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Autore: escasso    08/11/2016    0 recensioni
— Sei uno stupido, lo sai?
Questa storia tratta delle vicende che coinvolgono i personaggi della serie.
E' ambientata dopo l'arco temporale dell'anime, quindi dopo aver sconfitto Seiji!
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haruyuki Arita/Silver Crow, Kuroyukihime/Black Lotus
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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— Senpai...

La voce di Haruyuki si propagò per tutta la stanza, rieccheggiando nelle orecchie di Kuroyukihime, che lo guardava con un po' di fastidio.
Quella calda giornata era perfetta per stare fuori, mentre i due, ignorando totalmente l'idea di poter uscire, erano seduti sul divano della casa di Haru.
La ragazza dai lunghi capelli neri, che fino a qualche secondo prima era seduta, si alzò e proferì a gran voce ciò che le stava passando per la testa.

— Quante volte ti ho detto che devi chiamarmi per nome?

Fece così trapelare il suo scontento nell'essere chiamata in modo così formale dal suo ragazzo.
Molto tempo prima, questo discorso era già stato trattato. Infatti, alle orecchie di lui quelle parole suonarono come già vissute, giungendo dritte al suo cuore.
Fu allora che abbassò la testa per qualche secondo e poi la rialzò, evitando il contatto visivo con lei.

— E' solo che... Mi sento molto di più a mio agio chiamandoti così... A prescindere dal come ti chiamo, ciò che provo non cambia...

Disse, portandosi una mano al petto e trattenendo a stento le lacrime, per evitare che la ragazza lo vedesse in preda ai forti sentimenti, che poi non riuscì a controllare.
Continuò il discorso, tra un singhiozzo e un altro.

— Io... Non voglio prendere troppa confidenza... Lo so, stiamo insieme... Però ho sempre paura di sbagliare qualcosa.

La ragazza si sentì totalmente disarmata da quelle parole, e lui, che oramai aveva gli occhi straripanti di lacrime, inghiottì il groppone di saliva che aveva accumulato e portò a termine il suo discorso.

— Tu sei la persona a cui tengo di più... E ti chiedo scusa se non ti chiamo con il tuo vero nome... Ma chiamarti in quel modo, per me, è tutto...

Kuroyukihime fu colpita da quel discorso e le scappò un sorriso. 
Non era abituata a parole dolci.
Lei era il Re Nero.
Rappresentava uno dei sei famigerati "Livelli 9".
Non aveva mai avuto la chance di vivere quei momenti, perché era sempre in gioco, sempre tesa.
Per lei, fin quando non lo incontrò, non era esistito altro che guerra.
Era un continuo conflitto d'interessi.
Macroscopici giochi a somma zero.
Qualcosa di etereo, per chi non c'era dentro fino al collo.
Ma aveva dimostrato fin da subito di essere diverso da chiunque altro abbia mai incontrato.
Mentre Crow combatteva per diretta fedeltà al Re, tutti gli altri tendevano a disertare quando la situazione peggiorava. Lui c'è sempre stato e questo lo distingueva da tutti gli altri.
Un tipo capace di rischiare più volte la propria vita per la metà.
Fu per questo_che la Principessa della Neve Nera, spinta dall'emozione data dalle parole di Arita, gli si avvicinò, poiché voleva esprimere al meglio ciò che stava provando in quel preciso momento.

— Sei uno stupido, lo sai?

Disse, abbracciandolo mentre era in preda alle lacrime e appoggiando la testa del ragazzo sul suo petto.
Lei era sempre stata forte e non aveva mai dovuto cedere al peso delle sue emozioni.
E il suo compagno di vita, nonché il famigerato Silver Crow, l'aveva liberata da quel giogo, permettendole di esternare tutto ciò che era rimasto dentro.
Sì unì al pianto del giovane, esponendo il suo pensiero.

— Ti amo, Haruyuki-kun. Nessuna persona mi ha mai fatto provare delle sensazioni così forti... Nemmeno quando mi si poneva davanti un muro impossibile da sormontare ho mai avuto il cuore così agitato... Sei riuscito a smuovermi e non posso fare altro che ringraziarti, perché il peso di tutte le battaglie e degli anni passati nel Mondo dell'Accelerazione mi stava uccidendo lentamente... Scusami se sono stata sgarbata con te, però è solo per avere il minimo di soddisfazione per essere chiamata per nome, per far capire a tutti che io e te siamo legati...

La ragazza allentò la stretta per abbassarsi al livello del più piccolo, per essere alla stessa altezza del suo volto.
Fu a quel punto che, lentamente, gli si avvicinò, mentre le sue labbra cercavano quelle della sua felicità.
E si incontrarono, mentre le braccia del sopracitato stringevano il corpo esile della Farfalla e le sue sostenevano la testa del Corvo, per tenere il viso vicino e le loro bocche unite.
Era un bacio di amore vero, appassionato e sincero.
In quel momento, esistevano solo loro due. O meglio, solo loro come una singola persona.
Era il tutto e il niente.
Il silenzio e il rumore.
Un urlo d'amore soffocato.
Qualcosa che solo il cuore poteva capire.
Qualcosa che solo il loro animo poteva sostenere.
Il loro atto era come un messaggio.
"Hey, noi ci amiamo".
Questo comunicava quel gesto.
Quell'istante, che parve eterno, finì rapidamente.
L'Argentato, rosso per la timidezza e tremolante per la gioia, prese le mani della ragazza e parlò.

— Grazie del tuo amore, senpai... Anzi, Sacchan.

 

   
 
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