole la fronte e approfittò di un finestrino offuscato dalla polvere per lasciar cadere la sciarpa al collo e darsi un’occhiata: le gote morbide e purpuree e le labbra piene stonavano su quel viso androgino, rendendolo troppo femminile per i suoi gusti. Aveva cercato di smorzare quell’effetto infoltendo illusoriamente le sopracciglia con una matita lievemente più scura del suo colore naturale, ma, evidentemente, non bastava.
Nell’aria fredda aleggiò il fantasma del suo lieve sospiro per qualche istante.
Si alzò sulle punte dei piedi per avere una visione più generale della sua figura, soffermandosi con lo sguardo sul petto. La fasciatura al seno le costringeva il torace, torcendo e graffiando la pelle, fino a toglierle il respiro e impedirle ogni minimo movimento, però almeno funzionava.
Certo, la taglia dell’uniforme stonava con la sua corporatura, ma pensò che non si notasse poi tanto.
Si diede qualche colpetto sulle guance per distrarsi dalle sue insicurezze, per poi sorridere rivolta al suo riflesso, sicura di apparire incredibilmente figo per essere una ragazza.
Farò stragi di cuori, pensò, prima di riprendere il cammino verso il nuovo istituto.
-Oh, se questa non è Andrea.-
Una voce sorniona la distolse dai suoi pensieri.
-O forse dovrei dire questo?-

 
Ripensandoci attentamente, il giorno in cui smise definitivamente di lasciare le braccia scoperte risaliva a quello del suo primo tatuaggio, fatto compiuti i 15 anni, una scritta che i suoi stessi genitori le avevano imposto di marcare sulla pelle con quell’inchiostro nero e indelebile.
Il perforare incessante dell’ago non fu che il processo meno doloroso: l’incisione recava infatti due soli kanji.
Ad essere amara era la consapevolezza di quest’ultimi, l’impossibilità di poterli togliere e il tormento di avere quel marchio in un punto così scoperto e vulnerabile.
売女”*
 
 
*Bai-ta: prostituta, puttana
 
Angolo dell’autrice
Yo, gente!
Qui Alicchan che si cimenta in una storia ad OC dopo anni passati a poltrire – probabilmente giocando ai videogiochi, leggendo fumetti o guardando anime; oh e studiando sporadicamente, ma non ne sono poi così sicura-.
Poiché sono consapevole del fatto che il prologo non delinea particolarmente bene la trama, ne riporto un sunto di seguito:
 
Una volta compiuti 15 anni, gli adolescenti vengono obbligati a farsi un tatuaggio dagli adulti che ne fanno le veci. Questo riporta una parola, “l’etichetta”, che, agli occhi della gente, li caratterizza.
È una decisione presa dal governo per dare ai ragazzi la possibilità di redimersi attraverso il percorso verso l’età adulta, in modo che l’etichetta possa divenire positiva e far sì che la società sia composta da adulti responsabili e privi di quei caratteri adolescenziali.
Il metodo con cui vengono decise le etichette si basa sul modello di vita che i ragazzi scelgono di intraprendere fino al terzo anno di scuola media inferiore, modello che viene valutato dagli adulti con cui i soggetti passano la maggior parte del tempo al di fuori della famiglia (si tratta quindi solitamente di docenti, ma ci possono essere casi particolari in cui questi possano cambiare; un esempio può essere una persona che vive all’interno di un ospedale e, in tal caso, a valutare il loro modello di vita saranno i medici).
Di conseguenza, in seguito all’osservazione del modo in cui gli altri ragazzi interagiscono con il soggetto, viene stabilita l’etichetta.
 
Prima di scrivere la scheda, ci terrei a dire un paio di cose in modo da chiarire in anticipo possibili dubbi:
  • La storia è ambientata in Giappone, motivo per cui ho intenzione di utilizzare il sistema scolastico, le norme sociali, le festività ecc… del Paese, ma questo non esclude la possibilità di inviarmi OC stranieri con una breve spiegazione del motivo del trasferimento: d’altronde, Andrea stessa è italiana;
  • Ci sono miriadi di etichette che possono essere utilizzate riguardanti infiniti aspetti di un personaggio: aspetto fisico, carattere, identità sessuale, orientamento sessuale, situazione economica o familiare… vi chiedo semplicemente di provare ad uscire dalla vostra “comfort zone” e provare qualcosa di nuovo, se vi va!
  • Il motivo per cui l’età che ho scelto per il tatuaggio è di 15 anni è dovuto all’idea di crescita dei ragazzi che si attribuisce loro alla fine delle medie inferiori; inoltre, essendo la maggiore età raggiunta ai 20, avrebbero 5 anni per la redenzione, lasso di tempo che mi sembrava adatto;
  • Ovviamente, non tutti si considerano a favore del sistema e ci sono casi in cui i genitori stessi si rifiutano di “etichettare” loro figlio, o in cui i ragazzi preferiscono sfuggire da questo dovere, nascondendo il loro tatuaggio o scappando anche di casa. Ma, dal momento che ognuno avrà la sua storia, vi prego di essere creativi!
  • Per motivi di trama, ho deciso di non mantenere le età canoniche dei personaggi di IE, i quali, nell’anime, frequentano le medie inferiori. Non mi sembrava il caso di affrontare alcuni temi con ragazzi di anche 13 o 14 anni, quindi ho “spostato” l’ambientazione al grado scolastico successivo, ovvero alle medie superiori, pur mantenendo differenze di età canoniche (come, ad esempio, il fatto che Haruna sia di un anno più piccola dei ragazzi).

Per quanto riguarda invece le iscrizioni e gli OC ho solo qualche informazione da dare:
  • So che è scontato, ma non accetterò personaggi Mary Sue, Gary Stu o così perfetti da risultare “irreali” sotto gli aspetti fisici e caratteriali;
  • Per ora, non ho un limite di OC: sceglierò quelli che mi sembreranno maggiormente adatti e originali;
  • Vi prego di non prenotare l’interesse romantico tramite recensione (non so se effettivamente si usi ancora, ma mi pare che, qualche anno fa, fosse una cosa piuttosto naturale), piuttosto, sarebbe perfetto mettere più di una preferenza all’interno della scheda, tenendo conto che Gouenji Shuuya e Suzuno Fuusuke sono già occupati;
  • Chiuderò le iscrizioni il 15 e ognuno avrà a disposizione una settimana di tempo per inviare il proprio OC, con la concessione di una proroga di tre giorni se mi si avvisa per tempo;

Ed ora, per la vostra giuoia, lascio qui la scheda:
Nome (Coerente con la nazionalità):
Cognome (Anch’esso coerente):
Età (Dai 15 anni in su; vi lascio qui l’articolo di Wikipedia che spiega il sistema scolastico giapponese con le età corrispondenti ad ogni anno):
Nazionalità:
Sesso (cos’ha in mezzo alle gambe in pratica):
Identità sessuale (non per forza questa è legata al sesso: una persona di sesso femminile può ritenersi maschio, femmina, genderfluid, bigender…per ogni dubbio non esitate a contattarmi, vi spiegherò quello che vorrete sapere ^^):
Orientamento sessuale (eterosessuale, omosessuale, bisessuale, pansessuale, asessuale, aromantico… anche qui, se avete domande chiedete pure!):
Aspetto fisico (coerente con la nazionalità; scrivete qui anche di eventuali piercings, tatuaggi aggiuntivi e abbigliamento):
Carattere:
Etichetta/tatuaggio (possono esserci dei casi in cui dei ragazzi fuggono di casa pur di non riceverne uno, tuttavia, essendo una cosa non particolarmente diffusa, sarei felice di non ricevere troppi OC del genere):
Background (breve storia con anche descritta la situazione familiare; se l’OC è straniero, inserite il motivo del trasferimento in Giappone):
Segni particolari (hobby, sport praticati, club a cui partecipa, cose che gli piacciono o che non gli piacciono in generale):
Fobie/debolezze/insicurezze:
Interesse romantico (facoltativo, ma, se inserito, unicamente della serie di IE; di questo vi chiedo anche il rapporto che ha con il vostro OC e un suggerimento riguardante la sua etichetta, possibilmente ma anche obbligatoriamente inerente al personaggio):
Altro (tutto quello che vi viene in mente e che non ho messo!):
 
Credo di aver detto tutto!
Credo.
Grazie in anticipo a chi sceglierà di partecipare ≧◠◡◠≦
A presto!
-Alicchan 
  
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